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Autore: katvil    04/10/2015    5 recensioni
Quando togli un quadro da un muro o sposti un mobile che era lì da anni, non lo sposti mai veramente. Rimane sempre un alone, un segno del suo passaggio, del fatto che era lì. Puoi far sparire quell’alone con un pennello e un po’ di pittura, ma rimarrà sempre qualcosa che ti dirà che lì prima c’era quel quadro, quel mobile.
Così succede anche con le persone. Una volta che ti entrano dentro, che trovano il loro posto nell’anima, vi lasciano una traccia indelebile che puoi provare a coprire in mille modi, ma rimarrà sempre lì. (dal cap.21)
Shannon e April, una famiglia quasi perfetta, ma si sa che la famiglia del Mulino Bianco esiste solo nella pubblicità. Il destino ha qualcosa in serbo per loro...
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Life is a Roller Coaster'
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E dopo una lunga attesa, sono tornata!
Che dire? Siamo arrivati alla fine di questa ff. Dopo 14 mesi, sono riuscita a mettere un punto in questa storia travagliata. Non so quanto il finale risponderà alle vostre aspettative, spero solo che poi non vogliate venirmi a cercare per prendermi a botte...
Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi ha speso anche solo 2 minuti per lasciarmi un commento: siete dei tesori <3
Vi lascio 
il link al gruppo dedicato alla ff e a tutti i miei deliri in generale. Vi invito ad iscrivervi così potrete continuare a seguire le mie avventure nel magico mondo della scrittura Life is a Roller Coaster
E qua trovate il trailer della ff  Life is a Roller Coaster

Grazie ancora a chi è arrivato fino a qua e buona lettura :)
 

«Papà, chi è quel bambino?» Christopher sorride guardando Shannon.
Il batterista incrocia gli occhi del maggiore dei suoi figli e in quel momento si rende conto di quanto può averlo ferito prendendo in braccio Chris.
Jared, che sta assistendo alla scena, capisce il disagio di Joshua. Aggrotta le sopracciglia riservando al fratello uno sguardo tutt’altro che benevolo poi cerca di ritrovare il sorriso e si dirige verso il nipote abbracciandolo «Ciao Terminator!»
«Zio Jay.» Josh si lascia avvolgere dalle braccia del cantante senza protestare come fa al solito, come se avesse un bisogno disperato di ritrovare l’affetto dei suoi famigliari.
Shannon mette a terra Chris poi si pone davanti a lui, invitando Joshua a venirgli accanto.
«Ciao, io sono Chris e tu?» il bambino sorride.
«Joshua.» guarda il fratellino serio, scrutandolo con i suoi grandi occhi azzurri.
Non ha ancora deciso se quel puffo riccioluto gli piace o no. Certo è che sta ridendo troppo: non sarà mica scemo? Sente la mano di suo padre che gli accarezza la nuca. Si volta a guardarlo e Shannon gli sorride, un sorriso che basta a Joshua per rilassarsi. Torna a rivolgere l’attenzione a Christopher, questa volta addolcendo lo sguardo, poi guarda ancora il padre, come a volerlo invitare a dare spiegazioni.
Shannon si guarda intorno, cercando prima gli occhi di Kai poi quelli di Jared. Prende un respiro profondo poi stringe le mani di Christopher.
«Chris, lui è Joshua. Ecco…» abbassa per un attimo lo sguardo «Joshua… Josh è tuo fratello.»
Christopher aggrotta le sopracciglia poi guarda Kai, come per chiederle una conferma.
La ragazza si avvicina al figlio e gli accarezzala testa «Sì, Josh è tuo fratello.»
Chris resta in silenzio, scrutando il bambino che ha davanti con i suoi grandi occhi verdi. Lo scruta come se stesse cercando un qualche segno, un segnale che confermi quello che gli hanno appena detto.
Anche Josh non parla. Osserva Christopher, notando che non ha molte caratteristiche in comune con lui. I capelli di quel nanetto che ha davanti sono ricci e scuri, a differenza dei suoi che sono chiari e dritti. Gli occhi sono verdi, come quelli di Kai, mentre i suoi sono azzurri, identici a quelli dello zio Jay. Siamo sicuri che sia davvero suo fratello? Non assomiglia nemmeno a Janis!
«Chris… cosa stai pensando?» Kai si rivolge al figlio.
«Perché non mi hai detto che avevo un fratello?» Christopher guarda la mamma, aggrottando le sopracciglia e increspando le labbra.
Shannon interviene, notando che la ragazza è in difficoltà «Chris… ci sono cose che… ecco… che sono difficili da spiegare, soprattutto ai bambini piccoli come te e Josh.» alterna lo sguardo, rivolgendolo una volta a un figlio e una volta all’altro «Io… ecco… io e la tua mamma… tu sei nato dopo che io e la tua mamma ci siamo conosciuti, ma io avevo già altri due bambini. Uno è Joshua e l’altra è tua sorella Janis, che… che oggi non è potuta venire…»
«E dov’è Janis?» Christopher domanda curioso.
«È a casa, con la sua mamma.»
Il bambino guarda la mamma e il papà confuso «La mamma di Janis non è la mia mamma?»
«No. La mamma di Janis e Joshua non è la tua mamma.» Shannon sorride mentre cerca di spiegare nel modo più semplice le cose al piccolo.
«E allora come facciamo a essere fratelli?»
«Perché io sono il tuo papà e sono il papà anche di Josh e Jan.» il batterista risponde all’ennesima domanda del figlio, sperando di essere riuscito a soddisfare tutte le sue curiosità.
Christopher non sembra molto convinto, ma decide di accontentarsi delle spiegazioni ricevute.
Joshua continua a fissare il fratellino, chiedendosi cosa possa mai avere in comune con lui. Poi Chris gli si avvicina e gli prende una mano «Ti va di giocare con me?»
Josh ci pensa per qualche secondo poi gli risponde sorridendo «Ok.»
Chris scoppia a ridere così come Joshua, iniziando a pensare che forse quel puffo riccioluto non è poi così male.
 
******
 
Janis sta distesa sul letto, le cuffie nelle orecchie che sparano a tutto volume la sua canzone preferita. Non vuole sentire niente, non vuole vedere niente. Vuole solo spegnere il cervello per non pensare. Ancora non riesce a credere che il suo papà, quello che lei era convita fosse l’uomo migliore del mondo, il suo eroe, sia stato capace di fare una cosa del genere.
Ha tradito sua madre, le ha mentito e ha mentito pure a lei e Josh, prendendoli in giro per cinque anni. E adesso? Come può pretendere addirittura di portare un bambino nella sua famiglia? Come può chiederle di accettare come fratello il figlio di quella che ha distrutto tutto? No, non lo farà mai. Lei di fratelli ne ha uno ed è Joshua, dell’altro bambino non le importa niente.
Si toglie le cuffie e si alza dirigendosi verso la scrivania. Apre il cassetto e prende la fotografia che la ritrae con suo padre, quella che aveva nascosto il giorno prima. Le manca il suo papà, quel modo tutto loro che avevano di comunicare senza parlare. Chissà se riuscirà mai a perdonarlo, a rivivere con lui certi momenti.
«Jan, posso entrare?»
La voce della madre la distrae dai suoi pensieri «Certo.» Janis le sorride.
«Come va?»
«Così.» la ragazzina fa spallucce andandosi a sedere sul letto.
April si siede accanto alla figlia e le due rimangono in silenzio per qualche minuto. La donna nota la foto che la figlia stringe ancora tra le mani «Ti manca vero?»
«Chi?» Janis finge indifferenza mentre la madre le indica l’immagine di lei e suo padre «Ah… papà? No…» abbassa lo sguardo appoggiando la cornice sul letto «Cioè…» torna a guardare la madre «In realtà sì. Mi stavo chiedendo se riuscirò mai a perdonarlo, a sorridere ancora con lui come quando abbiamo scattato quella foto.»
April abbraccia la figlia poi le posa le mani sulle spalle «Posso chiederti una cosa?»
La ragazzina annuisce.
«Perché non sei voluta andare con lui oggi?»
Janis sbuffa, staccandosi dalla madre e stendendosi sul letto, le mani sotto la nuca e lo sguardo rivolto al soffitto «Non mi andava.»
«Jan…»
«Non avevo voglia di conoscere quel… come si chiama? Quel marmocchio che papà dice essere mio fratello. Non voglio un altro fratello, ho già Josh. Non m’interessa conoscere il figlio di quella stronza.»
«Janis, non ti sembra di esagerare?» April cerca di far ragionare la figlia.
«Esagerare? Mamma, cosa dovrei fare secondo te? Dovrei comportarmi come quello stupido di Josh e andare felice e contenta a conoscere il mio fratellino? No, grazie.»
«Non pensi che potresti pentirti di questa scelta? Devi pensare che stai parlando di un bambino di quattro anni e non puoi scaricare su di lui le colpe di tuo padre. E se questa fosse l’ultima occasione che hai per conoscerlo? Presto tornerà a Honolulu e non credo avrete altre occasioni per frequentarvi se adesso gli chiudi tutte le porte in faccia.»
Janis si passa le mani sul volto poi resta in silenzio a guardare il soffitto.
April guarda la figlia chiedendosi cosa le stia passando per la testa. Non è mai stato facile per lei rapportarsi con Janis, sempre così restia a tirar fuori i suoi sentimenti. Quello bravo con Jan è Shannon: con lui ha un rapporto speciale, si parlano anche solo con uno sguardo. Lei, invece, è sempre così impacciata con la figlia. Con Josh è facile: le cose per lui sono sempre bianche o nere e non ha bisogno di interpretare i suoi sguardi perché è un libro aperto. Forse sarà perché è ancora piccolo, o forse è semplicemente per il fatto che Joshua ha un carattere meno complicato.
Con Janis, invece, ha sempre paura di dire la cosa sbagliata, di farla chiudere maggiormente. Sta crescendo troppo in fretta e lei non riesce a starle dietro come vorrebbe.
Prende un respiro e prova a parlare alla figlia «Jan, a cosa stai pensando?»
Janis guarda la madre, mordendosi il labbro inferiore mentre gli occhi iniziano a inumidirsi «Rivoglio il mio papà. Rivoglio la mia famiglia.» si siede e abbraccia la madre, mentre le lacrime iniziano a rigarle le guance.
April accarezza la schiena della figlia «Lo so che è difficile, che ci sono cose che ancora non puoi capire.»
«Mamma, sono stanca di sentirmi dire che ci sono cose che non posso capire. Credo che la situazione sia abbastanza chiara. Ho perso il mio papà e difficilmente qualcuno potrà portarmelo indietro. Potrò tornare ad avere un rapporto con lui un giorno, ma non sarà più lo stesso. Mi ha deluso. Ci mancava solo questo stupido bambino a complicare tutto.»
«Hai già deciso che non ti piace? Non vuoi dargli neanche una possibilità? Pensaci bene.»
Janis guarda la madre per qualche minuto poi sbuffa «Ok. Non ti dico che adesso correrò fuori di qua, salirò su un autobus per Downtown e andrò a cercare quel marmocchio, ma ti prometto che ci penserò e, se avrò voglia di conoscerlo, ne parlerò con papà. Va bene? Più di questo non posso fare, non adesso.»
April sorride e accarezza la testa della figlia «Va bene così tesoro.»
 
******
 
Il parco acquatico di Shoreline[ii] si trova a Long Beach, a pochi metri dall’acquario del Pacifico[iii]. Shannon osserva Christopher e Joshua che camminano davanti a lui.
Durante il viaggio che separa Downtown da Long Beach, i due bambini non hanno fatto altro che chiacchierare, farsi scherzi tra loro. Sembrava si conoscessero da una vita.
Chris si guarda intorno, gli occhi luminosi e un grande sorriso stampato sulla faccia.
«Hai visto quello?» Josh indica al fratellino il grande faro al centro del parco.
«Che bello! Che cos’è?» Chris lo interroga curioso.
«È il faro Lions!» Joshua gli risponde come se avesse fatto la domanda più ovvia del mondo «Serve per illuminare il mare di notte. Quando c’è buio, accendono il faro così le navi non si schiantano, ma quello non funziona. E sai cos’è quella casa bianca grandissima con il tetto rosso?»
Chris nega con un movimento della testa.
«È il ristorante del faro Parker. Anche quello è un faro finto. E quella passerella di legno è il molo di Pine Avenue.»
«Wow!» il ricciolino riserva al fratello uno sguardo pieno d’ammirazione e il biondino si pavoneggia.
«Vedi quella nave là?» Josh indica una grande nave da crociera attraccata sulla sponda di fronte a loro.
«Sì, com’è grande!»
«È la Queen Mary. Tanti anni fa portava in giro le persone, ma adesso è diventata un ristorante. Se vuoi, ci puoi fare anche un giro, come nei musei. Vero zio Jay?»
«Bravissimo Josh. Sei un cicerone perfetto.» il cantante sorride accarezzando il caschetto biondo del nipote.
«Un che?» il bambino aggrotta le sopracciglia.
«Un cicerone. Una persona che sa spiegare bene le cose che vede.» Jared cerca di dare una spiegazione il più semplice possibile.
«Josh è il mio cicicione.» Chris ride.
«Si dice cicerone. Sai che sei proprio imbranato?» Joshua redarguisce il fratellino poi gli sorride e lo prende per mano «Papà, possiamo andare a girare il timone?»
«Certo, andate pure.» Shannon sorride ai bambini.
«Vieni puffo. Ti faccio vedere come guidano la nave i capitani coraggiosi.» Josh stringe la mano di Christopher mentre si dirigono verso il timone situato sulla spiaggia di Shoreline, a pochi metri dal mare.
«Quante barche!» il più piccolo dei figli del batterista si guarda intorno stupito.
«Ci credo, siamo al porto Rainbow. Ma lo sai che a volte sei proprio tonto?» Joshua ride mentre spettina i riccioli del fratellino.
Shannon resta a guardare i figli, immerso nei suoi pensieri.
«Papà noi andiamo all’acquario con lo zio Jay.» dopo qualche minuto, Joshua si volta verso il padre.
«Andate che vi raggiungiamo.»
Kai si avvicina a Shannon e sorride «Sembra vadano d’accordo.»
«Sembra di sì…» il batterista le risponde pensieroso.
«A cosa stai pensando?»
Shannon abbassa lo sguardo a terra «Pensavo a Jan.»
«Perché non è venuta con te?»
«Ha detto che non le interessa conoscere Chris, che di fratelli ne ha uno e basta.» prende un lungo respiro «Non mi aspettavo che sarebbe stata una passeggiata, soprattutto con lei. Quando Joshua mi ha detto che gli stava bene conoscere Christopher sono rimasto piacevolmente colpito. Ma Jan… sapevo che con lei sarebbe stato diverso. Josh ha un carattere tranquillo, si lascia scivolare le cose addosso facilmente. Poi è ancora piccolo e molto probabilmente non si è reso conto di cosa volesse dire avere un altro fratello finche non ha incontrato Chris, ma Jan… con Jan è sempre stato tutto più complicato. La conosci anche tu: ha un carattere difficile, tende a chiudersi a riccio e a tenersi sempre tutto dentro. Era così da piccola, ma adesso che ha undici anni è anche peggio.» gli scappa un sorriso.
«Un po’ come fai tu.» Kai sorride.
«Già… un po’ come me, anche se lei è diversa.» si passa una mano tra i capelli «Con Jan ho sempre avuto un rapporto speciale. Ci bastava guardarci negli occhi per capirci. Ieri… ecco… Mi ha detto che non voleva abbracciarmi, che non voleva nemmeno restare nella stessa stanza con me.»
«Sicuramente non sarà facile, ma vedrai che riuscirai a recuperare un rapporto con lei.»
Shannon sospira «Lo spero davvero… In realtà non ha chiuso tutte le porte. Ha detto che se voglio uscire con lei per un gelato, per fare un giro con Jay o con mia mamma posso andarla a prendere quando voglio, ma si è rifiutata categoricamente di conoscere Chris.»
«Da un certo punto di vista la capisco…» Kai abbassa lo sguardo «Chris è mio figlio, il figlio di quella che ha distrutto la sua famiglia. Mettiti nei suoi panni: io ero a casa vostra per occuparmi di lei e Josh mentre tua moglie stava male e ho finito per combinare un gran casino. Ci sta che Jan non voglia avere niente a che fare con Chris.»
«Hai ragione, ma mi dispiacerebbe che perdesse l’occasione di conoscere suo fratello. Non vorrei che un giorno se ne pentisse, tutto qua.»
«L’hai detto tu no? Bastano sei ore d’aereo per arrivare da Los Angeles a Honolulu. Se mai un giorno Janis vorrà conoscere Chris ci troverà lì.» Kai sorride «Che ne dici se raggiungiamo gli altri?»
«Andiamo.» Shannon sorride a sua volta e i due si affrettano a raggiungere l’ingresso dell’acquario.
 
«Zio Jay, hai visto com’era grosso quel pesce? Era grosso così!» Chris manifesta tutto il suo entusiasmo per la visita all’acquario, descrivendo quello che ha visto con ampi movimenti delle braccia.
«Era proprio un pesce gigantissimo.» Jared sorride, mentre si dirige verso il Rainbow Lagoon Park[iv] tenendo per mano il nipotino.
«Quando siamo passati sotto il tunnel pieno di pesci è stato bellissimo, vero Josh?»
«Sì, molto bello.» il bambino risponde, ma senza metterci molto entusiasmo.
Shannon se ne accorge e si ferma un attimo, tenendo per mano il maggiore dei suoi figli «Josh, tutto bene?»
Il bambino annuisce poco convinto.
«Che succede?» il padre lo incalza, chinandosi per guardarlo dritto negli occhi.
«Stavo pensando a Janis… e alla mamma…» sospira «Ti ricordi l’ultima volta che siamo usciti insieme noi quattro? Siamo stati a Malibù e abbiamo passato una bellissima giornata.»
Shannon si gratta la nuca «Certo che me lo ricordo.»
«Ecco… anche oggi è una giornata bellissima e mi piace Chris, ma… mi mancano Jan e la mamma. Vorrei tanto che fossero con noi.»
Il batterista abbraccia il figlio «Ti prometto che farò di tutto perché ci possano essere ancora giornate come quella passata a Malibù. Non sarà una cosa facile e non ti dico che accadrà presto, ma cercherò un modo.» accarezza la testa del bambino «Che ne dici se raggiungiamo gli altri e mangiamo qualcosa? Se non sbaglio, ci dev’essere un chiosco che fa hot dog giganti la giù.»
«Poi andiamo a vedere i pesci dal ponte rosso? Voglio vedere se quell’imbranato di Chris riesce a vederne più di me.» Joshua ride.
«Va bene Terminator.» Shannon ride a sua volta.
«Papà, smettila con questo stupido soprannome.»
«Ok.» il batterista prende una poi inizia a correre per raggiungere il resto della compagnia «Ci proverò, ma non ti assicuro niente… Terminator!»
«Adesso ti picchio!» Joshua inizia a rincorrere il padre mentre i due ridono a crepapelle.
 
******
 
Il viaggio da Long Beach fino a casa si rivela più lungo del previsto, anche perché prima Shannon deve passare da Downtown per lasciare Chris e Kai in albergo.
Parcheggia nel vialetto di quella che fino al giorno prima era la sua casa, scende per poi aprire la portiera posteriore e prendere in braccio Joshua, che nel frattempo si è addormentato.
«È stata una giornata stancante.» Jared guarda il fratello e sorride «Cerca di non svegliarlo facendogli picchiare la testa contro la portiera. Forse è meglio se scendo a darti una mano.» il cantante scoppia a ridere.
«Smettila di prendermi in giro. Ti ricordo che Jan ha undici anni e Josh otto perciò dovrei avere un po’ di esperienza nel farli scendere dall’auto.»
«Se lo dici tu.» Jared cerca di trattenere le risate.
«Visto? Ci sono riuscito.» Shannon, con il figlio in braccio, si dirige verso la porta d’ingresso «Tu e Zoe aspettatemi qua che arrivo subito.»
«Ok.»
 
Shannon entra in casa e trova April che l’aspetta, seduta sul divano grigio al centro del salotto. La donna si alza, dirigendosi verso il batterista e prendendo in braccio il bambino «Ciao Shan.»
«Ciao…»
«Com’è andata?»
«Bene… siamo… siamo stati a Long Beach e… ecco… è andato tutto bene… credo.» Shannon si gratta la nuca imbarazzato «Tu come stai?»
«Bene.» April risponde con un sorriso forzato.
«E… e Jan?»
«È andata a letto, domani ha la scuola. Anche Josh sarebbe dovuto andare a dormire almeno mezz’ora fa.»
«Lo so, scusami… Abbiamo perso tempo a Downtown. Lui e Chris non la smettevano di rincorrersi nella hall dell’albergo.»
«Ah… allora… allora vanno d’accordo.» l’imbarazzo è sempre più palpabile tra i due.
«Ehm… sì… sembra di sì…»
«Ok… allora… adesso lo porto a letto. Tu… vuoi aspettarmi qua o devi andare?»
«No… devo andare… ci sono Jared e Zoe in macchina… mi aspettano per tornare a casa… cioè… a casa di mio fratello…»
«Va bene. Allora… buona notte Shannon.»
«Buona notte… April.»
Shannon esce da casa, dirigendosi verso l’auto, mentre April sale al piano di sopra e mette a letto il figlio.
 
******
 
«Buongiorno mamma.» Janis e Joshua entrano in cucina, dove April è intenta a preparare la colazione.
«Buongiorno ragazzi.» la donna si volta e sorride ai figli «Josh, com’è andata ieri? Quando tuo padre ti ha portato a casa, eri talmente stanco che ti ha scaricato dalla macchina, portato in casa, io ti ho messo a letto e non ti sei svegliato.»
«Papà è stato qui?» Janis alza lo sguardo, rivolgendolo alla madre.
«Si è fermato cinque minuti, giusto il tempo di portare in casa tuo fratello.»
«Ok… allora non avete parlato…» la ragazzina resta un po’ delusa.
«No… doveva scappare. Lo zio Jay e Zoe l’aspettavano in macchina.»
«Ok…» Janis riprende a fare colazione.
«Josh, raccontami cosa hai combinato ieri.» April cerca di alleggerire un po’ l’atmosfera.
«Siamo stati a Long Beach e abbiamo visto pure l’acquario. Ho dovuto raccontare tutto io a Chris. È proprio un imbranato, ma è simpatico.» Josh risponde mentre addenta una brioches.
Janis gira e rigira il cucchiaio nella tazza dei cereali poi si volta verso il fratello «Josh… ma com’è Christopher?»
Il bambino fa spallucce «È piccolo.»
«Lo so che è piccolo, ma intendevo… boh… assomiglia a me o a te?»
«A nessuno dei due. Ha i capelli neri e ricci come Kai. Però, se ci penso bene, è un rompiscatole come te.» Josh ride prendendo in giro la sorella.
«Sei il solito stupido.»
«E tu la solita antipatica.»
«Ragazzi, finite la colazione e andate a vestirvi che tra poco passa l’autobus.»
 
Janis guarda fuori dal finestrino dell’autobus che sta portando lei e il fratellino a scuola. Guarda Joshua che cerca di dormire e si chiede come faccia ad addormentarsi in qualsiasi posto si sieda.
I pensieri corrono al giorno prima, all’incontro con il padre, a quella richiesta di incontrare il figlio che ha avuto con Kai.
«Josh, posso chiederti una cosa?»
«Cosa?» il bambino apre appena gli occhi.
«Com’è andata ieri? Voglio dire… hai già detto alla mamma che è andata bene, ma io voglio sapere com’è andata veramente. Com’è stato vedere papà con… con quel bambino?»
«È stato… strano. All’inizio, quando siamo arrivati all’albergo e papà l’ha preso in braccio, mi sono sentito male. Mi sembrava così ingiusto che quel bambino lo chiamasse papà e che lui lo coccolasse come ha sempre fatto con te e me. Poi lo zio Jay mi ha abbracciato e Chris mi è venuto vicino. Boh… ci siamo guardati per un po’ e niente. È un po’ imbranato, ma è simpatico. Secondo me hai sbagliato a non venire con noi.»
«Può essere…»
Per tutto il resto del tragitto, i due ragazzini restano in silenzio, Josh impegnato a cercare di rubare gli ultimi minuti di sonno e Janis immersa nei suoi pensieri.
Ripensa alla conversazione avuta il giorno prima con la madre, ai discorsi di Joshua riguardanti il fratellino.
Il fratellino.
Forse Josh non ha tutti i torti: che abbia davvero sbagliato a negare una possibilità a Christopher?
 
******
 
Kai si avvicina alla finestra della stanza e guarda lo skyline di Los Angeles pensando che il giorno dopo, alla stessa ora, sarà su un aereo che la riporterà a Honolulu.
Ripensa alla settimana appena trascorsa e si chiede se suo padre aveva in mente proprio questo quando ha deciso di spedirla nella città degli angeli con Christopher.
«Mamma, guarda!»
La voce del figlio la distrae dai suoi pensieri «Che cosa stai facendo?»
«Sto facendo un disegno per il papà e Josh così si ricorderanno di me quando sarò a casa.»
«Hai avuto una bellissima idea.» Kai sorride mentre accarezza la testa del bambino, poi torna a perdersi nei suoi pensieri.
Lo squillo del telefono la riporta alla realtà.
«Ciao Shannon, che succede?»
«Ciao Kai. Niente… è che… domani tu e Chris tornerete a Honolulu giusto?»
«Sì, vacanza finita.»
«Già… volevo chiederti se stasera ti va di cenare insieme. Potremmo andare al Nickel Diner. Sai… Jan mi ha appena chiamato e ha detto che vorrebbe conoscere il fratellino.»
«Ah… ok… ci saranno anche Jay e Zoe?»
«Sì. È stato lui a dirmi di andare al Nickel.»
«Ok… allora… ci vediamo là verso le otto?»
«Ok, a dopo.»
«A… a dopo.»
Kai riattacca il telefono e sospira: riuscirà mai a lasciarsi alle spalle Shannon? Il suo cuore smetterà mai di battere all’impazzata ogni volta che lo sente?
 
******
 
Janis gira tra le mani il menù del Nickel Diner nervosamente. Ogni tanto butta l’occhio verso la porta d’ingresso poi torna a guardare il tavolo.
Shannon le accarezza la testa «Che c’è Jan? Sei nervosa?»
«È che mi sono stufata di aspettare.» la ragazzina cerca di dissimulare il nervosismo.
«Siamo noi che siamo arrivati presto. Per una volta, tuo zio Jared non ci ha fatto perder tempo.» il batterista ride prendendo in giro il fratello.
«Fai pure lo spiritoso. Ti ricordo che sei tu quello che è rimasto un’ora sotto la doccia. Io ci ho messo pochissimo.»
Janis ride, allentando un po’ la tensione che la attanagliava.
«Zio Jay!» la voce di Christopher fa voltare tutti verso l’ingresso del locale.
«Piccola peste! Finalmente siete arrivati.» Shannon sorride al figlio.
«È colpa della mamma che si è persa.» il bambino ride.
«Non è vero che mi sono persa.» Kai si siede al tavolo, vicino al figlio «È il taxista che non aveva capito dove doveva portarci.» l’attenzione della donna è attirata dalla ragazzina seduta di fronte a lei.
La guarda per qualche minuto poi le sorride «Janis?»
«Sì.» le risponde secca «Chiariamo subito una cosa: l’unico motivo per cui sono qui è per conoscere Christopher. Del resto non m’interessa niente.» riserva a Kai con uno sguardo duro, di quelli che non ammettono repliche e che gelano la donna.
«Ciao, io sono Chris. E tu?» dopo qualche minuto, Christopher sorride alla sorella, alleggerendo la situazione.
«Io… ehm…» la ragazzina guarda il padre in cerca di un appiglio.
«Chris… ti ricordi che ieri ti avevo detto che, oltre a Josh, avevo anche una figlia di nome Janis?»
Il bambino annuisce.
«Ecco… questa bellissima signorina è Janis, tua… tua sorella.» il batterista sorride avvolgendo le spalle della figlia con un braccio.
Chris guarda per un po’ la ragazzina che ha davanti, poi rivolge lo sguardo in direzione di Joshua. Torna a guardare Janis e poi il padre.
Janis fissa il fratellino, indecisa su cosa fare. Da un lato non riesce a non vederlo come il figlio di Kai, quella che ha distrutto la sua famiglia, ma dall’altro non può negare di aver voglia di conoscerlo, soprattutto dopo che ha notato che ha lo stesso sorriso di suo padre.
Poi Christopher si alza, fa il giro del tavolo e abbraccia Janis «Che bello! Adesso ho anche una sorella!»
La ragazzina rimane stranita per un attimo poi sorride, abbracciando a sua volta il bambino «Già… adesso hai una sorella.»
Jared, che fino a quel momento è rimasto in silenzio a osservare la scena, sorride «Dobbiamo festeggiare. Direi che è il momento giusto per una bella fetta di torta al cioccolato della zia Monica, vero ragazzi?»
«Sì! La torta della zia Mony!» Joshua risponde entusiasta.
 
Finita la cena, Shannon riaccompagna a casa Janis e Joshua.
Ferma l’auto nel vialetto d’ingresso e si volta verso i figli «Allora… tutto bene ragazzi?»
Jan e Josh annuiscono.
«Beh… mi sembra che andiate d’accordo con Christopher…»
«È piccolo… è carino… è facile andare d’accordo con lui.» Janis sorride «Sono contenta di averlo conosciuto. Devo ammettere che quello scemo di mio fratello, per una volta, aveva ragione.»
«Ehi! Guarda che sono qui!» Joshua protesta.
«Lo so che ci sei.» la ragazzina spettina i capelli del fratello prendendolo in giro mentre lui mette il broncio.
Shannon sorride mentre osserva la scena: è bello vedere che i figli sono sereni nonostante tutto.
«Forza piccole pesti. Scendete prima che vostra madre venga a trascinarvi giù dall’auto.»
«Papà.» Janis si ferma un attimo prima di entrare in casa «Domani Chris tornerà a casa vero?»
«Sì, l’aereo partirà domani mattina.»
«Ok… mi piacerebbe… ecco… potresti passare a prendere me e Josh? Mi piacerebbe venire in aeroporto a salutarlo.» la ragazzina si sposta i capelli dietro un orecchio nervosa.
«Certo.» Shannon le sorride «Ci vediamo domani verso le nove.»
«Va bene.» Janis sorride a sua volta «Buona notte papà.»
«Buona notte tesoro.»
Shannon mette in moto l’auto mentre la figlia entra in casa.
Le ruote corrono sull’asfalto e così anche i pensieri. Shannon ripensa al giorno prima, alla gita a Long Beach. Rivede Chris e Josh che giocano assieme poi i pensieri vanno alla serata appena conclusa, a Janis. Non pensava che si sarebbe convinta così presto a conoscere e accettare il fratellino. Adesso è quasi certo che le cose non potranno che andare meglio.
Poi un pensiero gli passa per la testa. Realizza che tra poche ore Kai e Christopher partiranno da Los Angeles, che non avrà più occasioni per chiarire le tante cose rimaste in sospeso tra lui e la ragazza.
Arriva al bivio e si ferma, indeciso se dirigersi verso la casa di suo fratello o tornare verso Downtown.
 
******
 
Kai sistema le coperte di Christopher che dorme profondamente poi si dedica alle ultime cose da mettere in valigia.
Un sms la distrae
Scendi, sono al Luxe City Center.
Shannon
 
Kai si chiede cosa vorrà Shannon da lei a quest’ora poi, anche se titubante, scende al piano inferiore.
Arriva nella hall e lo vede, in piedi di fianco al bancone che l’aspetta. Non riesce a pensare ad altro se non a quanto sia bello. Più passano i secondi e più il suo cuore sembra volerle uscire dal petto. Non riuscirà mai a dimenticarlo, a lasciarsi alle spalle tutto quello che c’è stato tra loro.
Dopo qualche minuto ritrova un po’ di lucidità «Shan… cosa sei venuto a fare qua a quest’ora? Chris sta dormendo e non ho molto tempo. Non vorrei si svegliasse e si spaventasse non trovandomi…»
«Ti porterò via solo pochi minuti.» Shannon le si avvicina «Possiamo sederci?»
La ragazza annuisce, dirigendosi verso i divanetti bianchi posti in un angolo della stanza.
«Allora… domani tornate a Honolulu…»
«Già… torniamo a casa…»
Shannon sta a testa bassa, guardando il pavimento dell’hotel. Dopo pochi minuti riprende a parlare «Posso chiederti una cosa?»
«Certo.»
«Ecco…» si gratta la nuca «Avrei voluto parlatene ieri, ma poi con la storia di Chris e Josh non ne ho più avuto modo… Ecco… Chris… insomma… volevo dirti che mi piacerebbe portasse il mio cognome.» alza lo sguardo in direzione di Kai «Voglio riconoscerlo e fare in modo che diventi mio figlio a tutti gli effetti.»
Kai lo guarda incredula: non si sarebbe mai aspettata una richiesta del genere.
«Ma… sei sicuro? Stai dicendo sul serio? Guarda che non sei obbligato…»
«Lo so.» si avvicina alla ragazza e le prende le mani «È quello che voglio. Voglio che Chris faccia parte a tutti gli effetti della mia famiglia. Con Josh già si amano e con Janis direi che non è andata male no?»
«Lo so… ma April?»
Shannon abbassa lo sguardo e sospira «April… non le ho parlato di questa cosa… Io e lei abbiamo altri problemi da risolvere…» poi torna a puntare gli occhi in quelli di Kai «Anche se non sono più tanto sicuro di voler cercare di sistemare le cose con lei.»
Kai e Shannon restano immobili a fissarsi per qualche minuto, le loro mani che s’incrociano. Poi l’uomo solleva una mano verso il viso della ragazza accarezzandole una guancia.
Un attimo, un battito di ciglia e le loro labbra prima si sfiorano poi si uniscono in un bacio più profondo.
Kai sente le mani di Shannon che le sfiorano i capelli, il collo e il suo sapore che si espande nella sua bocca. Per un attimo il cuore smette di battere e le sembra che persino il respiro si sia fermato. Si sente come sospesa in aria, come se nel mondo non esistesse nient’altro che loro due.
Poi, tutt’a un tratto, si stacca da lui «Shannon… cosa stiamo facendo?»
«Kai…» l’uomo le accarezza i capelli «In questi giorni abbiamo passato molto tempo insieme e… ecco… non lo so… mi sono accorto che qualcosa è rimasto di quello che ci ha uniti cinque anni fa e sono certo che è lo stesso anche per te.»
Kai si passa le mani sul volto e sospira «Shannon… Non sai come vorrei che fosse vero.»
«Ed è vero. Se tu vuoi, possiamo provare a costruire qualcosa… tu ed io…»
«Fermati.» Kai si allontana «Domani Chris ed io torneremo a Honolulu e tu alla tua vita. So già come andrà a finire: cercherai di rimettere insieme la tua famiglia con April ed io finirò un’altra volta nel dimenticatoio e questo non potrei sopportarlo. Non ti chiedo di dimenticarti della mia esistenza, sarebbe impossibile visto che abbiamo un figlio, ma non voglio nemmeno illudermi sperando che ci possa essere un futuro per noi. Se dipendesse solo da me, starei qua tutta notte a fare l’amore con te, ma so già che finirebbe come cinque anni fa e non voglio più soffrire per te.»
«Non vuoi neanche provarci?»
«Shan… lasciamo le cose come stanno, ok? Adesso parli così perché ti stai attaccando a me ancora una volta, ma tra qualche giorno cosa penserai? Ieri pomeriggio dicevi con Joshua che avresti fatto di tutto per rimettere insieme la tua famiglia e adesso? Prenditi del tempo per fare chiarezza dentro di te. Potrai venire a Honolulu quando vorrai. Se vuoi dare il tuo cognome a Chris non sarò di certo io a impedirtelo, ma per il resto se e quando avrai capito cosa vuoi veramente io sarò lì.»
Shannon guarda Kai per qualche minuto «Forse hai ragione tu… Non dovevo venire qua, scusami.» si alza e fa per dirigersi verso l’uscita «Ok… adesso… adesso devo andare… Ci vediamo domani in aeroporto… ok?»
Kai si alza per dirigersi verso l’ascensore e salire in camera «Ok… buona notte Shannon.»
«Buona notte Kai.»
 
******
 
Kai guarda Christopher, seduto alla sua sinistra con le mani e la faccia appiccicate al vetro dell’aereo che riporterà lui e la madre a casa. Il bambino scruta la pista, stringendo gli occhi per guardare più lontano.
«Mamma, non vedo più lo zio e il papà.»
«Chris, a meno che tu non abbia la vista a raggi X, dubito che riuscirai a vederli, visto che sono rimasti dentro all’aeroporto.»
«Perché non sono venuti sulla pista? Si erano stufati di salutarmi?» il piccolo guarda la mamma aggrottando le sopracciglia.
«Ma no! Che cosa vai a pensare sciocchino.» Kai ride accarezzando la testa del bambino «Non potevano venire sulla pista.»
«E perché?»
«Perché sulla pista ci sono gli aerei, che sono molto grandi, e se un aereo finisse addosso al tuo papà o allo zio li schiaccerebbe.»
Il bambino la guarda poco convinto poi si volta e torna ad ammirare quello che sta succedendo fuori dal finestrino.
«Mamma.»
«Dimmi.»
«Quando rivedrò il papà e lo zio?»
«Presto verranno a trovarci a Honolulu.»
«E verranno anche Josh e Jan con loro?»
«Non lo so… Penso di sì…»
«Ok.» Chris sorride poi torna a guardare fuori dal finestrino.
I motori dell’aereo rombano e le ruote iniziano a muoversi.
Kai prende un respiro: un altro capitolo della sua vita si sta chiudendo. Ripensa a quante cose sono successe negli ultimi cinque anni. Prima la sua vita splendida a Honolulu sconvolta dall’incidente di Rihver. Poi l’arrivo a Los Angeles, che l’ha portata a trascorrere i quattro mesi più intensi della sua vita. È partita dalle Hawaii che era disperata e ha trovato un’amica speciale come Zoe. È vero che è matta da legare, anche se la relazione con Jared l’ha resa sicuramente più saggia, ma non cambierebbe per niente al mondo il rapporto speciale che le unisce. Un rapporto che è stato capace di resistere anche alla sua ennesima fuga, quella dalla città degli angeli cinque anni prima, dopo la storia con Shannon.
Shannon.
Appoggia la testa allo schienale del seggiolino e sorride. Mai avrebbe pensato nella sua vita che, fuggendo da una storia dolorosa, avrebbe incontrato un batterista sexy, se ne sarebbe innamorata e avrebbe concepito un figlio con lui. Tutto perfetto, se non fosse che il musicista in questione è sposato (forse farebbe meglio a pensare era). E così si è ritrovata a fuggire un’altra volta per poi ritornare indietro dopo cinque anni per far conoscere a Shannon il loro bambino.
Le viene in mente una frase che le ripeteva spesso Zoe quando si era appena trasferita a vivere con lei.
«Cara Kai, la vita è una montagna russa: oggi ti trovi in basso, ma piano piano risalirai però devi stare attenta perché, proprio quando ti troverai nel tuo punto più alto, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa pronto a ributtarti giù.»
Già… è successo a lei, è successo a Shan, che da un momento all’altro si è trovato a perdere tutto quello che aveva costruito con sua moglie.
L’aereo decolla, iniziando a staccarsi da terra per risalire nel cielo.
Kai chiude gli occhi, godendosi i gridolini eccitati di Christopher che ammira Los Angeles diventare sempre più piccola, sempre più lontana.
Tornerà?
Forse, un giorno.
O magari sarà Shannon a raggiungerla a Honolulu?
Forse, un giorno.
Sorride, serena mentre accarezza la testa del figlio «Tieniti forte Chris, torniamo a casa.»
 
 

 
[i] Frase tratta dal brano "What could have been love" degli Aerosmith
[iii] Il sito dell’acquario del Pacifico http://www.aquariumofpacific.org/
 
   
 
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