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Autore: _Krzyz    27/07/2015    2 recensioni
"Ogni persona ha dei segreti."
Qualcosa di prezioso, di personale, scheletri chiusi a chiave in armadi inesistenti. Ogni persona ha una storia alle spalle , una storia che non si può conoscere. Ma basta una parola, una parola per conoscere le vite degli altri. Una parola che può aprire un mondo e distruggerne un altro.
Una parola sussurrata in punta di piedi.
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Raccolta di One - shot, per raccontare le storie di quei personaggi che una storia non ce l'hanno :)
[Il rating potrebbe variare; spoiler!]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Syzygy – [sost.] termine che descrive una congiunzione astrale o un’opposizione specifica ,
specialmente fra Terra, Luna e Sole
 

Allinearsi

C’è un termine, in astronomia, che definisce una particolare configurazione  planetaria, in cui tre corpi celesti si ritrovano allineati in una linea perfettamente diritta. Will lo conosceva; derivava da una lingua così antica a lungo rimasta sepolta, che poi gli studiosi avevano ritrovato e riportato  alla luce e dalla quale derivano molte parole di uso quotidiano. Ma non era il solo termine riguardante l’universo che lui masticava.

La più grande passione di Will era guardare il cielo notturno. Quando tutto taceva, quando gli ultimi abitanti della città andavano a dormire sotto la luce lattiginosa della Luna, il momento in cui il mondo dormiva, era quello l’attimo che il ragazzino aspettava per tutta la giornata. Usciva a piedi nudi in terrazzo, appiccicando gli occhioni verdi al telescopio. Osservava e riportava accuratamente ogni singola cosa in un quadernone a quadretti che teoricamente avrebbe dovuto usare per riportare gli appunti che prendeva a scuola. Invece che formule matematiche o trattati fra i più disparati, quel quaderno raccoglieva nomi di pianeti lontani, costellazioni, fenomeni astronomici di entità eccezionale. Indipendentemente dalla temperatura o dalle condizioni climatiche, se il cielo era sgombro era una buona serata per osservare la moltitudine di globi luminosi che tanto lo attraevano.
Che Will avesse un’intelligenza fuori dal normale era cosa risaputa. A sette anni aveva imparato, per puro divertimento, tutto l’atlante stradale della città, compresi nomi di vie e di luoghi d’interesse, e i manifesti di tutte e cinque le fazioni. Aveva una memoria inconsueta. Ricordava ogni cosa gli sembrasse rilevante, coglieva il più piccolo particolare, un neo sul viso di una ragazza, una crepa in un grattacielo di vetro. In quegli occhi verdi e cangianti si rifletteva un mondo di dettagli e stelle. Nulla poteva sfuggire al suo sguardo curioso e profondo, uno sguardo desideroso di conoscenza. Perfino fra gli Eruditi rappresentava un’eccellenza. I suoi risultati nei test erano fuori norma, i professori parlavano estasiati dei risultati del piccolo Will. Ai suoi genitori era perfino stato detto che se avesse mantenuto questa linea sarebbe potuto diventare un Capofazione. Tuttavia, le stelle avevano altro in serbo per lui.

Crescendo questa passione per l’astronomia non si affievolì di un attimo, anzi, più lui cresceva più l’interesse verso il cielo sembrava non volersene andare. I pianeti erano parte integrante dell’essere Will, le stelle di quasar pulsavano seguendo i battiti del suo cuore. Però mentre cresceva piano, disquisendo amabilmente con ricercatori di ogni tipo sui periodi di rivoluzione di Giove e dei suoi satelliti, si rendeva sempre di più conto che gli Eruditi gli stavano stretti come una camicia di sartoria comprata qualche anno prima: di fattura perfetta ma impossibile da indossare senza sentirsi scomodi. Era invidiato e guardato con ammirazione da tutti, ma quello che voleva lui non l’avrebbe mai raggiunto stando dietro ad un tavolo. Perché lui al cielo ci voleva arrivare davvero.
Durante l’inverno dei suoi quindici anni, sua madre e sua sorella Cara furono invitate per un seminario sulle tecnologie difensive che sfruttavano l’alta tensione dall’altra parte della città. Sarebbe durato non più di una settimana, ma avrebbe imposto loro di dormire nei laboratori per monitorare costantemente i progressi dei nuovi ritrovati. Will cercò di contenere il suo entusiasmo, finalmente di toglievano dai piedi per un po’, ma quando la porta si chiuse alle spalle di Cara, che a stento teneva il borsone con i vestiti, iniziò a fare i salti di gioia. Finalmente delle nottate senza sentire la madre che gli urlava di tornarsene a letto se stava sveglio fino a tardi, niente sorella maggiore che rovistava fra i suoi appunti, la manna divina ara arrivata! Alla sera mangiò cibo non propriamente raccomandato dai dietologi, passò un po’ di tempo guardando un film alla tv e rilesse qualche vecchio libro in attesa che calasse la notte. Quando anche l’ultimo raggio di luce svanì dietro la terra desolata che si estendeva oltre la Recinzione, in quel preciso istante iniziava la magia. Srotolò in salotto un’enorme mappa stellare che aveva redatto con precisione maniacale, ogni costellazione riportata fedelmente con misure perfettamente in scala. Non c’era una virgola fuori posto. Prese alcuni strumenti di misurazione, pennarelli di vari colori, libri e usci a piedi nudi in terrazzo. Quella era la sera perfetta.

Perché senza che nessuno lo sapesse, Will stava elaborando un teorema. Secondo lui gli avvenimenti più importanti della storia di una persona si potevano verificare quando i pianeti fossero stati allineati nella stessa maniera della notte durante la quale era nato un determinato individuo. Prendendo il suo caso, un perfetto allineamento lineare di Terra, Luna e Sole. Le cause dell’allineamento dei pianeti sulle persone e sugli esseri viventi erano ancora sconosciuti, ma lui era sicuro che l’universo non facesse accadere le cose per caso. Infatti, quell’avvenimento si era verificato quattro volte dal giorno della sua nascita, e in tutti e quattro i casi era successo qualcosa di importante. La prima volta era stato quando aveva scoperto, a quattro anni, come funzionava il telescopio. La seconda aveva stupito tutti durante i test finali, dimostrando di avere un QI medio pari a quello di un adulto ventenne, nonostante avesse 9 anni. La terza volta aveva colpito, grazie ad un accurato calcolo, un barattolo posto in cima all’edificio che aveva di fronte, abbattendolo con una pallina di carta. La quarta aveva baciato una ragazza. Secondo i suoi calcoli, questa circostanza si sarebbe verificata nuovamente fra un anno e tre mesi esatti. Un anno e tre mesi, un’ultima conferma , una conferma che doveva avere spostandosi da quel posto, cambiando prospettiva, scrollandosi di dosso la camicia di sartoria ormai piccola che erano gli Eruditi. Lui sarebbe arrivato al cielo, lo sapeva.

Ebbene, esattamente dopo un anno e tre mesi, Will stava dormendo nel suo letto, nel centro di addestramento degli Intrepidi. E nell’attimo in cui la Luna, la Terra e il Sole si trovarono allineati successe qualcosa, qualcosa che Will non capì mai.
Una volta, quando era ancora molto piccolo, sua mamma gli aveva raccontato una storia sul cielo notturno. La Notte era una signora molto vanitosa che aveva un lungo mantello di velluto nero, bellissimo e morbido. Quando la Terra venne creata, la Notte divenne gelosa di tutta quella bellezza e, appena suo fratello Sole andava a letto, lei stendeva la sua coperta nera su di essa, così che nessuno potesse vederla . Gli abitanti della Terra all’epoca avevano paura perché era sempre tutto buio e non vedevano nulla, così rimanevano chiusi dentro le loro case tutta la notte, disprezzandola e odiandola. Però il tempo passava e, a furia di stendere il suo manto sulla superficie del pianeta, il velluto della Notte si strappò in alcuni punti, lasciando filtrare la luce solare. Nel vedere quei buchi sul mantello, gli uomini rimasero incantati dai piccoli puntini luminosi, e cominciarono ad uscire dalle case per osservarli. Alla Notte all’inizio davano fastidio, ma poi si abituò alla loro compagnia. Così decise di volgere il suo faccione tondo e luminoso sulla Terra, per illuminarla ancor di più, e gli uomini la amarono e la venerarono, e la Notte non fu più invidiosa di loro.
Un proiettile partì dalla pistola che la sua migliore amica teneva ritta di fronte a se, squarciando il velo.
Will cadde a terra.
Il teorema era compiuto.
Allinearsi al mondo, questa era stata l’unica cosa che il ragazzo che voleva raggiungere il cielo non aveva mai imparato.
E nel velluto nero della Notte si formò un altro piccolo foro, un foro di pallottola, allineato ad altri tre, un foro grande e luminoso, un foro fiero di essere arrivato fino a la. 

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IL KACTUS DI KRZYZ

Ed eccolo qua, anche Will ha fatto capolino in questa raccolta! 
Ho fatto davvero molta fatica a scrivere di lui, perchè non sapevo bene come definirlo senza renderlo OOC (sarà il caldo, ma temo di aver fallito miseramente)! D:
Ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che leggono e seguono questa storia. Davvero, senza di voi tutto questo non sarebbe possibile! 
Allora, di chi parleremo nel prossimo capitolo? Cosa succederà? Questa raccolta inizierà a darci storie come si deve?
Alla prossima!
Saluti dal Kactus!
_Krzyz :)

p.s: A causa delle vacanze della sottoscritta, a meno di avvenimenti eccezionali, il prossimo capitolo verrà pubblicato il 6 agosto. Buona giornata! :)
  
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