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Autore: riccardoIII    25/09/2015    7 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, l’impotenza l’aveva spaventato più di ogni altra cosa.

Come Charlus aveva annunciato, quella non fu un’estate rilassante. James e Sirius passavano la giornate allenandosi sui nuovi incantesimi che lui e Dorea gli insegnavano di sera; erano diventati piuttosto bravi con quelli Non Verbali, anche se non sempre gli riuscivano bene. Si stavano impegnando al massimo e si erano presi pochi giorni di pausa, trascorsi con Remus e Peter a giocare a Quidditch e ingozzarsi di dolci quando i due amici erano andati a trovarli.
Non c’erano state strane visite in quel mese passato a Villa Potter; né Silente, né Moody erano comparsi, ma un bel po’ di volte Charlus e Dorea non erano rientrati per cena ed erano rincasati tardi. Sirius non ne era assolutamente sicuro, ma gli era parso di sentire dei rumori di passi oltre la sua porta qualche notte; immaginò che l’uno o l’altra uscissero per qualche missione super segreta e si divertì a cercare di indovinare cosa facessero per contrastare Voldemort.

-Cosa pensi ci insegneranno stasera?- chiese James un pomeriggio di inizio agosto particolarmente caldo; si erano appena sdraiati sul prato ormai deputato all’addestramento, dopo un’ora passata a duellare. Alla fine James era riuscito a Disarmare Sirius, ma quello gli era saltato addosso a mani nude e l’aveva immobilizzato a terra; tecnicamente aveva vinto, ma James continuava a ripetere che non dovevano imparare il corpo a corpo, così si rifiutava di riconoscere la sconfitta.
-Mi è sembrato che Dorea parlasse di Patronus, ma non ne sono certo. Dici che i Dissennatori si schiereranno con Voldemort?-
James fece una faccia pensierosa.
-Sicuramente se vogliono insegnarcelo avranno qualche informazione che non è stata diffusa- mormorò, perso tra i suoi pensieri.
Calò un cupo silenzio.
-Hai letto cosa c’era scritto sul Profeta, stamattina?- gli chiese infine James.
Sirius si aspettava quell’argomento e alla fine l’amico aveva trovato il coraggio di parlarne.
-Si, James. Era in prima pagina, un po’ difficile da ignorare. Sei… Ehm… Preoccupato?-
James si passò una mano tra i capelli per il nervosismo.
-Si, lo sono. Ed è assurdo, perché sono mesi che cerco di ignorarla e…-
-James, il fatto che non assali più la Evans ogni giorno non implica che tu non possa interessarti a lei. Anch’io sono preoccupato, tanto che ho scritto a McDonald per chiederle informazioni-
James si voltò verso di lui.
-L’hai fatto davvero?-
Sirius annuì.
Sul Profeta quella mattina era apparsa la notizia di un attacco nei pressi di Cokeworth, la città in cui sapevano vivesse Evans. Sirius aveva capito benissimo che l’eccessiva energia che James aveva messo nell’allenamento di quel giorno non era altro che rabbia e ansia e impotenza, ma aveva aspettato che fosse lui a parlarne.
-Spero che mamma e papà ne sappiano qualcosa. Non vedo l’ora che rientrino…-
Sirius sospirò.
-James…-
-No- lo interruppe l’altro, - L’hai detto tu, posso preoccuparmi. Sarei preoccupato altrettanto per Mary, no? Non è come se lei… Fosse più importante degli altri, perché non lo è-
-Questa è una balla. Tu sei terrorizzato da quando hai letto il giornale, stamattina. Ed è giusto che sia così, perché lei…-
James scattò in piedi, puntando gli occhi su un albero.
-No. Lei mi odia e io non ho più intenzione di farmi maltrattare. Io sto qui in preda all’ansia perché ho paura che le abbiano fatto del male, ho passato l’ultimo mese ad allenarmi per combattere contro i suoi amici e lei continua a vedermi come un ragazzino che gode nel sottomettere gli altri. Non ho intenzione di sopportare ancora tutto questo, mi dispiace-
-James, non puoi decidere di far sparire quello che senti… E lei non pensa davvero quello che ha detto, era solo…-
-Arrabbiata? Beh, questo è il mio turno per essere arrabbiato. E io ci riuscirò, me la toglierò dalla testa, in un modo o nell’altro! Ma ora… Ora ho bisogno di sapere che sta bene. Mi dispiace, Sir, ma ho bisogno di staccare un po’, ok? A dopo-
Detto questo gli voltò le spalle e si allontanò in direzione del campetto da Quidditch nascosto dietro agli alberi.
Sirius lo guardò sparire, rassegnato, e si accese una sigaretta.

Non è che fosse certo che Evans fosse rimasta coinvolta; nell’articolo, che aveva letto due volte per sicurezza, non era citato il suo cognome. Tutto ciò che avevano scritto era che i Mangiamorte avevano dato alle fiamme alcune abitazioni dopo aver sterminato i Babbani che ci vivevano, i cui resti parzialmente carbonizzati non erano ancora stati identificati. Eppure, tutti sapevano che quegli attacchi erano in genere diretti alle famiglie dei Nati Babbani e gli sembrava strano che ci fosse più di un Nato Babbano che vivesse in quella zona; Evans avrebbe di certo legato con lui come con Piton. E si, Sirius aveva paura, perché le probabilità che fosse stata colpita la famiglia di Evans erano molto alte, anche se si ostinava ad escludere la possibilità che lei fosse una delle vittime. Non riusciva nemmeno a pensarci, perché James ne sarebbe stato distrutto, totalmente, e Remus avrebbe sofferto, e anche Mary… Ma pure lui non ne sarebbe uscito indenne.
Si era creato quello strano rapporto tra loro due, quel mutuo soccorso. E Evans era davvero saccente e scontrosa, ma Sirius aveva visto che lei, come lui stesso, portava una maschera per difendersi dal mondo. E infondo la apprezzava anche per i suoi difetti, perché le somigliava così tanto che non riusciva a disprezzarla. Ci aveva provato, all’inizio, perché trattava male James, ma poi ci aveva parlato e aveva capito. Proprio perché era tanto simile a lui, sarebbe stata perfetta per James, se solo si fosse resa conto di che persona fantastica fosse. Ma se le fosse accaduto qualcosa…

-Sirius- il ragazzo si affrettò a nascondere la sigaretta, ma Charlus l’aveva già visto.
-Non dirò nulla a Dorea, non preoccuparti. Come mai tutto solo?-
L’uomo si sedette accanto a lui con qualche smorfia e Sirius gli offrì il pacchetto. Charlus accettò e si accese la sigaretta con la bacchetta.
-Sapete… Ehm… Qualcosa, delle famiglie che hanno subito l’attacco di cui parlava il Profeta stamattina?-chiese, decidendo di non rispondere alla domanda che gli era stata posta. Charlus lo scrutò con attenzione.
-Pensi sia coinvolto qualcuno che conosci?-
Sirius deglutì.
-Quella… Quella è la città di Lily Evans, la nostra compagna di scuola. Sai, la ragazza…-
Charlus espirò lentamente il fumo.
-La ragazza che piace a James, si. Lo so-
Sirius non ebbe il coraggio di guardarlo.
-È… La sua famiglia è rimasta coinvolta?-
Un’altra boccata aspirata, poi Charlus soffiò il fumo fuori dalle narici.
-In parte. Abbiamo ragione di credere, come tu stesso avrai immaginato, che fossero loro i destinatari della visita. Ma non erano in casa al momento dell’attacco. Il Signor Evans, a quanto pare, non sta molto bene. È stato ricoverato ieri mattina in ospedale a causa di una malattia Babbana che lo sta lentamente uccidendo. La moglie e le figlie hanno passato la notte nella sala d’attesa mentre veniva operato d’urgenza. Quando i Mangiamorte non hanno trovato le vittime designate hanno deciso che non era il caso di andarsene senza sporcarsi le mani, così hanno attaccato le case dei vicini, ovviamente Babbani. Non si è salvato nessuno-
La sigaretta di Sirius gli cadde dalle mani. Lei stava bene, la sua famiglia stava bene; beh, più o meno.
-Silente li ha raggiunti in ospedale appena ha saputo, cioè molto presto. Ha offerto loro protezione, come ha fatto con i Lupin, ma la situazione del Signor Evans è grave, non gli consente di vivere in casa. Dovrà restare in ospedale. Credo che Lily stessa abbia suggerito alla madre di lasciare l’Inghilterra col marito, di tornare in Irlanda dai parenti di lui. Non ci sono molte probabilità che guarisca, ma almeno lì avrà la serenità che gli occorre. Silente ha predisposto il trasferimento per stanotte, parteciperemo tutti-
-Non si può curare con la magia?- chiese Sirius stupidamente, visto che conosceva già la risposta.
-No, Sirius, non si può. Noi siamo immuni alle malattie Babbane, lo sai, ma non possiamo curare loro-
Sirius si alzò in piedi.
-Devo dirlo a James. È in ansia da stamattina, deve sapere che sta bene-
Charlus spense il mozzicone sul prato e poi fece cenno a Sirius di dargli una mano a rialzarsi.
-Il programma di stasera salta, ovviamente. Ci rifaremo domani-
Sirius annuì e corse via, verso il campo.

James fu così tanto sollevato quando gli disse come stavano le cose che lo abbracciò e lo tenne stretto per un minuto buono.
-Non è carino che noi siamo felici che si siano salvati perché il padre di Evans sta male, vero?- gli domandò mentre rientravano in casa.
-No, non lo è. Mi sento in colpa anche io, credo sia normale-
Charlus sorrise a James quando lo vide più o meno sereno e gli scompigliò i capelli.
-Ci prenderemo cura di lei, va bene?- gli disse sottovoce. Il ragazzo annuì.
-Se volete scriverle, sono certa che potrei consegnarle una lettera da parte vostra…-
-No- James interruppe la madre mentre ancora non aveva finito di parlare. La donna lo guardò con aria inquisitoria.
-Portatele solo i nostri saluti, va bene?- continuò il ragazzo.
Dorea fece cenno di si col capo, poi si affrettarono a sedersi tutti a tavola e mangiarono in fretta, prima che marito e moglie li salutassero.
-Non è necessario che ci aspettiate alzati, non sappiamo quanto ci vorrà- disse Dorea.
-Mamma, sappiamo tutti che ci troverete qui. Ora andate-

Passarono il tempo sdraiati per terra in sala, scambiando qualche parola ogni tanto ma senza fare nulla. Solo a mezzanotte passata sentirono la porta d’ingresso aprirsi e si alzarono. Charlus comparve per primo.
-È andato tutto bene, sono al sicuro. Lily vi saluta, ma sua sorella sembrava parecchio arrabbiata all’idea di trasferirsi e di lasciare che ci occupassimo noi della cosa. Ho sentito che diceva che a settembre sarebbe tornata qui anche da sola, “senza tutta questa gente stramba in giro”-
Sirius ghignò, finalmente rilassato.
-Dev’essere proprio un amore, quella ragazza-
James scoppiò in una risata isterica mentre si passava le mani tra i capelli e si accasciava sul divano.
-Come avete giustificato la vostra presenza come scorta?-
Dorea entrò dietro il marito, in mano un vassoio con del gelato che distribuì ai presenti prima di sedersi accanto al figlio.
-Tecnicamente siamo tutti dipendenti del Ministero, a parte Albus che ha agito “da intermediario”. Non è stato necessario che sapessero altro-
Sirius annuì e affogò nella crema al cioccolato.

Il giorno successivo, un sabato, fu il primo da settimane in cui Charlus e Dorea rimasero entrambi in casa. Si svegliarono con calma, vista la tensione accumulata il giorno precedente e l’ora tarda in cui erano andati a letto. Fecero un’abbondante colazione che sarebbe valsa anche da pranzo, tutti e quattro insieme, e poi uscirono per allenarsi.
-Duello di riscaldamento; Sirius, con me. Tu, James, cerca di stendere tua madre, se ci riesci!-
Dorea fece una smorfia al marito prima di mettersi in posizione davanti al figlio. Sirius si concentrò su Charlus, dritto in piedi davanti a lui con la bacchetta in mano; decise di non attaccare per primo, di aspettare la sua mossa. Che non tardò ad arrivare.
Un tentacolo sbucò dal terreno accanto al suo piede destro, ma lui lo evitò con un balzo all’indietro mentre già la sua bacchetta era puntata contro l’uomo. Evocò uno sciame di api che subito avvolsero Charlus in una manovra diversiva e carbonizzò il tentacolo che si allungava, tentando di raggiungerlo; rialzò gli occhi appena in tempo per vedere l’uomo trasfigurare gli insetti in piccole lame che puntarono contro di lui. Sirius si lanciò di lato per evitarli e cercò di pietrificare il suo avversario, ma quello parò il colpo con uno scudo così potente che fece barcollare il ragazzo; senza darsi per vinto, Sirius richiamò funi invisibili che legassero polsi e caviglie di Charlus, intrappolandolo senza fargli perdere la bacchetta. Stava per Disarmarlo, ma quello riuscì a muovere il polso quanto bastava per liberarsi e gli lanciò contro un lampo rosso. Fu il turno di Sirius di far traballare l’altro con un Sortilegio Scudo ben piazzato, ma Charlus non aveva più il suo equilibrio e non riuscì a reggersi in piedi. Sirius si vide già trionfante ed esitò un secondo soltanto, ma ciò bastò all’uomo per agire: la sua Fattura Pungente raggiunse con estrema precisione il polso alzato del ragazzo, costringendolo a lasciar cadere la bacchetta. Un attimo dopo, Sirius era a terra, legato come un salame, mentre Charlus lo sovrastava ghignando.
-Mai sottovalutare l’avversario per un difetto fisico, ne farà il suo punto di forza. Ti trarrà in inganno fingendosi debole e tu sarai meno concentrato, così potrà approfittarne-
Lo liberò e lo aiutò a rialzarsi, poi gli posò una mano sulla spalla.
-Sei molto migliorato, Sir; riesci in quasi tutti gli Incantesimi Non Verbali e stai imparando a non scoprirti troppo quando attacchi. Ricordati solo di mantenere l’attenzione e non lasciare il braccio sinistro visibile, offrirai solo maggiore superficie corporea su cui attaccare-
Il ragazzo sorrise, poi si voltarono a guardare Dorea e James. La donna aveva appena parato una Fattura Orcovolante, ma James non le lasciò il tempo di attaccare e scagliò immediatamente un Incantesimo di Disarmo che la colse alla sprovvista: la sua bacchetta volò in mano al figlio che la afferrò al volo mentre immobilizzava la madre.
-Ottimo, James, davvero ottimo! La rapidità è importante, certo, ma cerca di variare gli incantesimi-
-Non voglio colpirla! È mia madre, ed è una donna!-
Charlus sorrise al figlio mentre liberava Dorea.
-James, ci sono anche donne cattive, sai? Devi puntare a vincere, non ad essere cavalleresco-
-Ma io ho vinto!- S’imbronciò lui, facendo ridere Dorea che gli accarezzava i capelli.
-Si, ma sul campo di battaglia devi essere più deciso. Usa incantesimi più offensivi, ok?-
-Dovrei ferire anche quando posso evitarlo? Mi comporterei come loro!-
-Questa è una guerra, James. Quando combatti lo fai per la tua vita. Non avrai quasi mai una seconda possibilità, se e quando fallirai, devi fare in modo che la prima basti. E tu non sei uguale ai Mangiamorte, perché combatti per la giustizia, e se ferisci lo fai per ciò in cui credi-
-Ferire è sempre sbagliato, è questo che mi hai insegnato!- disse, adirato, spingendosi gli occhiali su per il naso.
-James, è vero. Ferire è sbagliato, uccidere è sbagliato. Ma non si può vincere senza vittorie, e contro degli esseri spietati non si può vincere se non si usa la forza quando è necessaria. Tuo padre non ti sta dicendo di fare a pezzi le persone quando ne hai la possibilità, ma quando non puoi farne a meno. Ok?-
Lui annuì alla madre, ancora un po’ imbronciato. Charlus gli scompigliò i capelli.
-Sei stato molto bravo a battere tua madre, James. Sono fiero di te, perché sei un uomo giusto. Ma la vita ci costringe a scendere a compromessi, lo capisci? Devi essere disposto a sporcarti le mani se vuoi combattere. Non avrei mai voluto che tu dovessi imparare questo, ma il mondo è crudele e devi essere preparato anche al fatto che rovini la persona buona che sei-
Il ragazzo guardò il padre negli occhi per qualche istante, poi annuì.
-Bene. Siete stati molto bravi, tutti e due, e avete fatto grandi progressi. Ora credo che siate pronti per un nuovo incantesimo, difficile ma molto potente. Sapete, immagino, cosa sia e a cosa serva un Patronus-
I due annuirono, eccitati.
-Perfetto. Le nostre ultime notizie sono che i Dissennatori stanno appoggiando Voldemort, quindi è necessario che impariate. La formula è “Expecto Patronum”; serve un ricordo felice molto potente su cui concentrarsi per evocare la vostra difesa. Il vostro “protettore” si nutrirà di questo sentimento e sarà interamente composto di felicità. Non essendo corporeo, il Dissennatore non può opporsi a lui e ne viene scacciato. Domande?-
Nessuno parlò.
-Bene. Al mio tre. Uno, due, tre!-
-Expecto Patronum!-
Le voci di James e Sirius avevano gridato allo stesso momento. Sirius aveva usato il ricordo di quando era stato accolto in quella casa, più di un anno prima, ma dalla sua bacchetta era fuoriuscita solo una densa nebbiolina argentea che scomparve immediatamente. Davanti a James, invece, c’era una massa perlacea molto imponente, anche se non definita; si vedeva che il ragazzo era concentratissimo a mantenerla, ma dopo qualche istante anche quella sparì.
-Ottimo!- gridò Charlus, sinceramente entusiasta, mentre Dorea sorrideva come mai.
-Davvero molto bene, ragazzi, per essere il primo tentativo. James, il tuo andava bene, ma devi essere un po’ più deciso sulle tue emozioni. Sirius, tu dovresti puntare su un ricordo più felice. La cosa più bella che ti sia mai capitata, possibilmente non collegata a nulla di brutto, o la felicità si offuscherà. Perfetto, quando siete pronti riprovate!-
Sirius tentò di concentrarsi di più; certo, quel momento gli ricordava la sua famiglia, quindi non era sufficientemente forte. Si spremette le meningi e l’illuminazione arrivò. Aprì gli occhi e guardò James con un ghigno, a cui l’amico rispose senza indugio. Non seppe mai il perché, ma ebbe la netta sensazione che si fossero focalizzati sullo stesso episodio e questo rafforzò la sua convinzione.
-EXPECTO PATRONUM!-
Ancora una volta avevano pronunciato l’incanto all’unisono e all’unisono dalle loro bacchette spuntarono fuori due grossi animali che entrambi riconobbero all’istante con un attimo di sorpresa: un cervo maestoso e fiero che galoppò attorno a Charlus e Dorea e un cane enorme che corse al suo fianco finché non si dissolsero entrambi. Sirius e James si guardarono per un lungo istante, due sorrisi enormi che si riflettevano l’uno nell’altro e una luce di gioia divertita negli sguardi.
-Non avevo mai visto nulla di simile! Al secondo tentativo! Siete stati fantastici!-
Charlus era esterrefatto e orgoglioso al tempo stesso, gli occhi che luccicavano. Dorea era semplicemente allibita.
-Complimenti, ragazzi, pensavo di doverci lavorare almeno tutto il weekend ma credo sia risultato superfluo. Saprete che i Patronus rispecchiano l’interiorità del mago che lo evoca, quindi evidentemente cervo e cane sono i vostri spiriti affini-
James non resistette e scoppiò a ridere, ma Sirius cercò di trattenersi e poté così notare le facce stupite che i genitori fecero alla reazione, dal loro punto di vista esagerata, del figlio.
-Oh si, sono davvero i nostri spiriti affini!- dichiarò il ragazzo occhialuto quando smise di ridacchiare. Dorea gli rivolse uno sguardo sospettoso, che lui ignorò deliberatamente, e Sirius si sforzò di trovare una scusa plausibile.
-È per i nostri soprannomi, sapete, con gli altri Malandrini. James è Prongs per via… Di una volta in cui il custode l’ha quasi infilzato col rastrello, perché aveva disperso le foglie secche che stava raccogliendo da ore. E io sono Padfoot, perché l’anno scorso ho fatto una battuta su Walburga e il Gramo, dicendo che mi sarebbe piaciuto spaventarla a morte come lui. Quindi, i nostri Patronus stranamente si associano ai nostri soprannomi!-
Charlus e Dorea non parvero troppo convinti e continuarono a scrutarli inquisitori, ma la situazione fu salvata da Milly che comparve in un momento provvidenziale.
-Padrone! Signor Potter, c’è Signor Moody in camino, presto! Dice che è urgente!-
Corsero tutti e quattro in casa, Charlus molto più velocemente di quanto ci si potesse aspettare da un uomo con una gamba inutilizzabile, e si diressero al camino del salone; il viso di Moody campeggiava tra le fiamme verdi.
-Charlus, c’è un attacco a Diagon Alley in corso. Ho bisogno di te sul posto il prima possibile, sto richiamando tutti gli Auror. Stanno distruggendo tutto, vanno fermati prima che facciano una strage, ed è la nostra migliore occasione per catturarne di vivi-
Charlus non sembrò aver bisogno di altre spiegazioni. Evocò il mantello d’ordinanza e si voltò verso la moglie, allarmata.
-Sta’ qui con i ragazzi, intesi? Chiuditi dentro in modo che nemmeno io possa entrare, ti avviserò quando sarò al cancello-
-NO!-
La voce di Dorea era quasi un urlo, a metà tra lo spaventato e l’irremovibile.
-Non ti lascerò andare senza di me! Alastor ha bisogno di tutti, non è vero?-
-Vuoi lasciare soli James e Sirius?-
-Chiuderemo la casa dall’esterno! Alastor, ti prego, dì qualcosa!-
Lo sguardo burbero del Capo degli Auror si addolcì un poco.
-Mi dispiace Charlus, ma Dorea ha ragione. Stanno arrivando anche gli altri dell’Or… Avete capito, insomma- concluse, lanciando un’occhiataccia ai due ragazzi che non si lasciavano sfuggire una parola. Charlus sembrò indispettito per un attimo, poi mollò il mantello sul divano.
-Bene, allora! Andiamo! Fingeremo di esser lì per caso, a questo punto, non potrei giustificare la tua presenza altrimenti. Ora, voi due, so quello che state per dire, ma non ho tempo per discutere. Non potete venire con noi. Incanteremo la casa in modo che non scappiate, mi dispiace ma ho la netta sensazione che se vi lasciassi anche una sola via d’uscita ci verreste dietro. L’attizzatoio è una Passaporta connessa ad un posto sicuro, si attiverà se le difese della casa cadranno non per mano mia o di vostra madre. Anche quella casa è completamente inaccessibile, quindi non pensate di usarla come via di fuga: non riuscireste nemmeno ad aprire la porta. State buoni, vi avviseremo appena si sarà sistemata ogni cosa-
Charlus aveva parlato con lo stesso tono autoritario con cui si era rivolto a Sirius la prima sera di vacanze. Dorea diede un bacio sulla testa di ciascuno e Sirius si sentì gelare; nessuno osava dirlo, ma quello poteva essere un addio e lui li stava lasciando andare senza fare nulla. Si accorse che James aveva aperto bocca, ma prima che potesse proferir parola Charlus li aveva abbracciati entrambi.
-Ci vediamo dopo-
Il tono di voce si era fatto dolce mentre li rassicurava; Sirius ebbe appena il tempo di realizzare che non aveva specificato un tempo preciso e che non aveva fatto promesse come “torneremo presto” o “andrà tutto bene”, che già i due avevano oltrepassato la soglia della stanza, tenendosi per mano. Una molla scattò nel suo cervello quando un sommesso "Pop" segnalò la scomparsa di Moody dal camino; si risvegliò dalla trance e corse dietro ai Signori Potter, ma erano già usciti di casa. Provò ad aprire la porta ma quella non si mosse, così cominciò a colpirla con i pugni.
-È inutile. Non si aprirà-
La voce di James gli parve quella di un morto. Uno strano brivido gli corse su per la schiena mentre si girava a guardare il suo migliore amico, di un pallore spettrale. In quel momento desiderò fare qualcosa, scuoterlo, aiutarlo, sostenerlo. Eppure sapeva che nulla sarebbe servito e quest’inattività forzata gli gelò il sangue nelle vene.
 
Note:
innanzitutto, grazie a tutti voi. Non avrei mai immaginato di riuscire a creare qualcosa che coinvolgesse tanti lettori e voi siete fantastici, sul serio.
Per venire ad argomenti meno piacevoli, la Rowling, santa donna, ha pubblicato qualche giorno fa la storia della famiglia Potter; per quanto sia una cosa bellissima, le nuove notizie mi sballano tutta la storia. Charlus e Dorea non sono i genitori di James, non lavorano al Ministero e non fanno parte dell'Ordine (o almeno non è specificatto). Sapete quanto io ci tenga ad essere fedele alla storia originale, ma in questo caso non so proprio come rimediare: i Potter sono una una parte essenziale della storia e rivedere il tutto secondo le info appena avute significherebbe stravolgere quasi ogni capitolo, cosa che non mi sento granchè di fare. Odio stravolgere così la storia originale, ma davvero sono nel panico più totale. Accetto suggerimenti da voi e vi ringrazio in anticipo. 
   
 
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