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Autore: Fiore_di_loto    18/09/2015    1 recensioni
Faccio un respiro profondo e lo guardo con un mezzo sorriso che sa di provocazione, mentre inizio a ballare su questo terrazzo freddo e umido, e avvicinandomi alla ringhiera gli grido, imitando la sua voce forte e fingendomi grande: - Mi toccherà suicidarmi, Billie Joe Armstrong, se lei non si decide a credere alle mie parole, ad ammettere che pensa a me mentre canta, mentre suona su quel palco e mentre bacia sua moglie. Credo che mi suiciderò, Billie Joe!- faccio finta di buttarmi e lui corre subito dietro di me, bianco in volto per la preoccupazione e mi chiede se sono impazzita. - Sono impazzita per te, Billie Joe. E da quando sei così prudente, figlio di Edgar Allan Poe, comandante della rivolta?- Sorride e risponde stando al gioco, -Sono io che dovrei suicidarmi, Liv, perché so che tu mi ami, bambina impazzita!-
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Una volta rientrati in hotel ho finalmente la possibilità di stare sola con Billie, sdraiato a fianco a me, che mi accarezza i capelli. Sento le sue labbra avvicinarsi ai miei lobi e morderli dolcemente; con l'indice sfiora il pizzo del mio reggiseno e ne disegna la sagoma. Continua questo gioco meraviglioso e avvicina la bocca al mio collo; sento la mia pelle nuda fremere e la mente offuscarsi, fino a che i pensieri non si riducono in frivole pretese, assurde, lancinanti. Ha gli occhi di un angelo, quando non li trucca, ma i lineamenti restano quelli di rage, e persino lo sguardo ha un che di demoniaco e profondamente eccitante. Dio mio, altro che gli stupidi idoli di bellezza comune, Billie è 100 fottute volte più ammaliante. Mi passa in mano il telefono, -scegli tu la musica in sottofondo- È tutto surreale e buffo, perché in questi momenti ascolto solo la sua musica, abitualmente. Appoggio il telefono sul comodino in modo piuttosto brusco e mi siedo sopra di lui; la sua lingua ha l'odore del fumo, dell'alcool, e di una strana dolcezza, paradisiaca. Più veloci scorrono le mani, più lenti diventano i minuti. Più intensamente lo sento farmi sua, più utopico mi sembra questo momento, e quando i respiri si spezzano e diventiamo un drago deforme, un ammasso umano, sento di non esser mai stata così felice. Billie non mi da il tempo di respirare, mi sta già appoggiando una sigaretta tra le labbra. Si sdraia a fianco a me sapendo che ogni attimo di riposo con la propria ragazza è prezioso, se sei una rock star in tour mondiale. Mi stringe la mano con un atto quasi automatico, e le nostra dita iniziano un ballo primordiale che chiede al sole di risorgere, per la prossima ora quanto meno. La pelle che si sfiora è una continua conferma che ciò che sta accadendo non è nella mia testa, che sto realizzando un sogno, che finalmente vivo. Il telefono gli sarà squillato 15 volte come minimo, ma lui è rimasto immobile, con lo sguardo sospeso e il respiro lento, scrutando ogni centimetro del soffitto e delle mie iridi azzurre; prima di rispondere. Ha la premura di andare in bagno mentre parla con la moglie e fare andare il lavandino, non che abbia qualcosa da nascondermi, salendo su quel camioncino ero pronta ad accettare il compromesso e a smussare gli angoli della nostra semi relazione, in un modo arrendevole che non mi è mai appartenuto. Torna 10 minuti dopo, mi guarda come se si aspettasse una domanda, con occhi docili e pronti ad assaporare un rimprovero. Fa quasi tenerezza, in piedi e nudo davanti ai miei occhi, ma non ho intenzione di chiedergli nulla, la risposta mi spaventa e non sono pronta a fare del sarcasmo su questa situazione. La mattina dopo siamo in sala da pranzo per la colazione, in una stanza privata assieme a Tre e Mike, che hanno smesso da qualche giorno di osservarmi con sospetto e hanno iniziato a scherzare con me, proprio oggi che non ho voglia di chiacchierare. Resto con lo sguardo vacuo e una strana malinconia per tutta la mattinata, bevendo una tazza di caffè amaro che mi terrà in piedi fino alle 14, spero. Col freddo che si assapora in questo angolo di mondo, ogni raggio di sole dovrebbe essere gradito, ma io riesco solo ad esserne irritata. Saliamo sul camioncino per l'aereoporto, diretti a Cophenagen. Billie e gli altri matti della band devono discutere di un'entrata nella casa discografica, per questo in aereo siedo vicino Luna, la donna di Trè, che nonostante l'età si porta dietro un'eleganza non trascurabile, e anche un certo snobismo, se vogliamo dirla tutta. Mi è indifferente però, non sento il bisogno di rivolgerle la parola e a quanto pare nemmeno lei, non crede di aver nulla da spartire con una ragazzina di 16 anni; ma anche lei incolpa Billie e non me. Ho dormito per tutto il viaggio, confondendo il vento col mio stesso respiro.
   
 
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