Ma perché sono qui? Sono ridicolo! In
ginocchio a pregare per qualcosa cui non credo. Qualcosa che disprezzo.
Naturalmente nessuno lo sa. A chi potrei mai dirlo? Non certo al prete.
Tantomeno alla mia pia ed immacolata Fleur de Lys, inginocchiata accanto a me. La osservo pregare con
concentrazione e fervore, ma la sola cosa cui penso, la sola cosa che mi
domando, è se sarà altrettanto coinvolta quando sarò dentro di lei.
Febo di Chateaupers si fece il segno della
croce e si alzò in piedi, aiutando anche la ragazza che accompagnava. La messa
domenicale era finita e i fedeli stavano lentamente dirigendosi fuori dalla
cattedrale. IL capitano la fissò a lungo, senza che ella se ne accorgesse, la
sua fidanzata. Era bella e bionda, come un’alba fresca di primavera. La
desiderava e la bramava ogni momento.
Perché
era bella.
Perché
lui era un uomo cui ciò che interessava era tutt’altro che trascendente. Era
corrotto, falso, ipocrita, mentitore.
Tutto
ciò, però era celato dietro una lucente armatura e una discrezione che gli
permetteva di conservare il suo buon nome.
Quando sarà mia, non passerà più neppure
un giorno al buio di queste fredde mura spoglie. Dividerà con me il letto e
sarà mia ogni qual volta lo desidererò. Che gioia sarà per me sentirle
pronunciare i voti nuziali, quando dalle sue labbra voluttuose uscirà la parola
obbedire….
Mentre
facevano per uscire dalla cattedrale, Incontrarono i genitori della ragazza.
Cordiali, come sempre. Devoti, come sempre.
Non
c’era passione in loro.
Elargendo
sorrisi melliflui e sguardi falsi, Febo di Chateaupers affidò galantemente la sua fidanzata alle cure
dei suoi parenti, mentre tornava indietro, dentro la cattedrale.
Odio questo luogo. Lo detesto! Vorrei
sputare a terra, sul pavimento di questo luogo che chiamano sacro. Eppure
dicono che ci sia lei, qui.
Percorse
i corridoi e le navate per quanto gli era possibile. Non sarebbe mai potuto
giungere con eccessivo ritardo al cospetto di coloro che sarebbero ben presto
stati i suoi suoceri. Sapeva quanto tenessero alla puntualità. Ma, sapendo che
Esmeralda , forse, si trovava lì dentro, non poteva
non tentare.
Fece
il giro delle navate per tre volte, poi notò un corridoio molto stretto che
saliva nella torre. Si avvicinò con grande cautela, a passi leggeri, felpati,
felini.
Predatori.
Se la trovassi potrei almeno terminare ciò
che è stato interrotto da quel prete folle. Lei è spacciata. Tanto valeva
mentire. Ma che spreco sarebbe se mai nessuno potesse sfiorare quel corpo
flessuoso, baciare quella bocca tentatrice come il Demonio.
Che sia un luogo sacro, poco ha
importanza, per me. Se la troverò, nessuno, neppure lei stessa, potrà impedirmi
di averla.
Continuò
ad avvicinarsi, guardingo, e poi si affacciò all’apertura nella roccia. Vide
delle scale, strette e grezze, intagliate nella pietra. Inspirò profondamente e
poi cominciò la sua scalata.
Pssata una curva, però, soffocò a malapena un
grido di spavento: inaspettatamente si trovò innanzi la brutta deforme faccia
del gobbo.
Nonostante
le fattezze deformi, il capitano scorse chiaramente l’occhiata adirata che
quell’essere gli gettò. Non ne ebbe paura, ma sapeva fin troppo bene che
avrebbe potuto causargli non pochi problemi entrare in conflitto con il
campanaro. Con un sospiro amareggiato, girò sui tacchi e lasciò la chiesa.
Poco importa. Cercherò un’altra volta la sgualdrinella gitana. Del resto, non può andare da nessuna
parte. Ora non posso compromettermi.
E poi,
Fleur de Lys lo stava
aspettando.
Aveva
una recita da portare avanti.
Lo scorso
capitolo, anche se è stato letto diverse volte, non ha ricevuto commenti. Mi
piacerebbe se questa volta rimediaste. Un bacio.
Masked_lady