«Papà, posso entrare?», domanda Illumi affacciandosi nella stanza del padre.
«Certo, vieni pure.», gli risponde Silva. «Hai bisogno di qualcosa?»
«Avrei bisogno di parlarti...»
«Ma certo, siediti qua e raccontami tutto!», dice l'uomo facendo segno al figlio di andarsi a sedere vicino a lui. Illumi si avvicina e gli si accomoda accanto.
«Allora, di cosa vuoi parlarmi?»
«Beh, ecco... da dove comincio?», borbotta il ragazzo.
«Perché non mi racconti tutto dall'inizio?», gli suggerisce il padre.
«Giusto. Allora, alcune settimane fa...», e inizia a spigargli gli avvenimenti delle ultime due settimane.

«... e così, ogni volta che penso a lei, mi viene caldo e il battito del mio cuore aumenta. Eppure non credo di star male...»
Segue un momento di silenzio. Nel frattempo  Illumi, che durante il racconto fissava un punto imprecisato sul pavimento, sposta il suo sguardo alla ricerca di quello del padre e rimane sorpreso nel vedere che sul volto dell'uomo, normalmente serio, è comparso un'enorme sorriso.
«Ha!Ha!Ha!Ha!», Silva scoppia a ridere.
«Papà, che ti prende?», gli domanda il ragazzo allarmato.
«Sono così contento!», risponde l'uomo dai lunghi riccioli argentei allungando un braccio ad afferrare le spalle del figlio per poi stingerlo a sé. «Il mio Illumi si è innamorato! Come sono felice! Sono proprio curioso di conoscere la ragazza che ha fatto breccia nel cuore del mio bambino!»
«Papà...»
«Dimmi.»
«Cosa vuol dire “innamorarsi”?», domanda il giovane con aria perplessa.
Silva tira un sospiro.
“Prevedo una lunga notte...”

Dopo aver parlato fino a tarda notte, Silva, notando che Illumi si era addormentato tra le sue braccia, decise di lasciarlo dormire lì e, poco dopo, si addormentò anche lui.
Dormirono fino a metà mattina ed erano così tranquilli che non avrebbero potuto ispirare che tanta pucciosità (= dolcezza) a chiunque li avesse visto.
Tuttavia, la tranquilla quiete del sonno viene bruscamente interrotta dal suono del telefono.
Silva, svegliatosi, si alza per andare a rispondere, spostando con cautela Illumi per non svegliarlo e appoggiandolo delicatamente sul morbido materasso.
«Sono Silva.», dice rispondendo al telefono.
«Signore, qui c'è una ragazza chiamata Nemesis La Cruz che dice di essere una conoscente del signorino Illumi.», spiega Gotoh, il capo dei maggiordomi. «Cosa facciamo con lei?»
«Aspetta un attimo in linea», e appoggia la cornetta sul tavolino.
L'uomo si avvicina al figlio dandogli un energico scossone per svegliarlo.
«Ehi, bello addormentato, la tua fidanzatina è dai maggiordomi»
«Non è la mia fidanzata...», risponde ancora un po' assonnato.
«Datti una pettinata e va da lei. Sembra tu che abbia infilato le dita nella presa elettrica!», dice, tornando al telefono.
«Gotoh? Dille che Illumi sta arrivando, intanto falla salire»
«Come desidera, signore.», e attacca il telefono.
Intanto, il bel moro stava uscendo dalla camera.
«Ah, papà.»
«Sì?»
«Grazie per ieri.»
«Spero che il discorso che ti ho fatto ti abbia aiutato a far chiarezza sui tuoi sentimenti»
«Sì, mi hai fatto capire la loro importanza e come non si possa vivere senza. Adesso so quello che provo per Nemes. Grazie ancora.», ed esce dalla stanza subito dopo aver rivolto al padre un sorriso sincero (Evviva!! La paresi facciale sta migliorando!! NdMe). Dopodiché, si dirige di corsa verso l'uscita cercando di sistemarsi alla bell'e meglio i lunghi capelli corvini.

A metà strada tra la villa e l'alloggio dei maggiordomi, Illumi e Nemes si incontrano con grande sorpresa reciproca.
«Illumi...»
«Nemes...», e in quel momento la ragazza scoppia a ridere.
«Ha!Ha!Ha! Ma come ti sei pettinato oggi? Con la corrente elettrica?»
«Veramente non mi sono proprio pettinato...»
«Si vede. Aspetta, te  li sistemo io.», e, mettendosi sulle punte, inizia a mettergli apposto i capelli.
«Ma come hai fatto ad arrivare fin qui?»
«Una volta passata la Porta della Prova una simpatica ragazza dai capelli rossi mi ha portato fino alla casa della servitù.»
«Canaria ti ha portato fin qui?»
«Si, perché?»
«Ha l'ordine di non far passare nessuno, è strano che con te lo abbia fatto.»
«Con me è stata molto gentile... (Sembrava avesse paura di me...)»
«Non pensavo fossi così forte da superare la Porta della Prova»
«Non ti ho nemmeno detto che sono capace di usare il Nen e che sono un Hunter.»
«Se è per questo, lo stesso non te l'ho detto nemmeno io...»
«Sei un Hunter anche tu?», domanda allontanandosi un po' dal ragazzo.
«Si»
«Interessante. Abbiamo molte più cose in comune di quante pensavo.»
«Bene...», dice Illumi abbassando lo sguardo.
«Bene...», gli fa eco Nemes.
Dopo alcuni istanti, lo Zaoldyeck rompe il silenzio.
«Nemes.»
«Dimmi!», risponde subito la ragazza.
«Ecco, io...», borbotta arrossendo lievemente.
Quando incontra lo sguardo di Nemes arrossisce ancora di più.
«Io... io...», continua a balbettare.
Rendendosi conto di non riuscire a spiccicare parola, decide di optare per i fatti.
Allunga le braccia per afferrare le spalle della ragazza e, abbassandosi quanto basta per essere con i visi paralleli, annulla in un attimo la breve distanza che li separa, dandole un dolce bacio sulle labbra.
Questo basta per far arrossire vistosamente la giovane.
«Ti amo, mia bella bambina dai capelli turchini.»
Calde lacrime scorrono dagli splendidi zaffiri blu di lei.
«A... anch'io ti amo, Illumi...», e, alzandosi nuovamente sulle punte, lo abbraccia forte. Il ragazzo risponde all'abbraccio stringendola a sé.