Videogiochi > The Elder Scroll Series
Segui la storia  |       
Autore: QWERTYUIOP00    04/09/2015    2 recensioni
Un complotto svelato.
Un emissario attaccato.
Due città in rivolta.
E tanto, tanto sangue.
Seconda storia della serie "Downfall"
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Downfall'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I due uomini avanzavano per il corridoio, dritti, splendenti nelle loro armature.
Quello davanti indossava la corazza da Generale della Legione Imperiale, formata da un metallo bianco splendente con finiture dorate; era un uomo vecchio, con diverse rughe che gli solcavano il volto.
Eppure non dava segni di debolezza, marciava con passo fiero, l’elmo sotto il braccio, per nulla rallentato dalla pesante armatura.
Quello dietro, invece, era rivestito di una comune corazza in ferro battuto senza elmo, e camminava tenendo in mano un registro, gli occhi che saettavano da tutte le parti ammirando i graziosi decori del Palazzo Imperiale.
Al termine del corridoio, i due salirono una rampa di scale illuminata da una lanterna posta sul soffitto e, una volta arrivati in cima, continuarono la marcia in un altro corridoio, dove si affiancò loro un altro soldato.
“Generale Gratiatus” salutò quello, un Imperiale pelato,  grasso e tozzo che a malapena riusciva ad entrare nella propria armatura da generale.
“Generale Sintav” disse  l’altro “ha saputo niente di nuovo?”
“No” rispose il primo con voce sconsolata “Temo dovremo attendere il rapporto degli uomini di Maudelaire”
“Ah!” sbottò Gratiatus “come al solito dovremo tutti pendere dalle labbra di quel verme!”
“E non è tutto” continuò Sintav “E’ confermata la presenza di Thules”
“’Thules il farneticante’ viene a farci visita?” esclamò il vecchio comandante “Davvero magnifico!”
I tre uomini procedettero per il corridoio fino ad un’altra rampa di scale che conduceva ad una spaziosa stanza elegantemente arredata che comunicava con una sala circolare con al centro un tavolo della stessa forma.
Ignatius seguì i due generali all’interno e aspettò che prendessero posto prima di mettersi dietro a Gratiatus, quale suo attendente personale.
Oltre a loro vi erano altri quattro generali: un Nord biondo corpulento che stava tracannando un boccale d’idromele, un Redguard pelato con la mascella  sporgente che guardava tutti con aria annoiata, un Imperiale dai lunghi capelli neri che leggeva una pergamena e un bretone.
Un gigantesco bretone dai capelli color sabbia, alto e robusto.
“Generali” salutò quest’ultimo.
“Maudelaire” rispose secco Gratiatus.
“Hai dunque informazioni importanti da riferirci?” chiese dopo un lungo silenzio imbarazzato Sintav.
“Oh, sì. E parecchie” annuì il bretone ridendo “ma le riferirò quando il Monarca Thules ci degnerà della sua presenza”
Quella risposta parve soddisfare i generali che, posati gli elmi sul tavolo, si riempirono una coppa di brandy.
Un attendente alto e minuto vestito con un elegante farsetto nero entrò nella stanza portando con sé una grossa pergamena arrotolata.
Una volta aperta al centro del tavolo, quella si rivelò essere una mappa di Cyrodiil che segnava ogni città, insediamento o forte di rilevanza strategica nella Provincia Imperiale.
Dopo un quarto d’ora un alto uomo vestito con una lunga veste azzurra, ricamata con fili d’oro, e piccole gemme in prossimità delle cuciture.
Tutti gli ufficiali presenti nella stanza si alzarono i segno di rispetto.
“Monarca” dissero questi in contemporanea “è un onore averla qui con noi”
“Sì, sì” rispose spazientito Thules facendo cenno agli altri uomini di sedersi mentre lentamente si dirigeva verso il suo posto, nella sedia opposta all’ingresso della sala.
 Una volta che il Monarca ebbe preso posto, sospirò con aria avvilita guardando i presenti serio in volto.
“Miei generali” si rivolse loro “in questo momento, la stabilità dell’Impero è in crisi a causa del tradimento perpetrato dai conti di Bravil e Leaywiin con la dichiarazione d’Indipendenza dall’autorità del Potentato. “Ebbene,  generale Gratiatus, ha ottenuto nuove informazioni?”
“No” rispose secco Gratiatus guardando torvo Thules “I miei scout non sono riusciti a scorgere niente di nuovo da Bravil, e i pochi membri della Legione ancora fedeli all’Impero stanno fuggendo dalla zona del Diarcato”
“Mi ha deluso, generale” dichiarò il monarca contrariato “E, se ci tiene al suo posto nel Consiglio del Gabinetto di Guerra, farebbe meglio a rivolgersi a me con maggior rispetto”
Suppongo che dovremo affidarci a Maudelaire, dunque” aggiunse poi, guardando il Bretone.
“Suppone bene, monarca” dichiarò quest’ultimo alzandosi.
“Innanzitutto, pare che il conte Marius Caro, e con lui il battaglione di uomini che l’ha seguito a Bravil, sta per lasciare la città per tornare a Leyawiin”
“Dunque devono aver già sviluppato una strategia di guerra verso l’Impero” osservò Sintav prima di bere dalla coppa.
“E, soprattutto, a Leyawiin il figlio sedicenne di Caro ha iniziato delle contrattazioni con mercanti i Valenwood e Black Marsh per acquistare ingenti quantità di legname” aggiunse Maudelaire serio in volto.
“Vogliono costruire una flotta” disse il terzo ufficiale Imperiale.
“Questo dev’essere assolutamente impedito” dichiarò il Redguard, che esibiva nella corazza pettorale delle piastrine da ammiraglio “La nostra flotta nel Niben è inadatta per sostenere delle battaglie navali. Vi sono le navi appena sufficienti per trasportare una legione”
“E come potremmo mai impedire la vendita?” si aggiunse il Nord “le trattative sono in corso con mercanti del Regno di Argonia e del Dominio Aldmeri, due nazioni che sarebbe maglio non far partecipare a questa guerra. No, vi dico io cosa bisogna fare. Datemi due legioni e marcerò lunga la Strada Verde e vi prenderò sia Bravil che Leyawiin. Vedrete che si pisceranno addosso sulle mura vedendomi arrivare e apriranno le porte subito!”
“La smetta di dire scempiaggini!” lo rimproverò Thules “qualcuno ha un’idea un po’ più brillante?”
Nella sala calò il silenzio per qualche secondo.
“Li impossibilitiamo economicamente” suggerì infine Gratiatus.
Il monarca lo guardò confuso.
“La loro strategia è chiaramente quella di puntare ad una guerra veloce impadronendosi in fretta della capitale” spiegò l’Imperiale “e questo come sapete, non è per limitare le perdite, ma per evitare di rimanere a secco.
“Le scorte auree di Bravil e Leyawiin sono assai limitate; questo in base al vostro decreto e anche per la pessima gestione delle contee. Ma questo, una volta presa la Città Imperiale, non è più un problema, anzi. Loro rimarrebbero con le riserve auree dell’intero Impero mentre le altre contee rimaste fedeli avrebbero fondi limitati, troppo esigui per permettersi un contrattacco, mentre loro potrebbero assoldare interi eserciti di mercenari”
Il monarca annuì. Cominciava a capire cosa sarebbe seguito.
“Perciò l’unica cosa da fare è accelerare il processo di impoverimento delle casse delle due contee. Battiamo moneta, aumentiamo l’inflazione. In questo modo ogni costo si gonfierà ma noi saremo in grado di sostenerlo, mentre Bravil e Leyawiin no. I prezzi per il legname diventeranno troppo alti e i ribelli dovranno rinunciare alla costruzione della flotta per poi entrare in crisi per comprare pane, armi, uomini.
Le loro tasse si alzeranno, il malcontento pure. E magari i ritroveranno a dover affrontare anche rivolte interne”
Tutti nella sala approvarono la proposta e l’addetto la segnò al verbale.
“Molto bene” dichiarò Maudelaire “E ora un’ultima questione. Nella giornata di ieri la contessa Arianna Valga di Chorrol ha scritto una lettera a sua figlia, che come tutti sapete è la sposa di Marius Caro e quindi la contessa di Leyawiin. In più, Titus mede ha raccolto un esercito nei pressi di Kvatch che comprende la forza di tutte le città della Colovia come Anvil, Chorrol, ovviamente Kvatch e Forte Sutch, da poco assegnato dal Monarca Thules a Lazare Milvan. A quest’esercito si uniranno presto le truppe di Elsweyr, che hanno nominato Capo dell’Armata il re di Rimmen J’Rakka e, una volta che quest’esercito si sarà mosso, accoglierà anche le truppe di Skingrad. Questo potrebbe voler dire che Titus Mede vuole schiacciare la rivolta, come potrebbe voler dire che vuole appoggiarla per ottenere l’indipendenza della Colovia e, magari, di Elsweyr. Questo spiegherebbe la lettera di Valga alla figlia: una proposta di alleanza”
Dopo il giubilo che aveva seguito la soluzione al problema precedente, un cupo silenzio si fece di nuovo largo tra i presenti.
Quella volta fu il monarca a trovare una soluzione.
“Allora dovremo stimolarlo a fare la scelta giusta” disse con voce imperiosa “gli scriveremo una lettera promettendogli, in caso di aiuto nel sopprimere la ribellione, il titolo di Conte di Kvatch. Gli piacerà molto questo, ne sono sicuro. Ma, nel caso la sua ambizione sia ancora maggiore, dovremo porgli un freno. Ordinate a Re Waylas di Hammerfell di radunare un esercito che comprenda la forza di Hammerfell, High Rock e Orsinium e di posizionarlo al confine con Cyrodiil. Con un tale esercito a poca distanza, Mede si renderà presto conto che non gli è concesso scherzare con il Potentato”
Maudelaire si sedette dove aver annunciato di aver concluso.
“Molto bene” convenne Thules “ed ora passiamo alla nostra strategia d’attacco”
“Come ho già detto” intervenne il Redguard “la nostra flotta nel Niben può trasportare un’intera legione senza problemi. Questa legione, speriamo insieme all’esercito di Titus Mede, dovrebbe essere più che sufficiente per prendere Bravil e quindi aprire la strada per tutto il Niben fino a Leyawiin. Ma chi comanderà questa forza?”
“Penso di conoscere la persona giusta” rispose prontamente Maudelaire con voce tonante “Un Legato capace e ambizioso al punto giusto da permetterci una vittoria sicura. Aurelius Scavatus“
“Non mi fido dei tuoi uomini, Maudelaire” lo interruppe Gratiatus con voce colma di disprezzo “quindi permettimi di affiancare a questo… Scavatus il mio attendente, qui presente come secondo in comando: Ignatius Scitio” e indicò la persona in piedi dietro di sé.
“Ma che diavolo?” pensò Ignatius preoccupato “No, ti prego, generale, no…” e guardò il monarca Thules.
Quello ricambiò lo sguardo e, notando l’espressione preoccupata di Scitio, sorrise.
“Come osa?” sbraitò Maudelaire alzandosi.
“Generali, generali. Calmatevi, ve lo ordino” disse infine Thules, divertito dalla scena “se ci tiene così tanto, generale Gratiatus” aggiunse poi “il suo attendente sarà il secondo in comando di Scavatus. Gli ordini per la legione sono di prendere Bravil. A qualsiasi costo. Le modalità saranno a discrezione di Scavatus”
Tutti i presenti convennero mormorando assensi.
“Bene, il consiglio è sciolto” concluse Thules alzandosi “la legione partirà domani mattina. Buona giornata, miei generali”
“A lei, monarca” salutarono un’altra volta in coro i generali.
Gratiatus uscì dalla stanza in fretta seguito da Ignatius.
“Perché mi ha proposto, generale?” chiese una volta che l’ebbe raggiunto.
“Non sono stato abbastanza chiaro?” domandò il generale, non scomponendosi.
“Sì ma, come lei sa, io non ho mai combattuto, sono solo un attendente. Non sono un soldato!” disse in tono disperato l’attendente.
“Beh, figliolo, quella è una scusa che d’ora in avanti non potrai più utilizzare” ridacchiò il vecchio soldato.
Notando la faccia di Ignatius, si rabbuiò.
“Dubiti forse del mio giudizio?” sbottò in tono burbero.
“No, no. Assolutamente!” si ritrovò a strillare l’attendente.
“E’ un bene” convenne Gratiatus, poi alzando un dito ordinò con voce imperiosa: “Perché tu sarai su una di quelle navi domani mattina o ti pentirai del giorno in cui hai deciso di diventare il mio attendente, sono stato chiaro?”
“Sì, signore” si arrese Ignatius, sinceramente preoccupato di cosa il generale avrebbe potuto fargli.
Rabbrividì al solo pensiero e continuò a camminare.
 
 
 
Ignatius non era mai stato in guerra.
Non aveva mai visto una guerra.
E vedere un’intera legione schierata al porto che si imbarcava sulle navi della Flotta Imperiale del Niben fu per lui una vista grandiosa.
Un migliaio di soldati, tutti con l’armatura in ferro grigio della legione e l’elmo con il pennacchio nero, tutti armati con la spada in argento in dotazione e l’arco in legno schierati in formazioni compatte.
Davanti alle file marciava un’imponente figura con l’armatura standard per un legionario senza l’elmo.
I suoi erano lineamenti duri: l’alta fronte si posava sopra degli occhi marroni che emanavano perennemente un’aura di odio e freddezza, la bocca era costantemente piegata in una smorfia e la mascella che pareva d‘acciaio sporgeva notevolmente.
L’uomo era pelato, lungo i lati del viso scendevano due lunghi basettoni neri che si univano ai baffi senza coprire il mento.
La sua voce era aspra e raschiante.
“Soldati dell’Impero” urlò con voce decisa “sono il Legato Aurelius Scavatus, comandante in capo di questa spedizione contro la ribelle città di Bravil.
“Durante questo viaggio voi risponderete a me e agli uomini che io incaricherò di comandarvi. Io vi ho avvertito, se c’è una cosa che non tollero, legionari, è la disobbedienza. Chi si rifiuterà di eseguire un mio ordine si aspetti la morte. Non ci saranno ripensamenti: per me o per voi.
“Ed ora andiamo a prendere questa città!”
Un boato travolse il porto, mentre l’intera legione urlava sbattendo il suo braccio contro lo scudo.
Ignatius era ancora più preoccupato.
Non era fatto per quel genere di cose.
“Molto bene, legionari” sebbene Scavatus sembrava soddisfatto, nulla era cambiato nei suoi lineamenti d’acciaio o nella su voce “Avete forza in corpo. Sarà meglio per voi avercela anche sotto le mura di Bravil, sotto i dardi dei nemici, di fianco ai cadaveri dei vostri compagni massacrati perché, a differenza di quanto alcuni idioti tra voi credono, la guerra è quello. No c’è gloria, non c’è onore.
“Ma la vittoria. Quella sarà la vostra unica vera dea”
I legionari stettero in silenzio.
“Ed ora salite sulle navi! Si parte per Bravil!” gridò sguainando la spada d’argento e issandola in alto.
Il metallo che emanava luce sotto il sole.
“Tu devi essere Scitio” disse infine avvicinandosi ad Igniatius, mentre tutto intorno a loro i soldati si gettavano verso le imbarcazioni.
“Sì, signore” rispose con la voce più sicura che riuscisse a fare l’altro.
“Cerca di non intrometterti troppo” ribatté secco Scavatus “o ti farò impiccare e avrò la tua testa per insubordinazione, sono stato chiaro?”
“Sì, signore” rispose pietrificato Ignatius.
“Magnifico” disse con tono ironico il Legato “ed ora Sali, o partiremo senza di te”
 
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e di non aver fatto alcuna pestata in ambito economico/ finanziario. Al prossimo capitolo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Elder Scroll Series / Vai alla pagina dell'autore: QWERTYUIOP00