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Autore: Mizu_The little kiseki    31/08/2015    3 recensioni
Lo conosciamo tutti il detto "gli opposti si attraggono", vero?
Beh..è proprio su questo detto che si basa questa storia e avvolte i più diversi possono risultare i più simili.
Le superiori sono iniziate e di conseguenza anche la vita di molti adolescenti comincerà; sopratutto quella di Hamato Izumi: una ragazza determinata nel trovare l'amore...purtroppo gli ostacoli non mancheranno mai...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non potevo crederci eppure tutto aveva senso, dal giorno del mio compleanno non sono più riuscita a restare accanto ad Akira senza avere il fiatone, il batticuore e una serie di pensieri sdolcinati su di lui.
All’inizio credevo si trattasse di una malattia ma in seguito capii che non era così, per il fatto che l’altro giorno quando lui mi ha messo la mano sulla fronte per vedere se fossi malata, ha affermato di avermi vista diventare man mano più rossa di quanto giá non fossi, avendolo solo visto; a quanto pare ero veramente innamorata di lui.
Eravamo a metá marzo oramai e io non vedevo l’ora che arrivasse la primavera solo per vedere il ciliegio che avevamo in giardino sbocciare. Ero in cortile per l’ora di pranzo quando mi si avvicinarono Sora e Sue, con dei bento in mano, pronte a mangiare.
-Ehi Zumi, vuoi tu la mia polpetta di riso? È quella col pollo, la tua preferita- disse Sora porgendomi l’alimento.
-No grazie, non ne ho tanta voglia- lei fece una faccia sorpresa, come se avessi appena detto che il Titanic non è affondato.
-Tu che non hai voglia di mangare?! Ultimamente sei diventata strana, è dal giorno del tuo compleanno che ti comporti così-
-Te lo dico io che c’è che non va....la nostra piccola Izumi è innamorata- prese parola Sue; la forchetta che tenevo in mano cadde a terra mentre io iniziai ad avvampare diventando rossa come un pomodoro.
-Ma...ma..ma che ti salta in mente!? Come puoi dire una cosa del genere?!- lei si mise degli occhiali da professoressa e tirò fuori una piccola lavagna a random.
-Allora vediamo, ultimamente hai perso l’appetito, arrossisci soesso appena pronunciamo la parola “amore”, non sei spavalda e agitata come al solito e tutto questo dopo il tuo compleanno e dopo...l’arrivo di Akira...con cui non litighi più tanto spesso, quindi mia cara 2+2=4! Tu sei innamorata di Akira!- le tappai la bocca facendole segno di stare in silenzio, Sora invece si portò le mani al petto, dicendomi congratulazioni.
-Dai ragazze, non prendetemi in giro, è impossibile che io sia innamorata di quel tappetto isterico e senza un minimo di gentilezza-
“Sono proprio una bugiarda” pensai in quel momento.
Sue mi diede una botta sulla testa, esclamando un “idiota” che praticamente fu sentito anche dai pinguini al Polo Sud.
-Izumi per chi ci hai prese? Non siamo mica tonte, a te piace Akira!- stavo per controbattere ma mi bloccai all’ultimo, abbassando lo sguardo verso il terreno.
-Ascolta Izumi, noi siamo le tue migliori amiche e come tali ti aiuteremo in questa situazione, ma anche tu dovrai fare la tua parte e dirci ogni piccola cosa, d’accordo?- capendo di essere oramai con le spalle al muro, annuii leggermente, completamente rossa dalla testa ai piedi.
Secondo il parere delle mie amiche, in quanto fidanzate e più esperte di me in questo argomento, dovevo passare più tempo con Akira, e fargli capire le mie intenzioni con dei gesti, con le parole.
...
-Ehi cespuglio, è da tutto il giorno che mi segui, è un tantino inquietante- Sue, nascosta dietro un angolo con Keita, James e Sora, si diede un facepalm, trattenendosi dal non andare a stritolare quello stupido.
Andai nel panico a quella sua affermazione e balbettando come una completa ebete, cominciai a gesticolare a random.
-Ultimamente sei strana..intendo più strana del solito, c’è qualcosa che non va?- mi chiese quasi con dolcezza, mi calmai istantaneamente, negando l’evidenza e dicendogli che andava tutto bene.
-....Mi fai quasi paura...-
-Chi è che dovrebbe farti paura stupido nan...- non riuscii a concludere la frase che Sue mi prese per l’orecchio e mi portò via su due piedi.
-Ma sei scema!? Ti sembra il caso di offenderlo? Devi fargli capire che ti piace, ma se vai avanti così non farai mai progressi- mi rimproverò la mia amica con tono severo e alquanto professionale, a quanto pare si stava facendo prendere un po’ troppo la mano dalla situazione.
-Tesoro, forse dobbiamo provare qualcos’altro- l’avvertì il suo ragazzo mettendole una mano sulla spalla per farla calmare.
-Allora, prossima cosa: cambia look, questo tuo modo di vestire da scaricatore di porto lo fará solo scappare, non dico che devi vestirti come una delle solite civette scassabaloons, ma un po’ di trucco e qualche vestitino più femminile dovrebbe fargli piacere; sei una ragazza molto carina, se ti mettessi d’impegno avresti sicuramente tanti ragazzi ai tuoi piedi...e sicuramente anche lui, prova!-
...
-Aaaaaaaakiraaaaa!- esclamai con voce “sexy” ed entrando in classe in stile modella; avevo consultato un manuale di make up ed ero rimasta tutta la sera ad usare me stessa come cavia da laboratorio...un disastro.
Ma alla fine ci sono riuscita: fondo tinta, un po’ di eyeliner, ombretto, lucida labbra e matita; indossavo una maglia un po’ scollata di colore blu con su scritto “love me!” e una minigonna nera...tutto con delle ballerine che mi stavano massacrando i piedi.
-Come ti sembro?- aggiunsi facendogli l’occhiolino, lui rimase a fissarmi dalla testa ai piedi, stava funzionando, ce l’avevo in pugno ormai!
-Ma che cavolo ti sei combinata?!-
Eh?
-Eh?!- mi limitai a dire.
-Sembri una barbie formato gigante!- cominciò a ridere di gusto, cadendo quasi dalla sedia.
Non riuscendo a contenere la rabbia, gli tirai un pugno sulla testa, facendolo gemere dal dolore.
-Ahia! Stupida, si può sapere cosa ti ho fatto!?- gridò lui tenendosi la testa dolorante fra le braccia.
-Aaaah, sta’ zitto stupido nano! Stupido, stupido, stupido!- conclusi sedendomi sulla mia sedia ed ignorandolo completamente.
Alla fine delle ore mi ritrovai di nuovo in cortile con le mie amiche, alle quali chiesi dei vestiti decenti, dato che con quelli non riuscivo praticamente a muovermi.
-Non ci posso credere, quel ragazzo è più stupido di quanto pensassi, e pensare che è figlio di Donatello....non possiamo farci niente, piano numero 2!- esclamò Sue facendo il segno della vittoria.
-Il contatto fisico è un elemento fondamentale, cerca di trovare ogni scusa per toccarlo, come una finta caduta per aggrapparti a lui o prendigli il polso per guardare l’ora- continuò Sora gesticolando per essere più incisiva.
-D’accordo...ci proverò...- mormorai con tono indeciso.
...
Ormai la scuola era finita e Akira si stava preparando per andare a casa, era il mio momento; presi una pila di libri in mano e iniziai a correre verso di lui.
-Akiiiraaaaaa! Pistaaaaaa!- lui si tolse una cuffia per sentire ciò che stavo dicendo e si voltò verso di me; appena mi vide fece una faccia spaventata cercando di proteggersi con le mani.
-Ma che diavo...!- andai a sbattere contro di lui e cademmo entrambi a terra.
Contatto fisico completato....ok, forse avevo esagerato.
-Stupida! Sei pesante! Togliti, non riesco a respirare!- si lamentò il nanetto sotto di me, ah giusto, il nanetto...forse cadergli addosso non era stata una buona idea, avrebbe funzionato se fosse stato uno spilungone.
-Mi stai dando della grassa, nano da giardino?!-
-Prima tenti di uccidermi e poi hai anche il coraggio di offendermi!- provai a controbattere ma chiusi la bocca, evitando di dire qualche altra cavolata, in fondo non aveva torto.
-Scusa, non volevo...- iniziai, togliendomi da sopra di lui.
-E poi dovrebbe essere vietato correre nei corridoi- mi rimproverò cominciando a raccogliere le sue cose da terra con fare innervosito.
-Uffa ti ho giá chiesto scusa! Quanto sei noioso!- sbuffai, prendendo la mia borsa e andandomene.
...
-Capisco che il cervello di Akira sia perfettamente in scala con la sua altezza ma anche tu non scherzi! Sul serio, Izumi!? Cioè, gli sei veramente saltata addosso!? Ma che cavolo avevi in testa?!- stavamo tornando e Sue non smetteva di rimproverarmi per quello che era successo, sapevo di aver sbagliato ma era stato più forte di me.
-Calmati Sue, quel che è successo è successo, non ci resta che aspettare domani e vedere che succede- cercò di calmarla James, mettendole un braccio intorno al collo.
-Tranquilli, mio fratello sará parecchio irritabile ma ci vuole ben più per fargli legare al dito qualcosa- disse Keita prendendo per mano Sora che arrossì.
Io mi fermai, dato che dovevo andare da un’altra parte, mentre loro avevano deciso di fermarsi ad un bar.
Mi salutarono e io ripresi il mio cammino, stavo per attraversare la strada quando mi giunse un’e-mail.
Da: tontolo
Potresti passare a casa mia? Devo parlarti.
Parlarmi? Mica era ancora arrabbiato per quella faccenda? Comunque era meglio non farlo arrabbiare ulteriormente e quindi cambiai direzione e andai verso casa sua.
Suonai il campanello e lui venne ad aprirmi.
Appena entrai notai che la casa era completamente vuota, quindi gli chiesi dove fossero tutti.
-Kaori è ad una riunione del comitato, papá come saprai raramente lo vediamo a casa e mamma è ad un provino-
Stop! Quindi eravamo praticamente soli! Forse voleva vendicarsi su di me per quello che era successo!?
-C..che..co..cosa vuoi farmi!?- esclamai spaventata e rossa come un peperone.
-Che diavolo stai blaterando, dai vieni devo mostrarti una cosa- lo seguii in casa sua, sempre più impaurita, ma Akira non era tipo da fare cose del genere.
-Tieni- mi diede una busta e da lì le mie preoccupazioni scomparverò, dentro c’era un videogioco! E non un videogioco qualunque.
-Ma...ma questo è!-
-Zelda versione 0.1 lo so, l’ho trovato in un negozio di videogiochi usati e visto che so che hai lo hai sempre adorato ho pensato di prendertelo- gli saltai letteramente addosso dalla gioia, ringraziandolo in tutte le lingue che conoscevo, ovvero due, inglese e giapponese.
-Bene...sono 29 dollari- disse all’improvviso.
-Eh? Come sarebbe?-
-Non penserai che te lo dia gratis, l’ho pagato una fortuna, cara mia!- esclamò.
-Ma che...che...che...- balbettavo cone una perfetta ebete.
-Stupida stavo scherzando, vorrá dire che mi dovrai un favore in futuro- mi fece la linguaccia; feci una faccia irritata e mi voltai cercando di calmarmi, ma il mio sguardo cadde su un oggetto che non avevo mai visto prima d’ora in camera sua: una chitarra elettrica color blu elettrico e nero.
Mi avvicinai e cominciai a studiarla in ogni minimo particolare, Akira sorrise.
-Me l’ha regalata mio padre qualche giorno fa, bella vero?-
-Non credevo che tu sapessi suonare- lui prese lo strumento in mano e si sedette sul letto.
-Vedi..nella mia famiglia hanno tutti delle grandi passioni: Keita sogna di diventare dottore e Kaori un avvocato, lavori degni dei figli del grande Hamato Donatello, ma io non credo di essere adatto a dei lavori del genere...io vorrei diventare cantante..e raggiungere i cuori delle persone attraverso la musica- incredibile quanto fosse serio mentre parlava, quindi era quello il suo sogno, infatti non era per niente paragonabile a quello dei suoi fratelli o di suo padre.
Lo ascoltavo con attenzione, lui sapeva giá cosa voleva fare nella vita, e io? Io non ci avevo mai pensato.
-...Puoi suonarmi qualcosa?- le parole mi uscirono dalla bocca da sole; lui mi fissò un po’ imbarazzato ma dopo iniziò a strimpellare le corde.
-Quando i tuoi occhi incrociano i miei credo di sognare,
non credo di aver mai visto nulla di simile,
e l’unica cosa che posso dire è “wow”,
tu mi hai incantato, ora sono sotto il tuo controllo,
Così bella, così audace, questa volta non ti lascerò scappare,
perchè ti dimostrerò di essere degno di te, ora sono sotto il tuo controllo.
Anche se ti perderai saprai giá che io sarò lì con te...per favore non guardare nessun altro, guarda solo me,
non ti lascerò andare, voglio stare a guardarti per l’eternita e anche se ti perderai io sarò con te,
perchè ora sono sotto il tuo controllo- rimasi incantata, era incredibilmente intonato, aveca tutt’altra voce quando cantava, le sue parole erano così dolci, venivano dal suo cuore.
Avevo una lacrima pronta ad uscire ma me la mandai via con il dorso della mano, lui era rosso, non aveva mai cantato in presenza di qualcuno.
-Sei..bravissimo- mormorai, lui si voltò verso di me e si accarezzò la nuca sorridendo.
-Grazie...- Akira era una persona fantastica, piena di sogni e di speranze nonostante a volte risulti un perfetto tonto, incredibile a dirsi ma in quel momento capii di essere stata veramente fortunata ad innamorarmi di lui.
E credevo di essere pronta per dirglielo.
-Akira...anch’io volevo dirti un cosa..ecco..io- lui mi osservava incuriosito e io andavo sempre di più in palla.
-Io...tu..tu mi..- proprio mentre stavo per dichiararmi, improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare, era mia madre, quindi risposi.
-Pronto, mamma cosa c’e? Calmati...respira profondamente....cosa...Davvero?!...Aspetta, sei sicura!? Hai giá avvertito papá!...Si, arrivo subito- chiusi la chiamata e rimisi in fretta il cellulare in tasca.
-Che succede?- mi domandò Akira posando la chitarra nella custodia.
-È Ice cream Kitty...sta per partorire!-
   
 
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