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Autore: chuxie    15/09/2015    2 recensioni
Le (dis)avventure di una tirocinante non retribuita nella giunga del lavoro milanese, alla caccia di un impiego che le permetta di dare un senso alla sua vita. O semplicemente che le consenta di continuare a mangiare gelato per supplire al vuoto.
Tratto da una storia vera. E assurda.
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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NELLE PUNTATE PRECEDENTI...
Chuxie è ritornata in sella a Jenny, la sua fidata velocicletta (termine coniato appositamente per sostituire il ben più spregiativo "Rottame-scassato-che-in-gioventù-era-stato-una-splendida-bicicletta") e ha ripreso a districarsi tra le sue amate stradine lastricate di pavé e gli ammalianti richiami delle ipnotiche Rotaie del Tram. Dopo essere sopravvissuta a due inventari (di cui uno trascorso per gran parte del tempo all'interno di un frigorifero del banco surgelati e la restante a contare bottiglie diverse, ma dall'aspetto identico) e aver intrapreso un percorso di ripetizioni/suggerimento delle soluzioni/spiegazione dell'intero programma di matematica con un ragazzino cinese che le dà le risposte giuste in differita temporale, che fa i conti a mente più veloce di lei, ma che purtroppo porta lo stesso nome e fa le stesse espressioni del suo (ex) UnicoVeroGrandeAmore (detto anche Dick, dagli amici che conoscono la sua mente sopraffina), Chuxie si è oggi recata a fare un colloquio per la posizione di tata presso una nuova famiglia...

Chuxie osserva il cielo terso e deglutisce, mentre slega Jenny (solo dopo averla amorevolmente carezzata sui manubri) e la monta con la stessa delicatezza di un bassotto sovrappeso. 
Le previsioni mentono sempre. 
Questo lo ha imparato a sue spese. Oggi non pioverà. Non pioverà.
E proprio mentre intraprende una rilassante passeggiata sul pavé a cavallo di Jenny, sempre pronta a smembrarsi in mille pezzi sotto il ritmico cullare delle pietre cittadine, la sente. Una goccia.
Piccola e semplice, le cola lungo la guancia, poco prima che il vento gliela strappi via. Chuxie ringhia e, incurante delle proteste della sua fidata compagna, pedala più veloce, ideando scuse e discorsi plausibili che possano giustificare alla sua Nuova Possibile Datrice di Lavoro il suo essere stata così poco previdente, arrivando da lei zuppa.
Ma qualcuno, da qualche parte, deve amare molto Chuxie (o forse, dopo tutto il Karma negativo che le è toccato durante l'esperienza della Gelateria degli Orrori, è arrivato il momento di riscuotere un po' di fortuna) perchè continua a piovere in maniera lieve. Quel tanto che basta per aiutare i suoi capelli a incresparsi e permettere ai suoi sensi di appannarsi al punto da mancare la svolta giusta per arrivare nella via e perdersi. 
Ma Chuxie è paziente e devota al suo lavoro. Quindi dopo aver chiesto indicazioni, torna indietro, Jenny alla mano, pioggia su di lei, e, grazie ad una buona dose di pensiero critico acquisita solo dopo anni di estenuanti training, riesce a capire, prima di perdersi nuovamente, che le indicazioni che le erano state date fossero sbagliate e che lei già si trovava nella via giusta.
Così, dopo aver atteso 5 minuti buoni sotto la pioggia, per non sembrare troppo in anticipo (come in verità era) e per essere sicura di garantire alla sua capigliatura un effetto "Crespi perfetti", ha suonato il citofono ed è entrata in quella che a tutti gli effetti era una Casa da Ricchi. Una di quelle che fino ad allora lei aveva visto solo in cataloghi e in puntate di Sex & the City con protagonista Charlotte. Una di quelle piene di oggetti costosissimi che i bambini non vedono l'ora di poter distruggere. 
Ad accoglierla c'era solo la mamma delle due gemelle, che dopo averle spiegato che non era in alcun modo intenzionata a farle conoscere le figlie prima di aver appurato che lei non fosse un maniaco ("Io a queste cose non ci credo, ma sai la gente a volte è strana!"), aveva iniziato a descriverle quelle piccole creaturine che avevano pernottato per nove mesi nel suo ventre e che lei aveva amorevolmente cresciuto per sei in anni. In poche parole, con la stessa espressione di una donna che per le proprie figlie vorrebbe chiamare un esorcista e non una babysitter, le aveva spiegato che in quanto gemelle (?) le due erano dotate di una personalità molto forte e che quindi erano abili manipolatrici, dispotiche e isteriche quel tanto che bastava a far sembrare le trame e i tradimenti di Games of Thrones delle scaramucce tra poppanti. Ha quindi proseguito spiegandole i diversi modi in cui ciascuna sorella era capace di far sembrare la bambina dell'esorcista una compagna di giochi di Hello Kitty.
Chuxie ovviamente non s'è fatta impressionare, ha sciorinato il suo curriculum, è stata comprensiva e accogliente quando la signora ha quasi avuto una crisi di nervi al pensiero troppo carico di affetto materno della personalità delle sue figlie e ha confessato di avere una pluriennale esperienza con i gemelli, tra amici, fidanzati e fratelli. Le ha anche garantito di non avere (più) paura del buio e di essere disposta a girare per la città da sola, differentemente dalle altre babysitter con cui aveva collaborato. La signora ha sorriso riconoscente e poi l'ha detto: "Le faremo sapere". La frase che tutti i disoccupati temono tanto quanto i fidanzati aborrono i "Dobbiamo parlare" delle loro ragazze. Un suggello certo di non assunzione. Un incantesimo iettatore più potente di qualsiasi specchio rotto. 
Così, sospirando, Chuxie ha carezzato la sella umida di Jenny, vi è salita con la sua abituale eleganza da narvalo ed è tornata a fare la cosa che dopo quel colloquio le è parsa più sensata: perfezionare il suo progetto per il controllo assistito delle nascite.

NELLE PROSSIME PUNTATE
Chuxie e la promozione della birra!

   
 
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