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Autore: riccardoIII    22/09/2015    10 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, avrebbe detto di essere nato per combattere.

Il quinto anno finì e i ragazzi si ritrovarono ben presto sul treno, diretti a Londra. Gli ultimi giorni nel Castello James li aveva trascorsi a progettare lo scherzo di fine anno insieme agli altri tre Malandrini (Incantare il soffitto della Sala Grande in modo che durante il banchetto di fine anno, all’assegnazione della Coppa delle Case al Grifondoro, facesse piovere tonnellate di coriandoli rossi e dorati a forma di grifone, seppellendo il tavolo Serpeverde). Non infastidì Evans con proposte di vacanze insieme o appuntamenti, si limitò a salutarla cordialmente e con distacco; da parte sua, lei sembrava aver preso bene quel cambiamento di rotta, ma Sirius vedeva nei suoi occhi verdi la curiosità quando scrutava James di nascosto.
James aveva deciso di non rivelare ai suoi genitori per lettera di essersi riappacificato con Sirius, sostenendo che la sorpresa li avrebbe resi felici; in effetti, quando scesero dal treno scherzando come loro solito, Charlus fece un sorriso enorme e Dorea li abbracciò entrambi, facendo diventare Sirius rosso come un pomodoro.
-Siete due stupidi! Non ci avete detto niente nelle lettere che ci avete scritto, voi due! Ora filate a casa, avete un sacco di cose da raccontarci!-

E fu così che passarono la prima sera a Villa Potter a raccontare i dettagli di come si fossero riuniti, mentre Dorea ancora li rimproverava e Charlus sorrideva felice. Dopo cena si spostarono in terrazzo a mangiare il gelato e fu allora che James pose la domanda che più gli premeva.
-Come stanno andando le cose fuori? Leggiamo il Profeta, ma dà solo notizie sugli attacchi, nulla di più. Ci sono novità?-
Charlus si fece serio e stese con un mugolio la gamba rigida davanti a lui.
-Non ci sono molte novità e di sicuro non sono buone; saprete degli avvenimenti degli ultimi tempi, è tutto di dominio pubblico. Siamo alle prese con turni massacranti ma non abbiamo molto successo nelle missioni. Non riusciamo ad identificare con certezza i sospetti, quindi i punti di partenza sono minimi. Nessuno sa che aspetto abbia Voldemort, cosa che rende ancora più difficile mantenere l’ordine, perché potrebbe essere chiunque e dovunque. Se solo fossimo riusciti a catturare quel Mangiamorte vivo…-
-C’eri anche tu a Bristol quella sera, Charlus?-
L’uomo annuì in direzione di Sirius.
-Erano tutti incappucciati, non siamo riusciti a riconoscerli; è stato identificato solo l’uomo morto, ma il Ministero non vuole che la sua identità venga resa nota. È stato un brutto scontro, quelli sono disposti a tutto in battaglia. Abbiamo solo una novità, in effetti, ma non siamo certi che la cosa sia degna di nota-
-Papà, cosa…-
-Non potrei dirvi nemmeno questo, James, ma voglio che siate al sicuro e teniate gli occhi aperti, quindi parlerò comunque. Ma non dovrete dirlo a nessuno-
I due ragazzi annuirono sotto gli occhi dell’uomo, impazienti.
-Sul braccio sinistro del Mangiamorte c’era un tatuaggio. Lo stesso disegno che sparano in cielo sopra i luoghi in cui uccidono, il Marchio Nero. Potrebbe essere un caso isolato, ma Alastor è convinto che sia una specie di “segno d’affiliazione”, un modo per contrassegnare i servitori di Voldemort. Se così fosse sarebbe utile per identificarli, ma un caso su tutti i seguaci dell’Oscuro non può essere una conferma-
Sirius corrugò la fronte, ragionando.
-Ma non sarebbe stupido, marchiare i propri servitori in modo così palese? Sarebbe facile smascherarli, no? Che vantaggio ne trarrebbe Voldemort?-
Charlus lo guardò con interesse.
-Voldemort non ha cura dei suoi uomini, non gli importa se muoiono-
-Ma gli importa che non vengano catturati e interrogati. Potrebbero rivelare informazioni preziose anche contro la propria volontà, rischierebbe che vengano identificati solo per il suo ego? Per sentirli “suoi” un po’ di più?-
Questa volta gli occhi attenti di Charlus si puntarono sul figlio. Osservò James per un minuto buono prima di parlare.
-Gli Indicibili hanno lavorato insieme ai Medimaghi sul corpo. Sembrerebbe che non sia un semplice tatuaggio, ma che abbia delle caratteristiche particolari, anche se non sappiamo bene quali-
-E tu non ci dirai molto sulle ipotesi che avete fatto, vero?- disse James, sorridendo.
-Credo di aver rivelato già troppi segreti di Stato, considerando che siete qui da al massimo tre ore. Comunque mi piace come usate le vostre teste, ragazzi-
Sirius guardò James sorridere compiaciuto al complimento del padre.
-State ancora pensando di diventare Auror, vero? È per questo che cercate di impressionare vostro padre con le vostre capacità deduttive?-
Dorea passò lo sguardo dall’uno all’altro, sorridendo. Sirius si adombrò un secondo, ma poi James prese a parlare a raffica come suo solito.
-Abbiamo avuto il colloquio di orientamento con la McGrannitt, come vi ho scritto. Ha detto ad entrambi che mantenendo i voti che abbiamo dovremmo riuscire a fare domanda, così abbiamo scelto le materie richieste per l’ultimo biennio. Peccato che Sirius stia pensando di fare marcia indietro-
Sirius gli lanciò un’occhiata furibonda a cui James rispose con una trionfante.
-Come mai hai cambiato idea, Sir?- chiese Charlus, sistemandosi meglio sulla sedia. Sirius puntò gli occhi prima su Dorea e poi su di lui; perché doveva sentirsi colpevole?
-Io… Ecco, non sapevo che l’addestramento durasse tanto…-
-Sirius, non dovrai studiare poi molto, la maggior parte del tempo la passerai allenandoti. E poi mi era sembrato di capire che ci tenessi a questa cosa. Non che a me dispiaccia se ci riflettete meglio, ma…-
-Il problema non è lo studio, mamma. Il signorino si preoccupa di altro, non ha ancora capito che…-
Altro sguardo omicida per James.
-Avevamo detto che ne avremmo parlato a tempo debito, James-  gli ringhiò contro.
-Questo mi pare un tempo opportuno, Sirius. Meglio chiarire questi dubbi il prima possibile: io e Dorea abbiamo intenzione di mantenerti finché non sarai assolutamente autosufficiente e in questo tempo rientra anche la specializzazione che ti occorrerà per intraprendere la tua carriera. Se vorrai frequentare l’Accademia, non dovrai preoccuparti dei soldi. E con questo non intendo tornare sul discorso-
La voce di Charlus non era alterata, ma semplicemente ferma e decisa; non ammetteva repliche. Doveva essere questo il tono che usava perché i suoi sottoposti gli obbedissero senza fiatare. Peccato che Sirius non fosse propriamente rispettoso dell’autorità.
-Io vi ringrazio, Charlus, ma non credo sia possibile. Avete già pagato Hogwarts e tutto il resto, mi avete messo un tetto sulla testa. Non posso chiedervi né accettare di più. A novembre sarò maggiorenne e voi non sarete più costretti ad occuparvi di me-
Charlus stava per parlare di nuovo, stavolta quasi arrabbiato, ma Dorea si alzò e gli mise una mano sul braccio prima di voltarsi verso il ragazzo.
-Sirius, noi non l’abbiamo fatto perché sei stato legalmente affidato a noi, ma perché ti vogliamo bene. Credevo che fosse chiaro, ormai, che questa è la tua famiglia. Occuparsi dei figli è compito dei genitori. Un pezzo di pergamena che dica che non siamo più responsabili per te non ci impedirà di sentirci tali, né significherà che non ci prenderemo cura di te, che ti  piaccia o no. Accetta con le buone, oppure ti ritroverai con un conto a tuo nome alla Gringott e una casa intestata a Sirius Orion Black III prima di domattina. Che dici, quale ti sembra l’opzione meno dispendiosa?-
La risata di gioioso trionfo di James giunse probabilmente fino in Scozia, mentre anche Dorea e Charlus sorridevano vittoriosi e Sirius guardava i tre Potter a bocca aperta.
-Suppongo di non avere molta scelta, a questo punto…- borbottò, fissandosi le mani.
-No, non ce l’hai. Ti avevo avvisato che Charlus è piuttosto deciso quando vuole ottenere qualcosa, ma credo che conoscendo James avresti dovuto immaginare quanto sia impetuoso-
Sirius sorrise.
-Mi sa che è una caratteristica di tutti i Potter-
-E di tutti i Black che fanno parte della loro famiglia- disse James, posandogli una mano sulla spalla.

Parlarono della guerra ancora un po’ e Dorea li mise al corrente di alcuni dettagli sulle indagini che i giornali non riportavano.
-Abbiamo ragione di credere che nell’attacco di York fosse coinvolto un Gigante, cosa che sarebbe piuttosto preoccupante; in più, pare che queste non siano le uniche Creature che sta reclutando. Gira voce che Fenrir Greyback stia andando alla ricerca di tutti i Licantropi del Paese, formando un vero e proprio esercito al servizio di Voldemort. Non preoccupatevi- disse con voce tranquilla quando vide i volti dei ragazzi tendersi, -Silente ne è al corrente. Ha fatto visita ai Lupin appena l’ha saputo e col loro consenso ha imposto sulla loro attuale abitazione tutti gli incantesimi di protezione più potenti. Tra l’altro, Remus e la sua famiglia cambiano casa abbastanza spesso, quindi non sarebbe comunque facile rintracciarli-
Sirius e James tirarono un sospiro di sollievo e si scambiarono una sguardo eloquente. Ancora Silente. Un caso?
-Cosa c’entra il Preside?-
Fu Charlus a rispondere a Sirius.
-Il Ministero non vede di buon occhio i Lupi Mannari in genere, figuratevi in questo momento. Albus ha saputo la cosa dopo una seduta del Wizengamot e ha ritenuto opportuno proteggere una famiglia indifesa e un suo studente che ha già subito abbastanza nella sua giovane vita-
-E come mai voi sapete tutti questi dettagli? Albus è più venuto a trovarvi per il tè nel suo tempo libero, dopo Natale?-
Dorea si accigliò e lanciò un breve sguardo al marito, che tuttavia continuò ad essere noncurante e rispose tranquillo.
-James, sai che siamo amici del Preside-
James ghignò.
-Si, e finché io ho abitato qui con voi stabilmente non l’ho mai visto in casa. Strano che ora vi siate riavvicinati tanto da scambiarvi visite di cortesia in cui parlate di Licantropi e Giganti. Proprio ora che c’è la guerra, tra l’altro-
Brevi attimi di silenzio carico di nervosismo.
-Che cosa intendi insinuare, James?- chiese la donna, severa.
-Io e James crediamo, anzi, ne siamo certi, che voi ci stiate nascondendo qualcosa. Qualcosa di grosso, che comprende voi, Silente, Moody e in tutta probabilità anche la McGrannitt. Forse è coinvolta altra gente, ma non lo sappiamo. Non ancora, almeno-
I due adulti non fiatarono e James ne approfittò per infierire.
-Potete anche continuare a far finta di nulla, ma noi sappiamo. In sei mesi abbiamo scoperto questo, immaginate quanto ci metteremo a scavare a fondo ora che ci parliamo di nuovo. Questa storia puzza e abbiamo tutta l’intenzione di capire di cosa si tratta-
Detto questo, James e Sirius si alzarono, chinarono brevemente il capo nella mossa che tanto divertiva Dorea e si ritirarono nelle loro stanze, sghignazzando.

Il giorno dopo, quando i ragazzi scesero in sala verso le undici, Charlus e Dorea erano già andati al lavoro. Milly servì loro una ricca colazione e i due passarono quel po’ di mattinata restante sdraiati sul prato, sotto un albero, a fumare sigarette Babbane. Sirius aveva provato la sua prima sigaretta l’anno precedente, quando era uscito con la tipa della gelateria del villaggio, e da allora non aveva più smesso; si era innamorato del sapore del tabacco e del profumo che lasciava sulle dita. James ci aveva messo davvero poco a prendere il suo stesso vizio, anche se Remus li rimproverava quotidianamente.
-Pensi che ci diranno qualcosa? Che il piano funzionerà?-
James aspirò un tiro, poi osservò il fumo fuoriuscire dalle sue labbra e infine parlò.
-Se temono che andremo in giro a fare domande, si. Se è una cosa super segreta non vorranno che noi ne parliamo troppo. In più, credo che non si aspettassero che sapessimo davvero tante cose-
Sirius parve scettico.
-Bah, se lo dici tu. Con i miei questa tecnica non avrebbe mai funzionato-
James gli fece un ghigno.
-A Casa Potter è così che funziona, ti danno lo zuccherino per tenerti buono. Come pensi che mi sia guadagnato una scopa nuova ogni due anni, circa, da quando ero un poppante? Minacciavo ritorsioni. Se pensano che darci qualche informazione che loro non ritengono essenziale ci farà stare tranquilli, parleranno. Poi sarà compito nostro far fruttare ciò che ci diranno-
Spensero le cicche e James le fece Evanescere con un colpo di bacchetta; i signori Potter, ovviamente, non erano a conoscenza del nuovo “hobby” dei due ragazzi e sarebbe stato meglio per loro che non lo scoprissero, o Dorea li avrebbe appesi nel seminterrato per tutta l’estate. Rientrarono in casa verso le due e Milly servì loro il pranzo, un trionfo di sandwiches di tutti i tipi e insalata di patate; quando finirono erano così pieni che nemmeno il Quidditch sembrò loro allettante, così si sdraiarono di nuovo su un angolo di prato ombroso e fresco. Sirius non impiegò molto ad appisolarsi e quando si svegliò fu per la strana sensazione di essere osservato.
-AAAARGH!!!!-
Sgranò gli occhi e balzò in piedi, la bacchetta già sguainata, mentre il suo terribile avversario cominciava a ridere come un pazzo, reggendosi la pancia, e James apriva finalmente gli occhi, stordito dal rumore.
-Oh, ragazzi, è che siete così adorabili mentre dormite! Non sono riuscito a svegliarvi-
Charlus ancora se la rideva, mentre Sirius riponeva la bacchetta e si passava una mano tra i capelli e James si metteva seduto, ancora confuso.
-Come mai sei già tornato?- chiese Sirius, leggermente ansante.
-Sono le cinque, Sirius, penso che abbiate perso il senso del tempo. Rientriamo?-
I tre si avviarono verso la casa, dove Dorea li attendeva in sala.
-Ah, li hai trovati! Ragazzi, vi abbiamo cercati ovunque! Perché non rispondevate?-
Charlus fece un gran sorriso.
-Dormivano come due angioletti, Dorea cara. Sirius stava per attaccarmi, credo di averlo spaventato. Ottimi riflessi, comunque, Sir; fosse per James potrebbe crollare il mondo e lui continuerebbe a ronfare!-
James protestò, offeso, e Sirius si ritrovò a ridere della sua espressione imbronciata.
-Credo che dovremmo parlare un po’, ragazzi. Ieri sera siete fuggiti troppo in fretta. Andiamo in terrazza, Milly ci chiamerà quando sarà pronta la cena-
James lanciò un’occhiata trionfante a Sirius mentre annuiva alle parole della madre. Quando si furono tutti accomodati sulle poltroncine sotto il portico con un bel bicchiere di succo di zucca ghiacciato per ciascuno, la donna parlò.
-Bene. Non posso dire di essere totalmente sorpresa dalle vostre parole, mi sarebbe sembrato abbastanza strano se non vi foste insospettiti dopo la visita di Albus. Sinceramente, tutti sapevamo che avreste ficcato il naso in questa faccenda, quindi meglio che abbiate un idea generale da noi, piuttosto che andiate in giro a fare domande e seguiate le mosse dei vostri “sospettati”-
-Quello che non capisco – intervenne Charlus, -È come abbiate capito di Minerva. Insomma, il coinvolgimento di Alastor era piuttosto scontato, visto che è stato qui con Albus. Ma la Professoressa, come avete capito?-
Sirius ghignò.
-Alla fine del mio colloquio si è lasciata scappare qualcosa sul fatto che non soltanto gli Auror potessero scendere in battaglia. Sapete, credo volesse consolarmi per la storia dell’Accademia…-
-Per una volta che la McGrannitt si dimostra comprensiva, ecco che svela gli altarini!- ghignò James. Un’occhiata del padre lo fece smettere all’istante e lui si ricompose in una delle sue espressioni più serie; il cambiamento fu così rapido e drastico da risultare comico.
-Dunque, avete colto nel segno, c’è qualcosa che si sta muovendo. In realtà qualcuno, cioè noi. Il Ministero non è in grado di contrastare Voldemort da solo, questo è chiaro, e in più sospettiamo che all’interno del sistema serpeggi la corruzione. Siamo certi che alcuni dei seguaci di Voldemort occupino cariche importanti nel governo, anche se il Ministro è totalmente contrario alle idee di quel folle. Silente ha avuto l’idea di mettere insieme maghi e streghe capaci e disposti a rischiare per la causa; non credo ci sia bisogno di dire che io e vostra madre abbiamo subito dato il nostro assenso. Oltre alle persone che avete individuato voi ce ne sono altre, anche se siamo ancora in pochi. Stiamo cercando di reclutare gente, ma non è semplice: dobbiamo essere cauti per non farci scoprire, andare a colpo sicuro con le persone a cui parliamo del progetto, cosa non facile visto che ci sono traditori ovunque. L’effetto sorpresa è la nostra arma migliore-
James e Sirius rimasero zitti, in attesa che Charlus continuasse la spiegazione.
-Il nostro scopo è quello di contrastarlo sul campo, affiancando l’esercito ufficiale senza che questo sappia che noi agiamo. Credo che Silente abbia in realtà accennato qualcosa di molto vago al Ministro Minchum e pare che lui gli abbia lasciato carta bianca. Sa di avere bisogno di aiuto, a quanto pare, il che lo rende un uomo intelligente. Tentiamo inoltre di proteggere le famiglie che sappiamo essere nel mirino dei Mangiamorte e di cercare alleati, ma pochi hanno il coraggio di schierarsi in prima fila nella guerra contro Voldemort-
-Chi fa parte…-
-No- Dorea intervenne, fissando il figlio negli occhi con decisione, -Non possiamo né vogliamo dirvi altro. Le informazioni sono secretate per proteggere i nostri compagni e anche voi. Non possiamo dirvi altro ed è meglio così-
-Ma Dorea!- intervenne Sirius, -Non potete lasciarci a bocca asciutta! In pratica non ci avete detto nulla che non potessimo immaginare da soli! Noi vogliamo esser…-
-Questo non è possibile, Sirius. Avete sedici anni e frequentate la scuola. Le persone che fanno parte di questa “organizzazione” sono adulte; maggiorenni che hanno già finito la scuola e comprendono fino in fondo quanto questa storia sia pericolosa. Capisco che possa sembrare eccitante combattere i cattivi, ma la realtà è diversa. Siamo costretti a uccidere e vedere i nostri compagni morire, non c’è gloria in questo né adrenalina. Non è come prendersela con i Serpeverde. Chi si affilia deve essere disposto a mettere la riuscita di una missione sopra ogni cosa, sopra la propria vita e quella dei propri cari. Tu riusciresti a salvarti la vita lasciando James in pericolo?-
Sirius raggelò, ma si sforzò di non dimostrarlo.
-Nemmeno tu lo faresti-
Charlus lo fissò con durezza.
-È vero, ed è per questo che non voglio che tu e lui partecipiate. Non sarei lucido, non potrei combattere sapendovi in pericolo. Già aver trascinato Dorea in questa storia…-
La moglie gli strinse la mano.
-Non sarei rimasta qui ad aspettare che tu tornassi a casa. Questa è anche la mia guerra, molto più che la tua-
Sirius si infiammò.
-È anche la mia, se è per questo-
Gli occhi dei due adulti si puntarono di nuovo su di lui.
-Lo sarà, quando sarai più grande e avrai compreso fino in fondo cosa implica. Noi non vi vogliamo coinvolti in questa cosa, Silente non lo vuole. Non finché non sarete maghi esperti e allenati, fisicamente e psicologicamente-
James, che stranamente era rimasto in silenzio tutto il tempo, finalmente aprì bocca.
-Allenaci-
Gli occhi di tutti furono su di lui, sorpresi, ma James non staccava i suoi dal padre.
-Hai ragione, non saremmo in grado di aiutare in questo momento, ma noi vogliamo esserci il prima possibile e sai che quando io e Sirius ci mettiamo una cosa in testa non molliamo. Hai un’estate per insegnarci tutto ciò che puoi. Allenaci, fai in modo che siamo in grado di proteggerci e di essere pronti a scendere in campo quando sarà il nostro turno. Noi non parleremo di questa storia con nessuno, in cambio. Nemmeno con Remus e Peter, se non vorrai-
Dorea guardò il figlio, preoccupata.
-James, non credo sia il caso…-
-Questa, mamma, è la nostra migliore possibilità di essere preparati. A scuola le cose peggiorano sempre più, vengono aggrediti studenti di continuo e c’è qualcuno che dice di essere già diventato un Mangiamorte; sicuramente ci sono parecchi studenti per cui quella è la più alta aspirazione. Voldemort ha praticamente affermato che attaccherà anche i luoghi magici se il Ministro non si dimette, pensi che si lascerebbe sfuggire Hogsmade? La possibilità di spaventare giovani maghi in libera uscita e senza adulti a difenderli? Ne abbiamo bisogno, papà. Tu insegnaci a combattere e noi faremo i bravi. Hai la mia parola-
Charlus osservò il figlio in silenzio per qualche istante, poi spostò lo sguardo su Sirius.
-Sei d’accordo con lui?-
Il ragazzo annuì, negli occhi la stessa luce ardente che bruciava in quelli di James.
-Dorea, credo che James abbia ragione. È meglio che siano preparati. Questo non significa che faranno parte della resistenza, ovviamente-
La donna lo guardò intensamente e infine annuì.
-Bene, allora è deciso. Ho la vostra parola che non racconterete a nessuno di ciò che avete saputo? Non è che io non mi fidi dei vostri giudizi, ma non conosco abbastanza a fondo Remus e Peter e qui c’è in gioco la vita di molte persone-
I due ragazzi annuirono.
-Allora preparatevi, questa non sarà un’estate rilassante. Abbiamo poco tempo, non potrò assentarmi dal lavoro, quindi ci alleneremo insieme in ogni momento in cui sarò a casa. Dovrete esercitarvi tra voi quando sarò impegnato e poi valuterò i vostri progressi-
Un sorriso enorme e gemello si aprì sui volti di entrambi.
-Cominciamo subito?- chiese James, iperattivo come al solito. Il padre gli sorrise.
-Dopo cena. Faremo un ripasso di tutto quello che già sapete, per vedere da dove partire-
-Allora andiamo a mangiare, no?- esplose Sirius, eccitato. Tutti scoppiarono a ridere.

James e Sirius si ingozzarono per finire di mangiare il più velocemente possibile, sotto lo sguardo scioccato di Dorea e quello divertito di Charlus. Quando Milly sparecchiò, l’uomo si alzò in piedi e chiese ai due di seguirlo sul retro, in giardino. Dorea andò con loro e fece apparire dei globi luminosi per illuminare meglio lo spazio.
-Allora, cominciamo dalle basi. Sirius, tenta di Disarmare Dorea, James ci proverà con me-
Fu immediatamente chiaro che combattere contro due adulti non era nemmeno lontanamente semplice come mettere fuori gioco i loro compagni di scuola. Charlus e Dorea non attaccarono, si limitarono a difendersi, ma ci volle comunque una buona mezz’ora prima che i due riuscissero nel loro intento.
-D’accordo, non va affatto male. Imparerete presto che l’effetto sorpresa è importante, quindi usare gli Incantesimi Non Verbali vi darà qualche vantaggio. Suppongo che non abbiate ancora imparato, vero?-
I due scossero il capo, leggermente scoraggiati; Sirius ci teneva a fare bella figura, ma in realtà la cosa era più complicata di quanto sembrasse.
-Domani esercitatevi con gli incantesimi più semplici, così comincerete a padroneggiare la tecnica. Ora Duelleremo. Potete usare tutto ciò che conoscete contro di noi, non preoccupatevi di ferirci. Noi punteremo ad atterrarvi senza farvi realmente male. Pronti?-
Non gli diedero il tempo di prepararsi e gli scagliarono contro l’Incantesimo di Disarmo. Sirius riuscì a parare il colpo di Dorea con un Incantesimo Scudo e si affrettò a rispondere con un Petrificus che la donna schivò con una facilità che spiazzò Sirius; se mai si era immaginato che Dorea fosse un osso meno duro del marito dovette ricredersi all’istante. Quella donna sapeva combattere.
Continuarono così per un po’, facendo qualche pausa perché lui e James potessero riprendere fiato; Dorea e Charlus non sembravano stanchi, nemmeno il loro respiro era accelerato. Sirius si sentì uno stupido; si era sempre ritenuto in gamba, ma ora che aveva a che fare con gente che duellava per mestiere era chiaro che i suoi successi scolastici non fossero sinonimo di potenza assoluta sul campo.
Al quarto tentativo riuscì a penetrare le difese della donna. Aveva notato che tendeva a lasciare scoperto il fianco destro e gli sembrò strano, visto che quello era il braccio con cui usava la bacchetta; capì che era un modo per trarlo in inganno, così finse di puntare alla gamba d’appoggio e cambiò traiettoria all’ultimo momento, facendo schizzare la bacchetta in alto e Schiantandola con un colpo indirizzato alla spalla sinistra. Dorea non si accorse in tempo del trucchetto, così il suo Incantesimo Scudo fu troppo debole e il raggio rosso oltrepassò la barriera facendola cadere a terra, anche se non svenne. Sirius fu subito al suo fianco, per assicurarsi che stesse bene.
-Non preoccuparti, Sirius, è tutto apposto. Complimenti! Hai capito che stavo cercando di incastrarti e sei riuscito ad usare la mia arma contro di me. Molto bene, davvero-
Il ragazzo le sorrise, un po’ ringalluzzito, e i due si girarono appena in tempo per vedere James buttarsi a terra sul fianco sinistro evitando uno Schiantesimo partito dalla bacchetta del padre, e puntare la bacchetta sulla sua gamba sana, facendola scattare all’insù senza proferire verbo. Un secondo dopo, Charlus galleggiava in aria appeso per la caviglia sinistra e la sua bacchetta volava in mano al figlio, un grosso sorriso stampato sul volto.
-Avevi detto di non saper usare gli Incantesimi Non Verbali! E poi che cos’era quello?-
James ghignò, rimettendosi in piedi ancora ansante; fece scendere il padre delicatamente e poi rispose.
-Un trucchetto che si rivela sempre utile; è l’unico incantesimo che so usare senza pronunciare la formula-
Charlus ampliò ancora di più il sorriso e si voltò verso Dorea e Sirius.
-Sir ha evitato la trappola del fianco debole ed è riuscito a Schiantarmi, facendomi crollare a terra anche se non ho perso i sensi. È stato bravo-
James e Sirius si scambiarono un sorriso soddisfatto.
-Ottimo, ragazzi. Devo dire che non mi sarei aspettato che voi riusciste a batterci sul serio, non al primo allenamento comunque. Avete usato un sacco di incantesimi offensivi niente male e riuscite a combinare la solita tecnica con roba originale, questo è un punto a vostro vantaggio. Le persone che affronterete non si aspetteranno l’ecletticità. Le basi sono buone, davvero buone. Per oggi basta così-
Charlus batté una pacca sulla spalla di ciascuno, poi recuperò il bastone mentre Dorea faceva sparire le luci e insieme si diressero in casa.
-Domani esercitatevi a Disarmare, Schiantare e creare scudi senza urlare ai quattro venti le vostre intenzioni. Dirò a Milly di sorvegliarvi, ma tentate di non farvi troppo male. Dopo cena testeremo i progressi che avete fatto e poi vi insegnerò qualche trucchetto. Dovremmo anche ampliare il vostro bagaglio di conoscenze, temo. Dorea, secondo te cosa potrebbe essere utile?-
La donna prese a elencare incantesimi di cui loro avevano solo sentito parlare e James e Sirius si scambiarono un’occhiata eccitata. Quell’estate sembrava promettere piuttosto bene; una sola sessione d’allenamento e Sirius già sentiva di essere nel suo elemento. Adorava quel brivido che correva lungo il suo braccio fino alla punta delle dita quando la potenza di un incantesimo montava fino a sbocciare dalle bacchetta, era inebriato dalla sensazione di ansia e trepidazione insieme di quando parava un colpo all’ultimo secondo, si sentiva esaltato nell'istante infinitesimale in cui attendeva di scoprire se la fattura fosse andata a segno. Forse Charlus aveva ragione, forse sul campo di battaglia, combattendo per salvare la propria vita e quella dei propri cari, non sarebbe stato semplice prendere decisioni difficili e confrontarsi con la morte ad ogni nuovo lampo di luce, ma sicuramente lottare sarebbe stato dannatamente eccitante. Quella sera l’aveva capito: lui era nato per quello.

Note:
tecnicamente non è ancora il 23, ma manca solo un'ora e conto sul fatto che non siate troppo fiscali; domani ho un esame e avevo voglia di tirarmi su di morale, quindi sopportate di avermi tra i piedi con un po' d'anticipo! ;)
Grazie a tutti, tra parentesi, per aver letto un'altro  pezzetto di questa storia, e grazie a coloro che recensiscono.
Siete eccezionali, ragazzi!

 
   
 
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