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Autore: Cielo_Pietra    08/09/2015    0 recensioni
Dopo la battaglia di Hogwarts, Teddy Lupin rimase orfano ma se non fosse stato l'unico?
Se Teddy avesse una sorella? Come sarebbe? Quale sarebbe il suo nome? Il suo carattere?
Leggete l'incredibile storia di Teodora Lupin
"La mia normalità non è comune, quindi, tanto vale essere diversa" cit. Teodora Lupin
Spero gradiate l'idea e che la storia vi appassioni, buona lettura e commentate tanto, mi interessano le vostre opinioni.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La mattina successiva aprivo gli occhi ad un altro giorno di luna piena, la nottata prima non avevo quasi dormito causa dei sogni da luna, stesa li sul mio letto mi domandavo come affrontava queste giornate mio padre, magari a differenza mia, si sarebbe alzato con un gran sorriso, sceso a far colazione con gli altri e forse avrebbe fatto un giro al villaggio di Hogsmeade, aspettando la sua lettera con clama e serenità. Io ero di ben altra compagnia, stavo in camera tutto il giorno, in preda ai dolori lancinanti provocati dalla trasformazione, mio fratello mi portava i vassoi coi pasti e poi se ne andava, perché quella era mia volontà, se fosse per me neanche lo farei entrare, troppa paura che gli possa succedere qualcosa. Stavo vagabondando tranquillamente nei miei pensieri quando venni interrotta da qualcuno che bussava alla porta. Sapendo già chi fosse, risposi senza pretese. “Va via, oggi non mangio” dissi decisa e composta anche se il mio stomaco sosteneva diversamente. “Non si mangia, allora mi dileguo” disse una voce molto familiare. Mi misi seduta e sulla porta di camera mia c’erano Ron, Hermione ed Harry. Mi alzai dal letto e corsi ad abbracciarli, i loro visi soddisfatti e gentili erano un sogno in una giornata così. Erano dei semplici adolescenti quel giorno, ma lo stesso, erano dei gran amici dei miei genitori e sapevo che avevano lottato tutti insieme con Voldemort. “Che cosa ci fate qui?” chiesi col sorriso anche se facevo fatica a respirare e sentivo male ovunque “Ci ha chiamati Teddy, lui e tua nonna sono preoccupati per te e vogliono che ti parliamo” disse Harry con tono paterno e gentile. “Sto bene, davvero, non c’è da preoccuparsi, però potrei farvi del male oggi, tornate domani vi prego” dissi fissandoli uno per uno negli occhi. “Non c’è ne andiamo, ti conosciamo e non abbiamo paura, abbiamo affrontato di peggio con tuo padre” disse Hermione cercando di consolarmi “Mi stavo chiedendo, lui come affrontava questi giorni, io non ho avuto qualcuno che mi aiutasse, forse con lui a fianco avrei avuto un guida e se mi arrivasse la lettera, dopo a Hogwarts come farei a controllarla, nascondermi, senza che nessuno mi trovi” dissi col volto triste e malinconico. Il viso dei tre si incupì sentendo la nostalgia che avevo in mio padre, sentendosi in quanto responsabili ma poi tirarono su il capo e risposero. “Prima di tutto tuo padre avrebbe mangiato” disse Ron “Non avrebbe dubitato sul fatto che la tua lettera arriverà da un momento all’altro trasportata dai migliori gufi della scuola” ribadì Hermione “E per finire tuo padre nei suoi anni a Hogwarts sia come insegnante che come alunno è sempre riuscito a contenersi e controllarsi, sono sicuro che avrebbe fiducia sul fatto che troverai un modo anche tu e ne sono convinto anch’io” disse Harry Tutti e tre mi sorridevano con aria gentile e consolatoria, mi sentivo meglio ma avrei voluto tanto poter cambiare i miei occhi in questo momento, l’unico giorno in cui non potevo modificare in mio aspetto era quello di luna piena, gli occhi erano quelli di lupo con una colorazione giallo limone che rifletteva qualsiasi cosa e i miei capelli rimanevano di un color cioccolato intenso. Ci fissammo finchè non ripresero il discorso. “Teodora, devi star tranquilla, abbiamo tutti piena fiducia in te, poi non sarai mai sola, ci sarà tuo fratello Teddy con te e poi ci saranno anche i nostri figli a scuola, Albus e Rose iniziano anche loro quest’anno” disse dolcemente Hermione Mi stavo dimenticando non ero sola, non avrei affrontato nulla sola, ci sarebbero stati i miei amici e mio fratello con me, li ringraziai debolmente e li accompagnai verso la porta, quando se ne furono andati, mio fratello arrivò con un’enorme bistecca al sangue solo per me. Lo stomaco brontolava fortissimo era inutile fingere e quindi la divorai in cinque minuti. Corsi di nuovo a chiudermi in camera, cercando di pensare a tutto meno che alla notte di luna. Ormai la trasformazione si faceva sentire, non riuscivo più a respirare, il respiro affannoso e debole, mi stavo per agganciare con le catene al muro come prevenzione superiore quando sentii un altro rumore in lontananza, piccolo ma potente e via via sempre più forte e vicino, sembrava quasi un animale che cantava lievemente, il rumore alle mie orecchie, ormai da lupo, era inconfondibile; ali che sbattevano, uno stridio leggero e dolce, un profumo di carne di uccello, qui vicino stava volando un gufo. Ripresi le mie manovre con le catene finchè non mi alzai in piedi, un gufo era qui, non era una zona popolata da gufi, il che vuol dire che il giro per le lettere era iniziato e doveva fare un tappa qui in zona, doveva consegnare la lettera a Teddy ovviamente ma chissà se in mezzo a quel mucchietto di carta giallastra c’era il mio nome scritto sopra. Un rumore di finestra che si apriva, la nonna aveva aperto la finestra della cucina, era in cucina, sentivo il cuore che balzava in gola e si stringeva alle corde vocali con un nodo stretto, il mio destino affidato ad una sottospecie di piccione. Non pensavo davvero quelle cose ma la rabbia del lupo cominciava a manifestarsi e la cosa rendeva ogni sentimento più accentuato e incontrollabile che mai. Chiusi gli occhi aspettando una voce, un nome, qualcuno che mi avrebbe dato notizie ma stavo aspettando invano e lo sapevo bene, se quel gufo non avesse portato la mia lettera insieme a quella per mio fratello, non l’avrebbe consegnata più. Un senso di rabbia mi saliva dentro, sconforto, paura di aver deluso i miei genitori che si erano sacrificati per darmi il miglior futuro possibile. Non avevo mai parlato alla mia famiglia o ai miei amici dei miei piani nel caso in cui quella busta gialla non fosse arrivata a destinazione. Il mio cervello balzò subito su quell’idea e sul fatto che, ormai, potevo realizzarla da stanotte stessa, sarei fuggita all’interno dei boschi, mi sarei unità ad un branco per il resto della mia vita e avrei vissuto la mia esistenza come un lupo mannaro, libero e senza la paura di poter nuocere a nessuno più. Molti branchi di lupi avevano già mostrato il loro interesse verso le mie potenzialità e abilità, un clan nel cuore dei boschi del sud America mi aveva già fatto un invito formale ad unirmi a loro; anche molti branchi nomadi mostravano il loro interesse verso di me quando passavano in zona, la mia conoscenza verso altri lupi, si ampliava ogni volta che ritenevo più opportuno fuggire nei boschi qualche giorno, per evitare i problemi della luna alla mia famiglia ancora una volta. Le creature soprannaturali, di solito, dovevano vivere nel loro ambiente naturale e vivere solo all’interno della loro specie e sposandosi tra loro, io e mio padre siamo i primi ad infrangere tale regola, credo. Stavo pensando a come scappare senza farmi notare, in modo che quando mia nonna se ne fosse accorta, sarei già stata lontana e irrecuperabile. Ho pensato che inserire una visita del trio fosse una buona idea, spero vi piaccia e che commentiate per darmi consigli. Buona lettura
   
 
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