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Autore: JohnSlow    12/09/2015    0 recensioni
Primo capitolo della serie "Beating Heart".Strani eventi stanno per accadere ad un gruppo di ragazzi della Darksen High School. Tom si risveglia nel bosco sporco di sangue non ricordando cosa sia successo la sera precedente. I ragazzi cercano di scoprire cosa sia successo in quella notte mettendosi in grave pericolo. Anche la centrale di polizia inizia ad indagare sugli attacchi da parte di strane creature e scomparse di ragazzi. John sta per scoprire la sua vera identità.
Avete mai avuto l'impressione di stare sprecando la vostra vita? Avete mai pensato di abbandonare tutto e tutti ed andare via, iniziare una nuova vita da qualche altra parte e conoscere nuove persone? Non so voi, ma io lo penso continuamente.
Mi sembra come se non stessi prendendo io le decisioni nella mia vita, come se mi guardassi vivere e non vivessi davvero. Lo so, può sembrare pessimistico il discorso, ma effettivamente se ci pensiamo, è così. In realtà conduciamo vite che non vorremo condurre, ma lo facciamo perché siamo costretti a farlo e non abbiamo il coraggio di alzarci da questa condizione in cui ci troviamo,dare uno schiaffo alla realtà e andare via.Prima o poi, avrò il coraggio di
Genere: Mistero, Sportivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Quando ero un bambino, avevo paura del buio.Probabilmente anche adesso ho paura del buio.Ma chi non ha paura del buio?. Tutti almeno una volta sono entrati in una stanza oscura e hanno corso per raggiungere di nuovo la luce. Come diceva Platone:Possiamo facilmente perdonare un bambino che ha paura del buio;La vera tragedia della vita è quando l’uomo ha paura della luce." “Miley,davvero ti dico,non so cosa mettere stasera”- disse Lizzie a telefono. -“Non ci posso credere, hai comprato quel vestitino, una settimana fa, non l’hai ancora messo, puoi mettere quello”- -“no, non mi piace, è troppo particolare, vorrei qualcosa di meno eccentrico”- -“non vuoi farti notare stasera?”-rispose Miley dall’altra parte della cornetta -“Quando mai io ho voluto essere al centro dell’attenzione?”- -“Abbiamo fatto un patto,Lizzie,ricordi?Stasera decido io cosa ti metti,un patto è sempre un patto”- -“Si, ok Miley, ma ci sono sempre dei limiti”- -“Vieni a casa mia stasera, ho un vestito giusto per te nell’armadio, ancora nuovo, starai una favola”- -“Ok, allora passo per le 7 e mezza, prima vorrei passare da Tom, per vedere se procede tutto bene per i preparativi della festa”- -“Ok, non ti preoccupare, ti aspetto”- Lizzie, attaccò e gettò il telefono sul letto,prese il telecomando che controllava la dock station e iniziò a sentire la musica. Mise il suo cantante preferito, Justin Timberlake. Inziò a ballare, mentre posava i vestiti di nuovo nell’armadio. Miley era una ragazza a dir la verità sfacciata, era bionda, alta, un fisico straordinario, era uscita con tanti ragazzi, ed era la tipa che scambiava ragazzo continuamente, ma adesso era fidanzata con Tyler, quarterback della scuola,e insieme formavano probabilmente la coppia più in vista e invidiata. Stavano insieme da 3 mesi ufficialmente, ma in realtà la loro storia è durata tanto tempo. Prima di Miley, Tyler aveva un’altra fidanzata, si chiamava Sarah, e fu proprio quest’ultima a lasciarlo, perché aveva scoperto di una relazione segreta di Tyler con Miley. Sarah odiava Miley più di ogni altra cosa al mondo,era sempre in cerca di suoi segreti da sbandierare al mondo,chiedeva vendetta e prima o poi l’avrebbe ricevuta. Tyler era amico di John e Tom, ma questa amicizia era diversa di quella che c’era tra i 2. Scese giù per tutti i gradini e andò in cucina, in cerca di un arma per potersi difendere.In cucina c’era una confusione enorme, piatti,bicchieri, scodelle,patatine ovunque, prese un coltello, ma notò che ne mancava uno, diede uno sguardo veloce sui mobili, ma nulla. Il coltello non c’era. Pensieri invadevano la mente di John.Non sapeva che fare, da un lato chiamare la polizia avrebbe richiesto troppo tempo, l’amico poteva essere già al piano di sopra a terra, insanguinato in cerca di un aiuto, dall’altro lato se l’aggressore fosse ancora al piano superiore?Prese una decisione, salì le scale, un gradino dopo l’altro, in silenzio, il coltello fisso nel palmo della mano destra che gli faceva strada. Osservava le gocce rossastre sul pavimento, che man mano che saliva aumentavano sempre di più.Arrivò all’ultimo scalino,si preparò al peggio, non c’era nessuno alla sua vista. Girò a destra, seguendo le gocce, proseguì diritto, la luce nel corridoio era accesa. Gli è successo qualcosa,me lo sento, ormai sono qui, devo soccorrerlo. Sentì un rumore, un passo, non proveniva alle sue spalle ma dalla stanza di Tom stessa,continuò a camminare fino ad arrivare fuori la sua porta. Poggiò la mano sulla maniglia, era bagnata. John si guardò la mano che aveva appena appoggiato sulla maniglia, era rossa. La paura cresceva sempre di più, il cuore batteva all’impazzata, non era pronto ad aprire la porta ma dopo un respiro intenso decise di venire incontro alla verità. Con un colpo secco abbassò la maniglia, aprì la porta. Il coltello entrò nella stanza, gli occhi di John erano spalancati. Vide ciò che non avrebbe voluto vedere, ma in quella circostanza gli placò i battiti del cuore:il sedere di Tom. Tom si voltò, era nudo, appena uscito dalla doccia. -“non si bussa?”- -“Tom, ma che cazzo fai?”- Urlò John, abbassando il coltello e con uno sguardo fulminante -“perché, adesso non posso neanche farmi una doccia, o stare nudo in camera mia?”- -“Sono entrato, ti ho chiamato, la porta era aperta, non hai risposto…”- John, non riuscì ad organizzare un discorso, era ancora spaventato. -“forse l’ha dimenticata aperta il tizio delle birre”- -“ ho visto sangue a terra”- replicava John. -“ma quale sangue… sono gocce di ketchup, mi è esploso un barattolo in mano e sono salito per lavarmi”-rispose Tom, mentre si infilava le mutande. -“come hai fatto a far esplodere un barattolo di ketchup? Solo tu puoi fare certe cose”- -“ in realtà l’ho messo nella pistola ad acqua e probabilmente è troppo denso che mi è scoppiata in mano, non volevo dirtelo…”- -“vabbè, comunque sono venuto ad aiutarti, cosa posso fare?”- -“ho tutto sotto controllo non ti preoccupare, ma se proprio insisti, devo ancora montare le luci sotto il gazebo e sistemare le bibite nel bar sulla piscina, il barman verrà alle 6 e mezza, quindi per le 6 e mezza deve essere tutto pronto”- -“ok, vado a sistemare il bar allora”- -“ok, mi vesto e scendo subito”- John scese, chiuse la porta e si mise al lavoro. Lizzie arrivó a casa di Miley, era andata a piedi, visto che la sua casa distava soli 500 metri dalla casa di Miley. Bussó alla porta e aprì la madre di Miley, Courtney, che la fece entrare e gli offrì una tazza di tè, ma Lizzie rifiutó. -"Ricordo ancora... Quando eravate piccoline e sognavate di diventare grandi"- disse Coirtney. -"lo facciamo ancora Courtney”- rispose sorridendo Lizzie. Salì le scale e arrivò in camera di Miley, che era sul letto con il cellulare in mano ascoltando musica. -“Finalmente sei arrivata”- disse Miley-“ ho scelto cosa metterai stasera”- Era un vestito cortissimo, di colore rosso, con delle borchie sui lati e monosillaba. -“Non penso proprio”- disse Lizzie. Una scommessa è sempre una scommessa.
  
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