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Autore: Ariel88    05/09/2015    1 recensioni
Finita la seconda guerra magica, Hermione Granger e Draco Malfoy sembrano provare le stesse emozioni: paura, smarrimento, stanchezza, insicurezza.
Il loro futuro si fa ancora più incerto quando una nuova, inspiegabile avventura sembra unire i destini di questi due ragazzi tanto diversi all'apparenza, quanto simili nel profondo.
Una Dramione che unisce passato e futuro, storia antica e magia occulta, con finale a sorpresa.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 4: Preparativi

 

 

La migliore preparazione per il tuo domani,

è fare del tuo meglio oggi.

H. Jackson Brown Jr

 

 

Hermione Granger si fissava allo specchio, corrucciata: non aveva mai capito come valorizzarsi al meglio e soprattutto truccarsi in modo da rendere più profondo lo sguardo.

Del resto, farsi bella non era certo mai stata una delle sue priorità.
Non le era mai piaciuto agghindarsi più di tanto, né aggiustarsi e lisciarsi i capelli, e tantomeno truccarsi.
Nemmeno ultimamente le piaceva.
Soprattutto ultimamente, si trovò a pensare.
Era difficile pensare ad altro o fare qualcosa di diverso, quando nella sua mente si accavallavano sempre gli stessi pensieri: come prima destinazione, il suo pensiero volava sempre verso i suoi genitori, ancora dispersi in Australia.

Il Ministero aveva predisposto per la loro ricerca addirittura una squadra di Auror.
‘Per quello che hai fatto per la salvezza di tutti noi, Hermione. E’ il minimo che possiamo fare per te’, le aveva detto Kingsley con la sua voce grave che ispirava sicurezza.
Ma, fino a quel momento, avevano trovato ben poco. Anzi, a dirla tutta brancolavano ancora nel buio. Per questo Hermione diventava sempre più irritabile e nervosa, quando l’angoscia per il destino incerto dei suoi genitori si appropriava della sua mente.

Era ancora troppo vivido nella sua memoria il funerale di Fred Weasley, di Tonks e del professor Lupin.

Lasciò scendere una lacrima, mentre cercava di non pensare che sarebbe potuto accadere lo stesso ai suoi genitori.

Ricordava ancora la signora Weasley inginocchiata a terra, mentre stringeva una gamba del signor Weasley: piangeva a dirotto, il viso sconvolto e deturpato dal dolore.

George si era disteso lungo la bara bianca del fratello, ormai chiusa, con un sguardo perso nel vuoto, con una disperazione che andava al di là del pianto, che non si poteva esprimere con gesti o parole.

Hermione aveva cercato di essere vicina a Ron, raccogliendo un po’ di coraggio, stringendolo a sé prendendolo dalla vita, ma non aveva avuto risposta a quel suo gesto: il ragazzo era rimasto immobile, mentre piangeva silenziosamente. Tremava, anche. Hermione non lo aveva mai visto così sconvolto.

Anche l’immagine di Andromeda mentre piangeva straziata sulla tomba della figlia con il piccolo Teddy tra le braccia ricorreva costantemente negli incubi di Hermione. Per non parlare del cadavere di Fred, con il viso ancora luminoso e bello, con l’ombra dell’ultimo sorriso disegnato sui lineamenti rigidi. Sembrava che dormisse. Hermione lo sognava spesso mentre cercava di parlarle, ma nei suoi incubi, Fred apriva e chiudeva la bocca con grande sforzo, senza riuscire a dire nulla di comprensibile.

Subito dopo il funerale di Fred, Hermione aveva deciso di trasferirsi, insieme ad Harry, dai Weasley: non che avesse avuto scelta, la signora Weasley era stata categorica, non sarebbero andati da nessun’altra parte. La signora Weasley si sentiva più sicura avendo tutte le persone che amava lì vicino, e darsi da fare per tutti le aveva restituito un po’ di quello spirito che aveva perso con la morte di Fred.
Ma, del resto, dove sarebbe potuta andare, Hermione? Non aveva più nessuno al mondo, se non Harry e Ron.
Una nuova lacrima le scese sul viso pallido, mentre cercava di farsi forza e di non farsi sopraffare dallo stress, a cui era stata sottoposta costantemente nell’ultimo anno.
Il secondo pensiero che aveva sempre in mente, poi, erano i Mangiamorte: quei maledetti, se solo si consegnassero! Almeno non sarebbe costretta a vagare di lungo e in largo insieme ai suoi migliori amici per tutta l’Inghilterra, solo per trovarli. Moltissimi erano ancora i latitanti, infatti, e soprattutto, c’era ancora Rookwood a piede libero. Non poteva passarla liscia, non dopo quello che aveva fatto a Fred.
Era davvero felice di poter dare una mano ai Weasley e a tutto il mondo magico ancora una volta, ma, quei viaggi la stavano distruggendo psicologicamente: era come passare un altro anno a dormire nelle tende, al freddo … non era certo una passeggiata.

Certo, il Ministero aveva provveduto a tutto: non avevano più la vecchia tenda del signor Weasley che puzzava di gatto, ma una tenda così confortevole e ben tirata a lucido che sembrava di stare in una casa vera e propria. Inoltre, ora avevano delle buone scorte di cibo.

Eppure, quando stava lì dentro, con Harry e i Weasley che si scambiavano pareri e tracciavano mappe segnando i posti da controllare, sentiva il petto stranamente pesante, come se costretto da un peso troppo grande, che non riusciva a reggere.

Era come se la sua mente la riportasse di nuovo alla ricerca degli Horcrux, facendo riaffiorare tutta la tensione e il senso di disperazione che aveva provato solo pochi mesi prima.
A ben pensarci, l’unico motivo che la spingeva ad affrontare quei viaggi era Ron.
Ed ecco che ritornava ai pensieri che le attanagliavano la mente.
Come ultimo pensiero, ma mai veramente ultimo, c’era Ron.
Non avrebbe mai neppure lontanamente immaginato qualche mese prima che affrontare i propri sentimenti e capire quelli del ragazzo sarebbe stato di gran lunga più difficile ed estenuante della ricerca degli Horcrux.
Ma, del resto, osservò con un sorriso, gli Horcrux le aveva portato via solo un anno della sua vita, Ron come minimo tre.
Da quando era morto Fred il ragazzo si era sempre più chiuso in sé stesso, diventando insolitamente silenzioso e, cosa che non era assolutamente conforme al suo carattere, stranamente serio.

Hermione non ricordava più il suo bellissimo sorriso, che non vedeva ormai da mesi.
Qualcosa doveva essersi spezzato dentro di lui, e Hermione sapeva che sarebbe potuto succedere.
Non aveva mai avuto fratelli o sorelle, ma, quando cercava di immaginarsi cosa dovesse provare Ron, pensava sempre a come sarebbe stata lei se avesse perduto Harry.
Harry era per lei come il fratello che non aveva mai avuto e quando le mancava il respiro al solo pensiero di non averlo più accanto, si accorgeva di quanto potesse essere terribile il lutto che stava devastando Ron.
Sì, in fondo sapeva bene che Ron avrebbe reagito in quel modo.
Quello che però non sospettava, era che si sarebbe chiuso soprattutto con lei. Questo proprio non se lo sarebbe mai aspettato.
Ma era inutile negare la realtà, era così: con Harry era pressoché lo stesso, un tantino più cupo, ma sempre pronto all’avventura e ad incoraggiarlo durante la ricerca dei Mangiamorte. Certo, non rideva più, ma ogni tanto tirava un sorrisino timido rivolto al suo migliore amico.
Con Ginny aveva i suoi soliti battibecchi, com’era sempre stato, cercava solo di essere meno duro con lei, di non alzare troppo la voce e, ovviamente, di evitare ogni discussione se c’era nei paraggi la signora Weasley.
Dava anche una mano a George, ora che lui era così scoraggiato e triste, ed era per quest’ultimo una grande spalla su cui poggiarsi, tanto che George non lo prendeva quasi più in giro per la sua età, come aveva sempre fatto.

Anzi, un giorno lo stesso George aveva detto a Ron che era maturato molto negl’ultimi mesi, e che sarebbe diventato un grand’uomo, esibendo il suo primo, timido, sorriso dopo la morte del gemello, che fece scoppiare in lacrime di felicità la signora Weasley.
Inoltre, Ron aiutava la signora Weasley con una dedizione che faceva commuovere Hermione, perché capiva che si era innamorata di un ragazzo meraviglioso.

Non faceva più i capricci, non si lamentava più per i soldi che mancavano: si prendeva cura del giardino, dava una mano in cucina, teneva su il morale a suo padre, oltre che a George e a sua madre, con uno spirito che metteva allegria al solo guardarlo.
Ma, con lei … con lei era sempre taciturno, timido, di poche parole.

Sembrava aver dimenticato quel bacio appassionato che si erano scambiati durante la guerra, Merlino solo sapeva perché.

Non le aveva dato nessun segno di desiderio, non si era mai spinto verso di lei, non le aveva mai cercato un altro bacio, nemmeno in quei rari momenti in cui si erano trovati da soli.
Forse quel bacio lo aveva dato in un momento di disperazione, pensando che sarebbero morti di lì a poco?

Forse, dopo aveva capito che per lui era solo un’amica e non trovava il coraggio di dirglielo?
Forse, per lui quello era stato soltanto un gioco, solo un modo gentile per non rifiutarla? In fin dei conti, Hermione capì che era stata lei a baciarlo e il fatto che lui avesse ricambiato il bacio con entusiasmo non significava proprio nulla.
Forse si era illusa per troppi anni, e ancora continuava ad illudersi.
Forse Ron non avrebbe mai ricambiato i sentimenti che lei provava per lui.
Sospirò, cercando di non pensare sempre alle solite cose che le assillavano la mente.
Meglio passare a rendersi presentabile. Aveva completamente dimenticato della festa che avevano preparato per festeggiare la vittoria, e soprattutto per osannare lei, Harry e Ron.

Come se avessero voglia di festeggiare dopo tutto quello che avevano passato e che stavano ancora affrontando!

Eppure, come aveva saggiamente detto la signora Weasley, dovevano pur ricominciare da qualche parte, almeno loro.

Peccato che fosse così difficile, ricominciare. Peccato che Hermione si sentisse così terribilmente sola, ora che non aveva più nemmeno Ron al suo fianco.

La festa, in ogni caso, era stata organizzata ad Hogwarts, l’unico posto in Inghilterra che sarebbe stato capace di contenere un numero considerevole di maghi: Hermione aveva sentito dire da Ginny che il professor Lumacorno (chi se non lui poteva avere ancora quell’entusiasmo nell’organizzare le feste?) era stato costretto a limitare il numero dei partecipanti, proponendo dei biglietti riservati ai maghi più influenti del mondo magico e ai loro amici più stretti.

Era vero, ad Hermione non piacevano certe occasioni, ma doveva ammettere che le avrebbe riscaldato il cuore vedere il castello di Hogwarts completamente ricostruito (aveva sentito dire che la professoressa McGranitt, insieme ad altri professori, aveva fatto dei veri e propri miracoli).

Così, forse, anche i tasselli della sua vita sarebbero andati uno ad uno al loro posto, come per magia.

 
Proprio in quel momento, accorse Ginny, in suo aiuto: in quei giorni, era sempre stata sua complice e sua amica. Da quando erano tornate alla Tana la sosteneva come una vera e propria sorella.
Senza di lei di certo non ce l’avrebbe fatta a superare tutto quello.
Hermione aveva pianto con lei quando avevano dato l’ultimo saluto a Fred e Ginny l’aveva abbracciata forte e solo tra le sue braccia Hermione era riuscita a scatenare un pianto dirotto per scaricare la tensione.

Solo con lei si era potuta dimostrare fragile, perché quando aveva abbracciato Ron durante il funerale aveva dovuto mantenere la calma e mostrarsi forte.

E Ginny aveva sofferto con lei quando il suo amore con Ron, a differenza del suo con Harry, non aveva trovato ancora modo di sbocciare, restando un acerbo germoglio. Si lamentava dell’idiozia di suo fratello, non riusciva a capire perché lei lo amasse tanto e di come avesse mai potuto prendere un tale abbaglio, lei, che era la strega più intelligente e brillante del mondo magico, e le battute della rossa, doveva ammetterlo, avevano strappato a Hermione molti sorrisi.

Ginny era una ragazza forte, e soprattutto negl’ultimi mesi aveva dimostrato le straordinarie capacità della sua forza.

Era stata, proprio come Ron, un sostegno sicuro per tutta la famiglia.

Ma, a differenza del fratello, aveva mantenuto lo spirito allegro e spesso si dispiaceva nel vedere come Ron era diventato, per dirlo con parole sue,  ‘musone e pesante’.

E se qualcuno le chiedeva il perché di tanta allegria, lei rispondeva con gli occhi lucidi: “Fred avrebbe voluto che tutti ridessimo un po’ di più e sono sicura che quello che vorrebbe sentire da lassù siano soltanto le nostre risate!”.

Nel sentire quelle parole, tutti annuirono, commossi, e persino George le diede ragione, abbracciandola.

Era, infine, lei a dirle di farsi coraggio quando non ce la faceva più a stare dietro i pedinamenti per la ricerca dei Mangiamorte, e di non preoccuparsi per i suoi genitori, che sarebbero stati trovati presto dagli Auror.

Ginny riusciva a capirla come nessun’altra.
“Ecco fatto. Sei bellissima, Hermione!” sorrise Ginny, ammirandola, dopo che le aveva tracciato con sicurezza due linee perfette sugl’occhi, di un color terra bruciata che si intonava perfettamente con i suoi occhi castani, a mo’ di trucco. “Vedrai che quell’idiota di mio fratello stasera farà qualcosa. O almeno si spera!Ancora non so perché continui a perdere tempo con lui, Hermione!” dichiarò Ginny, mentre alzava gli occhi al cielo, ridendo.
Anche Hermione sorrise, guardando la sua immagine allo specchio: aveva raccolto appena i capelli all’indietro all’altezza delle orecchie, e con la tricopozione lisciariccio, li aveva resi luminosi e setosi, lisci sulla radice, mossi alle punte.

Le ciglia nere furono, poi, sapientemente allungate da Ginny con il mascara e sembrarono dei veri e propri ventagli sugli occhi.

“Non so come ringraziarti, Ginny!”ammise Hermione, in imbarazzo. “Per tutto. Per tutto quello che hai fatto in questi mesi” aggiunse, con un sorriso sincero.
“Siamo amiche, Hermione. Anzi, direi molto di più. E non importa se un giorno sposerai davvero mio fratello o meno. Per me resterai sempre una sorella!” le rispose Ginny, prima di abbracciarla calorosamente.
Era raggiante e felice: Ginny era stata sempre così solare e capace di esternare i suoi sentimenti che ,spesso, Hermione l’aveva invidiata. Riusciva ad ammettere tutto, persino le cose più scomode.
Per lei invece, era tutto più difficile, era profondamente insicura e cercava quella sicurezza nelle pagine dei molti libri che leggeva, nel dimostrare che lei era più brillante degli altri.

Quando proprio non riusciva a trattenersi,allora mostrava i suoi sentimenti con le lacrime, i sorrisi e gli sguardi, più che con le parole.
E proprio in quel momento, le lacrime fecero capolino dai suoi occhi scuri.
“Non pensarci nemmeno!” l’ammonì Ginny, indicando con un dito i suoi occhi. Evidentemente, si era accorta delle lacrime che lottavano per uscire. “Stasera devi essere perfetta, niente trucco sbavato!” e prese l’amica sottobraccio, conducendola di sotto.
L’idea di quella festa, comunque, continuava a non andarle troppo a genio, tanto più che Hermione sospettava, anzi ne era quasi sicura, che Lumacorno non l’aveva fatto realmente per festeggiare la vittoria, quanto più per Harry, per sapere qualcosa in più sul suo trionfo. O meglio, per averne un racconto dettagliato.
In ogni caso, la verità era che non avevano potuto rifiutare l’invito per via del Ministero che aveva approvato molto l’iniziativa del professore, dato che intendeva anche invitare gli studenti della casa Serpeverde che non avevano preso nessuna iniziativa alla guerra e che non erano sotto processo, per la maggior parte figli di Mangiamorte messi al lastrico dalla situazione.

Il Ministero, e soprattutto in prima persona Kingsley, ci tenevano a non generare odio e discriminazione nei loro confronti per evitare ulteriori ribellioni e guerriglie.
Per non commettere il loro stesso errore, aveva detto Kingsley.

E, per Hermione, aveva perfettamente ragione: bisognava che tutti collaborassero, o la pace sarebbe rimasta solo un ricordo, in breve tempo. Un arcobaleno subito dopo la pioggia, destinato, però, a scomparire presto.
La sua presenza e quella di Ron avrebbe sicuramente dato il buon esempio, dato che erano diventati famosi quasi quanto Harry. Non potevano rifiutarsi di fare una cosa così futile che il ministero approvava: stavano facendo tanto per loro, e partecipare ad una festa non li impegnava così tanto da poter trovare delle scuse plausibili.

Erano quasi le nove.
In cucina, Hermione e Ginny trovarono Harry e Ron, già pronti, con i loro smoking addosso: quello di Harry era di vari colori dal sottotono grigio, dal grigio chiaro al grigio fumo, molto elegante e distinto e s’intonava perfettamente con il suo viso chiaro e appena rasato. Era stato un regalo di Ginny, a cui lui aveva abbinato una cravatta grigio perla e dei gemelli dello stesso colore.
Harry e Ginny si abbracciarono: il ragazzo era rimasto senza parole davanti alla figura snella della rossa e non smetteva di farle complimenti.
Del resto, Ginny era magnifica quella sera: il vestito, fatto di sottili e trasparenti rouge, le metteva in risalto il fisico snello, e il color oro risaltava in maniera perfetta i bei capelli rossi che le ricadevano sulle spalle. Hermione sapeva che Ginny avrebbe destato molti sguardi maschili quella sera, anche se lei aveva occhi solo per Harry.
Hermione invece aveva scelto, in partenza, un vestito un po’ più lungo di quello di Ginny, le arrivava al ginocchio. Aveva però deciso di sorprendere un po’ tutti (e soprattutto Ron) con una scollatura generosa. Ma Ginny era stata irremovibile: con un incantesimo le aveva accorciato il vestito, (“Sembri mia zia Muriel con la gonna lunga fino al ginocchio!”), che ora le scopriva parte delle cosce. Era di un leggero rosa cipria.
Wow…sei…sei fantastica!” sussurrò Ron, avvicinandosi a lei e guardandola con intensità.

Era la prima volta dopo il funerale di Fred che la guardava così e a Hermione sembrò che una raffica di calore le riscaldasse tutto il corpo.

Arrossì,quando il calore le arrivò al viso, ma cercò di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato, per quanto le era possibile, dato che sentiva anche il cuore arrivarle in gola a furia di battere con violenza.
“Vuoi dire che dovrei vestirmi così un po’ più spesso per avere qualche complimento da te, Ronald?” sorrise, mentre guardava il ragazzo arrossire in zona orecchie.
Lui farfugliò qualche monosillabo incomprensibile, mentre lei ammirava il regalo che gli aveva fatto: lo smoking blu acceso gli donava particolarmente e s’intonava benissimo con i suoi occhi azzurri, proprio come aveva immaginato, e la cravatta grigio perla che il ragazzo vi aveva abbinato sopra (identica a quella di Harry) donava quel tocco di eleganza che a lei piaceva tanto.
“Anche tu stai bene, comunque!” gli disse, sincera, torturandosi una ciocca di capelli per nascondere l’imbarazzo. Non era per niente abituata a fare complimenti, e, a pensarci bene, non ne aveva mai fatti a Ron.
Lui, sempre con le orecchie rosse, si lisciò il vestito con le mani: “Dici? Beh, in realtà pensavo di essere ridicolo…sai, non ho mai avuto un bel rapporto con questi dannati abiti da cerimonia!” disse Ron, guardando il vestito, non troppo convinto. Poi, ricordando evidentemente che era un regalo della ragazza, aggiunse in fretta : “Però, voglio dire, questo è davvero bello, non ha proprio niente che non va! E’ proprio un bel regalo, grazie, Hermione. Non dovevi! ”.
Sentirono dei passi che si avvicinarono a loro di fretta, sulla destra, mentre si stavano ancora guardando, entrambi rossi in viso.
“Ronald ha ragione, Hermione, cara!” s’intromise la signora Weasley, uscendo dalla cucina. Stava preparando la cena a suo marito, che sarebbe tornato di lì a poco. “Non dovevi spendere così tanto, ci avremmo pensato noi al vestito. Poteva indossare quello del matrimonio di Bill, è ancora nuovo!”.
Hermione ora era decisamente in imbarazzo. Si schiarì la voce .
“Ma no, signora Weasley, ho voluto solo fargli un regalo perché…diciamo che è un regalo di compleanno: l’anno scorso non abbiamo nemmeno potuto festeggiarlo, ora che ci penso. E poi gli sta benissimo, vero?” profferì la ragazza, sperando vivamente di non essere arrossita. Ma,la signora Weasley, ora aveva occhi solo per suo figlio, che sorrideva impacciato.
“Oh, è vero, cara! Il mio piccolo Ronald è diventato un uomo, ormai” sospirò la signora Weasley. “Mi sembra solo ieri che lo tenevo ancora tra le braccia e lo aiutavo a mangiare!” e, detto questo, si lanciò su Ron, lo abbracciò e gli stampò due umidi baci su una guancia con gli occhi lucidi.

Ron, stranamente, non cercò nemmeno per un momento di sfuggire all’abbraccio della madre: dopo quello che era successo a Fred, si lasciava coccolare molto più spesso dalla signora Weasley.
“Mamma, faremo tardi alla festa!” s’intromise Ginny, guardando l’orologio di Harry.
Molly Weasley si staccò mal volentieri da Ron, e prese ad aggiustargli la cravatta e la giacca, tirando su con il naso.

Ginny sospirò, guardando Hermione e scuotendo la testa.
Hermione,aspetta tu Ron, io e Harry ci smaterializziamo ad Hogsmeade…ci vediamo tra un po’ lì,  così andremo insieme ad Hogwartsla informò Ginny, mentre guardava la Signora Weasley e Ron. “Come vedi, mamma, deve prima assicurarsi che il piccolo Ronnie abbia tutto al posto giusto!” concluse, mentre, con un ultimo sorriso, lei e Harry sparirono dalla stanza con un piccolo ‘pop’ .

 

 

Angolo dell’Autrice:

 

Ho aggiornato con un po’ di ritardo, scusatemi! D’ora in avanti dovrei aggiornare una volta a settimana, quando ci riesco anche due; purtroppo finita l’estate ritornano anche gli impegni improrogabili, quindi è inevitabile per me rallentare un po’ con la pubblicazione!

Volevo un po’ sdrammatizzare l’aria con l’ultima parte di questo capitolo e col successivo, in attesa del processo ai Malfoy, altrimenti la storia sarebbe diventata davvero una valle di lacrime! Spero sia davvero godibile, e mi scuso, come sempre, per gli eventuali errori di distrazione.

Vi invito a recensire, mi farebbe davvero tanto piacere sapere cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo (spero prestissimo!),

Ariel

  
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