07/02/2009
3 recensioniContinuo l'aggiornamento della storia, spero che venga letta e che piaccia a qualcuno.
Disclaimer: Tutti i protagonizti della storia non mi appartengono, sono di Suzue Miuchi. Spero che questa storia vi piaccia
Capitolo I
Maya finì di scrivere la lettera al mattino presto.
Non aveva dormito per niente, quella notte.
Aveva scritto la lettera sul tavolo, cercando di soffocare i singhiozzi, per non svegliare Rei.
Aveva fatto un passo che le era veramente costato tanto, ma necessario.
Chiamò Hijiri, si accordò con lui per incontrarsi quella stessa mattina, doveva recapitare una lettera per l’ammiratore.
Si alzò dalla sedia, gli occhi arrossati dal pianto, il viso pallido, sentiva freddo nel cuore, nell’anima, nel corpo; si vestì jeans e maglietta verde, sandali e uscì di casa.
Hijiri aspettava Maya dove lei gli aveva indicato, alle 7.30 in punto. La vide arrivare, il viso pallido.
“Signorina Kitajima, si sente bene?”
Maya gli sorrise, si inventò una scusa:
“Certo Hijiri. Tutto bene.” Continuò:
“Dia questa lettera al mio ammiratore, è urgente, la prego, gli e la consegni entro questa mattina, è importante.” Maya si inchinò per ringraziarlo e scappò via.
Il giovane notò che in lei qualche cosa non andava.
Troppo triste, gli occhi lucidi, sembrava sconvolta.
Si diresse subito alla Daito Art Production per consegnare la lettera al presidente.
Masumi Hayami si trovava già in ufficio, stava sbrigando delle pratiche che non aveva finito la sera prima.
Non riusciva a concentrarsi.
I suoi pensieri erano rivolti a Maya, non alla fidanzata che avrebbe presto sposato, solo a Maya. Sentì il telefono squillare, era Hijiri.
Ascoltò stupito le sue parole, si alzò dalla poltrona, uscì dall’ufficio si diresse verso l’ascensore.
La segretaria lo guardò stupita.
Si incontrarono come sempre nell’ascensore, con molta discrezione:
“Mi scusi se l’ho disturbata, so che non ci saremmo dovuti vedere oggi.
Questa mattina la signorina Kitajima ha voluto incontrarmi con una certa urgenza e mi ha consegnato questa.” Gli porse la lettera.
Lui la prese, vide che era indirizzata all’ammiratore.
Aggrottò le sopraciglia.
Hijiri aggiunse: “La ragazza mi sembrava molto stanca e pallida, ma non ho potuto sapere altro perché è scappata via.”
Il presidente lo ringraziò, aspettò che uscisse dall’ascensore e ritornò nel suo ufficio.
La segretaria lo rivide entrare nell’ufficio senza degnarla di uno sguardo.
Si sedette alla scrivania, guardò la busta e la scrittura ordinata di Maya, prese dal cassetto un tagliacarte, aprì la lettera e inizio a leggere.
La segretaria, dopo aver bussato e atteso inutilmente risposta, entrò nell’ufficio e sentì il suo capo imprecare:
“No, dannazione, non deve finire così.”
Masumi si alzò in piedi, prese la giacca, ripiegò con cura la lettera, doveva trovare Maya.
Si rivolse alla segretaria con un:
“Mitsuki, oggi non ci sono per nessuno, annulli tutti gli appuntamenti.” Disse perentorio.
“Ma presidente, nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare la Signorina Shi.”
“Le dica che sono morto.”
La segretaria impallidì, non aveva mai visto il suo capo così furioso.
Con un pugno sull’interruttore dell’ascensore lo richiamò.
Vi entrò incapace di fermare i suoi pensieri, era furioso, non poteva dirgli che lo amava e che nello stesso tempo non voleva più vederlo.
Non poteva accettare la sua richiesta assurda, l’avrebbe incontrata lo stesso, a costo di usare la forza, si sarebbe chiarito con lei a tutti i costi.