Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Corvo_Nero    05/08/2015    1 recensioni
Nel silenzio della notte, la luna piena si rifletteva negli occhi spalancati e vitrei del corpo che galleggiava nelle acque del lago, la bocca socchiusa, un rivolo di sangue che usciva dalle labbra e dal naso, la tunica con una larga macchia brunastra e una freccia che usciva dal petto; solo i versi degli animali notturni rompevano quella quiete, e lentamente il corpo iniziava a affondare, cogli occhi sempre rivolti verso la luna, e con una mente ancora lucida che stava ripercorrendo gli eventi delle ultime ore…
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Poche ore prima, a centinaia di chilometri a nord, nella più alta torre di un castello circondato da montagne innevate, tre figure incappucciate sedevano a un tavolo quadro di legno e bronzo; su di esso era poggiata una bacinella di rame piena di un liquido semitrasparente, più denso dell'acqua, nel cui riflesso vorticavano immagini sbiadite viste con gli occhi di una creatura spettrale, che si muoveva, per volere di queste figure ammantate, a grande distanza, obbedendo ciecamente ai loro comandi; e una di queste si rivolgeva, furiosa, alle orecchie lì vicine. Sbattendo il pugno sul tavolo, facendo vibrare il bacile e disturbando il magico riflesso che aveva appena mostrato loro la vittoria di Syd sulla creatura rianimata, Esther manifestò con gran rabbia il suo disappunto. "Non è possibile! È riuscito a battere quella creatura! Sta diventando troppo potente, se non lo fermiamo subito diverrà inarrestabile. Sorella Agatha, la Maschera avrebbe dovuto indebolirlo a sufficienza con la tua freccia maledetta, eppure non solo sembra ancora nel pieno delle forze, ma riesce addirittura a competere con le nostre magie più potenti!"
Dall'altro lato del tavolo, sedeva un'altra donna incappucciata, le labbra violacee morse in segno di rabbia e frustrazione, le guance lisce e pallide, il mento sottile, erano l'unica cosa che si poteva notare nella semioscurità della stanza. "L'arma incantata che ho forgiato per la nostra Maschera, avrebbe dovuto bruciarlo dall'interno e danneggiarlo il tempo necessario per immobilizzarlo nel suo sonno rigeneratore, per permetterci di riportarlo da noi. Qualcosa o qualcuno deve averlo reso più potente, poichè è da quando abbiamo ritrovato le sue tracce nel regno di Eastar che avverto qualcosa di diverso in lui, una magia che non appartiene a noi;  forse è per questo che abbiamo faticato così tanto per ritrovarlo, è sotto la protezione di qualcuno. Ritengo sia il caso di rinunciare per il momento, Esther cosa ne pensi?"

"È fuori discussione! Siamo ormai vicine a riprenderlo, deve assolutamente tornare sotto il nostro controllo. La tua freccia funzionerà, evidentemente servirà più tempo del previsto. Nadine, che manovra la Maschera, lo seguirà a debita distanza e aspetterà il momento propizio per colpire, abbatterlo, e riportare il suo corpo qui, dove deve essere."

La terza donna, Nadine, non partecipò alla discussione, rimanendo seduta assorta, con le mani giunte in preghiera, con gli occhi vacui fissi sul bacile, mormorando sottovoce parole incomprensibili. A centinaia di chilometri di distanza, la Maschera, pedinava a debita distanza il carro coi due viaggiatori, muovendosi agilmente tra la vegetazione della foresta, ringhiando e sbuffando come un animale feroce, e tra quei versi si poteva interpretare una parola degli idiomi del Nord, "Syd", << Morte >>; e nella penombra della stanza abitata dalle tre donne si poteva notare un arazzo raffigurante una mezzaluna su sfondo azzurro, con una fiamma che bruciava al suo interno, l'emblema araldico della famiglia reale del Regno della Luna di Fuoco.

______________________


Gli stivali di pelle della Maschera calpestavano i cocci del rosone infranto dal suo ingresso, lo scricchiolio era l'unico rumore che rompeva il silenzio in cui era caduta la cattedrale. Syd fissava il suo nemico; aveva una corporatura esile, di media altezza, interamente avvolta in una uniforme di pelle nera come la notte, l'elmo e una maschera di metallo nascondevano i lineamenti del volto, dalle feritoie due occhi dorati e crudeli scrutavano la sua preda. A passi lenti la Maschera si avvicinava a Syd, il quale, sempre tenendo alta la guardia con le sue due spade, si rivolse al Diacono e Alyss: "Siete ancora qui? Rifugiatevi in qualche stanza, e attendete il mio ritorno." I due erano sull'entrata del corridoio che portava alla sagrestia, gli alloggi dei monaci e l'infermeria da cui provenivano Syd e Conrad, Alyss poté solo vedere la schiena nuda di Syd in controluce, le sue braccia semiaperte, armate di spada, le sembrarono due grandi ali, nate per proteggere più che per volare. Avrebbe voluto dirgli di stare attento, di non farsi uccidere, ma ricordando quella notte passata nella foresta, e sentendo le sue parole, capì che era sicuro di trionfare, ancora una volta; non c'era traccia di paura nella sua voce, e anche lei per un attimo smise di averne. Lentamente si fece trascinare via dal Diacono, senza distogliere lo sguardo da quelle spalle solide e rassicuranti, da quel guerriero indomabile e invincibile che stava per affrontare un nuovo pericoloso nemico senza alcuna incertezza o tentennamento; l'ultima cosa che vide prima che girassero l'angolo fu Syd fare un passo in avanti verso quella minacciosa e tetra creatura.

Syd non perse di vista alcun movimento dell'avversario, che si avvicinava lentamente, per poi fermarsi alle prima fila di panche di legno, lui girò attorno a quelle dell'ultima fila, di fronte all'altare; studiavano i reciproci gesti. Syd si sentiva lo sguardo addosso, evitò quindi ogni tipo di movimenti superflui, mantenendo perfettamente l'equilibrio sulle gambe per scattare al primo segno di pericolo. Un suono di porte che si chiudevano in lontananza fu come un segnale per la maschera che infilzò una panca di legno con entrambe le spade, la sollevò con la stessa leggerezza di una balla di fieno e la scagliò in direzione del guerriero, il quale non potè far altro che rotolare di lato per evitarla; la grossa panca si infranse sul solido pavimento in pietra spezzandosi. Syd si rialzò immediatamente e con agilità, tenendosi al riparo dall'arrivo di altri attacchi simili rimanendo dietro le colonne di marmo ai lati della navata. Perso l'elemento sorpresa, la Maschera ringhiò rumorosamente di rabbia e si lanciò con entrambe le scimitarre verso il guerriero; tirò un doppio fendente con esse e tagliarono di netto una colonna come se fosse un filo d'erba; ancora una volta Syd dovette far ricorso alla sua sovraumana agilità per evitare di subire inutili ferite, mezzo accecato dalla nuvola di polvere e schegge di pietra dell'impatto alzò le sue spade e parò con non poche difficoltà un ennesimo attacco da quella Creatura. Le due coppie di spade impattarono con un sordo suono metallico e si respinsero a vicenda, e ancora, e ancora, la Maschera spingeva all'angolo Syd apparentemente in difficoltà per la assurda velocità di quei fendenti; schivò l'ultimo abbassandosi all'improvviso e tentò di sbilanciare il nemico calciandolo alle gambe, che sembrò anticipare quella mossa e saltò con una serie di capriole all'indietro, verso il centro della navata. La Maschera emise un ringhio simile a una risata, Syd non disse nulla, ma un sorriso comparve sul suo volto e, flettendo leggermente le gambe, si lanciò contro il nemico a testa bassa.

______________________

Il fragore della lotta si avvertiva distintamente all'interno dell'infermeria dove Conrad e Alyss si erano messi al riparo. Il Diacono sedeva tranquillo a una scrivania e tendeva le orecchie a interpretare i rumori che sentiva, tracciava alcuni segni su una pergamena e borbottava sottovoce numeri ed imprecazioni. Era alquanto infastidito dalla situazione, alcuni mesi addietro Syd venne inseguito da una pattuglia di Cavalieri Neri che lo avevano colto sulla scena di un delitto e fu costretto ad attirarli nella cattedrale dove poté disfarsi di loro velocemente ed efficientemente, se non fosse per il fatto che toccò ai monaci ripulire tutto dal sangue e dalle membra dei malcapitati. << Questo era un sedile in legno di radica del secolo scorso, e ora? Rumori di pietra? Sì... Una colonna di marmo pregiatissimo, in mille pezzi. Possibile? Non era mai arrivato a tanto; no, non è stata opera sua; credo proprio che si stia divertendo un mondo, razza di irresponsabile. >> Conrad prese un'altra pergamena e tracciò altri scarabocchi e ghirigori, poi posò la piuma e lo sguardo gli si posò sulla sua ospite; una lunga cascata di capelli rossi, pelle chiara, occhi verdi con uno sguardo intelligente ma spaventato; camminava avanti e indietro per la stanza, mentre con le braccia si cingeva la vita, come ad abbracciarsi, nervosa e impaurita. Conrad si carezzava una guancia, riflettendo, mentre studiava la ragazza. << E qui abbiamo un autentico enigma, Syd generalmente non prende a cuore i problemi degli altri, se ha deciso di aiutare questa giovane è perchè lo ha ritenuto utile per i suoi piani, oppure ci dev'essere un altro motivo. >>

"Vi prego, figliola, sedetevi e tranquillizzatevi; comprendo benissimo il vostro nervosismo per la situazione in cui vi trovate. Ma abbiate fede, qui sarete al sicuro, ho bloccato la porta e solo io dall'interno posso aprirla." Conrad fece un cenno ad Alyss di sedersi sulla sedia di fronte la sua scrivania, e la ragazza, essendo incuriosita ma al contempo intimorita da quell'uomo, accettò e si avvicinò lentamente.
"Negli ultimi giorni ho assistito a eventi sconcertanti, inimmaginabili, pazzeschi, sotto più punti di vista, ho visto sconvolgersi la mia vita, mi sono trovata catapultata in un mondo che non pensavo potesse esistere. Mio signore, non sono mai stata una fervente seguace della Chiesa, tuttavia la paura che ora alberga in me, le tante domande che affollano la mia mente, il mio desiderio di comprendere come funzioni realmente il mondo che mi circonda, mi spingono a cercare conforto  e conoscenza." Il suo cuore batteva all'impazzata nel sentire i rumori della battaglia furiosa che si svolgeva nella cattedrale, Alyss tremava come una foglia, seduta sulla sedia, stringendosi per la paura, avrebbe voluto diventare sempre più piccola e nascondersi.
"Figliola, date tempo al tempo, e avrete le risposte che tanto cercate, prima di tutto vorrei porvi qualche domanda sulle ragioni che vi hanno portato alla Capitale, probabilmente oltre che protezione, la Chiesa potrà darvi anche altri tipi di aiuto. Ma prima di ogni altra cosa, vi prego, raccontatemi cosa avete visto che vi ha tanto sconvolto, raccontatemi di voi, ditemi tutto ciò che sapete riguardo Syd." Conrad le sorrise bonariamente, squadrandola con sguardo profondo con i suoi occhi di diverso colore. "Non abbiate timore, figliola, sono qui per aiutarvi, fidatemi delle mie parole." Mentre udiva quella voce vellutata, Alyss  fissava rapita quelle pupille brillanti e quel sorriso dolce e sincero, senza che se ne accorgesse, si ritrovò le mani strette da quelle del Diacono, e si sentì improvvisamente più calma, il cuore rallentò la sua corsa, trasse un lieve sospiro e iniziò a raccontare a quello sconosciuto la sua storia.

______________________

Le due coppie di lame continuavano a scontrarsi, rapidamente e violentemente, il rumore della lotta riecheggiava nella grande navata della cattedrale; la lunga danza delle spade, fluida e ritmata, durava da svariati minuti, interrompendosi brevemente per piccole pause, durante le quali i due spadaccini si studiavano a vicenda. La Maschera finora aveva tenuto facilmente testa a Syd, mentre quest'ultimo con qualche difficoltà era riuscito a eludere gli affondi e i fendenti dell'avversario: era uno scontro totalmente alla pari, Syd scoppiò improvvisamente a ridere; "Davvero abile questa marionetta, in fondo la burattinaia che lo manovra è colei che mi conosce più di chiunque altro. Ma non abbastanza. In questi ultimi decenni vissuti fuori dal vostro giogo non mi sono limitato a nascondermi, ho trovato altre fonti di potere, e ho accresciuto le mie innate abilità; ma lasciate che vi mostri; in fondo, questo 'riscaldamento' è durato fin troppo."
Syd strinse con maggior forza le else delle due spade, le nocche divennero bianche dallo sforzo, le vene sulle braccia si gonfiarono, i muscoli si tesero, e le pupille si dilatarono; la Maschera inclinò la testa da un lato perplessa, non fece in tempo a reagire che si ritrovò sbalzata in aria da un calcio di Syd, piombato su di lei a velocità inumana. Recuperando l'equilibro in volo con una capriola, fece leva con le gambe su una balconata e si gettò in picchiata verso Syd, già pronto a ricevere l'attacco; con una spada deviò facilmente entrambi gli attacchi in volo e con l'altra aprì uno squarcio nel fianco della creatura, che ruzzolò sul pavimento in marmo; un filo di fumo nero usciva dalla ferita che si richiuse dopo pochi secondi, mentre si rimise in piedi, ringhiando e sbuffando; Syd la guardava ridendo, roteando a mò di scherno le sue spade. "Un punto per me, direi. Vuoi continuare?" Fece un cenno con le mani rimanendo in attesa della reazione del nemico, che non si fece attendere: la Maschera gli lanciò contro le sue due scimitarre, che, a mezz'aria cambiarono entrambe direzione girando attorno a Syd, muovendosi come se avessero vita propria. I riflessi sovrumani dell'assassino gli permisero di difendersi facilmente da quell'attacco sorprendente, ma con la coda nell'occhio si accorse appena in tempo dell'arrivo di altre quattro spade, e fu costretto a tuffarsi in volo per evitarle, ma non fu abbastanza lesto, e un paio di esse lo ferirono al braccio e alla schiena. Noncurante delle ferite, Syd si rimise in piedi, rivoli di sangue uscirono dalle lacerazioni, che iniziarono a richiudersi quasi immediatamente.
<< Interessante, questa bambola riesce ad adattarsi velocemente ai miei cambi di tattiche e alla mia velocità, è letale sia a distanza che in uno scontro ravvicinato, quelle tre devono aver dato fondo a tutta la loro sapienza per cercare di fermarmi, ma dubito che abbiano dotato il loro giocattolo di difese contro la loro stessa magia. >> Syd iniziò a concentrarsi e a muovere lentamente i polsi nel formare degli impercettibili gesti nell'aria, per evocare delle fiamme magiche, stando attento a non far trapelare la sua strategia da quei movimenti, che occultò gesticolando con le spade, fingendo di invogliare la creatura ad attaccarlo, ma essa rimaneva a distanza studiando il suo comportamento, ringhiando il suo nome.
Poi Syd si accorse di qualcosa di strano, le sue spade stavano reagendo alla sua magia, gli sfuggì un ghigno di soddisfazione, Conrad gli aveva fatto davvero un bel regalo, decise di mettere fine allo scontro una volta per tutte. Saltò in alto verso il colonnato e non appena toccò il soffitto con i piedi, scagliò contro la Maschera una delle due spade; l'avversario deviò facilmente il colpo ma fu una distrazione sufficiente: nel frattempo Syd si era scagliato dal soffitto, in picchiata, con una spada resa incandescente dalle sue scintille magiche, e mozzò di netto una delle braccia della creatura, l'impatto la spinse contro il muro, Syd la inchiodò alla parete conficcandole la spada nella spalla rimanente, e prese a prenderla a pugni sul viso, una, due, tre e più volte, facendole sbattere la testa contro il marmo,  sentendo il cranio incrinarsi per i colpi, e con un ultimo, potente colpo, spezzando la maschera di metallo che celava il volto della creatura; con un gesto rabbioso Syd gliela strappò di dosso e la gettò via e finalmente osservò il vero volto del suo persecutore.
La creatura aveva la pelle scura, crespa come se fosse carbonizzata, labbra ruvide e gote scavate, sotto quegli occhi d'ambra che spuntavano dalla maschera di metallo che indossava fino a poco prima. "Beh, per quanto sia una frase ambigua nel mio caso, chi non muore si rivede, Nadine." Syd prese per il collo l'ormai inerme avversario e rigirò nella spalla la sua lama ancora incandescente, l'oscura femminea creatura sputò sempre e solo il suo nome, con la sua voce roca e dolorante. "Non mi sembra molto loquace la tua marionetta, quindi non mi aspetto una risposta, limitati ad ascoltarmi. Hai visto a cosa ha portato la vostra ostinazione? Avete solo perso tempo, da quanti anni mi state dando la caccia? Sessanta? Ottanta? Non ricordo neanche, e non mi interessa; ve lo dico una volta per tutte" Si avvicinò al suo orecchio per sussurrarle il suo fatale messaggio. "Lasciatemi stare, per sempre, smettetela di intralciarmi o vi verrò a cercare e vi farò a pezzi!" sibilò queste ultime parole con un tono di minaccia e sfida, carico d'odio. "Non vi è bastata la sofferenza che mi avete arrecato, per cercare di riportarmi da voi ad ogni costo, non vi siete fermate davanti a nulla, mi avete costretto a farmi uscire allo scoperto, e ancora una volta mi avete tolto quel poco che avevo.  E cosa avete ottenuto poi? Solamente di farmi infuriare ancora di più, di accrescere il mio rancore verso di voi, il mio desiderio di vendetta; e dunque eccovene un assaggio, della mia vendetta, e di quella di Haven, il mio cavallo!" E mentre la teneva contro il muro con una mano, con l'altra le penetrò il petto con le dita, sfondandole la cassa toracica e afferrandole il cuore; lo sentiva battere all'impazzata, sentiva il suo dolore, il suo terrore, e ne godeva appieno; per un solo, breve istante, Syd rilasciò tutta la sua furia e accese una Scintilla nel petto della Maschera, che urlò dal dolore prima di esplodere in mille pezzi. Sfinito dal lungo combattimento, appagato per la vittoria e insieme distrutto dalla rabbia e frustrazione, Syd si inginocchiò sul pavimento della chiesa e si lasciò andare a un pianto liberatorio.

______________________

Una volta che fu sicuro che il combattimento fosse terminato, Conrad riaprì la porta dell'infermeria e condusse Alyss nel corridoio e si diressero lentamente verso l'ingresso della chiesa. La navata era irriconoscibile, un autentico campo di battaglia era davanti agli occhi di Alyss, le splendide colonne di marmo erano piene di crepe, o addirittura sbriciolate, molte delle panche di legno erano distrutte, l'altare era spezzato in due, qua e là c'erano pozze di liquido nero e macchie bluastre sulle pareti, e non capiva cosa le avesse causate. Poi lo vide, seduto su una delle poche panche rimaste integre, con le mani giunte, non in segno di preghiera ma in una semplice posa riflessiva, a capo chino e gli occhi chiusi. Syd la vide arrivare e si alzò in piedi appena in tempo per ricevere il suo abbraccio; regnava di nuovo un sacro silenzio nella cattedrale, si udivano appena i sommessi singhiozzi di Alyss, col viso nascosto nel largo petto di Syd e i passi di Conrad che ispezionava, con sguardo malinconico e assente, i danni provocati da quella lotta infernale. Questi non disse né fece nulla, si limitò a fissare quel nugolo di capelli rosso vivo sotto al suo mento. << Ha il suo stesso profumo. >> un frammento di ricordo si fece strada tra quei pensieri oscuri e rabbiosi che invadevano la sua mente, un piccolo raggio di luce che scacciò le tenebre che avvolgevano il suo animo in quel momento, e lo aiutarono a schiarire la mente, poi la udì rivolgersi a lui. "Ho avuto tanta paura, quella cosa era ancor più terribile di quel mostro della foresta, ma che diavolo sta succedendo? Chi sono queste persone che ti danno la caccia?" Da lontano Conrad osservava la scena di sottecchi, e sorrideva, poiché sapeva ben più di quella fanciulla e spettacoli come quello di quel giorno non lo lasciavano più particolarmente esterrefatto. "Una risposta alla volta, giovane fanciulla, non bisogna correre in maniera incosciente sulla via della conoscenza, poiché è irta di ostacoli." Syd fece una smorfia a quelle parole insensate. "La figura del vecchio saggio non ti è mai riuscita bene, piantala con la commedia, e portami una tunica nuova, piuttosto; non posso rimanere in questo stato."
La mente dell'assassino era un turbinio di pensieri, ora che la tensione del combattimento era passata, poteva riflettere con maggiore tranquillità, ma, oltre che pensare alla sua prossima mossa, doveva considerare anche il fatto che ora Alyss sapeva troppe cose per lasciarla andare: il suo segreto, il suo legame col Diacono Conrad, e tutto quanto era avvenuto, nella foresta e qui nella cattedrale, erano parti di un mondo che un comune mortale non dovrebbe conoscere. Eppure esitava, il seme del dubbio era ben piantato nella sua mente, sin da quando gli chiese di accompagnarla alla Capitale, da RavenMoon, allora pensava solamente a una copertura per eludere i Cavalieri Neri; nella foresta aveva avuto centinaia di occasioni per sbarazzarsi di quel testimone scomodo, eppure non fece nulla, e anzi le rivelò il suo segreto più oscuro, la sua natura di immortale.  << Perchè non ho agito subito? Quei capelli rossi... >> La sua ragione ostacolava i suoi istinti, che fin troppo lentamente guidarono la sua mano sulla spalla di Alyss, per allontanarle il viso rigato di lacrime dal suo petto, la guardò in quei profondi occhi verdi, e qualcosa dentro di lui si accese, un altro ricordo, più caldo, più intenso, il suo ricordo più importante; e mentre realizzò questo, udì la voce di Conrad nella sua testa.

<< Lo hai capito finalmente? Hai capito perchè non puoi ucciderla? Vado a cercarti dei vestiti, avremo molto di cui parlare, tutti e tre. >>

Syd rimase impietrito, incapace di proferire verbo, con la coda nell'occhio vide un'ombra ma non si mosse, vide solo Alyss girarsi alla sua sinistra, il suo volto distorcersi in una smorfia di terrore, gridargli "Syd attento, è ancora viva!" e tutto sembrò andare al rallentatore: si girò appena in tempo per vedere la testa mozzata della Maschera gettarsi a tutta velocità contro di lui, venne spinto via da Alyss che alzò l'altra mano come a proteggerlo, e vide una sfera di fuoco erompere dal palmo, colpire la testa e incenerirla senza lasciarne traccia.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Corvo_Nero