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Autore: Alucard97    26/08/2015    2 recensioni
Sephiroth si trova in punto di morte, la sua vita sta scivolando via, ma non è ancora giunta la sua ora, il destino ha in serbo un altro destino per il One-Winged Angel, il destino gli darà un'altra possibilità... forse era meglio se lo lasciava lì a morire.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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~~Capitolo 4: Feelings.... and a wall, or a gate, I should say


Sephiorth e Solaire avevano suonato la prima Campana del Risveglio, mancava solo l’ultima, secondo quanto detto dal guerriero abbattuto si trovava a Città Infame, nelle profondità della Grande Palude.

“La prima campana è stata suonata! Ce l’abbiamo fatta compare! Ne manca solo una, forza! Sia lodato il sole!” gridò euforico Solaire alzandosi sulle punte e spalancando le braccia, “Solaire che diavolo stai facendo? Ritrova la tua sanità mentale e torniamo al Santuario del Legame del Fuoco” disse Sephiroth seccato, “Hai ragione, scusami, a volte perdo il controllo” disse amareggiato il guerriero di Astora, “Tzè, certo che sei strano, non riesco proprio a capirti” disse l’albino, “No infatti, non puoi capirmi… nessuno può… nessuno ci prova” ripetè Solaire tristemente, il One-Winged Angel lo scrutò con lo sguardo serio: “Muoviamoci” rispose indifferente scendendo le scale.

“Perché si comporta così? Perché è sempre così cinico e freddo? Che cosa c’è nel suo animo? Percepisco solo oscurità… no c’è altro, altri sentimenti, ma sembrano sopiti, tenuti a freno. Che cosa ha subito questo ragazzo? Cosa mai l’ha trasformato in questo guerriero cinico e senza emozioni? Già, un guerriero senza emozioni… un guerriero perfetto” riflettè Solaire mentre seguiva il suo compagno, stava formulando teorie sul suo compagno di viaggio, avrebbe forse dovuto domandare qualcosa sul suo passato? Conoscendo Sephiroth probabilmente gli avrebbe detto di tacere, ma d’altra parte dovranno passare molto tempo insieme, quindi… perché non provare? Farlo parlare, liberarlo da quel fardello, Sephiroth era un amico per Solaire… l’unico amico… e l’avrebbe aiutato a portare quel fardello, insieme, come una vera squadra, Solaire parlò: “Sephiroth ascolta…” venne interrotto dalla voce di un uomo, era vestito completamente di nero: “Salve! Io sono Oswald di Carim, l’assolutore… siete qui per confessarvi? Tutto ciò che riguarda i peccati rientra nel mio dominio… dimmi ragazzo, si tu, con i capelli argentati, vuoi confessare i tuoi peccati? Ne hai molti non è vero? Parlamene e io ti assolverò, ti libererai del tuo fardello… coraggio parlami del tuo passatto” Sephiroth gli si avvicinò e lo prese per il collo: “Stammi a sentire chierico, io non sopporto gli uomini di chiesa, sempre pronti a fare la ramanzina a tutti quando voi avete fatto cose anche peggiori, tu pretendi che io ti racconti della mia vita?! Chi ti credi di essere? Solo perché credi di essere l’inviato di quella tua ridicola divinità pensi forse di avere il potere di assolvere i peccati? Sei davvero convinto di sapere cosa si cela nel cuore delle persone? No, tu non sai niente, voi uomini di chiesa non sapete niente delle sofferenze del mondo, voi che vivete nella bambagia non sapete NIENTE! Non avete mai dovuto patire la fame! Non siete mai stati costretti a rubare o a fare di peggio solo per sopravvivere! Non siete mai stati guardati come reietti dalle persone!(la presa sul collo di Oswald si fece più forte) Voi… voi… NON SIETE MAI STATI USATI COME ESPERIMENTI! VOI NON SIETE MAI STATI USATI COME CAVIE DA LABORATORIO SOLO PER SODDISFARE LO SCIOCCO EGO DI UNO SCIENZIATO PSICOPATICO! VOI…” Solaire lo fermò: “Basta Sephiroth, così lo soffocherai, smettila!” Sephiroth lo guardò con gli occhi colmi di rabbia e lì Solaire lo vide… gli occhi di chi ha sofferto molto, di chi ha patito le pene dell’Inferno… “Andiamocene” Sephiroth lasciò andare Oswald,il quale tossiva per la forza con cui venne strangolato, e si diresse verso l’uscita della chiesa.

“Sephiroth ma che ti è preso, avevi forse intenzione di ucciderlo?!” chiese Solaire, “No, volevo solo dire a quel prete buffone come stanno realmente le cose, forza andiamo” disse secco l’albino, “Sephiroth, che cos’hai? Ti prego parlane con qualcuno, se non a quel chierico almeno a me, io ti ascolterò, parlami del tuo passato” chiese Solaire preoccupato, “Come già detto a quel monaco maledetto… non mi va di parlarne”, “Sephiroth, i tuoi sentimenti, sei una bomba pronta ad esplodere non capisci? Puoi fidarti di me, io sono tuo amico e…” non fece in tempo a parlare che Sephiroth si girò verso di lui iracondo: “Amico?! Tu amico mio?! IO non ho amici! Io sono solo e lo sono sempre stato, non ho bisogno della tua amicizia, tu per me sei un compagno d’armi, una guida, nulla di più e nulla di meno, di te non me ne importa assolutamente nulla. Io non ho sentimenti, non provo nessuna emozione, IO SONO UNA MACCHINA DA GUERRA ASSASSINA NON CAPISCI?! Quindi evita di farmi domande, odio la gente che parla troppo, spero di essere stato chiaro… ora andiamo” Sephiroth si girò e proseguì, Solaire lo seguì senza fiatare, quel ragazzo stava mentendo, non è vero che non gliene fregava nulla di nessuno… altrimenti non l’avrebbe salvato dalla Viverna, sapeva che riuscire a far sfogare Sephiroth sarebbe stata un’impresa difficile, ma doveva provare, Sephiroth ormai era diventato il suo più caro amico e l’avrebbe aiutato, anche contro la sua volontà.

Uscirono dalla chiesa e, prima di tornare al santuario, decisero di tornare da Andre per riparare le armi, una volta fatto videro che all’interno dell’officina di Andre vi era una porta che conduceva a quello che sembrava un forte, non era ancora il momento per loro di avventurarsi lì, prima dovevano recarsi a Città Infame, ma decisero di andarci comunque solo per dare un’occhiata, magari avrebbero potuto trovare qualcosa di interessante, delle umanità o magari una chiave; mentre i due si avvicinavano al forte, Sephiroth osservò meglio l’esterno della costruzione, era parecchio imponente, solo a guardarla Sephiroth percepì la sensazione del pericolo, una sensazione a lui comune, in quel momento percepiva una forte attrazione per quel posto, l’eccitamento per la battaglia e la distruzione, era normale, rientrava nel suo DNA, era il sangue di Jenova a ribollire dentro di lui, ma sentiva qualcos’altro in quel momento, non sapeva descriverlo, era forse quello che gli umani chiamavano ansia e preoccupazione? Preoccupazione per cosa poi? Guardò Solaire dietro di lui… per lui? E’ per lui che prova questo senso di preoccupazione? E’ normale, Solaire era solo un umano, all’interno di quel forte poteva davvero rimetterci la vita, ma era un Non Morto, sarebbe ritornato in vita e allora perché si preoccupava? Che in realtà fosse importante per lui? Scosse la testa, non doveva pensare a queste futili emozioni da essere umano.

 I due arrivarono davanti ai cancelli del forte, erano chiusi, sulle scalinate che conducevano all’entrata del maniero vi era uno strano individuo, era parecchio strano, era vestito con un’armatura a forma di cipolla, il che lo faceva sembrare grasso e gli dava un aria parecchio buffa, il cavaliere era seduto intento a guardarsi i piedi, i due pensarono in un primo momento che quell’uomo fosse vuoto finchè Solaire non parlò: “Salute amico! Io sono Solaire e lui è Sephiroth, come mai ti trovi qui davanti a questi cancelli?” il cavaliere disse solamente: “Mmmmmmmmmmmh… mmmmmmmmmmmmmmmmh… mmmmmmmh” “Ehm, messere?” chiese ancora Solaire, “Andiamocene Solaire, è chiaro che questo tipo è…” “Mmmh, mmmh, mmh… Oh! Oh-Oh! Perdonatemi, ero assorto nei miei pensieri. Sono Siegmeyer di Catarina! A dirla tutta temo di essere incappato in un muro, o per meglio dire, una porta… Questa cosa non si muove, non importa quanto si aspetti… e io ho aspettato a lungo! Perciò sono seduto qui… bloccato a soppesare le mie opzioni, per così dire. Ha ha ha!”, “Questo è anche più strano di Solaire” pensò Sephiroth sempre con gli occhi spalancati, “Questi sono i cancelli di Sen’s Fortress mio buon Siegmeyer, per aprirli bisogna suonare le due Campane del Risveglio, io e il mio amico abbiamo suonato la prima, la prossima si trova a Città Infame, ci stiamo dirigendo là, che ne dici? Vuoi accompagnarci?” chiese Solaire, “Oh! Mi piacerebbe…” il cavaliere non finì la frase che venne interrotto da Sephiroth: “No, non sarà necessario, in due siamo più che sufficienti, noi due soli bastiamo e avanziamo”, “Ma Sephiroth…” Solaire venne interrotto da Siegmeyer: “No, è tutto apposto, comprendo appieno i suoi sentimenti, se io mi unissi a voi sarei un impiccio, insomma, ho una certa età io e poi guarda… sono un cumulo di lardo potrei inciampare e rotolarvi addosso Ha Ha Ha!” Sephiroth spalancò ancora gli occhi “Ma questo tipo c’è o ci fa?” pensò.

Il duo si allontanò e Solaire rimproverò il suo amico: “Poteva esserci d’aiuto, perché l’hai respinto” “Tzè, non voglio avere un altro compagno di viaggio, specialmente un matto come quello… a proposito, prima hai detto che il forte si chiama Sen’s Fortress, che cos’è? E poi l’uomo cipolla ha detto di venire da Catarina, che regno è? È normale per loro andare in giro conciati come a carnevale?”, Solaire rise alla battuta dell’amico e rispose alle sue domande: “Sen’s Fortess è una fortezza ben protetta, alcuni la chiamano la Prova degli Dei, perché vedi… la Fortezza di Sen è l’unico modo per arrivare ad Anor Londo, essendo quest’ultima la patria delle divinità, gli dei non potevano di certo permettere a qualsiasi mortale di accedere alla loro città, così edificarono questa fortezza per mettere alla prova gli avventurieri e valutare se erano degni di calpestare il suolo divino, la fortezza è piena di trappole mortali e di mostri aberranti, sarà dura amico. Catarina è uno dei regni degli uomini, i suoi cavalieri sono i più gentili e disposti al dialogo di tutti i regni, sono persino più ospitali di noi gente di Astora; i cavalieri di Catarina indossano un’armatura a forma di cipolla e per questo derisi dagli altri regni ma in realtà la loro armatura è molto pratica in combattimento, il suo design a strati permette ai cavalieri di subire un ingente quantità di danni senza subire troppe ferite” “Interessante” disse semplicemente Sephiroth.

I due ritornarono al Santuario e vennero accolti dal guerriero abbattuto: “Oh! Avete suonato la prima campana! Notevole, non vi arrendete mai è? Beh non mollate di certo adesso, ne manca solo una… anche se equivale a suicidarsi… giù nelle profondità di Città Infame” “Grazie per la positività, come ci arriviamo lì?” chiese il One-Winged Angel, “C’è una porta che conduce alle fognature, in quelle fogne si trova una chiave che apre il cancello della città, la porta si trova vicino al ponte che conduce alla chiesa dei non morti” “il ponte?! Ma siamo appena usciti dal borgo!” esclamò l’albino, “Allora ritornateci, che scemi Ha Ha Ha” in quel momento il guerriero venne colpito da un pugno di Solaire, Sephiroth spalancò di nuovo gli occhi, “Caspita Solaire… e io che ti credevo un pacifista” “Sarò mite e gentile ma quando qualcuno mi prende in giro… beh, se ne esce con un occhio nero Ha Ha Ha”, Sephiroth sorrise e si misero di nuovo in viaggio verso Città Infame… “un nome un destino” dicevano gli Antichi Romani, e il duo ne avrà la prova.

Note dell’autore
Capitolo terminato, che dire, vi è piaciuto? Le uniche cose di Lore in questo capitolo sono Catarina e Sen, in questa storia ho dato molto più spazio ai sentimenti e alle emozioni provate dai nostri protagonisti, specialmente Sephiroth.
Il dinamico duo ha incontrato Siegmeyer, un personaggio che io, e tanti altri nella community di DS, abbiamo ADORATO, è un personaggio fantastico e vedrò di approfondire la sua storia vedrete.
Alla prossima!

   
 
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