Capitolo
20 – Fine
“Non finirà mai una volta pertutte. Non
sidimentica una persona che hai amato in quel modo ”
Cit. Anonimo
La canzone di questo capitolo
è “Human”
di Christina
Perri
Le
vetrate dell’imponente castello splendevano come rubini,
riflettendo
i loro colori intensi grazie ai raggi del sole che quel pomeriggio
sembrava
splendere più del solito.
Un
sacco di carrozze si fermavano davanti all’imponente
castello,
lasciando scendere donne vestite con abiti sfarzosi, accompagnate da
uomini
elegantemente abbigliati.
Dal
piccolo gazebo al centro del giardino l’orchestra suonava
melodiosamente per l’evento dell’anno che aveva
fatto scalpore in tutto il
mondo magico.
Un
bellissimo tappeto di un delicato color panna si estendeva
dall’inizio del giardino fino al gazebo allestito per la
cerimonia, e petali di
tulipani bianchi erano stati disposti su di esso.
Le
sedie degli invitati erano disposte ai lati del tappeto ed erano
del suo medesimo colore, rifiniti con vari ricami in pizzo e su ognuna
di essa
era stato poggiato un tulipano bianco su esplicita richiesta di Draco
Malfoy.
I
pavoni si aggiravano per l’immenso giardino, sfoggiando le
loro
penne colorate e lasciandole illuminare dal sole che lentamente stava
tramontando.
Quell’ara
del giardino era il posto personale della Signora Malfoy, la
quale aveva messo a disposizione il suo angolo di paradiso per il
matrimonio
del figlio.
L’ara
era limitata da un’alta siepe verde, decorata ulteriormente
con
dei bellissimi fiori bianchi rampicanti che risalivano tutta la sua
altezza.
Ovunque
gli invitati si girassero c’era solo sfarzo, eleganza e fiori
bianchi, dal gazebo color panna – sulle
cui colonne si arrampicavano dei gelsomini bianchi -, fino
alle statue di
maghi famosi e fontane varie, anch’esse abbellite con fiori
di vario tipi,
tutti rigorosamente bianchi.
Dietro
la siepe dove si sarebbe svolta la cerimonia, il sole
illuminava una figura alta e allampanata, riflettendosi poi
sull’anello di
fidanzamento che il ragazzo si stava lentamente sfilando dalla mano
sinistra.
Era
arrivato il momento di sostituirlo con un anello ben più
importante.
Deglutì,
dandolo in mano all’amico Theodore che gli sorrideva sereno,
mentre Blaise tentava di rassegnarsi all’idea che Draco non
aveva voluto un
addio al celibato.
-Ormai
manca poco…-
Gli
disse Theodore, sorridendogli entusiasta e tentando di non dare a
vedere quanto lo entusiasmava vedere Draco nervoso ed agitato.
-Già,
a questo proposito…conosco un paio di ballerine brasiliane
che
sono delle vere bombe! Se hai ripensato al tuo addio al celibato posso
farle
venire qui nel giro di pochi minuti e…-
-No,
Blaise. Sto bene, grazie!-
Rispose
istantaneamente il biondino, gonfiando il petto con una buona
boccata d’aria, prima di osservare un’ultima volta
i suoi compagni e
oltrepassare la siepe che lo divideva dal gazebo.
Il
sole illuminò il suo smoking argento, con tanto di panciotto
del
medesimo colore e camicia bianca, mentre un tulipano bianco spuntava
timidamente dal taschino sinistro.
L’abito
era dello stesso colore dei suoi occhi, in quel momento
luminosi e intensi, mettendoli ulteriormente in risalto.
Gli
invitati si voltarono in sua direzione, e parecchie giovani donne
dovettero aprire il ventaglio per rinfrescarsi alla vista del ragazzo.
Le
donne d’alta società lo guardavano con
ammirazione, superiorità ed
anche un po’ di rancore all’idea che il miglior
partito disponibile per le loro
figlie era stato preso da una donna qualunque, per giunta babbanofila.
Il
ragazzo salì sul gazebo per aspettare la sposa, come era
giusto che
fosse, e durante il tragitto incontrò gli occhi azzurri
della madre che, in
prima fila, lo osservava.
Draco
volse lo sguardo verso gli invitati che lentamente stavano
prendendo posto: ancora non riusciva a credere di stare per sposarsi.
Finalmente,
Ginevra sarebbe diventata sua moglie e da quel momento
niente e nessuno poteva portagliela via.
Le
labbra di Draco si curvarono in sorriso malizioso e a tratti
furbesco, al solo pensiero della prima notte di matrimonio.
Quando
riabbassò lo sguardo, sua madre non era più al
suo posto:
probabilmente stava andando a controllare i preparativi della sposa.
E
infatti, la matrona Malfoy stava camminando per i corridoi del suo
maniero in direzione della stanza allestita per i preparativi della
sposa.
Il
vestito di un delicatissimo color crema aveva uno strascico
medio-lungo che scivolava morbidamente sul pavimento in marmo come una
lunga
coda.
I
guanti bianchi ed eleganti stringevano un ventaglio color avorio e
la luce del sole si andò a riflettere sul ciondolo che
portava al collo.
I
capelli erano stretti in una crocchia severa ed ordinata, lasciando
cadere alcune ciocche di capelli ondulati al fine di creare un effetto
piacevole alla vista.
La
sua bellezza e la sua grazia erano incomparabili, o almeno questo
era ciò che si credeva prima di vedere la sposa.
Quando
Narcissa entrò nella stanza, fece saettare lo sguardo in
direzione di un ampio vestito color avorio che si ergeva imponente in
mezzo a
degli specchi disposti circolarmente intorno alla sua figura.
Era
evidente che i collaboratori, estetisti e parrucchieri pagati per
aiutare la sposa avessero appena terminato l’operato, vista
l’espressione
sorpresa che aveva la ragazza.
Ginny
continuava a fissarsi allo specchio e non riusciva a credere che
la ragazza che ne ricambiava lo sguardo fosse proprio lei.
Aveva
gli occhi luminosi, come nessun trucco era in grado di fare, e
il suo volto piccolo aveva molto più carattere grazie al
trucco non troppo
pesante ma nemmeno inesistente.
La
pelle era diventata perfetta, dalla testa ai piedi, e tutte le sue
simpatiche lentiggini erano scomparse, lasciando il posto ad una pelle
rosea e
delicata che pareva fatta di porcellana.
Il
trucco sul suo viso creava dei giochi di luce che la facevano
sembrare molto più bella e delicata di quello che era in
realtà.
Il
vestito, invece, era di quanto più bello potesse esistere.
Di
un delicatissimo color avorio, era molto simile allo stile da
“principessa”, non così voluminoso da
farla apparire una campana, ma la gonna
era abbastanza gonfia da creare un effetto spettacolare.
Era
abbellito ulteriormente con qualche strato in tulle e delle
applicazioni in pizzo sul bustino, la gonna e i guanti.
L’effetto
in sé era davvero spettacolare, sembrava di osservare
un’autentica principessa.
-Madame
et monsieur, sortez-vous, s’il vous plait!-
Ordinò
Narcissa in direzione delle persone che l’avevano aiutata,
indubbiamente parrucchieri ed estetisti francesi di alto livello.
Ginevra
si voltò in direzione della donna che quel giorno mostrava
tutta la sua grazia e la sua eleganza: pareva di ammirare una ninfa dei
boschi,
dalla bellezza gelida e imperturbabile.
Ginny
congiunse le mani e aspettò pazientemente che la donna si
avvicinasse: non aveva mai avuto un confronto con la Matrona Malfoy e
non
poteva fare a meno di sentirsi nettamente inferiore in confronto a
tanta
perfezione.
Non
sapeva se la donna era contraria o meno al suo matrimonio con
Draco, ma di certo non doveva farle piacere vedere suo figlio sposato
con una
babbanofila.
Tuttavia,
Ginny non abbassò lo sguardo nemmeno quando la donna le si
avvicinò gentilmente fino a sedersi su un pouf lì
vicino.
-Siediti
Ginevra, te ne prego-
Le
chiese con voce che non lasciava trasparire nessuna emozione ma era
morbida come il velluto, e molto persuasiva.
Ginny
obbedì, sedendosi al suo fianco con non poca fatica a causa
del
vestito.
La
donna fece un grande respiro prima di contemplare la ragazza per
qualche secondo.
-La
prima volta che vidi te e Draco non rimasi molto entusiasta,
immagino che tu l’abbia capito. La seconda volta invece
rimasi sorpresa e anche
alquanto turbata. Draco non era mai stato tanto a lungo con una
ragazza. Già
dalla prima volta che vi vidi notai un’attrazione quasi
palpabile, elettrica.
Mi dissi che per quanto forte, sarebbe stata un’infatuazione
passeggera com’era
successo con le altre donne. Fu alla seconda volta che vi vidi insieme
che
compresi il contrario: Draco non ti avrebbe lasciata andare tanto
facilmente.
Quella constatazione ha fatto suonare in me un campanello
d’allarme. Il
sentimento nei vostri occhi, nei gesti, negli sguardi era diventato
molto più
magnetico nel giro di pochi mesi, e questo non fece altro che turbarmi
maggiormente. Mi dissi che dovevo mettere fine a questo sentimento,
prima che
fosse stato troppo tardi…-
Ginny
cambiò espressione a quelle parole e distolse lo sguardo per
tentare di recepirle più chiaramente.
-Non
riesco a capire…-
Esordì
infine, sentendo che a quella rivelazione mancava qualcosa, un
ultimo pezzo del puzzle che le permettesse di ammirarlo per intero.
-Fui
io a convincere la Preside a far sostare Thomas Carrawell nel
castello di Hogwarts. Il suo compito era semplice e chiaro, credo sia
inutile
spiegartelo visto che ne sei stata la protagonista…-
Ginny
schiuse le labbra e sgranò gli occhi quando il volto del
ragazzo
che l’aveva stuzzicata in mezzo al corridoio fece capolino
nella sua mente.
-Quando
Carrawell tornò da me dicendomi che eri rimasta fedele a mio
figlio e alla tua dignità femminile, ho capito tutto. Ho
compreso perché mio
figlio non poteva accettare qualcosa di diverso. L’onore,
l’orgoglio, la
dignità, la passione che possiedi non è
paragonabile a quella delle donne vuote
d’alta società. Da allora ho semplicemente
lasciato che gli eventi si svolgessero,
senza interferire. Sapevo che saremmo arrivati a questo
punto…-
Ginny
rimase senza parole dopo quella rivelazione: immaginava che
Narcissa doveva avere qualcosa in contrario al loro matrimonio, ma non
credeva
che fosse arrivata a tanto.
La
Grifondoro ammise di esserne rimasta un po’ delusa: forse si
aspettava di trovare qualcosa in più che una donna gelida e
calcolatrice come
il marito.
-Quindi
immagino che questo per lei non dev’essere un giorno
particolarmente gioioso…-
Le
disse Ginny con una sfumatura neutra ed anche un po’
malinconica
nel tono di voce.
-Al
contrario! Questo è un giorno memorabile, perché
mio figlio ha
dimostrato di essere abbastanza maturo e responsabile da scegliere
ciò che è
buono a ciò che è facile…-
La
ragazza alzò lo sguardo in direzione della futura suocera e
la
trovò con un sorriso gentile ed elegante ad incurvarle le
labbra.
Poi,
si portò le mani dietro la nuca e slacciò la
catenina che portava
al collo, lasciando che gli occhi di Ginny si posassero sul ciondolo a
forma di
“M”.
Era
identico a quello che portava Draco, ma era di cristallo e il
serpente era di un lucido color acciaio, mentre gli occhi erano due
pietre di
diamante molto brillanti ed eleganti.
Era
la versione femminile del ciondolo dei Malfoy, stesso stile, ma
molto più delicato e grazioso.
-Questo
ciondolo me lo diede mia suocera il giorno del mio matrimonio
come segno della sua benedizione. Ed oggi, io lo do a te, Ginevra
Malfoy-
Ginny
rimase immobile ed emozionata quando Narcissa si sporse per
attaccarle la catenina dietro la nuca, prima di osservarla negli occhi
e
sciogliersi in un sorriso materno.
La
ragazza era così emozionata da non riuscire a dire una
parola
nemmeno quando la donna si diresse verso la porta per congedarsi.
-Narcissa…-
La
richiamò, alzandosi dal pouf e aspettando che la donna si
voltasse
per guardarla negli occhi.
-…grazie-
Disse
solamente, facendo illuminare gli occhi della matrona che le
sorrise e si congedò con un cenno del capo.
L’agitazione
tra gli invitati era palpabile: la cerimonia stava per
cominciare.
Tutto
si svolse regolarmente: la marcia nuziale a braccetto del Signor
Weasley, l’arrivo all’altare e finalmente lui.
Vestito
di tutto punto, non era mai stato così elegante.
Draco
squadrò la sua Ginny da capo a piedi, e non poté
che paragonarla
all’angelo che gli aveva sempre ispirato, e che finalmente
era riuscito a
liberarsi dal suo corpo di mortale.
Poi,
il suo sguardo si posò sul corsetto che evidenziava le forme
della ragazza in una maniera che a Draco fece girare la testa.
Quel
corpo…Merlino, ci faceva l’amore solo a guardarlo!
-Sembri
una bomboniera, Weasley…-
Le
sussurrò all’orecchio facendola rabbrividire,
prima che ella
rispondesse con un piccolo pugno sul braccio che nessuno
sembrò notare.
La
cerimonia si svolse regolarmente, e gli invitati sembravano tre
volte più agitati degli sposi, in special modo mamma Weasley
che era già in
lacrime prima dell’inizio della cerimonia.
Hagrid
stringeva tra le mani un fazzoletto bagnato e Luna sedeva in
prima fila con un larghissimo sorriso ad incorniciarle le labbra.
Il
Signor Weasley e Ron erano stati un po’ rigidi
all’inizio, ma
durante la cerimonia si sciolsero come il burro.
Poi,
arrivò la fatidica domanda del “o taccia per
sempre”, ma sia
Draco che Ginny sapevano che nessuno si sarebbe opposto.
E
invece, le porte della chiesa si spalancarono, lasciando entrare
un’enorme quantità di luce che fece apparire
quelle figure in controluce, come
viste da dietro un sipario.
La
prima persona, più alta ed imponente degli altri, si fece
avanti e
un gemito di sorpresa e sconvolgimento aleggiò per le pareti
della chiesa.
Camminata
lenta ed indolente, spalle alte, pelle pallida come i raggi
della luna, capelli così chiari da sembrare soffici come la
lana e occhi gelidi
e superiori che fissavano altezzosamente qualsiasi cosa su cui si
posassero,
nonostante le condizioni poco ottimali.
Lucius
Malfoy.
Ogni
persona presente nella Sala era rimasta a bocca aperta, specie
quando le persone alle spalle di Malfoy Senior si fecero avanti: erano
due guardie
di Azkaban con il compito di tenerlo sott’occhio, e solo
allora gli invitati
notarono le manette che stringevano i polsi dell’uomo, dietro
la schiena.
Draco
osservava suo padre con un misto di sorpresa ed aspettativa:
completamente voltato in sua direzione, lo guardava come si osserva una
statua
dall’espressione indecifrabile, ma a lungo studiata.
Solo
una persona in quella sala non era rimasta congelata dalla
sorpresa, ed era Narcissa.
La
donna allungò un braccio in direzione del marito come ad
invitarlo
ad avvicinarsi, e Ginny ebbe l’impressione di osservare un
quadro medievale in
cui una dea chiamava a sé il suo consorte umano.
Lucius
si avvicinò alla moglie fino a prendere posto al suo fianco,
sorprendendo ancor di più gli invitati, che probabilmente si
stavano già
aspettando un attacco a sorpresa.
Dopo
l’attimo di sconvolgimento e dopo aver appurato che Lucius
non
aveva nessuna intenzione d’interrompere il matrimonio, la
cerimonia riprese da
dov’era stata interrotta.
Il
prete iniziò a parlare dell’amore e di tutte le
cose positive che
questo sentimento portava nella vita di una persona.
All’inizio
Draco fece finta d’essere interessato, ma dopo un buon
quarto d’ora si concesse di alzare gli occhi al cielo,
beccandosi
un’occhiataccia da parte di Ginny.
Occhiataccia
che, però, venne ricambiata quando la stessa Ginny non
riuscì più a sopportare il discorso del prete e
si sciolse in una smorfia.
Finalmente,
arrivò il fatidico momento in cui Draco e Ginny si
scambiarono le fedi nuziale, e la ragazza rimase allibita quando
sull’anello
notò le figure intrecciate di un serpente ed un grifone.
Ormai,
erano diventati marito e moglie, e nessuno avrebbe potuto
dividerli.
Draco
si voltò in direzione di Ginny per donarle il bacio di
chiusura:
si abbassò in sua direzione e prima che la ragazza potesse
fare o dire
qualcosa, le strappò il bouquet dalle mani e lo
lanciò dietro le sue spalle,
facendolo finire sul grembo di Blaise.
Inutile
dire che il ragazzo lo allontanò come se fosse infettato.
Poi,
il Serpeverde le tolse il velo dalla testa lasciandolo cadere sul
pavimento, e le passò le mani tra i capelli fino a
sciogliere la chioma rossa
di Ginny, la quale assunse il colore del grano maturo grazie ai
riflessi del
sole morente.
-Adesso
ti riconosco…-
Le
disse, prima di prendere il tulipano bianco dal taschino sinistro e
di avvicinarlo al suo viso.
-Tulipano
bianco: amore puro ed eterno…-
Ginny
sorrise a quelle parole, e prese il tulipano dalle mani di
Draco, incastonandoselo tra la chioma vermiglia.
-Non
dimenticare casto…-
Gli
sussurrò mentre il Serpeverde si abbassava per darle il
bacio.
-Quello
può passare…-
E
detto questo, si sporse più del dovuto fino a toccare le
labbra
della moglie, che le schiuse morbidamente per lui.
Era
uno spettacolo magnifico, con il sole che tramontava alle loro
spalle dietro la siepe, illuminando dolcemente le loro figure.
Gli
invitati si alzarono in piedi battendo le mani, piangendo ed
esultando, mentre i fotografi si aggiravano intorno agli sposi per
immortalarli.
-A
che gioco stai giocando?-
Gli
chiese Ginny, riportando alla memoria del ragazzo la stessa
domanda che la moglie gli aveva posto quel giorno nell’ara
est del castello.
-Tu
sei molto più di un gioco…-
E
allora si chinò per baciarla di nuovo come non si sarebbe
mai
stancato di fare.
I
discorsi, li lasciarono alle stelle.
To
be continued…
E
anche questa
storia è arrivata alla fine!
Domenica
prossima
pubblicherò l’ultimo capitolo, ovvero
l’epilogo, ma possiamo dire che ormai la
storia sia finita qui. E’ sempre stato brutto mettere la
parola fine a qualcosa
di così bello ed importante, perché questa storia
mi ha aiutato molto a
crescere come persona e come scrittrice. Inutile dire che non sarei mai
arrivata fino a questo punto se non grazie ai miei amatissimi lettori
che,
anche in vacanza e con un sole a spaccare le pietre, mi hanno sempre
seguita
rigorosamente e con grande impegno. Vi amo tutti, da colore che
l’hanno messa
tra le ricordate fino a coloro che l’hanno recensita o mi
hanno addirittura
concesso l’onore di entrare a far parte dei loro autori
preferiti. Qualcosa mi
dice che non ho pianto alla pubblicazione di questo capitolo solo
perché domenica
prossima potrò nuovamente provare l’emozione di
aggiornare. Per l’ultima volta.
Ma state tranquilli! C’è qualcos’altro
che bolle nel mio pentolone e che pian
piano sta prendendo forma nella mia mente malata ;) Spero di risentirvi
domenica prossima! Un abbraccione enorme,
Bimba