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Autore: Fonissa    29/07/2015    2 recensioni
qualcosa che non doveva succedere è accaduto. I mondi dei vari libri si incontreranno. E non sarà tutto rose e fiori.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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I giorni seguenti si svolsero sempre nello stesso modo, tra lezioni, battibecchi tra Draco e Leo (fortunatamente senza altre fiamme) e i pomeriggi passati con la Umbridge. O almeno, finchè non arrivò quella mattina.

Era lunedi ed erano tutti a colazione. Hermione stava leggendo un articolo della Gazzetta del Profeta a voce abbastanza alta, mentre Harry, Ron e i semidei l'ascoltavano. L'articolo parlava chiaro: la Umbridge sarebbe diventata inquisitore supremo di Hogwarts, con il diritto di giudicare gli insegnanti e applicare alcune regole per far diventare Hogwarts un posto migliore.

“Un posto migliore...si certo, come no...” borbottò Percy.

“Dovrà assistere alle lezioni?! Seriamente?” esclamò Hazel.

“Scommetto che stamattina ce la ritroveremo alla prima ora nella nostra classe” bofonchiò Ron.

Fortunatamente il rospo rosa non era a Storia della Magia e non venne nemmeno nelle due ore di pozioni, la quale non fu disastrosa come le altre volte, senza contare il fatto che Piton aveva considerato il lavoro generale 'penoso'. I semidei avevano preso tutti una A come voto alle loro pozioni, a parte Annabeth e Reyna che erano riuscite a prendere O, con grande stupore degli altri maghi. Anche se non sapevano come funzionassero i voti, i nove avevano capito che non erano tanto male in queste cose. Sempre se riuscivano a leggere ovviamente.

Hermione però era leggermente arrabbiata: lei aveva preso la sufficienza.

Era di questo che si stava lamentando a mensa, anche se diceva di non voler lamentarsi.

“Hermione, se vuoi sapere quanto abbiamo preso, basta chiedercelo” la interruppe Ron.

“No... ma se volete dirmelo...”

“io ho preso S, contenta?” sbottò il rosso.

“Beh, non c'è niente di cui vergognarsi” intervenne Fred, che era arrivato con George e Lee Jordan.

“Ma S sta per...” cercò di dire Hermione.

“Esatto, Scadente -rispose Lee- sempre meglio di D, ovvero desolante”

Harry ebbe un improvviso colpo di tosse. Percy sospettò che lui avesse preso proprio D e si scambiò uno sguardo d'intesa con Jason. Hermione invece non se ne accorse, concentrata com'era sui voti.

“Il massimo è E, ovvero Eccezionale... poi c'è A”

“No, prima c'è O, Oltre ogni previsione -disse George- ho sempre pensato che io e Fred avremmo dovuto prendere O in tutto, perchè solo il fatto di presentarci agli esami era oltre ogni previsione”

Risero tutti, tranne Hermione, che continuò.

“Bene, dopo O c'è A, ovvero Accettabile, che è la sufficienza”

“Mi stai dicendo che ho preso la sufficienza?! -esclamò Percy- la prima sufficienza nella mia vita!” aggiunse poi contento, facendo ridere tutti i presenti.

“Avete avuto un'ispezione in classe?” domandò poi Fred.

“No, e voi?” rispose Hermione.

“Ad Incantesimi, prima di pranzo” disse George.

“Com'è andata?” chiese Jason.

“Non male. La Umbridge non ha quasi parlato, si è seduta in un angolo a prendere appunti. Poi ha chiesto ad Alicia com'erano di solito le lezioni, e lei ha detto che sono molto buone” rispose Fred.

“Che avete oggi?” chiese poi a Harry.

“La Trelawney... e la Umbridge”

“Allora vedi di controllarti, se perdi un altro allenamento di Quidditch Angelina impazzirà” disse George.

“Già, una settimana penso che sia bastata” disse Percy, scambiandosi uno sguardo con gli altri.

Non ci era voluto molto per scoprire la vera natura della punizione di Harry. La frase 'non devo dire bugie' era ora incisa sul dorso della sua mano, e non sarebbe guarita facilmente.

Per loro sfortuna, la Umbridge era presente a Divinazione. Salutò la Trelawney e, mentre quest'ultima distribuiva i libri, si sedette pochi centimetri dal posto della professoressa di Divinazione.

Per un po' la lezione procedette bene. Dovevano solo interpretare i sogni l'uno dell'altro (cosa che si rivelò molto interessante per i semidei), mentre la Umbridge prendeva appunti.

“Allora -disse dopo un po', avvicinandosi alla collega- da quanto tempo lavora come insegnante?”

“Sedici anni” rispose acidamente la professoressa di divinazione.

L'inquisitore continuò con le domande, fino a quando non chiese di farle una predizione.All'inizio la Trelawney era tibutante, poi se ne uscì con:

“Lei è in gran pericolo” con tanto della sua solita voce d'atmosfera.

La lezione di Difesa contro le Arti Oscure non andò meglio. Hermione, che aveva letto tutto il libro di teoria, tentò di dire la sua opinione su un argomento ma la Umbrudge la zittì, togliendo cinque punti a Grifondoro e iniziando un discorso sul Ministero e gli insegnanti degli anni precedenti. Quando però affermò che Quirrel era stato l'unico insegnante abbastanza bravo, Harry perse il controllo.

“Oh si, Quirrel era un gran insegnante. Peccato che avesse Voldemort dietro la testa” disse.

E fu così che Harry Potter prese un'altra settimana di punizione. La mattina dopo, la cicatrice sulla mano gli sanguinava di nuovo. Dovette anche sorbirsi la sgridata di Angelina e un rimprovero della McGranitt.

Stava per esplodere, se lo sentiva. Ma Harry non aveva capito che tutta la scuola stava per esplodere. La Umbridge infieriva sempre di più nelle lezione senza che Silente potesse farci nulla, Il Ministro della Magia affermava che non c'erano rischi in giro, quando ormai era chiaro che qualcosa di oscuro stava accadendo.

Per questo quello stesso giorno, a pranzo, dopo che la Umbridge aveva esaminato la lezione della McGranitt, Hermione si alzò da tavola puntando verso i tavolo dei corvonero e sedendosi tra Annabeth e Reyna.

“Fammi indovinare: c'è qualcosa che non va e noi dobbiamo rimediare” disse Annabeth.

“Esatto -rispose Hermione- ora vi spiego”

Il resto della conversazione si confuse tra i mormorii degli altri studenti.

 

Era ormai mezzanotte quando Harry uscì dall'ufficio della Umbridge con la mano sanguinante. Si aspettava che fossero già tutti a letto, e invece nella sala comune dei grifondoro trovò Hermione, Ron, Percy, Jason e, con sua grande sorpresa, Annabeth e Reyna.

Hermione gli diede una ciotola con uno strano liquido giallo in cui mettere la mano.

“Quella donna è orribile” borbottò la ragazza.

“Sai Harry, prima che tu arrivassi, stavamo parlando di fare qualcosa” esclamò Annabeth.

“Io avevo proposto il veleno” disse Ron.

“E io l'annegamento” continuò Percy.

“Ma no... dobbiamo fare qualcosa per il pessimo modo in cui insegna”

“Cosa possiamo fare ormai?” chiese il rosso, sbadigliando.

“Beh, veramente... a me, Reyna e Hermione sarebbe venuta un'idea” propose Annabeth.

“Salvati dalle ragazze -sbuffò Jason sorridendo- come i vecchi tempi...” aggiunse poi lanciando un'occhiata a Percy.

“Se per vecchi tempi intendi circa un mese fa... ma prego, illustrateci la vostra idea” rispose il figlio di Poseidone.

Annabeth e Reyna alzarono gli occhi al cielo, mentre Hermione iniziò a spiegare:
“Abbiamo bisogno di imparare la Difesa, in questi tempi. E credo che abbiamo superato la fase in cui impariamo solo dai libri. Abbiamo bisogno di un vero insegnante che ci mostri come usare gli incantesimi”

“Se stai pensando a Lupin...” s'intromise Harry.

“No, lui è troppo impegnato con l'Ordine. Non ci arrivi Harry? Stavo pensando a te

Harry all'inizio pensò che fosse tutto uno scherzo. Ma non poteva esserlo, le loro facce erano troppo serie.

“A me?” sussurrò.

“Si, a te che ci insegni Difesa Contro le Arti Oscure” disse Annabeth.

“Ma io non sono un insegnante...”

“Harry, non importa quel che sai, importa quel che hai fatto!” esclamò Hermione.

“Quel che ho fatto? In che senso?”

Ron sbuffò, iniziando a elencare tutte le imprese di Harry fin dal primo anno.

“Ma quella non era bravura, era fortuna...” cercò di interromperlo Harry, ma il suo migliore amico continuava imperterrito.

All'improvviso Harry si alzò arrabbiato, facendo cadere la ciotola che aveva vicino. Iniziò a parlare di cosa significasse trovarsi faccia a faccia con la morte, saper di poter essere uccisi da un momento all'altro, che cose simili non potevano essere insegnate e che nessuno di loro sapesse cosa si provasse.

“Harry...noi non intendevamo...” cercò di dire Hermione, ma Percy la precedette.

“Ehy amico, calmati. Secondo me hai ragione. E sai perchè ti dico questo? Perchè anche io ho provato le stesse cose. Veder... morire... le persone a te più care e non poter fare nulla, saper di poter morire da un momento all'altro... io so cosa si prova. Non sto qui a raccontarti tutto quel che ho fatto, ti basta sapere che noi – e qui indicò il resto dei semidei- abbiamo sconfitto Gea...”

“Gea?! Intendi quella Gea?! La figlia di Caos?” esclamò Hermione shoccata. Annabeth annui, mentre Percy continuava.

“Ma l'abbiamo fatto insieme, aiutandoci. Abbiamo bisogno del tuo aiuto Harry. Ci penserai?”

Harry si calmò, annuendo leggermente.

“Sei stato bravo, Testa d'Alghe” sussurrò Annabeth a Percy.

“io e lui siamo molto simili...” rispose il figlio di Poseidone.

Alla fine andarono tutti a dormire.


*ANGOLO AUTRICE*
Allora, questa è la prima parte del capitolo vero e proprio, che ho dovuto dividere per ragioni di tempo :D
Ci vediamo domani o dopodomani con la seconda parte!
sciao sciao
-Animalia

  
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