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Autore: YomiCrazy    03/10/2015    3 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza?
Cosa sarebbe accaduto?
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Harriet è una bambina con un'infanzia molto triste alle spalle.
Costretta ai continui soprusi dagli zii e del prepotente cugino, desidera una vita normale, come ogni bambina della sua età dovrebbe avere.
Ma qualcosa cambierà il giorno del suo undicesimo compleanno.
Qualcosa che non avrebbe mai immaginato potesse essere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il giorno dopo aver scoperto la sua vera natura, Harriet seguì Hagrid nella Londra babbana, con in mano l’elenco dei libri di testo e le attrezzature necessarie.
La prima cosa che la ragazza notò, fu il fatto di dover comprare un calderone in peltro di misura standard e successivamente la possibilità di portarsi dietro un gufo, un gatto o un rospo.
Il guardiacaccia gli sorrise e la bambina si pose alcune domande.
“Troveremo tutto questo qui a Londra?”
“Se sai dove andare.”
L’occhiolino dell’uomo fece capire ad Harriet che qualcos’altro di strano sarebbe accaduto entro breve.
I due camminarono ancora un po’ per le strade della città, per poi entrare in una specie di bettola che portava il nome Paiolo Magico.
All’interno di esso Harriet si guardò intorno: niente si discostava dalla realtà che aveva visto fino a quel momento, ma quando Hagrid disse al signore dietro il bancone il suo nome, quello sembrò quasi svenire.
“Per tutti i folletti… E’ Harriet Potter…”
La bambina spalancò gli occhi quando notò che tutti ora la stavano fissando.
Parecchie persone borbottavano fra di loro e due addirittura vennero alla luce per salutarla e stringerle la mano. Solo ad uno Hagrid diede la sua attenzione.
“Salve professore, non l’avevo riconosciuta!”
L’uomo slanciato e balbettante si presentò con il nome di Quirinus Raptor ed a detta di Hagrid, sarebbe stato il suo professore contro le arti oscure.
La bambina lo salutò sorridendogli e quando Hagrid uscì dal retro lei cominciò a domandare sul come tutta la gente all’interno del locale la conoscesse. Il guardiacaccia rispose che lui non era la persona più indicata a dirglielo e successivamente, batté dei colpi sulle mattonelle del muro che avevano davanti. Quelle, come per magia, cominciarono a muoversi ed a spostarsi ed Hagrid parlò subito dopo, dicendo “Benvenuta, Harriet, a Diagon Alley!”
La bambina attraversò il muro con un sorriso che le arrivava da parte a parte, ciò che le si presentava davanti era una lunga stradina piena di negozietti e tanta gente che correva da una parte all’altra, con in testa buffi cappelli a punta.
Il guardiacaccia cominciò a indicargli i vari negozi in cui Harriet avrebbe trovato l’occorrente per la scuola, ma subito la bambina si incupì.
“Ma Hagrid, come farò a comprare tutta questa roba… Io non ho un soldo.”
“Ma certo che li hai, Harriet, sono li, rinchiusi nella Gringott, la banca dei maghi, non c’è posto più sicuro!
Forse solo Hogwarts.”
La prima cosa che la piccola disse all’interno della struttura, fu chiedere cosa fossero gli strani esseri che vi lavoravano all’interno. Hagrid le rispose che quelli erano dei folletti e che non erano molto amichevoli.
Arrivati davanti ad un lungo bancone, Hagrid disse al folletto che la signorina Harriet Potter avrebbe voluto ritirare il suo denaro. Oltre alla chiave della camera in cui era riposto l’oro, il guardiacaccia tirò fuori una lettera, dicendo che gliel’aveva data Silente per Lui-Sapeva-Che-Cosa, nella camera blindata Lui-Sapeva-Quale.
Harriet guardò curiosa ciò che i due si stavano scambiando, ma alla fine decise di non impicciarsi più di tanto.
La piccola ed Hagrid vennero scortati all’interno della banca e, dopo una breve sosta alla camera 687, in cui veniva tenuto l’oro che i genitori avevano lasciato alla piccola, partirono alla volta della camera 713.
Harriet riuscì solo a vedere un piccolo sacchetto che Hagrid prese, dicendo che erano affari di Hogwarts e che lei non avrebbe dovuto dire a nessuno di quella cosa.
 
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Dopo aver preso quasi tutto il necessario, Harriet informò Hagrid che l’ultima cosa che gli mancava era una bacchetta magica.
“Ci vuole Olivander! Non c’è posto migliore!
Vai avanti, devo fare ancora una cosa.”
Harriet entrò nel negozietto con molta cautela e solo al terzo “C’è nessuno?” un uomo si presentò al suo cospetto.
“Mi domandavo quando l’avrei conosciuta, signorina Potter.”
Come quelli all’interno del Paiolo Magico, anche quest’uomo la conosceva ed il suo sorriso raccontava più di quanto egli voleva far sapere.
Ed infatti quello subito cominciò a parlare, raccontandogli che sia il padre che la madre avevano comprato una bacchetta magica da lui.
Che sembrava passato poco tempo da quel giorno.
Harriet fissò l’anziano signore porgerle una bacchetta, contenuta precedentemente in una scatola. La bambina non aveva mai avuto fra le mani un oggetto simile e di certo non sapeva come farla funzionare, al ché fissò il signore, aspettando un comando.
“Via”, disse lui, sorridendole, “La agiti!”
Harriet fissò la bacchetta e poi l’uomo e successivamente la bacchetta, agitandola lievemente.
E magia fu.
Quasi tutte le scatole all’interno del negozio uscirono dagli appositi contenitori ed Harriet spaventata rimise subito la bacchetta sul bancone.
“A quanto pare, no.”
Commentò solamente l’anziano, andando a prendere una seconda scatola.
“Forse… Questa.”
Harriet prese la seconda bacchetta, facendo scivolare i capelli lunghi dietro le spalle. Deglutì, sperando di non combinare altri guai. Quando però agitò la bacchetta, un vaso contenente fiori esplose e subito il signore ricominciò a dire di No, fissando le altre scatole.
Harriet poggiò delicatamente la bacchetta sul tavolo, impaurita da quel che stava accadendo.
“Mi chiedo se…”
La voce dell’anziano signore, richiamò l’attenzione di Harriet che si sistemò gli occhiali sul naso, cercando di intravedere cosa quello stava facendo.
L’uomo si avvicinò dal fondo del negozio, aprendo la scatola e porgendo la terza bacchetta alla bambina. Quando ella la prese in mano, un venticello sembrò quasi prender possesso del negozietto ed Harriet si sentì invasa dal potere.
“Curioso”, affermò il negoziante, “Davvero curioso.”
“Scusi…” cominciò Harriet, “Ma cosa c’è di curioso?”
“Io ricordo tutte le bacchette che ho venduto, signorina Potter e si dia il caso che la fenice, la cui piuma risiede nella sua bacchetta, abbia dato un’altra piuma, soltanto una e basta.
E’ curioso che lei sia destinata a questa bacchetta, quando la sua gemella… Le ha inferto quella cicatrice.”
Harriet deglutì per la seconda volta, alzando la mano verso la nuca, toccandosi la cicatrice.
“E… Chi possedeva quella bacchetta?”
L’anziano signore la guardò un po’.
“Oh… noi non pronunciamo il suo nome…
E’ la bacchetta a scegliere il mago, signorina Potter…
Non è sempre chiaro il perché, ma…
Credo che sia chiaro che noi possiamo aspettarci grandi cose da lei.
Dopo tutto, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, ha fatto grandi cose… Terribili!
Ma grandi.”
Finito di parlare, il signore porse la bacchetta ad Harriet e lei la prese fra le mani, cercando una tasca quando ricordò di aver indossata una gonnella quella mattina, con una canotta sopra.
“Harriet!?”
Un ticchettio sulla vetrina del negozio, richiamò la bambina dai suoi pensieri. Era Hagrid.
“Buon compleanno Harriet!”
Il guardiacaccia teneva fra le mani una gabbietta con all’interno una bellissima civetta bianca. La bambina ne rimase contenta del regalo ricevuto. Era il suo primo regalo, per quel compleanno.  Forse, da tanti anni.
 
 
 
 
Note: Ed ecco a voi il secondo capitolo.
Ringrazio chi ha riposto fiducia in questa storia e chi deciderà di lasciare un commento.


 
  
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