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Autore: Aaron Vardamir    26/07/2015    1 recensioni
A volte i sentimenti per qualcuno nascono quando meno ce lo aspettiamo e molte volte sono rivolti a persone che non avremmo mai immaginato di poter amare. Cosa succederebbe se tra Scott McCall e Liam Dunbar nascesse qualcosa? In che modo averebbe? Funzionerebbe tra di loro? POSSIBILI SPOILER TEEN WOLF / La storia parte dalla 4x03.
Genere: Drammatico, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Liam Dunbar, Mason, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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POV: LIAM

‹ Ciao, mamma. ›

A queste parole, una donna sulla quarantina si presenta a qualche metro davanti a noi. Ha dei lunghi capelli neri che le cadono davanti alle spalle, gli occhi sono scuri e la forma è molto simile a quelli che possiede Scott. Anche l'altro ragazzo saluta con un cenno della mano la donna, da quanto ho capito si chiama Stiles, un nome che non avevo mai sentito. Quella che se ho intuito bene è la madre di Scott, si avvicina velocemente a noi, ha un camice di colore verde e probabilmente lavora in questo ospedale come infermiera.

- Ciao ragazzi, cosa è successo? -
‹ È successo che... ›
« Mi sono fatto male alla gamba durante gli allenamenti e l'infermiera della scuola ha detto che devo fare un controllo più dettagliato qui all'ospedale. Così Scott e Stiles mi hanno accompagnato qui. »

Interrompo le parole di Scott, dirigo lo sguardo verso il pavimento e cerco di tenermi ai due ragazzi per non cadere. Non me la sento di creare altri casini, se mi fossi comportato come uno del primo anno, se non avessi provocato il capitano della squadra, a quest'ora la mia gamba starebbe bene e la situazione sarebbe tranquilla. Il mio patrigno mi ucciderà, gli avevo promesso che sarebbe stato diverso quest'anno, non avrei creato altri problemi e invece ora è successo questo.

- Ok, ragazzi tenetelo. Ora prendo una sedia a rotelle e poi lo porto in una stanza per farlo controllare. Come ti chiami ragazzo? -
‹ Liam. Il suo nome è Liam. ›
- Tranquillo, Liam. Ci prenderemo cura di te. -

Prima di poter rispondere alla domanda della donna, Scott mi ruba la risposta. Qualche secondo dopo mi ritrovo seduto sulla sedia a rotelle e mentre ci avviamo verso una stanza, sento l'infermiera dirmi di stare tranquillo. Come faccio a stare tranquillo? E se non potessi più giocare a Lacrosse? Mi sono impegnato tanto e ora tutto quell'impegno potrei averlo gettato nel gabinetto.

- Allora, sei un amico di Scott? Non ti ho mai visto da queste parti. -
« No, io sono del primo anno e ci siamo conosciuti in squadra. Mi sono trasferito qui da poco perché il mio patrigno ha trovato lavoro qui, è un dottore di questo ospedale. »
- Oh, chi è il tuo patrigno? Aspetta...ah si, ho capito. L'ho conosciuto qualche giorno fa, mi ha parlato di te e mi è sembrato davvero simpatico. Ora sai che faccio? Lo avviso, così ti visita lui e almeno sei più a tuo agio. Va bene? -
« Ok. »

Ecco, ci manca solo questo. Pensavo che avrei avuto un po' di tempo prima di ricevere la predica dal mio patrigno, spero almeno di non avere nulla di grave alla gamba. Se fosse tutto apposto, forse sarebbe un po' meno deluso dal mio comportamento.
Ad un certo punto arriviamo davanti ad una stanza, la donna apre la porta e poi spinge dentro la sedia a rotelle su cui sono seduto. Le pareti all'interno sono di un azzurro molto chiaro, tranne una parte color verde dove sono presenti alcuni macchinari.

- Allora, vieni. Ti aiuto ad alzarti e poi ti facciamo stendere sul lettino. -

Rimango in silenzio, il mio sguardo è rivolto verso il basso e non me la sento di dire niente. Desidero solo che questa situazione si risolva e in fretta. L'infermiera mi aiuta ad alzarmi dalla sedia a rotelle, faccio un paio di saltelli con una sola gamba e arrivo al letto. Con un po' di spinta e con l'aiuto della donna, mi stendo su di esso e appoggio la testa sul morbido cuscino.

- Ora vado a chiamare il tuo patrigno, hai bisogno di qualcosa? -

Scuoto la testa alla sua domanda e poi guardo fisso la parte finale della mia gamba, noto che è presente un grosso gonfiore sul lato del piede. Ricomincia a farmi leggermente male, sopratutto se provo a muoverlo troppo velocemente. Stringo le lenzuola fortemente con la mano nascosta alla vista della donna, non voglio capisca come mi sento. Vorrei distruggere o scaricare la mia violenza su qualcosa.

- Vedrai che andrà tutto bene, stai tranquillo. -

La donna, su cui leggo sul camice il nome "Melissa", mi rivolge un sorriso cordiale e si allontana uscendo dalla stanza abbastanza velocemente. Sembra davvero una brava mamma, ora che ci penso la mia potrebbe vietarmi di fare un qualsiasi sport dopo aver visto cosa mi è successo. Il mio patrigno ci ha messo un sacco a convincerla per farmi giocare a Lacrosse, chissà ora che succederà.
Mentre rimango a pensare tra me e me, comincio a sentire dei passi familiari. Pesanti e veloci, è il mio patrigno sicuramente. Infatti alcuni secondi dopo lo vedo davanti alla mia porta, mi fissa con uno sguardo deluso e preoccupato. Si avvicina a me e mi mette una mano sulla spalla.

# Liam...cosa è successo? #

Non gli rispondo, tengo lo sguardo basso e con il dito gli indico il punto che mi fa male. Lui sospira, cammina lentamente verso la parte dolorante e comincia ad esaminarla con lo sguardo. Mi sistemo meglio con il corpo, tengo la schiena alzata e la gamba interessata completamente tesa. Il mio patrigno comincia a controllarla anche con le mani, cerca di alzarla ma i miei versi di dolore lo bloccano. Controlla qualche altro punto con il tatto e sul suo volto appare un'espressione che non mi piace.

« È rotta, vero? »
# Dobbiamo sicuramente fare una lastra. #
« È rotta, ed è solo colpa mia. »

Porto le braccia davanti, mi viene da piangere ma provo a soffocare le lacrime. Purtroppo però il mio tono di voce probabilmente fa capire come mi sento, è come bloccato, molto basso e sofferente. Comincio a toccarmi le mani, faccio schioccare le dita per tenermi occupato con qualcosa.

# Vuoi dirmi che è successo? #
« Mi sono scontrato con due del terzo anno...e uno era il capitano della squadra. »
# Ricordi come diciamo sempre? Giochiamo con il cervello, non con le mani #
« Sei arrabbiato con me? »
# Ma no, certo che no. Tua madre potrà arrabbiarsi con me per averti fatto conoscere il Lacrosse, ma forse dovremmo aspettare le lastre prima di andare nel panico. E fidati...ho più motivi di te di andare in panico. Non è ancora detto. Aspettiamo le lastre. #

Prova a consolarmi, eppure non posso fare a meno di pensare di aver fatto un casino. Neanche la sua voce mi convince, mi sento come se sapessi già l'esito delle lastre e questo fosse del tutto negativo. Ho paura che la gamba sia davvero rotta, sono preoccupato di non poter giocare più a Lacrosse. Poi cosa farò? È l'unica cosa in cui sono veramente bravo, non sono un genio per quanto riguarda le materie di studio in generale.
Appoggio la testa al letto, forse riesco a fare un pisolino prima di fare le lastre. Spengo la luce molto forte che è presente sopra la mia testa ed infine provo a chiudere gli occhi, voglio solo interrompere questa situazione per un attimo. Dormire mi aiuterà in questo e magari scoprirò che è solo un brutto sogno quello che sto vivendo.


[ ... ]
 

< In panchina Liam, questo semestre non giocherai. >
- Se lo merita dopo quello che ha fatto. Hai sentito? Te lo meriti. Ma lo sai anche tu, vero? -
# Magari non giocherà mai più. Sai Liam, mi hai deluso. Io, il tuo patrigno...ti avevo detto come doveva andare quest'anno e tu ora hai fatto questo. Sei una delusione dopo l'altra. #
« No! NO! NO! NO! »

Mi sveglio di soprassalto, la mia fronte è leggermente sudata e credo che il mio cuore batta all'impazzata. Porto una mano al petto e faccio un paio di lunghi respiri, cerco di calmarmi e di non pensare a niente. "Era solo un brutto sogno Liam, era solo un brutto sogno." Mi ripeto queste frasi in mente, non era la realtà e prima lo capisco, prima mi sentirò meglio. Mi accorgo che stranamente nessuno mi è venuto a svegliare, nel corridoio non si sente alcun rumore e noto dall'orologio sulla parete che è passata un'ora abbondante mentre dormivo. Dove sono finiti tutti? Un ospedale non può essere così silenzioso. Con un po' di fatica mi alzo dal letto, cerco di non appoggiare la gamba che mi fa male e raggiungo l'entrata della stanza con qualche saltello. Arrivato alla porta, inizio a sentire un rumore strano, qualcosa di non familiare e che non mi piace.

« Hey! Avete sentito? »

Urlo a gran voce nel mezzo del corridoio. Non vedo nessuno e il rumore di prima ha smesso, che sta succedendo qui? Ci manca solo che il mio cervello faccia brutti scherzi, ora ho anche le allucinazioni uditive? Mi guardo meglio attorno ma non noto niente di strano.

« Mi era sembrato di sentire qualcuno... »

Giro lo sguardo dall'altra parte del corridoio e davanti a me appare una figura mostruosa, un ragazzo poco più alto di me. È sporco di sangue su tutta la maglia e anche abbastanza sulla bocca, ma non è questa la cosa che mi preoccupa di più. Su quest'ultima parte del suo corpo ci sono dei denti, non dei normalissimi denti umani ma come delle zanne mostruose piene di sangue. Mi volto dall'altra parte ed inizio ad andare più veloce che posso, cerco di ignorare il dolore alla gamba ma è molto forte. Ogni tanto alzo un po' la gamba e continuo a saltelli, devo correre, non posso fermarmi. Chi era quello o quella cosa? Cosa voleva? Raggiungo l'ascensore, premo il bottone per farlo scendere ma è troppo lento, inizio a premere il bottone svariate volte sperando che questo lo faccia arrivare prima. Improvvisamente sento una mano sulla spalla e vengo lanciato verso un muro, la mia schiena sbatte su quest'ultimo ed inizio a sentire un dolore molto forte. Non ho il tempo di riprendermi che mi sento afferrato al colletto della maglia ed alzato in aria, batto le palpebre e vedo che sotto di me c'è la creatura di prima, mi sta tenendo in alto e i suoi occhi sono completamente bianchi. Ad un certo punto vengo lanciato alla fine del corridoio, ritrovandomi di fianco a delle scale. Il ragazzo o qualunque cosa sia, inizia ad avvicinarsi velocemente e io mi alzo cercando di salire le scale, spero di trovare qualcuno che mi possa aiutare. Dov'è la sicurezza? Dove sono tutti?

« QUALCUNO MI AIUTI! AIUTO! »

Cerco di salire le scale il più velocemente possibile, senza dare conto a dove mi portano. Passano un paio di minuti, non si è fatto vivo ancora nessuno e io mi ritrovo ad aver percorso tutti gli scalini. Apro una porta e mi accorgo di essere finito sul tetto. Mi guardo attorno e comincio ad avere molta paura, dove posso andare? Qui non vedo nessuna via d'uscita. Improvvisamente mi trovo buttato a terra, poi vengo rialzato ma stavolta sento un braccio attorno al collo che mi trascina e mi tiene fermo. Riesco ad emettere un breve urlo, ma il braccio stringe un po' di più e mi sento soffocare. Dove mi sta portando? Cosa vuole farmi? Mi ucciderà? Non voglio morire. Forse questo è tutto un sogno, un incubo. Non è possibile che sia tutto reale, ora mi sveglierò e sarò sul mio letto, preoccupandomi ancora per la mia gamba. Ad un certo punto sento una porta sbattere, qualcuno mi ha sentito? Fa che sia un poliziotto o qualcuno che possa aiutarmi.

< Stai lontano! >
‹ Non farlo, non devi farlo! Qualunque cosa sia...qualunque cosa tu sia..possiamo aiutarti. ›

Scott? Cosa ci fa qui Scott? Non riesco a vederlo però riconosco la sua voce. Cosa vuole fare? Si farà uccidere anche lui, perché non ha chiamato nessuno? Percepisco il braccio bloccarmi, stiamo indietreggiando.

< No, non potete. >
‹ Fatti aiutare. ›
< I Wendingo non hanno bisogno d'aiuto...abbiamo bisogno di cibo! >

Non capisco di che parlano, mi sale il panico e cerco di agitarmi per liberarmi. Qualche secondo dopo percepisco qualcosa che cerca di perforarmi il fianco ma per qualche strano colpo di fortuna, riesco a girarmi e provo ad allontanare il ragazzo pieno di sangue da me. Purtroppo però con molta facilità mi prende le braccia e mi lancia verso destra, cerco di fermarmi ma alla fine la spinta mi fa cadere giù dal palazzo. Prima di essere lanciato nel vuoto però riesco ad aggrapparmi al bordo del muro, non penso di riuscire a resistere per molto. Ho bisogno d'aiuto e ad un certo punto sento che qualcuno mi afferra le braccia, sopra di me vedo un viso familiare ma diverso. È Scott..credo, la sua faccia è ricoperta di peli e la forma è cambiata, è come quella di una creatura mostruosa. Alcuni secondi dopo anche il ragazzo coperto di sangue ci raggiunge, cerca di trascinare via Scott da me. Riesce a staccare un braccio che mi tiene, la situazione non mi piace. Non voglio morire, non voglio morire. Ormai Scott non mi tiene più, sta lottando con quella cosa e le mie mani non reggeranno ancora per molto, sento lo sforzo nelle braccia e fa male.

« No, no, no! »

Le mie mani non riescono a tenere, stanno mollando. Io urlo, ho bisogno che qualcuno mi aiuti. I miei piedi cercano istintivamente qualcosa a cui appoggiarsi, ma finiscono solo per scivolare sulla parete.

« Sto cedendo! »

Sono appeso solo con una mano e anche questa alla fine si stacca. Penso sia la fine, ma poi ad un certo punto sento qualcosa mordermi il braccio. È Scott, lo sento mordere forte sul mio polso e il dolore che percepisco è atroce. Cosa sta facendo? Perché l'ha fatto? Poco dopo riesce ad afferrarmi nuovamente entrambe le braccia, mi porta sopra e noto che il ragazzo insanguinato è steso sul pavimento, non emette alcun segno di vita. Chi l'ha ucciso? Cosa è successo? Mi avvicino ad un muretto, mi siedo e appoggio la schiena su quest'ultimo. Non capisco cosa mi sta succedendo, sento che il dolore sul polso si sta espandendo in gran parte del corpo. La ferita sta perdendo sangue, emetto versi di dolore e cerco di bloccare l'emorragia mettendo la mano sul segno del morso. La osservo per un attimo, poi rivolgo lo sguardo su Scott. Guardo i suoi lineamenti..cambiati. Perché mi ha morso? Tutto questo è reale? Ero venuto qui per fare una fottuta lastra. Perché doveva capitare tutto questo a me?
 

 
|| Hey, ecco pubblicato il secondo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia e vi chiedo per favore di lasciare un recensione! Ditemi cosa ne pensate o qualsiasi altra cosa vogliate comunicarmi a proposito di questo capitolo o della storia in generale. Scusate se ci ho messo un po' a pubblicare questo seguito, purtroppo il caldo uccide la fantasia e la voglia. Vi saluto e ringrazio chiunque abbia usato un po' de suo tempo per leggere quello che ho scritto. Alla prossima! ||
  
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