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Autore: BambuBaoBab    17/09/2015    1 recensioni
Nata come una One-Shot ha intrapreso una gestazione prepotente, nella mia mente e tra le mie dita, fino a nascere in una Fic. Ora piange, perché vuole essere letta e giudicata.
Dal prologo.
- Tu hai dei desideri, Saiyan? – chiese Lord Bailor.
- Che domande…-rispose Vegeta – tutti hanno dei desideri.
Il Dio sorrise e giunse le mani. Dalla punta dei medi scaturì una piccola sfera di luce.
- Ingoia questa sfera Saiyan e il tuo desiderio più profondo, quello che ha covato nel tuo animo per anni si esaudirà. Ti troverai in una nuova dimensione, reale quanto quella in cui risiedi ma dove qualcosa è accaduto, o accadrà, o sta accadendo in modo diverso. Solo tu puoi decidere cosa.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bardack, Goku, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Salvatore
 
Vegeta aprì gli occhi. Era in piedi, di fronte all’enorme vetrata di quella che sembrava essere un’astronave. Oltre il vetro, lo spazio più profondo, oscuro ed impenetrabile. Sentiva una strana sensazione di vuoto allo stomaco e la vista dello spazio contribuì al senso di smarrimento. Vegeta si guardò riflesso: era visibilmente più giovane e la sua coda era saldamente attorcigliata intorno alla sua vita. Indossava una battle-suit nera , una corazza che gli proteggeva il torace, guanti e stivali bianchi.
La stanza era piccola e spoglia fatta eccezione per una plancia di comando , disattivata, al centro. Vegeta si diresse verso le spie e i tasti multiformi. Sentiva riaffiorare in lui le sensazioni che provava quando, anche se solo come soldato, esplorava le galassie e conquistava i pianeti. Sfiorò i computer ed un ghigno gli si dipinse sul viso.
“Quel vecchio Dio non scherzava…”
Il rumore della porta scorrevole lo distrasse dai suoi pensieri. La figura che attraversò la soglia lo lasciò stupefatto. Come lui portava una tuta nera ma sulla parte superiore del corpo cadeva una larga casacca rossa, come rossi erano pure gli stivali. I capelli a palma erano contornati da una sottile bandana cremisi .
-Bentrovato Principe Vegeta. Sono rientrato non appena ho saputo.
Nascose lo sguardo stupito e studiò circospetto Kakarot che gli si avvicinava.
-Cosa hanno detto i medicI? –chiese preoccupato.
Vegeta socchiuse gli occhi interrogativo.
-Tuo padre … - incalzò l’altro- Mi hanno detto che le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate.
Vegeta non rispose posando lo sguardo a terra.
“ Ma dove sono finito?” si chiese.
L’altro si ritrasse  e si voltò verso l’uscita.
- Io vado a porgergli i miei saluti...  vuoi accompagnarmi?
Vegeta preso alla sprovvista annuì e uscirono dalla stanza.
“ Che cosa ci fa lui qui? Non centra nulla con quello che ho desisderato!”
 Camminavano in silenzio entrambi con un’espressione seria  e concentrata. Kakarot era effettivamente irriconoscibile. Due giovani Saiyan gli si pararono davanti e insieme portarono il pugno sul petto e con un cenno del capo salutarono.
-Salve Principe Vegeta .
Spiazzato, rispose al cenno e i due si defilarono. Sentire di nuovo dei  Saiyan e lo stesso Kakakrot rivolgersi a lui con il suo titolo gli fece uno strano ma piacevole effetto. Kakarot  si fermò davanti ad una porta e Vegeta vi entrò senza esitazione . La stanza era enorme, priva di finestre, nella penombra di alcune luci  ed al centro  vi troneggiava un letto, su cui erano chinati due medici. Appena sentirono la porta aprirsi si difilarono in un inchino, tempestivi. Vegeta si avvicinò esitando; seduta di fianco al letto vi era una donna bellissima. Le mani affusolate accarezzavano la figura distesa e la veste appena accennata lasciava intravedere i seni floridi e le gambe esili. La pelle celeste e i capelli lunghi e blu come l’oceano incorniciavano un viso simmetrico, dalle sensuali labbra carnose e dai profondi occhi turchesi.  Si voltò impercettibilmente per osservare il Principe che si accostava al capezzale opposto.
Re Vegeta, sdraiato e coperto dal lenzuolo fin sotto le spalle respirava piano con il volto madido di sudore. I capelli erano sbiaditi come pure la immancabile barba. La pelle portava i segni del tempo trascorso ed il colore inconfondibile della malattia. Gli socchiusi lasciarono la figura incantevole per posarsi sul suo erede.  Il cuore del giovane guerriero perse un battito, tanti erano gli anni che non vedeva quel volto tanto famigliare quanto ormai sconosciuto.
 
- Figlio mio…- sussurrò debole.
- Padre…-rispose il Principe.
 
Si guardarono per un eterno istante quando la voce soave della fanciulla li distrasse
-Tuo padre deve riposare mio Principe…non dovresti essere qui.
Vegeta le getto uno sguardo obliquo ed il vecchio le rispose:
-Mia cara, so che ti preoccupi per me , ma nessun riposo vale la compagnia del futuro Re dei Saiyan…- un colpo di tosse lo interruppe – e poi vedo che finalmente anche il primo dei miei Comandanti è venuto a fare visita alle mie spoglie ancora abitate da un alito di vita.- disse facendo un cenno a Kakarot che si avvicinò.
-Mio Re, nella sua voce sento ancora un tornado di vita, non solo un alito!
Il vecchio rise e la tosse lo colpì nuovamente.
-Sei sempre il solito Kakarot.
Il Saiyan si avvicinò portandosi al fianco di Vegeta.
- Payde , mio bocciolo, lasciami solo a conferire con i miei due ragazzi.- disse il Re, rivolgendosi alla giovane.
 
Dopo un attimo di esitazione, la fanciulla sorrise e si alzò, ancheggiando verso  l’uscita. Quando la porta si chiuse il vecchio riprese.
 
- Allora, come procedono le cose sul quarto settore? So che il mio amico Bardak sta perdendo ogni speranza di risolverla in maniera diplomatica…
- Si purtroppo…-rispose accigliato Kakarot- ma la colpa è nostra Sire. Abbiamo sbagliato nell’aver lasciato il pianeta Naipec alla vecchia guarda Freezeriana di Paitun e i suoi. In quel momento non vi erano generali disponibili e Paitun aveva rimesso ogni contatto con l’armata di Freezer. Ma hanno operato in modo sconsiderato finché il popolo non è insorto. Ora convincerli a cooperare sarà più duro del previsto.
- Gli avete fatto capire quali sono le nostre opinioni a riguardo? – tossì il re tentando di mettersi seduto – Che noi non siamo come Freezer? Che siamo stati anche noi sotto dittatura ?
- Certo… - disse kakarot dando una gomitata al Principe –Vegeta ha sbudellato Paitun fuori dal palazzo, nella capitale.Lo hanno acclamato come un eroe.
Il vecchio rise di gusto
- Figlio mio, tu si che sai come trascinare la gente, non c’è dubbio…-si fermò inspirando profondamente- è per questo che, non ho dubbi, sarai un ottimo Re.
Vegeta sbarrò gli occhi, mentre Kakarot annuiva.
- Vegeta, ormai è giunta la mia ora…non posso regnare da questo letto e i miei malanni non accennano a placarsi… quindi , permettimi di dire che sono fiero di te. E’ grazie a te che la nostra razza ancora esiste ed
ora domina nell’universo conosciuto.
 
Vegeta non rispose , abbassando il capo.
“ Che significa?” si chiese tra se.
 
- Ed ora so che tu e la fervente squadra che hai costruito riuscirete ad espandere il nostro dominio anche più in la…ne sono certo.- concluse il Re guardando Kakarot.
- Serviremo Vegeta al meglio signore.- rispose allo sguardo.
 
Vegeta prima guardò il Saiyan di fianco a lui, e poi il guerriero, lo stanco e malato guerriero disteso sul letto.
-Non ti deluderò padre.- disse infine.
-Non potresti, figlio mio, nemmeno se ci provassi…ma una cosa ancora voglio dirla.
I due annuirono all’unisono, attenti.
- Nella vita, niente mi ha dato più gioia che avere un figlio come te. Perciò spero che anche tu, un giorno deciderai di avere degli eredi. Non c’è posto unicamente per le battaglie e per la gloria nella vita.
- Come?- chiese Vegeta stranito.
Kakarot arrossì e puntò gli occhi sul pavimento.
-Eh eh…-  rise il vecchio leone - so che non sono stato un grande esempio di rettitudine figlio mio. Ho sempre voluto accanto le donne più belle poiché alimentavano il mio ego. Ma non fare il mio errore…trova una donna capace ed intelligente che possa aiutarti ed aiutarvi nel mantenere saldo il nostro impero, l’impero che voi avete costruito con tanto coraggio.
 
Vegeta analizzò quelle parole nell’arco di un respiro. Pensò a Bulma e a dove poteva essere in quel momento… sicuramente molto lontano.
La tosse del Re si intensificò e richiamò la sua attenzione. In quell’istante la porta si aprì e i medici intervennero mentre lui e Kakarot si allontanavano lasciando con un cenno  del capo la sala.
 
 Usciti dalla stanza la forte luce dei corridoi quasi li accecò.
-Spero che riesca a raggiungerci anche mio padre...gli spiacerebbe immensamente non poterlo salutare.
Vegeta annuì silenzioso. Le parole del padre gli ronzavano nella mente confondendolo. Non sembravano le parole del Re Vegeta che ricordava...ma in effetti di lui ricordava bene poco.
Il richiamo impacciato di una voce stridula li obbligò entrambi a girarsi : un essere dalle palesi sembianze Tsufuru, vestito con un’uniforme da soldato si raddrizzò e, portando il pugno sul cuore, si inchinò.
- Salute Principe Vegeta. Il Responsabile della sala comandi vorrebbe conferire con lei signore…è urgente.
Vegeta annuì ed i due Saiyan seguirono  il minuto essere.
“ Da dove salta fuori un Tsufuru?”
- Sai di cosa voleva parlarmi?
Il piccoletto scosse la testa ed arrivati ad uno snodo tra i vari corridoi si avvicinò ad una pulsantiera. Questa gli scansionò la retina ma sul terminale si visualizzò ERRORE.
- Oh.- disse rivolgendosi a Vegeta, mortificato-  Mi scusi Principe ma sono stato trasferito da poco e non hanno ancora caricato i miei dati su questo sistema.  Può attivarlo?
Vegeta si avvicinò circospetto ed il ragazzino si fece da parte. Il laser gli lesse la retina e sul display apparve la sua immagine il suo nome e la parola YEXAN.
Preceduto da un suono meccanico una porzione di soffitto si abbassò fino toccare il pavimento.  Il ragazzo e Kakarot vi salirono senza esitazione e Vegeta li seguì.
-Cosa significa YEXAN? – chiese il Principe allo Tsufuru.
Il ragazzo ridacchiò mentre la piattaforma si alzava.
- Davvero non lo sa? E’ una parola Tsufuru che significa “ Il Salvatore”.
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