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Autore: bimbabest99    02/08/2015    6 recensioni
La guerra magica è conclusa. Tutti i ragazzi ritornano ad Hogwarts per frequentare l’ultimo anno, ma la guerra magica ha segnato ognuno di loro. Per quanto vogliano negarlo, una parte dei loro cuori rimarrà incatenata in quel passato fatto di morte e paura. Ma c’è sempre uno spiraglio di luce nell’oscurità, così come c’è sempre un po’ di buio nella luce. Draco e Ginny. Due ragazzi agli antipodi, rispettivamente buio e luce. Ma, in fondo, cosa illuminerebbe la luce senza le tenebre? E cosa oscurerebbe il buio senza la luce?
***
Perché tutto in lei gli ricordava un angelo: la sua purezza, la sua ingenuità, i gesti pregni di dolcezza infantile.
Un bellissimo angelo dalle ali candide e i capelli di fuoco: così bello, così puro, così perfetto.
Troppo perfetto.
Un sorriso maligno curvò le labbra del ragazzo, e gli occhi perlati scintillarono macabramente.
Era arrivato il momento che le ali di quell’angelo si sporcassero di sangue, così da impedirgli di volare.
E solo allora quella ragazza che tanto gli ispirava odio, avrebbe capito cosa significava osservare la vita con gli occhi di un cieco.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 20 - Fine                             My only Love sprung from my only Hate…

 

                         Capitolo 20 –  Fine

Non finirà mai una volta pertutte. Non sidimentica una persona che hai amato in quel modo

Cit. Anonimo

                                         

La canzone di questo capitolo è “Human” di Christina Perri

Le vetrate dell’imponente castello splendevano come rubini, riflettendo i loro colori intensi grazie ai raggi del sole che quel pomeriggio sembrava splendere più del solito.

Un sacco di carrozze si fermavano davanti all’imponente castello, lasciando scendere donne vestite con abiti sfarzosi, accompagnate da uomini elegantemente abbigliati.

Dal piccolo gazebo al centro del giardino l’orchestra suonava melodiosamente per l’evento dell’anno che aveva fatto scalpore in tutto il mondo magico.

Un bellissimo tappeto di un delicato color panna si estendeva dall’inizio del giardino fino al gazebo allestito per la cerimonia, e petali di tulipani bianchi erano stati disposti su di esso.

Le sedie degli invitati erano disposte ai lati del tappeto ed erano del suo medesimo colore, rifiniti con vari ricami in pizzo e su ognuna di essa era stato poggiato un tulipano bianco su esplicita richiesta di Draco Malfoy.

I pavoni si aggiravano per l’immenso giardino, sfoggiando le loro penne colorate e lasciandole illuminare dal sole che lentamente stava tramontando.

Quell’ara del giardino era il posto personale della Signora Malfoy, la quale aveva messo a disposizione il suo angolo di paradiso per il matrimonio del figlio.

L’ara era limitata da un’alta siepe verde, decorata ulteriormente con dei bellissimi fiori bianchi rampicanti che risalivano tutta la sua altezza.

Ovunque gli invitati si girassero c’era solo sfarzo, eleganza e fiori bianchi, dal gazebo color panna – sulle cui colonne si arrampicavano dei gelsomini bianchi -, fino alle statue di maghi famosi e fontane varie, anch’esse abbellite con fiori di vario tipi, tutti rigorosamente bianchi.

Dietro la siepe dove si sarebbe svolta la cerimonia, il sole illuminava una figura alta e allampanata, riflettendosi poi sull’anello di fidanzamento che il ragazzo si stava lentamente sfilando dalla mano sinistra.

Era arrivato il momento di sostituirlo con un anello ben più importante.

Deglutì, dandolo in mano all’amico Theodore che gli sorrideva sereno, mentre Blaise tentava di rassegnarsi all’idea che Draco non aveva voluto un addio al celibato.

-Ormai manca poco…-

Gli disse Theodore, sorridendogli entusiasta e tentando di non dare a vedere quanto lo entusiasmava vedere Draco nervoso ed agitato.

-Già, a questo proposito…conosco un paio di ballerine brasiliane che sono delle vere bombe! Se hai ripensato al tuo addio al celibato posso farle venire qui nel giro di pochi minuti e…-

-No, Blaise. Sto bene, grazie!-

Rispose istantaneamente il biondino, gonfiando il petto con una buona boccata d’aria, prima di osservare un’ultima volta i suoi compagni e oltrepassare la siepe che lo divideva dal gazebo.

Il sole illuminò il suo smoking argento, con tanto di panciotto del medesimo colore e camicia bianca, mentre un tulipano bianco spuntava timidamente dal taschino sinistro.

L’abito era dello stesso colore dei suoi occhi, in quel momento luminosi e intensi, mettendoli ulteriormente in risalto.

Gli invitati si voltarono in sua direzione, e parecchie giovani donne dovettero aprire il ventaglio per rinfrescarsi alla vista del ragazzo.

Le donne d’alta società lo guardavano con ammirazione, superiorità ed anche un po’ di rancore all’idea che il miglior partito disponibile per le loro figlie era stato preso da una donna qualunque, per giunta babbanofila.

Il ragazzo salì sul gazebo per aspettare la sposa, come era giusto che fosse, e durante il tragitto incontrò gli occhi azzurri della madre che, in prima fila, lo osservava.

Draco volse lo sguardo verso gli invitati che lentamente stavano prendendo posto: ancora non riusciva a credere di stare per sposarsi.

Finalmente, Ginevra sarebbe diventata sua moglie e da quel momento niente e nessuno poteva portagliela via.

Le labbra di Draco si curvarono in sorriso malizioso e a tratti furbesco, al solo pensiero della prima notte di matrimonio.

Quando riabbassò lo sguardo, sua madre non era più al suo posto: probabilmente stava andando a controllare i preparativi della sposa.

E infatti, la matrona Malfoy stava camminando per i corridoi del suo maniero in direzione della stanza allestita per i preparativi della sposa.

Il vestito di un delicatissimo color crema aveva uno strascico medio-lungo che scivolava morbidamente sul pavimento in marmo come una lunga coda.

I guanti bianchi ed eleganti stringevano un ventaglio color avorio e la luce del sole si andò a riflettere sul ciondolo che portava al collo.

I capelli erano stretti in una crocchia severa ed ordinata, lasciando cadere alcune ciocche di capelli ondulati al fine di creare un effetto piacevole alla vista.

La sua bellezza e la sua grazia erano incomparabili, o almeno questo era ciò che si credeva prima di vedere la sposa.

Quando Narcissa entrò nella stanza, fece saettare lo sguardo in direzione di un ampio vestito color avorio che si ergeva imponente in mezzo a degli specchi disposti circolarmente intorno alla sua figura.

Era evidente che i collaboratori, estetisti e parrucchieri pagati per aiutare la sposa avessero appena terminato l’operato, vista l’espressione sorpresa che aveva la ragazza.

Ginny continuava a fissarsi allo specchio e non riusciva a credere che la ragazza che ne ricambiava lo sguardo fosse proprio lei.

Aveva gli occhi luminosi, come nessun trucco era in grado di fare, e il suo volto piccolo aveva molto più carattere grazie al trucco non troppo pesante ma nemmeno inesistente.

La pelle era diventata perfetta, dalla testa ai piedi, e tutte le sue simpatiche lentiggini erano scomparse, lasciando il posto ad una pelle rosea e delicata che pareva fatta di porcellana.

Il trucco sul suo viso creava dei giochi di luce che la facevano sembrare molto più bella e delicata di quello che era in realtà.

Il vestito, invece, era di quanto più bello potesse esistere.

Di un delicatissimo color avorio, era molto simile allo stile da “principessa”, non così voluminoso da farla apparire una campana, ma la gonna era abbastanza gonfia da creare un effetto spettacolare.

Era abbellito ulteriormente con qualche strato in tulle e delle applicazioni in pizzo sul bustino, la gonna e i guanti.

L’effetto in sé era davvero spettacolare, sembrava di osservare un’autentica principessa.

-Madame et monsieur, sortez-vous, s’il vous plait!-

Ordinò Narcissa in direzione delle persone che l’avevano aiutata, indubbiamente parrucchieri ed estetisti francesi di alto livello.

Ginevra si voltò in direzione della donna che quel giorno mostrava tutta la sua grazia e la sua eleganza: pareva di ammirare una ninfa dei boschi, dalla bellezza gelida e imperturbabile.

Ginny congiunse le mani e aspettò pazientemente che la donna si avvicinasse: non aveva mai avuto un confronto con la Matrona Malfoy e non poteva fare a meno di sentirsi nettamente inferiore in confronto a tanta perfezione.

Non sapeva se la donna era contraria o meno al suo matrimonio con Draco, ma di certo non doveva farle piacere vedere suo figlio sposato con una babbanofila.

Tuttavia, Ginny non abbassò lo sguardo nemmeno quando la donna le si avvicinò gentilmente fino a sedersi su un pouf lì vicino.

-Siediti Ginevra, te ne prego-

Le chiese con voce che non lasciava trasparire nessuna emozione ma era morbida come il velluto, e molto persuasiva.

Ginny obbedì, sedendosi al suo fianco con non poca fatica a causa del vestito.

La donna fece un grande respiro prima di contemplare la ragazza per qualche secondo.

-La prima volta che vidi te e Draco non rimasi molto entusiasta, immagino che tu l’abbia capito. La seconda volta invece rimasi sorpresa e anche alquanto turbata. Draco non era mai stato tanto a lungo con una ragazza. Già dalla prima volta che vi vidi notai un’attrazione quasi palpabile, elettrica. Mi dissi che per quanto forte, sarebbe stata un’infatuazione passeggera com’era successo con le altre donne. Fu alla seconda volta che vi vidi insieme che compresi il contrario: Draco non ti avrebbe lasciata andare tanto facilmente. Quella constatazione ha fatto suonare in me un campanello d’allarme. Il sentimento nei vostri occhi, nei gesti, negli sguardi era diventato molto più magnetico nel giro di pochi mesi, e questo non fece altro che turbarmi maggiormente. Mi dissi che dovevo mettere fine a questo sentimento, prima che fosse stato troppo tardi…-

Ginny cambiò espressione a quelle parole e distolse lo sguardo per tentare di recepirle più chiaramente.

-Non riesco a capire…-

Esordì infine, sentendo che a quella rivelazione mancava qualcosa, un ultimo pezzo del puzzle che le permettesse di ammirarlo per intero.

-Fui io a convincere la Preside a far sostare Thomas Carrawell nel castello di Hogwarts. Il suo compito era semplice e chiaro, credo sia inutile spiegartelo visto che ne sei stata la protagonista…-

Ginny schiuse le labbra e sgranò gli occhi quando il volto del ragazzo che l’aveva stuzzicata in mezzo al corridoio fece capolino nella sua mente.

-Quando Carrawell tornò da me dicendomi che eri rimasta fedele a mio figlio e alla tua dignità femminile, ho capito tutto. Ho compreso perché mio figlio non poteva accettare qualcosa di diverso. L’onore, l’orgoglio, la dignità, la passione che possiedi non è paragonabile a quella delle donne vuote d’alta società. Da allora ho semplicemente lasciato che gli eventi si svolgessero, senza interferire. Sapevo che saremmo arrivati a questo punto…-

Ginny rimase senza parole dopo quella rivelazione: immaginava che Narcissa doveva avere qualcosa in contrario al loro matrimonio, ma non credeva che fosse arrivata a tanto.

La Grifondoro ammise di esserne rimasta un po’ delusa: forse si aspettava di trovare qualcosa in più che una donna gelida e calcolatrice come il marito.

-Quindi immagino che questo per lei non dev’essere un giorno particolarmente gioioso…-

Le disse Ginny con una sfumatura neutra ed anche un po’ malinconica nel tono di voce.

-Al contrario! Questo è un giorno memorabile, perché mio figlio ha dimostrato di essere abbastanza maturo e responsabile da scegliere ciò che è buono a ciò che è facile…-

La ragazza alzò lo sguardo in direzione della futura suocera e la trovò con un sorriso gentile ed elegante ad incurvarle le labbra.

Poi, si portò le mani dietro la nuca e slacciò la catenina che portava al collo, lasciando che gli occhi di Ginny si posassero sul ciondolo a forma di “M”.

Era identico a quello che portava Draco, ma era di cristallo e il serpente era di un lucido color acciaio, mentre gli occhi erano due pietre di diamante molto brillanti ed eleganti.

Era la versione femminile del ciondolo dei Malfoy, stesso stile, ma molto più delicato e grazioso.

-Questo ciondolo me lo diede mia suocera il giorno del mio matrimonio come segno della sua benedizione. Ed oggi, io lo do a te, Ginevra Malfoy-

Ginny rimase immobile ed emozionata quando Narcissa si sporse per attaccarle la catenina dietro la nuca, prima di osservarla negli occhi e sciogliersi in un sorriso materno.

La ragazza era così emozionata da non riuscire a dire una parola nemmeno quando la donna si diresse verso la porta per congedarsi.

-Narcissa…-

La richiamò, alzandosi dal pouf e aspettando che la donna si voltasse per guardarla negli occhi.

-…grazie-

Disse solamente, facendo illuminare gli occhi della matrona che le sorrise e si congedò con un cenno del capo.

L’agitazione tra gli invitati era palpabile: la cerimonia stava per cominciare.

Tutto si svolse regolarmente: la marcia nuziale a braccetto del Signor Weasley, l’arrivo all’altare e finalmente lui.

Vestito di tutto punto, non era mai stato così elegante.

Draco squadrò la sua Ginny da capo a piedi, e non poté che paragonarla all’angelo che gli aveva sempre ispirato, e che finalmente era riuscito a liberarsi dal suo corpo di mortale.

Poi, il suo sguardo si posò sul corsetto che evidenziava le forme della ragazza in una maniera che a Draco fece girare la testa.

Quel corpo…Merlino, ci faceva l’amore solo a guardarlo!

-Sembri una bomboniera, Weasley…-

Le sussurrò all’orecchio facendola rabbrividire, prima che ella rispondesse con un piccolo pugno sul braccio che nessuno sembrò notare.

La cerimonia si svolse regolarmente, e gli invitati sembravano tre volte più agitati degli sposi, in special modo mamma Weasley che era già in lacrime prima dell’inizio della cerimonia.

Hagrid stringeva tra le mani un fazzoletto bagnato e Luna sedeva in prima fila con un larghissimo sorriso ad incorniciarle le labbra.

Il Signor Weasley e Ron erano stati un po’ rigidi all’inizio, ma durante la cerimonia si sciolsero come il burro.

Poi, arrivò la fatidica domanda del “o taccia per sempre”, ma sia Draco che Ginny sapevano che nessuno si sarebbe opposto.

E invece, le porte della chiesa si spalancarono, lasciando entrare un’enorme quantità di luce che fece apparire quelle figure in controluce, come viste da dietro un sipario.

La prima persona, più alta ed imponente degli altri, si fece avanti e un gemito di sorpresa e sconvolgimento aleggiò per le pareti della chiesa.

Camminata lenta ed indolente, spalle alte, pelle pallida come i raggi della luna, capelli così chiari da sembrare soffici come la lana e occhi gelidi e superiori che fissavano altezzosamente qualsiasi cosa su cui si posassero, nonostante le condizioni poco ottimali.

Lucius Malfoy.

Ogni persona presente nella Sala era rimasta a bocca aperta, specie quando le persone alle spalle di Malfoy Senior si fecero avanti: erano due guardie di Azkaban con il compito di tenerlo sott’occhio, e solo allora gli invitati notarono le manette che stringevano i polsi dell’uomo, dietro la schiena.

Draco osservava suo padre con un misto di sorpresa ed aspettativa: completamente voltato in sua direzione, lo guardava come si osserva una statua dall’espressione indecifrabile, ma a lungo studiata.

Solo una persona in quella sala non era rimasta congelata dalla sorpresa, ed era Narcissa.

La donna allungò un braccio in direzione del marito come ad invitarlo ad avvicinarsi, e Ginny ebbe l’impressione di osservare un quadro medievale in cui una dea chiamava a sé il suo consorte umano.

Lucius si avvicinò alla moglie fino a prendere posto al suo fianco, sorprendendo ancor di più gli invitati, che probabilmente si stavano già aspettando un attacco a sorpresa.

Dopo l’attimo di sconvolgimento e dopo aver appurato che Lucius non aveva nessuna intenzione d’interrompere il matrimonio, la cerimonia riprese da dov’era stata interrotta.

 

Il prete iniziò a parlare dell’amore e di tutte le cose positive che questo sentimento portava nella vita di una persona.

All’inizio Draco fece finta d’essere interessato, ma dopo un buon quarto d’ora si concesse di alzare gli occhi al cielo, beccandosi un’occhiataccia da parte di Ginny.

Occhiataccia che, però, venne ricambiata quando la stessa Ginny non riuscì più a sopportare il discorso del prete e si sciolse in una smorfia.

Finalmente, arrivò il fatidico momento in cui Draco e Ginny si scambiarono le fedi nuziale, e la ragazza rimase allibita quando sull’anello notò le figure intrecciate di un serpente ed un grifone.

Ormai, erano diventati marito e moglie, e nessuno avrebbe potuto dividerli.

Draco si voltò in direzione di Ginny per donarle il bacio di chiusura: si abbassò in sua direzione e prima che la ragazza potesse fare o dire qualcosa, le strappò il bouquet dalle mani e lo lanciò dietro le sue spalle, facendolo finire sul grembo di Blaise.

Inutile dire che il ragazzo lo allontanò come se fosse infettato.

Poi, il Serpeverde le tolse il velo dalla testa lasciandolo cadere sul pavimento, e le passò le mani tra i capelli fino a sciogliere la chioma rossa di Ginny, la quale assunse il colore del grano maturo grazie ai riflessi del sole morente.

-Adesso ti riconosco…-

Le disse, prima di prendere il tulipano bianco dal taschino sinistro e di avvicinarlo al suo viso.

-Tulipano bianco: amore puro ed eterno…-

Ginny sorrise a quelle parole, e prese il tulipano dalle mani di Draco, incastonandoselo tra la chioma vermiglia.

-Non dimenticare casto…-

Gli sussurrò mentre il Serpeverde si abbassava per darle il bacio.

-Quello può passare…-

E detto questo, si sporse più del dovuto fino a toccare le labbra della moglie, che le schiuse morbidamente per lui.

Era uno spettacolo magnifico, con il sole che tramontava alle loro spalle dietro la siepe, illuminando dolcemente le loro figure.

Gli invitati si alzarono in piedi battendo le mani, piangendo ed esultando, mentre i fotografi si aggiravano intorno agli sposi per immortalarli.

-A che gioco stai giocando?-

Gli chiese Ginny, riportando alla memoria del ragazzo la stessa domanda che la moglie gli aveva posto quel giorno nell’ara est del castello.

-Tu sei molto più di un gioco…-

E allora si chinò per baciarla di nuovo come non si sarebbe mai stancato di fare.

I discorsi, li lasciarono alle stelle.

To be continued…

E anche questa storia è arrivata alla fine!

Domenica prossima pubblicherò l’ultimo capitolo, ovvero l’epilogo, ma possiamo dire che ormai la storia sia finita qui. E’ sempre stato brutto mettere la parola fine a qualcosa di così bello ed importante, perché questa storia mi ha aiutato molto a crescere come persona e come scrittrice. Inutile dire che non sarei mai arrivata fino a questo punto se non grazie ai miei amatissimi lettori che, anche in vacanza e con un sole a spaccare le pietre, mi hanno sempre seguita rigorosamente e con grande impegno. Vi amo tutti, da colore che l’hanno messa tra le ricordate fino a coloro che l’hanno recensita o mi hanno addirittura concesso l’onore di entrare a far parte dei loro autori preferiti. Qualcosa mi dice che non ho pianto alla pubblicazione di questo capitolo solo perché domenica prossima potrò nuovamente provare l’emozione di aggiornare. Per l’ultima volta. Ma state tranquilli! C’è qualcos’altro che bolle nel mio pentolone e che pian piano sta prendendo forma nella mia mente malata ;) Spero di risentirvi domenica prossima! Un abbraccione enorme,

Bimba

  
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