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Autore: Alise13    31/08/2015    0 recensioni
Si sa, il destino è una macchina incontrollabile che sfugge a ogni nostra logica. E’ come il banco nel gioco d’azzardo, non possiamo controllarlo, né tanto meno prevedere le sue mosse, l’unica cosa certa è che vince sempre e noi possiamo solo cercare di limitare i danni quando decide di lasciarci a mani vuote.
Fu questo per me Harry, una continua scommessa contro il destino e se l’abbia vinta o no questo lo lascio giudicare a voi.
Un amore che diversamente dagli altri ammette di essere imperfetto, umano e splendidamente complicato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4° capitolo

Trappola onirica

 
  "Tutto quello che vorresti o non vorresti vivere, i tuoi sogni l'hanno già conosciuto."
(Stefano Lanuzza)

 

«E' buono il gelato?» chiese mio padre facendomi un grande sorriso mentre teneva lo sguardo fisso sulla strada.

Feci di si con il capo, mentre mi gustavo quel dolce che tanto amavo.

«Sei una golosona, proprio come tua madre»

E ridemmo all'unisono pensando alla mamma che di notte sgattaiolava sempre a sgranocchiare qualche biscotto al cioccolato.

Poi l'inizio della fine.

«Ma che sta facendo quella macchina?» Portai il mio sguardo sulla strada dinanzi a noi. Un'auto stava sbandando pericolosamente sul ciglio opposto della strada.

Poi la sterzata fatale e ci ritrovammo in uno scontro frontale. Ricordo le urla di mio padre mentre si buttava sopra di me cingendomi con le braccia la parte superiore del corpo.

Quando riaprì gli occhi non riuscivo a respirare, il corpo senza vita di mio padre mi impediva di vedere oltre la sua spalla, cercai di spostarlo, urlando il suo nome. La prima cosa che pensai era che fosse svenuto, ma non rispondeva. La cintura di sicurezza che ancora lo legava mi aiutò a spostarlo sul suo seggiolino, non riuscivo a muovere le gambe, quando le guardai spaventata di cosa potessi vedere le ritrovai schiacciate dalle lamiere.

«Papà! Papà aiuto! Aiutami papà»

Silenzio.

Gli airbag non si erano aperti. Fuori il buio più totale, non una luce, solo buio.

Non riuscivo a piangere solo ad urlare, sentivo il dolore dei tagli sulle braccia percuotermi il corpo, ma nessun altro dolore proveniva dalle gambe.

Sentì dei passi correre verso la nostra direzione. Un ragazzo si era accostato dietro alla nostra macchina.

Cercò di svegliare mio padre battendo i pugni sul vetro, poi vide me e corse dal mio lato. Il vetro dalla mia parte si era spaccato in mille pezzi, come il parabrezza. Alcuni vetri si erano ficcati nella mia carne.

«Ora ti tiro fuori!» Urlò. «Cerca di rimanere sveglia» Gli occhi erano pesanti, sempre più stanchi.

Lo senti tirare lo sportello verso di sé, ma nell'impatto si era accartocciato incastrandosi nelle lamiere.

«Merda!» Urlò.

«Lasciami qua» Boccheggiai sotto shock.

«Non ti preoccupare, ti tiro fuori» disse facendo un sorriso tirato, era spaventato.

Riuscì a far leva in un punto con un bastone. Vidi lo sportello staccarsi e il ragazzo tirarlo via con forza.

«Ce l'ho fatta piccola, ti porto via!»

«Aiuta il mio papà, ti prego, è colpa mia, è colpa mia!»

«Sash! Sash svegliati!»

Le mani di Jane mi percuotevano con forza.

«E' un incubo Sash!»

Aprì gli occhi saltando a sedere sul letto. Avevo il fiatone ed ero completamente sudata. Respiravo a fatica come se un macigno mi si fosse posato sul petto. La gola mi faceva male, dovevo aver urlato per un po'.

«Respira. Va tutto bene. E' tutto finito.» Jane mi stava accarezzando dolcemente la schiena.

«Ci sono io Sash. Sono qui per te»

Le lacrime mi rigarono il viso che affondai nelle mani. Non ce la facevo più volevo che sparissero per sempre quelle immagini. Faceva troppo male, volevo strapparmi il cuore dal petto.

«Scusa» singhiozzai.

«Non ti devi scusare, basta farsi mille colpe» e mi abbracciò stringendomi forte a lei.

«Sono qui per te e non ti lascio»

Mi abbandonai ad un pianto liberatorio, addormentandomi stremata con Jane che si era infilata nel mio letto per vegliare su di me. Mi accarezzo i capelli tranquillizzandomi finché il sonno non mi avvolse nuovamente nel suo manto, lasciandomi ad un sonno senza sogni.

ANGOLO AUTRICE:

Buona sera ragazze/i spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non sono ancora entrata nel vivo della storia perché preferisco andarci piano e introdurre un po' di argomenti prima, spero comunque che stuzzichi la curiosità di qualcuno :3
Un bacio <3

   
 
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