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Autore: Meme_00    06/09/2015    0 recensioni
E se Draco Malfoy lanciasse una scommessa ad Hermione Granger? E se Hermione Granger accettasse la scommessa? E se questa scommessa portasse con se delle conseguenze?
Tratto dalla storia:
--Ti propongo una sfida, Granger… se cederai al mio fascino, dovrai accettare quello che sei, una sporca, inutile mezzosangue, se non cederai farò qualcosa che un Malfoy non ha mai fatto, ti chiederò scusa--disse infine Draco sicuro di sé. Hermione ci pensò qualche secondo poi con altrettanta sicurezza rispose con un semplice --accetto la tua sfida, Malfoy--.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, Harry, Potter, Hermione, Granger, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Vorrei dedicare questo capitolo al mio gattino, che dopo avermi tenuto compagnia per tre anni, a causa della stupidità di alcune persone, che non possono essere definite nemmeno tali, oggi non c'è più.

Capitolo.4

Era il 30 Ottobre, e neanche a dirlo ad Hogwarts tutti erano impazziti per la festa che si sarebbe tenuta il giorno dopo per Halloween. Ma non per la festa che si sarebbe svolta in Sala Grande, come ogni anno, ma per la festa che si sarebbe tenuta dopo, all'insaputa dei professori e di nascosto, quella che da giorni ormai veniva definita "la grande festa". Alla grande festa, anche se difficile da credere, avrebbero partecipato tutte e quattro le casate . Era stata organizzata da un gruppo di ragazze Corvonero, formato da: Padma Patil, Penelope Light, Lisa Turpin e Mandy Brocklehurst. Oltre a loro c'erano anche due Tassorosso: Hannah Abbot e Susans Bones, in oltre all'organizzazione della Grande Festa, avrebbero preso parte anche qualche Grifondoro: Calì Patil, Lavanda Brown e Angelina Jhonson, infine, per quanto riguarda la casata dei Serpeverde, soltanto una persona, si era offerta di partecipare alla preparazione della festa, e questa persona era Blaise Zabini, il quale aveva ammesso che le sue feste erano senz'altro le migliori. La grande festa, per renderla ancora più spaventosa e terrificante, si sarebbe svolta all'interno della Stamberga Strillante. Gli organizzatori, dopo aver studiato vari piani, erano finalmente giunti alla conclusione, che l'unico modo per raggiungere la Stamberga era quello di arrivarci in scopa. All'inizio, avevano pensato di raggiungerla attraverso il passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore, ma alla fine si era decisi che cosi facendo avrebbero creato solo caos. E quindi, era rimasta un'ultima opzione quella del volo. La festa in Sala Grande, sarebbe durata fino a mezzanotte, quindi, conclusa la festa ogni studente senza farsi notare dai professori si sarebbe diretto su alla Torre di Astronomia, il punto più alto di tutto il Castello. Per non farsi notare, però, soltanto quindici persone per volta, avrebbero preso il volo.

***

Intanto Hermione Granger e Ginny Weasley, avevano chiesto, o meglio, Ginny aveva supplicato la McGranitt per concedere loro un permesso e poter uscire da Hogwarts soltanto un paio d'ore cosi da raggiungere Hogsmead. La vicepreside nonostante vari tentennamenti, causati dalla preoccupazione che il male potesse essere la fuori, si era convinta, ricordando quando qualche settimana prima, si trovava nell'ufficio del preside, e questo gli aveva detto di stare tranquilla, perché sarebbe passato ancora del tempo prima che lui, sarebbe arrivato, prima che Voldemort, sarebbe tornato in vita, aveva deciso di concedere loro il permesso, a patto che prima delle 18:00 del pomeriggio, sarebbero tornate al Castello. Cosi, le ragazze, si erano trovate a passeggiare per le strette stradine di Hogsmead, erano già entrate nel Negozio di piume di Scrivenshaft, dove Hermione aveva comprato delle nuove pergamene e un nuovo calamaio, e dopo su insistenza di Ginny, si erano dirette da Zonko, la quale voleva vedere che nuovi scherzi erano stati inventati, e se questi avrebbero potuto in qualche modo fare concorrenza al negozio di suo fratello. Ora, invece, si stavano dirigendo da Stratchy&Sons, il negozio di abbigliamento per maghi, dove la rossa Weasley, sperava di poter trovare qualcosa per rinnovare il suo guardaroba. Camminavano in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Hermione, dopo che con il biondo Serpeverde, avevano origliato per caso, la conversazione avvenuta tra i professori, non riusciva a smettere di pensare ad altro. 
Chi era pericolosa? Di chi poteva avere paura la professoressa McGranitt, tanto da temere per gli studenti? Che cosa stava succedendo? Cosa gli nascondeva Harry? Perché era andato da Silente già due volte, nelle ultime settimane? E ancora, perché non gli diceva niente? 
Queste, erano le domande che affollavano la mente della Grifondoro. Aveva paura, ma era anche curiosa, e determinata. Voleva arrivare in fondo alla storia, cosi, aveva studiato un piano che avrebbe messo in atto la sera di Halloween, durante la festa che si sarebbe tenuta in Sala Grande. Quando sia i professori che gli alunni, sarebbero stati distratti, impegnati a festeggiare, lei si sarebbe diretta in biblioteca, alla ricerca di qualche indizio, su chi potesse essere questa persona pericolosa. Certo, non sapeva molto, quella sera aveva capito solo che una persona, più precisamente una lei, sarebbe venuta ad Hogwarts, e da quanto aveva detto Piton, sarebbe venuta per proteggere il Castello. Aveva chiesto in prestito il mantello dell'invisibilità ad Harry, lui non aveva fatto strane domande, e cosi lei non era stata costretta ad inventare stupide scuse, che di sicuro non sarebbero andate a buon fine, dal momento che non era mai stata una brava bugiarda. Oltre a questo, però, la Grifondoro pensava anche al passaggio segreto di cui aveva scoperto l'esistenza grazie a Draco Malfoy. Era convinta di conoscere tutti i passaggi segreti di Hogwarts, grazie alla mappa del malandrino, ma si sbagliava. Esisteva un altro passaggio, vicino la Sala Professori, nascosto dietro la statua del Gargoyle, e qualcosa le diceva che quel passaggio era diverso dagli altri, collegava tutte e quattro le Sale Comuni, nel centro esatto del Castello, come se in un certo senso, fosse il suo cuore. Quindi, alla lunga lista dei pensieri che le invadevano la mente, si aggiungeva anche quello di scoprire come mai questo nuovo passaggio segreto non comparisse sulla mappa del malandrino. E per finire, anche se si stava costringendo a non pensarci con tutte le sue forze, un piccolo angolino della sua mente era riservato a Draco Malfoy, a quando erano caduti, e lei gli era finita addosso, a quando lui l'aveva aiutata a scappare per non farsi scoprire fuori dalla Sala Comune, oltre l'orario consentito, e ai loro occhi che si incontravano, e in qualche strano modo si incatenavano tra di loro. 
-Herm? Herm ci sei?- la risvegli dai propri pensieri Ginny Weasley, sventolandoli una mano davanti gli occhi. Come al solito, o meglio, come ormai accadeva abbastanza spesso, era caduta in quella specie di meditazione ad occhi aperti, in cui senza rendersene conto si estraniava dal resto del mondo, e i cinque sensi, che compongono in parte ogni persona: l'udito, l'olfatto, la vista, il tatto e il gusto, passavano in secondo piano. -Ginny- rispose, girandosi verso la rossa, che continuava a chiamarla. -Finalmente! Pensavo fossi morta, stavo iniziando a preoccuparmi- -Oh! Scusa Gin, non volevo farti preoccup...- iniziò la mora. -Tranquilla, non importa- la interruppe l'amica- comunque ti stavo chiedendo cosa pensi di indossare per la festa?-. -Per la festa?- ripeté Hermione Granger ancora più confusa. Dal momento che le feste sarebbero state due-iniziò a riflettere la mora-e dal momento che alla festa che si sarebbe tenuta in Sala Grande, tutti gli studenti, sarebbero andati vestiti con la divisa di Hogwarts, come aveva richiesto esplicitamente il preside per non creare troppa confusione, la festa a cui si riferiva Ginny, poteva essere soltanto una, la grande festa, quella festa a cui lei, non avrebbe mai preso parte. 
-Ginny, io non parteciperò alla festa- rispose decisa. 
- Hermione, tu invece, parteciperai alla festa-. Ribatté, con ancora più decisione la Weasley. 
-Senti, sai con quella festa, quante regole non verranno rispettate? Insomma, io mi chiedo se c'è già la festa in Sala Grande, perché organizzarne un'altra, di nascosto, e tra l'altro alla Stamberga Strillante-. Continuò, convinta delle sue idee Hermione. 
-Uno: tu sei la prima ad essere andata contro un centinaio di regole...- 
-Era per una buona causa- la interruppe la Granger, con gli occhi bassi, ammettendo almeno a se stessa che forse Ginny non aveva poi tutti questi torti. 
-Bene, anche la festa è per una buona causa, e questa causa si chiama: divertimento. Due, è vero c'è già la festa in Sala Grande, ma non so se te ne sei accorta, ma tutte le feste organizzate dai professori, sono tutte feste vecchio stille, e tu amica mia, hai bisogno di qualcosa un pochino più moderno, hai bisogno di scatenarti, di vivere-. Concluse, e senza darle il tempo di rispondere, l'afferrò per un braccio e la trascino all'interno del negozio Stratchy&Sons, come sempre in vetrina c'erano esposti diversi capi, l'interno del negozio, era abbastanza tranquillo e silenzioso. Vicino l'entrata, al bancone, c'era un uomo grasso e basso, gli occhi marroni, erano nascosti da un paio di occhiali, molto diversi da quelli che era solito portare il bambino sopravvissuto, e anche da quelli a forma di mezzaluna che portava Silente, erano rettangolari e spessi, il viso era incorniciato dai capelli corti e bianchi, segno evidente dell'età ormai avanzata. L'uomo, notando le due ragazze, che si guardavano intorno con l'aria confusa, gli andò incontro. 
-Salve giovani donzelle!- le salutò
- io sono il Signor Stratchy, forse voi non mi conoscerete, di solito non sono io ad occuparmi del negozio, ma mia moglie- disse l'anziano uomo, con voce dolce e paterna, come un nonno si rivolgerebbe ai propri nipoti. -Salve- ricambiò il saluto Hermione, sorridendo. La stessa cosa fece Ginny. 
-Spero che sua moglie stia bene, mi sembra strano non vederla in giro per il negozio- disse Hermione, intanto che la rossa accanto a lei annuiva. Di solito, quelle poche volte in cui Hermione era entrata in quel negozio, la Signora Stratchy, si era sempre occupata di lei. 
-Tranquille! Sta molto bene, ma a causa di un imprevisto , è dovuta andare a controllare le stoffe di alcuni abiti, e sarà di rientro tra qualche giorno- rispose il Signor Stratchy, ricambiando il sorriso delle due ragazze.
- posso aiutarvi?- chiese. 
-Si, grazie!-rispose Ginny- stiamo cercando degli abiti per me- disse indicandosi con una mano-e un vestito per Halloween per la mia amica- e indicò Hermione con l'altra mano. 
- Oh, certo! Venite, seguitemi, credo di avere proprio quello che fa per voi- rispose l'anziano, iniziando a camminare. 
-Ginny, ti ho già detto che non parteciperò alla festa-si lamentò Hermione. 
-Ohhh, invece tu verrai e sarai la più bella-rispose la rossa, convinta. -Ma perché insisti tanto con questa storia della festa?-domandò Hermione. 
-Perché voglio che tu mi faccia compagnia, e voglio che per una volta, tu, dimostri a gli altri quello che sei veramente e non quello che gli altri credono tu sia-. Disse Ginny. In realtà, qualche pomeriggio prima, l'unica sorella Weasley, intanto che si trovava in uno dei tanti bagni femminili della scuola, aveva sentito parlare Lavanda male di Hermione, dicendo cose tipo "come ha fatto Ron a stare con una come lei", o "sta sempre china su quei libri, che gli si sta formando la gobba". In verità, Hermione Granger, era una ragazza molto bella, ma era una bellezza naturale, acqua e sapone, l'unica pecca, era che la Grifondoro non sapeva valorizzare la propria bellezza, e cosi questa, passava in secondo piano. Non che Lavanda fosse chissà quanto bella, con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri, non era magrissima ma neanche grassissima, era carina, ma non si poteva permettere di parlare male delle altre quando neanche lei era questa grande bellezza. Quindi Ginny, voleva dimostrare che anche Hermione, se solo si sarebbe presa un po' più cura di sé, sarebbe potuta apparire come una ragazza bella e studiosa, e non soltanto come una secchiona, che non fa altro che passare le ore sui libri. 
-Cosa ve ne pare di questo?- chiese il Signor Stratchy, mostrando un vestito che arrivava fin sotto al ginocchio, rosa antico, e il cui corpetto era rivestito da piccoli diamantini, anche essi rosa. Era un vestito molto bello, e Hermione, la quale ormai, si era arresa dal cercare di convincere l'amica a non farla partecipare alla festa, lo avrebbe anche provato, cosi, anche solo per vedere come le stava, ma Ginny, sembrava essere decisa ad avere il meglio, e cosi, chiese al vecchio mago se c'era qualcosa di un po' più appariscente, e magari di un altro colore. L'anziano Signore, mostrò alle due ragazze vari abiti, corti, lunghi, medi... ma nessuno di questi sembrava adatto per l'occasione, alla fine, quando ormai anche Ginny stava per perdere le speranze dal trovare l'abito perfetto, il Signor Stratchy fece vedere loro un vestito lungo fino ai piedi, dal colore difficile da distinguere, anche se a prima vista poteva sembrare color ghiaccio, la gonna, ampia ma non troppo, era formata da piccoli svolazzi di tulle, dalle varie tonalità, il corpetto chiaro, invece era ricoperto da piccoli diamantini, come a formare delle piccole onde, le maniche a giro erano completamente trasparenti, e se visto da lontano, poteva sembrare che queste non ci fossero proprio. 
-E' stupendo...-mormorò Hermione, rimasta senza fiato ad osservare il vestito. 
-E' perfetto- confermò Ginny, girandosi verso l'amica-forza vallo a provare- le disse prendendo il vestito, che il signor Stratchy teneva ancora tra le mani, per poi porgerlo all'amica. 
-No, cosa...io non posso, quello?- rispose confusa la mora, senza prendere il vestito. 
-Si, questo, non abbiamo tutta la giornata, muoviti- disse Ginny, spingendo l'amica dentro il camerino, intanto il Signor Stratchy, le guardava divertito. -Herm, quanto ci metti?!- si lamentò Ginny, camminando su e giù, davanti il camerino dove più di venti minuti prima era entrata l'amica. Intanto Hermione, che era già da un bel pezzo che aveva indossato il vestito, se ne stava davanti allo specchio ad ammirare quella meraviglia di tulle e diamanti. All'inizio, non voleva misurarlo, perché pensava che un abito cosi bello, addosso a lei sarebbe soltanto apparso più brutto, ma ora, mentre osservava il suo riflesso, doveva ammettere il contrario. Non era il vestito ad apparire più brutto, ma era lei, ad apparire più bella, i diamantini del corpetto, le mettevano in risalto il viso, portandole più luce, il colore del tulle, le faceva da contrasto con gli occhi dorati. L'abito in sé, le dava un'aria più elegante e raffinata, ma allo stesso tempo, la distingueva dagli altri, e gli svolazzi del tulle rendevano ancora l'idea di quello che lei era. Libera. O almeno, libera era quello che lei voleva apparire al resto del mondo. Ma dentro di sé, si sentiva prigioniera. Prigioniera, in un mondo che fin da piccola l'aveva sempre criticata. Sia nel mondo babbano, perché appariva strana e diversa rispetto le altre. Sia nel mondo magico, dove a causa del suo sangue, nessuno, l'avrebbe mai definita una vera strega. E lei, si sentiva cosi, si sentiva come fosse il centro di qualcosa, si sentiva sempre gli occhi degli altri, dei purosangue, arroganti come Malfoy, puntati addosso, si sentiva come se fosse una qualche forma di intrattenimento. E alla fine, dopo anni e anni a sentirselo dire, si sentiva SPORCA. Ma se sporca, significa essere fieri di quello che si è, allora lei era ORGOGLIOSA, di esserlo. E non le importava se sul braccio aveva un incisione con scritto "mezzosangue". Perché lettera dopo lettera, mentre quella parola veniva incisa, lei aveva versato lacrime e sangue, aveva urlato, aveva provato un dolore, che mai in vita sua sperava di riprovare, e quel dolore, era la prova del suo orgoglio, era la prova del suo essere... 
-Herm?!?- la richiamò Ginny, distogliendola dai suoi pensieri. -Ho fatto, ho fatto- rispose, e subito dopo uscì dal camerino. Quando dopo mezz'ora, Hermione uscì dal camerino, sia Ginny che il Signor Stratchy, rimasero a bocca aperta. La Grifondoro, non era mai parsa più bella come in quel momento, era incantevole, meravigliosa, il suo viso sembrava brillare di luce nuova, e tutto questo grazie a quello splendido vestito, che addosso a lei, sembrava ancora più meraviglioso. -Sembri...- iniziò Ginny, ma si blocco, non sapendo bene cosa dire. -Una ninfa- concluse per lei il Signor Stratchy, anche lui deliziato dalla bellezza che quell'abito donava alla ragazza. 
-Una ninfa- ripeté Ginny, mentre l'ombra di un idea iniziava a farsi spazio nella sua testa-ma certo, tu ti vestirai da ninfa-

***

La sera della festa, era per la gioia di quasi tutti gli studenti di Hogwarts, finalmente arrivata. 
Peccato, che prima di partecipare alla grande festa, avrebbero dovuto partecipare alla festa con tutti i professori. Erano le 20:00, quando la Sala Grande iniziò piano piano a riempirsi di persone. Come ogni anno, il preside e tutti gli insegnanti si erano dati da fare nell'abbellirla. 
Le zucche coltivate da Hagrid, erano se possibile, ancora più grandi rispetto agli altri anni, ma come sempre rendevano la Sala Grande più spettrale. 
Migliaia di pipistrelli, si erano raggomitolati negli angoli più impensabili della sala, e quando tutti gli studenti furono seduti, questi iniziarono a volare, guardandoli dall'alto. I quattro tavoli delle quattro casate, erano colmi di cibo, dalle prelibatezze più tradizionali a quelle più sofisticate. In fondo alla Sala Grande, seduti intorno al grane tavolo, anche i professori si gustavano le deliziose meraviglie di quel banchetto. 
Al tavolo dei Grifondoro, Harry e Ron, erano troppo impegnati a tirarsi nei piatti d'oro scintillante, patate ripiene, pollo fritto, arrosto... per notare la mancanza della loro amica Hermione, la prima a farci caso fu Ginny. 
-Ehi Ron-iniziò, senza calcolare Harry, come se non lo avesse neanche visto-sai dov'è Hermione?-. Ron alzò la testa, e si guardò intorno, diede un morso al pollo, e dopo con la bocca ancora piena di cibo rispose. 
-Fsarà inf dofrmiftorio-. 
La sorella lo guardò come per dire cosa hai detto? 
Ingoiando ripetè-sarà in dormitorio-. 
In realtà, Ronald Weasley, si sbagliava di grosso, Hermione Jean Granger, aveva aspettato che tutti gli studenti andassero In Sala Grande, cosi da lasciare libera la biblioteca e poter passare inosservata. Alle 21:00, prendendo il mantello dell'invisibilità di Harry, si era diretta nel reparto proibito. Mentre attraversa in corridoi della scuola per arrivare a destinazione, Hermione pensava che quello era il loro ultimo anno di Hogwarts, tutto era iniziato sette anni prima, esattamente sette anni prima era diventata amica di Harry e Ron. Ora che ci pensava quando erano diventati amici era Halloween, lei era nel bagno delle femmine a piangere, un troll di montagna era entrato e aveva cercato di ucciderla, ed Harry Potter e Ronald Weasley erano andati a salvarla. 
Ed ora, sette Halloween dopo, lei si stava per intrufolare nella biblioteca, mentre i suoi amici festeggiavano in Sala Grande. Immagino Ron con la bocca piena di cibo, intento ad abbuffarsi, e le venne quasi da ridere, ma si trattenne. Se le dispiaceva che quello era l'ultimo anno di scuola? Si avrebbe sentito la mancanza, come se una parte di lei sarebbe rimasta per sempre tra le mura di quel castello, era arrivata li all'età di undici anni, e ad undici anni, non ci si può considerare ragazzi, si è ancora dei bambini, e i bambini hanno bisogno dei genitori, di una figura materna e una paterna su cui si può sempre contare, all'iniziò ne aveva sentito la mancanza, per un po' di tempo gli era passata per la testa l'idea di tornarsene a casa, i compagni la prendevano in giro affidandole il nome di so-tutto-io, veniva criticata per il suo sangue, e alla fine, dopo che aveva combattuto per tanto tempo, si era lasciata coinvolgere da quelle critiche, perché lei non era né una maga, né una persona normale, non era nata nel mondo magico, ma a undici anni aveva ricevuto una lettera da una scuola di cui non sapeva nemmeno l'esistenza, lei si trovava in una via di mezzo, era una mezzosangue, una sangue sporco, ed era orribile trovarsi in una via di mezzo, perché avevi gli occhi di tutti puntati addosso, alla fine aveva resistito, ed ora all'et di diciassette anni, si era fatta degli amici che le volevano bene, nonostante fosse una so-tutto-io, veniva apprezzata dai professori, definendolo l'allieva più intelligente di tutta la scuola, si era fatta un reputazione, e cosa più importante aveva aiutato Harry a sconfiggere Voldemort, forse non era una bella ragazza, ma era fiera di essere quella che era diventata nel corso degli anni, era fiera di se stessa... Senza rendersene conto, Hermione si era persa nei propri pensieri andando a sbattere contro qualcosa di duro e morbido al tempo stesso, caldo e freddo, alzò il viso e si ritrovò a guardare due occhi grigi e freddi. Draco Malfoy, si guardava intorno spaesato, era andato a sbattere contro qualcosa, ma davanti a lui non c'era niente. 
Che qualcuno gli avesse voluto fare uno scherzo? Pensò. 
No. Si rispose da solo. Hermione,dal canto suo aveva smesso di respirare, facendo attenzione a non farsi scoprireiniziò a girare intorno a Malfoy. Ma la fortuna non era dalla sua parte, quando ormai mancava poco per trovarsidietro le spalle di Draco e poter proseguire lungo il suo cammino, inciampò neisuoi stessi piedi. In quello stesso istante il biondo si girò, la prima cosa che vide fuuna scarpa femminile, solo dopo notò chela scapa galleggiava a mezz'aria. 
-Fermati-disse con voce dura. 
Il cuore di Hermione perse un battito. 
Draco iniziò ad avvicinarsi. 
-Fatti vedere- continuò Malfoy. La ragazza non sapeva cosa fare, se fosse uscita dal mantello dell'invisibilità, il biondo Serpeverde sarebbe andatodritto a dirlo al direttore della sua casa, e con ogni probabilità sarebbefinita in punizione o nel peggiore dei casi, sarebbe stata espulsa. Però se non si fosse fatta vedere, e magari avrebbe iniziato a correre, Malfoy sarebbe andato lo stesso da qualche professore e in poco tempo lei avrebbedovuto dire addio alla scuola. 
-Ripeto: fatti vedere- Alla fine, non avevamolta scelta, quindi maledicendo il suo piano, maledicendo Malfoy e maledicendose stessa, uscì da sotto il mantello dell'invisibilità. Quando Hermione si fece vedere, L'espressione di Malfoy non cambio piùdi tanto. Laragazza si sarebbe aspettata di vederlo sorpreso, ma invece no, era come sesapesse che sotto il mantello ci fosse lei. 
-Immaginavo fossi tu-disse lui, come leggendola nel pensiero e confermando cosi le sueteorie. 
-Co...come?-fece lei, con il cuore che le batteva forte. 
-Immaginavo fossi tu-ripeté Draco-chi altri si farebbe un giro turistico la notte di Halloween in giro per i corridoi della scuola, sotto il mantello dell'invisibilità?-domandò, con un ghigno dipinto sul volto. 
-Ehi- protestò Hermione, riprendendosi-non sono l'unica che sta girando per la scuola la notte di Halloween, tu che stavi facendo?-gli fece notare. 
-Credimi non credo ti piacerebbe saperlo- rispose lui, furbo. 
-Non puoi saperlo finché non me lo dirai-insistette lei, ingenua. 
-Sei sicura di volerlo sapere?-chiese. 
-Si-affermò la mora. 
-Diciamo solo che stavo facendo qualcosa che mi ha appagato molto-sorrise tra se Draco ripensando alla biondina con cui era stato fino a poco prima, e vedendo l'espressione di Hermione trasformarsi da ingenua a turbata per poi diventare rossa di vergogna.
-Ok non voglio sapere-.
-Hai chiesto tu-alzò le mani al cielo Malfoy.
Hermione lo guardò male. 
-Tu invece cosa stavi facendo?-chiese il biondo-.
-Niente-rispose un po' troppo in fretta la mora-Stavo solo...facendo una passeggiata-Mentì.
-E perché ti nascondevi sotto il mantello?-
-Malfoy ma a te che impor...aspetta come fai a conoscere il mantello?-.
-lunga storia-rispose lui, secco.
-Chissà come mai con te è tutto una lunga storia?-mormorò tra se la riccia, ripensando a quando il biondo le aveva mostrato il passaggio segreto dietro la statua del Gargoile. 
Malfoy fece finta di non sentirla,mentre l'onbra di un'intuizione iniziava a farsi vita sul suo volto.
-Non mi dire che stai andando in biblioteca per scoprire qualcosa riguardo a quello che abbiamo origliato-.
-Non ti devo dire proprio niente Malferret, perché non torni a fare quel qualcosa che ti ha appagato molto?-chiese ironica , prese il mantello dell'invisibilità e fece per andarsene, mentre una strana senzasione iniziava a scatenarsi nel suo petto-.
-Cos'è sei gelosa?-ghignò Malfoy, compiaciuto dalla reazione della Grifondoro.
-Di te? Mai-.
-E vabbe, vorrà dire che lo diventerai presto-affermò Draco, facendo allusione alla scommmessa.
-Si come no-mormorò tra se Hermione-ti dispiace, avrei da fare-sbuffò a voce più alta.
-Si, in effetti mi dispiace-.
-scusa?-chiese lei.
-so che stai andando in biblioteca-si fece più vicino lui, sussurandole all'orecchio-vengo con te-.
-E perché mai?- chiese Hermione allontanandosi .
-Per il tuo stesso motivo. Perché sono curioso anch'io-.
-Tu curioso?-esclamò la ragazza-ma non mi dire!-.
Draco la guardò, alzando gli occhi al cielo-Si Granger sono curioso, adesso andiamo però ti avverto io noi mi metto sotto quel mantello-.
-Mi dispiace, ma io non voglio rischiare l'espulsione-.
-Voi Grifondoro siete tutti cosi...-iniziò Draco fermandosi come per cercare le parole-...cosi Grifondoro, vi fate tanto i coraggiosi ma poi avete paura di un professore-.
Hermione lo guardò, colpita da quelle parole, ma alla fine decise di lasciare perdere-o questo o niente-.Fece indicando il mantello.
-E va bene, va bene- si arrese alla fine Draco.
***
Stavano camminando insieme, sotto il mantello dell'invisibilità, ormai da un po', Draco era stato costretto ad abbassarsi di poco, essendo il mantello troppo piccolo per la sua altezza, tra di loro regnava il silenzio, non avevano parlato più di niente, limitandosi a qualche lamento quando uno dei due invadeva il piccolo spazio dell'altro.
Quando arrivarono davanti la porta della biblioteca, questa era chiusa, Hermione, controllando che in giro non ci fosse nessuno, uscì da sotto il mantello dell'invisibilità e l'aprì con un incantessimo.
L'interno della biblioteca era buoio, si potevano osservare soltanto le ombre degli scaffali, carichi di libri.
-Lumos-sussurrò Draco, facendo illuminare la punta della propria bacchetta.
Hermione lo imitò.
-Allora Granger, da dove cominciamo?-chiese il serpeverde.
-andiamo al reparto proibito-rispose lei.
-Cosa? Sei pazza?-
-mai quanto te-mormorò tra sé la Grofondoro.
-Non possiamo andare al reparto proibito-
-E perché? -
-Perché è proibito! -esclamò in tono ovvio lui.
-be' io ci vado tu fa come ti pare- fece lei, iniziandò a camminare.
Draco la seguì.
Stavano ormai sfogliando tomi su tomi da più di un'ora, e non avevano trovato niente, non che gli indizi fpssero molti, in effetti non sapevano nemmeno loro cosa cercare, tranne che una persona pericolosa aveva il potere di proteggere Hogwarts e i suoi studenti, ma proteggerli da cosa, poi? 
Draco si era appoggiato allo schienale della sedia, dovw si erano seduti, aveva sospirato e aveva chiuso gli occhi, quando Hermione iniziò a urlare.
-Guarda! Guarda qui!.. -urlò euforica Hermione, prima che Draco le tappasse la bocca con la mano.
-vuoi farci scoprire?-Domandò. 
Hermione non rispose, ma morse l'interno della mano di Draco e ricominciò a parlare.
-Guarda! Leggi!- disse e gli mise l'enorme tomo incantato sotto il naso.
Draco le lanciò un occhiata, e iniziò a leggere.

Intorno al XV secolo, iniziò il periodo dedicato alla caccia alle streghe, questo durò fino all'inizio del XVIII secolo. In quell'epoca le streghe, venivano perseguitate, sospettate di compiere atti di magia come: sortilegi, malefici, fatture, legamenti o nei peggiori dei casi, di intrattenere rapporti con forze oscure, quali il diavolo, o servitori di quest'ultimo, cosi da ottenere i poteri necessari per danneggiare l'uomo.

-Ma che...- cercò di chiedere Draco, che non capiva cosa questo potesse centrare con quello che avevano sentito loro. -Continua a leggere- lo interruppe Hermione.

Le presunte streghe, appartenevano quasi sempre alle classi sociali inferiori, erano vedove o levatrici, anche se ci furono dei casi in cui nobildonne vennero condannate. 
Nell'antichità, veniva considerata strega, chiunque possedeva gatti neri, perché rappresentavano la morte, aveva capelli rossi, perché rappresentava il sangue delle persone uccise, e aveva un neo nell'iride dell'occhio, il cosiddetto segno del diavolo. Molte streghe vennero torturate, impiccate, arse vive sul rogo, e tutto questo sotto gli occhi della gente che acclamava per la loro morte. Non importava l'età, l'innocenza di una persona o le condizioni in cui questa si trovava, se c'era anche la minima possibilità che questa fosse una strega, la morte era il destino che l'attendeva. 
Nel giro di tre secoli, il numero di persone morte raggiunse l'immaginabile, per la maggioranza femmine, anche se in alcuni paesi ci fu una predominanza della figura maschile. 
Uno dei casi di caccia alle streghe più ricordati, sia nel mondo magico che nel mondo non magico, e senz'altro la caccia alle streghe di Salem. 
Le streghe di Salem, nel mondo non magico, vengono descritte come delle donne che confessarono ciò che erano, soltanto per porre fine alle torture a cui venivano sottoposte e cosi facendo inaugurarono la maggiore serie di accuse, incriminazioni, processi ed esecuzioni . 
In realtà, la maggior parte delle streghe di Salem confessò ciò che era, ma prima che queste potessero morire, riunirono i loro poteri dando vita ad un essere che dopo la loro morte, avrebbe continuato a proteggere le streghe e i maghi dei giorni avvenire. 
L'incantesimo svolto dalle streghe di Salem, era un incantesimo che richiedeva una grande dose di forza e un enorme quantità di potere. L'incantesimo era diverso dagli incantesimi che si svolgono oggi giorno. Consisteva nel mischiare il sangue di strega, con il sangue di demone, e dopo aggiungere a questo il sangue di vampiro, ma la cosa che richiedeva più forza e che consumava la maggior parte del potere delle streghe, era quella di pregare nell'oscuro. 
Strane formule venivano pronunciate, le streghe si concedevano al Diavolo, dando la loro vita, in cambio di donare a quest'essere un enorme quantità di potere, cosicché in futuro, non ci sarebbe più stata la possibilità, di dare inizio a una nuova caccia alle streghe. E cosi che nacque quello che viene definito un nuovo tipo di Demone, un ibrido. 
Un ibrido diverso, unico. Quest'ibrido non è l'incrocio di due organismi diversi, ma bensì nel suo DNA, ci sono tre diversi tipi di sangue. Nel corso dei secoli, quasi tutti gli ibridi, persero la vita, eccezione fatte per una di loro. La quale forza è superiore a quella di tutti gli altri suoi simili. 
Questo ibrido porta il nome di: Ada. La sua bellezza è qualcosa di accecante, e il suo potere è qualcosa di pericoloso e distruttivo. 
Questi demoni, non mangiano cibo normale, ma si nutrono di un particolare tipo di sangue, in quanto il loro organismo è composto solo da questo, e in quanto una parte di loro è composta da cellule di vampiro.

Finì di leggere Draco.
-Hai letto?!-scattò Hermione, senza concedergli neanche il tempo di pensare a quello che aveva appena letto. 
-Tu pensi sia questo "ibrido" la persona di cui parlavano i professori?-le domandò il biondo, guardandola negli occhi, la sua voce era passata da secca e irritante a seria.
-Non lo so-iniziò lei-ma può darsi, insomma pensa, un ibrido che protegge la scuola e gli studenti.-
-Non credo, qui dice che il suo potere è qualcosa di pericoloso e distruttivo, perché Silente dovrebbe volere qualcuno cosi forte nella scuola?-.le fece notare Draco.
-Non lo so-ripeté Hermione-ma sta succedendo qualcosa, Harry è due volte che va da Silente e non mi dice niente e ora questo- alzò le mani al cielo, esasperata.
-Ma da cosa dovrebbe essere protetta la scuola? Insomma Voldemort è morto, e anche i suoi seguaci- continuò a chiedere Malfoy.
-Si ma...-si passò una mano tra i capelli-ho intenzione di scoprirlo-concluse la ragazza.
-Cosa? No! È pericoloso-la fermò il biondo, facendo uscire quelle parole dalla sua bocca senza saperne realmente il motivo, in fondo a lui cosa importava di lei?
-E a te che importa?- chiese lei come se gli leggesse nella mente.
-Niente-. Rispose luk, non pensandolo realmente. 
-Bene-.
-È meglio andare, saranno già tutti alla festa-cambiò argomento Draco, dirigendosi verso l'uscita. 
Solo in quel momento Hermione si rese conto che era passata la mezzanotte, non si era ancora preparata per la feste, e a dirla tutta non aveva neanche questa grande voglia di andare, ma le lo aveva promesso alla sua migliore amica, e aveva speso una fortuna per quel vestito, quindi seguì Draco, e insieme sotto il mantello dell'invisibilità uscirono dalla biblioteca.
I corridoi erano vuoti, non si vedevano ne fantasmi ne si sentivano rumori.
Draco e Hermione non si rivolsero la parola fin quando non arrivarono davanti al dormitorio di Grifondoro. 
-Ci si vede-la salutò Draco.
-Si, ci si vede-. Ricambiò il saluto Hermione.
Nonostante si fossero salutati, nessuno dei due sembrava intenzionato ad allontanarsi.
-Vai alla festa?- le chiese lui, non sapeva perché non si fosse ancora allontanato, ma quando era con lei si sentiva diverso, e gli piaceva sentirsi in quel modo.
Hermione annui.
Si sentiva strana, non riusciva a parlare, e non andarsene, voleva rimanere li con lui.
-Chi ti accompagna?-
-Sarei dovuta andare con Harry, ma credo che lui sia già andato via-rifletté la mora-troverò un altro modo-.
-Vieni con me-chiese Draco, anche se più di una domanda sembrava un ordine-ti aspetto tra quindici minuti alla torre di astronomia- non le diede il tempo di rispondere che se ne andò.

Quindici minuti dopo, Hermione si trovava davanti la porta della torre di astronomia, non voleva entrare. Sentiva i passi di Draco, che si muoveva avanti e indietro, a non voleva entrare. Si vergognava. E se il vestito non gli piace. Pensava. E se rischio di fare la figura della scema. Non lo capiva neanche lei perché si faceva quelle domande. Non le era mai importato niente di quello che pensavano e persone di lei. Ma ora, ora c'era qualcosa di diverso. E neanche lei sapeva cosa. Fai un respiro profondo, Hermione. Si disse, e aprì la porta.

***

Quando arriva? pensava Draco, camminando avanti e indietro . 
Non sapeva perché le aveva detto di andare alla festa con lui, ma voleva passare altro tempo con lei, e in quel momento gli era sembrata l'idea migliore. Ma ora se ne pentiva, perché quella ragazza, lo faceva impazzire, era una so-tutto-io. Una bellissima so-tutto-io. Gli suggerì la sua coscienza, ma lui la mise subito a tacere. Quando si girò per dirigersi alla porta, e andare a chiamarla, però dovette subito dare ragione alla sua coscienza. Davanti a lui se ne stava una ragazza, una dea, una ninfa. Il vestito era color ghiaccio, proprio come i suoi occhi. i piccoli diamantini del corpetto, le illuminavano il viso.
La gonna ampia del vestito le metteva in risalto le splendide curve del suo corpo. 
I capelli gli ricadevano in soffici onde lungo il corpetto, le ciocche davanti, erano tirate in dietro e tenute ferme da dei ferretti. 
Le labbra carnose e all'apparenza soffici, erano illuminate da un sottile strato di lucida labbra
Le ciglia erano state allungate, rendendo gli occhi ancora più grandi di quanto non fossero in realtà. 
Le guance erano arrossate, e a contrasto con gli occhi dorati, questi brillavano. Era stupenda. 
Hermione si sentiva studiata, sotto osservazione. Draco non le staccava gli occhi di dosso, facendole salire il sangue alle guance. 
-Andiamo?-chiese, quando il silenzio divenne pesante. Draco annuì, prese la scopa e le fece segno di salire. Lei lo guardò, con il terrore dipinto negli occhi. -Non dirmi che hai paura, Granger- le disse lui, senza guardarla. 
-E solo che...non mi è mai piaciuto volare-. Mormorò in risposta. 
-Si ma ora non abbiamo tempo da perdere, quindi sali-. Lei lo guardò, restando ferma. 
-Ti prometto che non ti farò cadere, ma sali-. Ancora niente. 
-Ok io non ho tempo da perdere- disse lui, salendo sulla scopa e facendo per andarsene. 
-E va bene, va bene, salgo- lo fermò lei. 
-Be', senti se hai paura puoi metterti davanti-. Ghignò il biondo. 
-Come?- chiese la mora, incredula. 
-Hai sentito, Granger. Non farmelo ripetere-. 
Qualche minuto più tardi, erano entrambi sulla scopa, Hermione davanti. Le braccia di Draco, la stringevano ai lati, e le facevano provare la strana sensazione di un abbraccio. 
Tra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta. Il vento le scompigliava i capelli, e nonostante fosse ormai la fine di Ottobre, e fuori faceva freddo, lei si sentiva al caldo Anche Draco si sentiva strano, gli piaceva stringerla tra le braccia. 
La notte gli scorreva addosso, mentre lui aumentava sempre di più la velocità. 
Le stelle sembravano più grandi ora che anche loro erano in cielo. La luna illuminava il viso dei due ragazzi, e rifletteva la propria luce sui capelli biondi di lui. 
Quando raggiunsero la stamberga strillante, videro che questa era circondata da piccole lanterne illuminate che fluttuavano in aria. 
Draco scese per primo dalla scopa, e dopo come non aveva mai fatto con nessun'altra, anche perché sulla sua scopa non era salito mai nessuno escluso lui, l'aiuto a scendere. 
-Tu non ti sei vestito?- chiese Hermione, notando per la prima volta il suo look. Indossava una semplice maglietta bianca con scollo a V che gli metteva in evidenza i muscoli del torace e delle braccia, i pantaloni neri, stretti e attillati, che facevano notare ancora di più la lunghezza delle sue gambe. 
-Non sono tipo da travestimenti-. Rispose Draco, rivolgendole un'occhiata. Quando entrarono nella stamberga strillante, la musica era alta, molto alta. Zucche giganti, abbellivano gli angoli della stanza, pipistrelli volavano qua e la, seminando il panico tra le ragazze. 
Piccoli ragni finti, camminavano sulle pareti. 
Chissà cosa avrà fatto Ron quando gli ha visti. Pensò Hermione, ricordandosi della fobia dell'amico. 
Ragazze e ragazzi ballavano su una piccola pista da ballo improvvisata, bevendo e fumando. Notò Ginny, in un angolo della sala, decise di andare da lei, ma poi vide avvicinarsi e decise di lasciar perdere. Si guardò intorno alla ricerca di Harry o Ron, ma non gli vide, erano scoparsi, proprio come Draco che non si sapeva che fine avesse fatto. 
Le era sembrato strano il fatto che le avesse offerto un passaggio sulla sua scopa fino alla festa. Pensò mentre si faceva spazio tra un gruppo di ragazzi, per uscire nella terrazza.
Fuori l'aria era fresca, nella terrazza non c'era nessuno, e questo per lei era un lato positivo, perché in quel momento aveva bisogno di pensare, e per pensare aveva bisogno di pace. 
C'era una remota possibilità che un ibrido, una persona mezza vampiro, mezza strega e mezza demone a quest'ora fosse all'interno del castello, una persona, se così si può definire che si nutre di un certo tipo di sangue "speciale".
Aveva paura? Si.
Tanta? Si.
Voleva scoprire da cosa quest'ibrido doveva proteggere la scuola e gli studenti? Si e nessuno avrebbe potuto fermarla. 
-pensierosa?- domandò una voce che aveva imparato a conoscere. 
Quando si girò i dubbi su chi fosse quella persona vennero chiariti.
Draco Malfoy, se ne stava davanti a lei, una sigaretta stretta tra le labbra, la guardava , con una spalla appoggiata alla parete, e le gambe incrociate.
Hermione non rispose. 
Si girò e continuò a osservare dritta davanti a se. 
-cose hai perso la lingua?-la stuzzicò il biondo, avvicinandosi.
-perché non ti fai un po' gli affari tuoi-rispose lei, infastidita.
-perché ...-in quel momento tre cose accaddero contemporaneamente. 
La sigaretta di Draco gli cadde dalle labbra.
Il cielo iniziò a diventare ancora più buio di quanto non potesse essere a quell'ora della notte.
Strani fulmini rossi iniziarono a prendere vita nella notte.
Draco si mise davanti ad Hermione, come per proteggerla, la bacchetta stretta nella mano, e il braccio proteso verso l'alto.
Anche Hermione strinse la propria bacchetta nella mano.
Pochi secondi più tardi una figura alta, e indistinguibile nella notte, iniziò a sollevarsi in aria davanti a loro, un ghigno malefico dipinto sul volto.
Quando i tratti della figura iniziarono a diventare sempre più visibili.
Quando sia Hermione che Draco poterono dare un nome a quella figura, un altro fulmine rosso sangue spezzo il cielo buio, con il proprio rumore assordante.

Ciao a tutte!!! allora SCUSATEEEEE, è passato più di un mese dall'ultimo aggiornamento, e quindi vi chiedo scusa, per farmi perdonare, ho deciso di pubblicare questo capitolo più lungo rispetto a gli altri, come sempre spero vi sia piaciuto.                                                                                            
Vorrei spiegarvi un po' come si sta svolgendo la storia, ma sono di fretta e devo scappare :( quindi rimando le spiegazioni al prossimo aggiornamento.                
fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo

qui vi lascio il link del vestito indossato da Hermione.

http://www3.pictures.zimbio.com/bg/Emma+Watson+emotional+Potter+premiere+To6gLXlZyoel.jpg

PS:

scusate per gli errori che ho sicuramente fatto.                                 

   
 
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