... and a bottle of rum!
Capitolo 18:
The Best Damn Thing that her Eyes Have Ever Seen
Soffiava il vento su quella scogliera a
Rackam's Cay, vecchia Deadman's Cay, dove dopo essere stato ucciso a Gallows
Point Calico Jack fu portato chiuso in una gabbia e appeso ad una forca. O
almeno nella storia prima dell'entrata di Allison nella ciurma.
Anna si portò un ciuffo dietro l'orecchio. Non riusciva veramente a credere che
i gentiluomini di ventura che aveva conosciuto fossero davvero tutti morti. Le
sembrò molto macabro trascorrere lì il giorno della Vigilia di Natale. Ripensò alla prima
volta che Richard Corner il quartiesrmastro li aveva incontrati brontolando,
ripensò a Noah e a Fenis, a Calico, a Bonn e soprattutto a Mary e si sentì
immensamente triste. Non pensava che avrebbe provato tanta malinconia per un
branco di pirati.
Sveva d'altronde aveva avuto l'idea di andare lì per celebrare la memoria degli
amici morti ormai da secoli. Avevano portato e interrato una croce per ognuno
di loro, li avevano ornati con dei fiori, dalle rose ai crisantemi: Sveva non
aveva voluto sentire storie diceva che anche se erano morti avevano diritto
anche loro ad avere un po' di colore.
Antonella stava finendo di sotterrare le armi di Allison, Sveva che gliele passava come se fossero stati dei cimeli sacri.
- Mi sembra di aver sotterrato una profumeria. - confessò Nelly, anche se quella volta il suo tono non era velato di disprezzo come di solito avveniva quando parlava delle armi della collega. Allison aveva indicato lei nel testamento come nuova proprietaria delle sue armi: Antonella però non le aveva volute. Erano le armi personali di Allison, mai avrebbe potuto usarle. Le armi erano prettamente personali e solo una persona poteva utilizzarle.
Anna si ricordava di Allison: l'aveva
conosciuta poco, ma in quel poco doveva ammettere che non le era parsa male:
inoltre l'aveva molto ammirata quando aveva deciso di lasciare tutto per
inseguire i suoi sogni.
Sapevano che era morta in un combattimento, che Calico Jack aveva preferito
affondare la sua nave piuttosto che essere preso. Erano morti tutti mentre
combattevano.
Antonella era del parere che alla fine Allie ce l'avesse fatta a cambiare la
storia, che fosse riuscita a dare a tutti loro una morte da eroe, con la
sciabola in mano e non con la corda intorno al collo; a dirla tutta pensava
anche che Allison non li avesse salvati di proposito: la ragazza infatti sapeva
che perché le loro gesta fossero sulla bocca di tutti e sugli scritti di Defoe
dovevano morire, possibilmente nel modo più plateale possibile. Certo però era riuscita
a
rimandare la loro morte di un bel po', fino al 1727. Sette anni di vita in più,
con loro si chiudeva l'epoca d'oro della pirateria e non più con Black Bart
Roberts. Complimenti a Allie che aveva cambiato la storia.
Sulla croce di Allison avevano messo anche una sua foto, dove sorrideva, facendo l'occhiolino calandosi un cappello di paglia sul volto: non era mai seria, in nessuna foto.
Antonella finalmente gettò via la pala. - Buon Natale, ragazze. - disse. - Andiamo. -.
Quindi cominciò a dirigersi verso il centro
della città, verso la base giamaicana dove Thomas era sotto le cure di tutti i
medici che erano a disposizione per gli assassini di quella base. Le altre la
seguirono, indugiando un po' a osservare quel luogo ricco di memoria, che per
qualche motivo non era solamente la memoria della storia del mondo ma anche la
loro memoria personale.
Arrivarono alla base, in fermento perché stava per essere servita la cena di
Vigilia, c'erano persone che andavano, persone che venivano, si sistemavano gli
alberi di Natale e si cucinava un enorme cenone. E tutti cercavano l'aiuto della
regina delle decorazioni natalizie.
- Sveva! Dove sistemiamo l'albero? -.
- Sveva mancano le sedie come facciamo! -.
- Sveva si è bruciato il dolce! -.
- Sveva... -.
- Sve...-.
- SVEVA! -.
Proprio così. Sveva era la ragazza che aveva
conquistato tutti con i suoi modi così poco da killer. Appena era entrata nella
base aveva osservato che era molto poco natalizia. Non aveva saputo trattenersi
dal domandare come mai fosse così triste. Nessuno aveva fatto caso alla
mancanza di decorazioni fino ad allora: inoltre Sveva aveva scoperto che pochi
tra loro avevano la famiglia e che gli altri avrebbero passato il giorno di
Natale alla base svolgendo lavori d'ufficio, oppure soli soletti a casa.
Non aveva potuto tollerarlo: aveva diviso tutti in comitati e in tre giorni
aveva messo su cori natalizi, aveva fatto il menù del cenone, steso la lista
degli invitati, aveva fatto mettere almeno due alberi per stanza, aveva mandato
spedizioni a comprare regali, aveva pensato che un presepe vivente sarebbe stato
il top. E quindi da grigia e computerizzata che era la base si era trasfornmata
in un trionfo di lustrini e brillantini, di colori e calore natalizio, di buoni
profumi e di vestiti di scena, nonché di cori che cantavano. Risplendevano le
palline sugli alberi nonché i festoni colorati e le scritte luminose di
"Buon Natale" in tutte le lingue del mondo. Ed era quindi diventata il
punto di riferimento di quella grande festa.
Quel giorno sarebbe arrivata una rappresentanza della base fiorentina e quella
brasiliana delle cascate dell'Iguaçu e doveva ancora decidere chi avrebbe fatto
gli onori di casa e chi sarebbe andato a prenderle all'areoporto.
Sorrise quindi ad Anna e ad Antonella.
- Scusate ragazze. - si congedò. - Il dovere mi chiama. -.
Si allontanò saltellando. Antonella sorrise scotendo la testa. - Fidati Anna. - le disse. - Domani le chiederanno di entrare a far parte dell'agenzia. -.
Anche Anna stava sorridendo. - Non mi sorprenderebbe. -.
Nelly si voltò verso di lei. - E tu che farai? -.
- Non lo so. - rispose Anna. - Non ho ancora deciso. -.
Antonella si riferiva alla situazione di Anna
con Stub: lui non era l'unico che capiva la difficoltà di quella relazione.
Anche Anna aveva cominciato a rendersi conto che in quel modo non poteva
funzionare, che ci sarebbe sempre stato un abisso di sangue tra lui e lei, un
abisso che uno dei due doveva affrontare.
Anna non sapeva come comportarsi.
Arrivarono finalmente da Thomas che sorrideva, nel letto. Intorno a lui c'erano
Geremia, Federico, Stub e Masky. era stato tutto sommato contento di tornare nel
futuro, solo che non lasciava mai un attimo il fratellastro. La scusa ufficiale
era che se non fosse stato per lui chissà in quali altri guai si sarebbe
cacciato Stub, ma la verità era che col ritorno di Isabella non sapeva se il
padre di Stub avrebbe ancora voluto stare con sua madre e quindi aveva paura che
lui e Stub non sarebbero più stati una famiglia. Proprio per questo Isabella
aveva preso il primo volo per l'Italia, insieme a Maurice, per sistemare le
faccende legali legate al matrimonio col padre di Masky e Stub.
- Ciao! - le salutò Thomas. - Avete finito da Allie? -.
- Sì. - rispose Nell. - Come stai? -.
- Meglio di ieri e spero peggio di domani. - rispose Tom. - L'unica cosa che mi dispiace è di non poter partecipare alla cena stasera. -.
- Non ti preoccupare per quello. - rispose Geremia. - Ti abbiamo già detto che non ti lasceremo mai solo, faremo a turno, e il dolce lo mangeremo qui, tutti insieme. -.
Tom sorrise. - Siete i migliori ragazzi. -.
Tutti si aspettarono il "proprio così" di Allison, col suo sorriso e l'occhiolino, ma il silenzio calò. Allison non era con loro, non più. E nessuno poteva prendere il suo posto, quella ne era la prova.
- Non sono sicuro che questo viaggio nel passato sia stato buono. - disse Geremia alludendo a Allison.
- Stai scherzando? - si alterò Thomas. - Ho avuto il bacio dalla donna più bella della storia! - esclamò riferendosi al bacio di Anne. Sogghignarono tutti: era inutile, quel ragazzo era ancora cotto della pirata.
- E tu hai trovato me. - gli ricordò Antonella, abbracciandolo. Geremia ricambiò quell'abbraccio stringendola forte: non l'avrebbe mai lasciata.
Capirono tutti in quel momento quanto quel
viaggio fosse stato importante per loro, quanto fossero riusciti a trovare e
alla fine quella che avevano perso se l'era goduta in quei 7 anni di vita che le
erano rimasti, insieme ai pirati e probabilmente insieme a Fenis, più di quello
che avrebbero goduto loro in una vita lunga.
E fu l'ultima volta quella che il nome di Allison fu pronunciato con malinconia.
oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo oO0Oo
La festa era cominciata da poco quando Anna
decise di lasciare Thomas per andare al cenone. Non c'era che dire, Sveva aveva
fatto davvero un ottimo lavoro: persone di tutto il mondo si erano riuniti
intorno al tavolo a gustare le portate su cui si stava lavorando da giorni, tra
menù e presentazione. La tavola era raffinatamente apparecchiata con calici in
cristallo, una grande tovaglia rossa e un servizio di porcellana.
Stelle di Natale erano disseminate per tutto il tavolo a decorazione, insieme a
vari tipio di secondi e contorni, nonché di vini.
I killer discutevano tra loro, quasi fino a sembrare persone normali, amici che
non si vedevano da tempo e che chiedevano a loro volta di amici e famiglia.
Quasi come se fossero tutti una grande famiglia allargata.
Anna stava riflettendo proprio su questo quando la voce di Sveva la sorprese.
- Questa sì che si chiama globalizzazione, vero tesoro? - domandò.
- Sì. - rispose Anna.
- E togliti quel muso lungo, è Natale! -.
Anna si guardò intorno. - Dov'è Stub? - domandò.
- Da Tom, penso. -.
Anna si alzò dalla sedia. Aveva bisogno di
parlare al killer. Scese le scale fino ad arrivare nella stanza dove era
ricoverato Tom. Si era addomentato, nel sonno farfugliava qualcosa che
somigliava molto a "Anne" e a "Bonn". Anna scosse la testa.
Fu sorpresa di non trovare Stub accanto all'amico. C'era Antonella che vegliava
su di lui.
- Come va di sopra? - domandò Nell.
- Bene. - rispose Anna. - Si stanno divertendo tutti. Sveva ha dato il meglio di sé. -.
- Sì. - confermò Antonella. - E' riuscita a riportare la speranza e il calore di una famiglia in questo covo di killer. - fece una pausa. - Ma tu non sei venuta qui per parlare di Sveva. Lui è da Mary. -.
Aveva capito subito che la rossa era scesa per
parlare con Stub.
Anna infatti annuì e la salutò velocemente, poi percorse la grande sala dove
tutti brindavano felici in onore di Sveva, che si stava baciando con Federico. Erano una
bella coppia. Federico in quei giorni era stato semplicemente fantastico,
l'aveva aiutata in tutto. E cosa più importante si amavano.
Almeno quanto lei amava Stub.
Corse fuori e non smise di dar fiato ai polmoni e forza alle gambe finché non ebbe raggiunto Stub, davanti alla tomba di Mary. Si piegò sulle ginocchia per ricominciare a respirare normalmente. Stub si voltò verso di lei e aspettò lì davanti alla tomba che lo raggiungesse.
- Ciao ragazzina. - la salutò.
- Ciao killer. - poi indicò la tomba. - Cosa fai? -.
- Chiedevo consiglio a Mary. Riflettevo. - rispose lui. - Tu? -.
- Cercavo te. -.
Calò il silenzio. Poi Stub cominciò.
- Ho deciso di dare le mie dimissioni. -.
Anna però lo zittì con un gesto della mano e gli porse un pacco. - Prendi. Il mio regalo di Natale per te. -.
Stub sorrise nel prendere quella lunga scatola verde con un enorme fiocco rosso. Made in Sveva, ovviamente. - Che cos'è? -.
- Aprilo. - lo incoraggiò lei.
Stub lo scartò accuratamente, e ne tirò fuori una piccola mitraglietta tascabile, della stessa marca della sua, il modello successivo. Stub alzò gli occhi su Anna. - Che significa? -.
- Hai bisogno che te lo spieghi killer? - domandò Anna, fintamente scocciata. - A me sembra che parli da solo. -.
- Hai deciso di accettarmi... -.
- Ti ho accettato quando ti ho baciato la prima volta. - tagliò corto lei. - Tu hai salvato la mia vita e io conosco la tua, e so che non potresti vivere senza l'agenzia. Ho visto gli agenti stasera, ho visto il legame tra te e gli altri: siete come una grande famiglia e non ho intenzione di portartela via. -.
Stub annuì. - E io non voglio che tu rinunci alla vita normale che hai sempre condotto. -.
- Non smetterò. Il fatto di avere un ragazzo killer non mi impedirà di vedere i miei amici, né di andare a scuola e nemmeno di fare kite. -.
- Già... - concordò Stub, sorridendo. -... anche perché se provassi a mettermi tra te e il tuo kite allora saresti tu a diventare la killer. - le attorcigliò velocemente un braccio dietro i fianchi e la trasse a sé.
Anna sorrise. - Vedo che ci intendiamo. -.
- Nel senso del fatto che potresti diventare una killer, o perché in realtà non riesci a stare lontana da me? - domandò Stub.
- Possibile che tu sia sempre così tardo da dover far domande? -.
- Mettimi alla prova. - la sfidò.
- Dimmi quello che sto pensando. -.
Stub avvicinò il suo volto a quello di lei. - Ne ho una vaga idea. - le disse a fior di labbra.
E poi, sotto la luce della luna, accanto alla tomba di Mary, Stub la tirò a sé ancora di più e la baciò mentre Anna gli gettava le braccia intorno al collo, mentre la luce della luna li illuminava a mezzanotte di quella notte di Natale.
Poi l'incanto finì. Anna sorrise a Stub. - Dai, torniamo alla base. -.
- Comincia ad andare. - le rispose. - C'è un'ultima cosa che devo fare. -.
Anna annuì e cominciò ad allontanarsi lentamente, mentre lo guardava tornare di nuovo a rivolgersi alle tombe di Mary e Allison. Trovò che la luce soffusa lunare gli donasse molto in quella sua solitudine interiore dalla quale Anna capiva che non sarebbe mai uscito. Forse era per questo motivo che era andato da Mary, perché l'aveva sentita simile a lui. In un certo senso entrambi erano dannati. Ma Stub era certamente la cosa dannata più bella che i suoi occhi avessero mai visto.
Stub sorrise, guardando la tomba di Mary. - Tu
ci hai salvati entrambi. - mormorò. - Mi hai fatto ritrovare mia madre. Grazie
a te per me è cominciata una nuova vita. - quindi prese la sua vecchia
mitraglietta tascabile e si diresse verso il promontorio.
Sentiva il rumore delle onde che si infrangevano sotto di lui.
Allentò la presa, fino a lasciarla del tutto.
Vide la sua cara amata mitraglietta precipitare in mare, tingersi di azzurro e
sprofondare nell'abisso.
E insieme a quella mitraglietta nell'abisso sprofondò la sua vecchia vita.
Stub si voltò e sorrise nella direzione di Anna, andando verso di lei, stringendo da una parte la sua mano e dall'altra la sua nuova mitraglietta.
La sua solita nuova vita era cominciata.
L'angolo della Matrix
Game over.
La storia è giunta al suo termine. Piaciuto questo ultimo capitolo? Lo sapete
che sono il mio punto debole gli ultimi capitoli.
Devo dire che è stato interessante scriverlo,
mi è piaciuto molto, e non è stato nemmeno semplice farlo.
E questa volta non è stato nemmeno doloroso scrivere la parola fine a questa
storia. Strano, vero? Non so perché, ma è come se non le stessi dicendo addio:
forse dipende dal fatto che ormai i personaggi sono entrati talmente dentro di
me che la sola idea di non pensare più a loro mi sembra assurda. O forse
perché in ognuno di noi esiste almeno uno di questi personaggi. O forse tutti
insieme.
Alla fine ho deciso che il compromesso era
l'unico modo per far stare insieme Anna e Stub: Stub non avrebbe mai potuto
rinunciare alla sua vecchia vita, e questo è un dato di fatto, quanto ad Anna
anche solo pensare di farla entrare nell'agenzia era un'idea assurda. Perché?
Per il semplice motivo che lei è l'unico personaggio normale della storia.
L'unica che non si è macchiata le mani, mai.
E ho pensato che Anna avrebbe potuto accettare il lavoro di Stub: ho creato il
personaggio di Stub come un killer, l'ho reso dannato, ho cercato di ergere come
una cortina di fumo intorno a lui di renderlo chiaro e sfuggente allo stesso
tempo. Un bello e dannato. Ma la sua dannazione si sarebbe persa se avesse
smesso di fare il killer, quindi a quel punto lui avrebbe perso la sua essenza e
non avrebbe più avuto senso che Anna stesse con lui.
Ho creato quindi lo stretagemma delle mitragliette: la sua vecchia vita finisce
nei fondali marini, insieme a Mary, che li ha salvati. La vecchia vita di Stub
finiscve quindi con un gesto simbolico alla memoria della pirata.
E la sua nuova vita? E' come quella vecchia. Solo che adesso al suo fianco ha
Anna e il segno che lei ha accettato il suo stile di vita.
Quanto agli altri personaggi, ho cercato di
spiegare al meglio l'evoluzione delle cose. Gli unici due che sono rimasti
incerti sono due: Masky e Sveva. Volutamente, è ovvio. Per Masky posso
assicurare che rimarrà sempre il fratellino di Stub, su questo c'è poco da
fare.
Per quello che riguarda Sveva... è stata considerata nel corso della storia un
personaggio normale, ma io non me la sento di definirla così: Sveva ha qualcosa
di speciale rispetto agli altri, ai lettori decidere il suo tratto speciale. Non
ho messo se poi si unirà davvero all'agenzia. Anche questo preferisco lasciarlo
ai lettori: che ognuno risponda come vuole a questo interrogativo, a seconda di
come ha interpretato il personaggio di Sveva.
Prima di passare ai ringraziamenti, dico solamente che il titolo di questa canzone è stato tratto da "The Best Damn Thing" di Avril Lavigne, canzone che ha fatto da colonna sonora ad alcune parti di questa ff.
Ma ora i ringraziamenti:
- Levsky: ciao!! Ma grazie!!! Una droga? Lo interpreto in senso positivo xD Comunque sono contenta che tu abbia capito il motivo per cui ho deciso che il nome di Stub è semplicemente Stub, e spero che questo ultimo capitolo ti sia piaciuto come gli altri XD Aspetto un tuo parere, e nel frattempo ti ringrazio anche per la recensione di "In the Summertime": sono contenta di averti fatto sentire il respiro degli eroi, perché è il respiro che io sento ogni giorno. E comunque non sai quanto ho sognato io la scena di Achille che mi abbraccia come Aurora xD E complimenti anche per l'arguzia: avevi capito subito che era Era... diventerai una detective!! Bacione!!
- DamaArwen88: sono contenta che ti sia piaciuta la scena di Anna e Stub nello scorso capitolo, e spero che tu non abbia trovato stucchevole nemmeno questa scena. Ad ogni modo ti rassicuro sul fatto che stavolta è morta stecchita, almeno quanto lo sono Allison e Mary. Quanto ai pirati il problema è che la gente non li conosce abbastanza: loro si definivano "gentiluomini di ventura" mica per hobby. Certo, erano canaglie, ma alcuni di loro sono stati grandi. Basta conoscere un po' la loro storia. Spero che ti sia piaciuto questo capitolo!! Bacione!!
- myki: ci credi se ti dico che quando
stavo scrivendo la parte romantica di questo capitolo mi venivano delle
frasi che più che mie sembravano tue. Mi stai influenzando un po' troppo.
Quindi ho cancellato e ho riscritto e spero che troverai il risultato
soddisfacente. Ti è piaciuto il capitolo?
Quanto a Rogers... Woodes non è cattivo: mai come in questo caso bene e male è una questione di punti di vista. Io ho raccontato la storia dal punto di vista dei pirati, quindi Rogers era il cattivo, ma se l'avessi scritto dal punto di vista degli abitanti di New Provindence Calico e i suoi sarebbero stati i cattivi e Rogers il buono. Inoltre credo che sia stato un uomo d'onore. Come mai? In effetti non ho le prove per dimostrarlo, ma non riesco a immaginarmelo diversamente.
Mi aspetto il tuo commento riguardo a Sveva. Per le armi hai ragione: sono l'estensione delle braccia. Bacione!! - Lallix: devo dire che un po' mancherà anche a me questa storia, nonché il tuo entusiasmo nelle recensioni :(. Ogni storia però giunge alla fine: la cosa bella è che dopo ogni storia ce n'è sempre un'altra. Sono molto soddisfatta del fatto che ti sia piaciuto l'incontro tra Stub e Isabella. E soprattutto del fatto che hai detto che poteva essere un film... in realtà io mi sono immaginata un po' tutta la storia come un film, le immagini nella mia mente scorrevano come se fossero film, ho scritto le battute dei personaggi quasi come se dovessi scrivere delle battute dei film... non so com'è stato il risultato, ma io mi sono divertita. Dimmi che ne pensi di questo chap. Bacione!!
Oltre alle mie recensitrici, ringrazio anche le
persone che recensivano e poi hanno smesso. Un grazie quindi a BabyzQueeny e
a Shia!!
Inoltre 1000 grazie a chi ha aggiunto la mia storia tra i preferiti: BabyzQueeny,
Bella4, cupidina 4ever, DamaArwen88, Lallix, Levsky, marilyn92, myki,
Ransie88219, sasamy e Shia.
Buonanotte a tutti, ragazzi.
Alla prossima storia.
@matrix@