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Autore: Jude16    05/10/2015    1 recensioni
Spoiler alert! Riprende alcune scene del primo episodio della quinta stagione andata in onda in America quindi, se non avete avuto modo di vederla, non leggete.
Dalla storia: Il pugnale al suo fianco, infilato saggiamente dentro una tasca interna del cappotto, pesava come un macigno pieno di paure e responsabilità verso la bionda che la precedeva, mano nella mano ad Uncino: assottigliò nuovamente gli occhi nella loro direzione, quel senso di fastidio nel vederli vicini tornava a farsi largo nel suo cuore nonostante tutta l'energia che impiegava per scacciare quelle sensazioni sbagliate. [...]
“Io ti ho salvato, ora tu salvami e, se non dovesse esserci altra scelta, fai quello che deve essere fatto. Distruggimi.”
Quelle parole riecheggiavano nella sua mente, potenti e disperate. Gli occhi di Emma celavano una supplica che solo lei poteva comprendere: stava affidando la sua vita nelle sue mani, nelle mani di colei che fino a qualche anno fa voleva distruggerla per tenere il suo bambino solo per sé.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma osservava la mora parlottare con Artù, ancora incapace di muovere un muscolo, il senso di irritazione per il suo comportamento la stava soffocando ed in lontananza poté scorgere la figura di Gold, o meglio, dell'Oscurità sogghignare.
Come diavolo aveva osato farle questo? Si sentiva calpestata ed usata e, continuando a guardare l'altra madre di suo figlio, mosse un passo nella sua direzione con Gold che ora era al suo fianco.
-Emma stai tremando- la voce di Uncino la distrasse portando la sua attenzione all'uomo che ora era davanti a lei. Non si era nemmeno resa conto che aveva iniziato ad avere dei leggermi spasmi.
-Io, ecco, non mi sento molto bene- biascicò ricevendo un'alzata d'occhi da parte del suo “mentore”.
-Tesoro- il pirata le bloccò la mano -si risolverà tutto- i suoi occhi cerulei la osservavano incantati e preoccupati mentre tutto ciò che in quel momento la bionda riusciva a pensare erano quelli castani di un'altra persona.
-Lo spero- fu un lieve sussurro.
Uncino le diede un leggero bacio sulle labbra per poi incamminarsi verso Biancaneve trascinandola con sé.
-Emma tesoro, tutto ok?- la voce apprensiva della donna la fece sorridere.
-Lo sarà- annuì poco convinta.
-Dobbiamo assolutamente parlare con Regina, dobbiamo trovare un modo per risolvere tutto questo- David mise un braccio protettivo intorno alle spalle della moglie guardandola seriamente.
La menzione di quel nome riaccese in Emma il sentimento di fastidio provato poco prima, avrebbe dovuto parlare con lei, fronteggiarla, uccider...
Si girò allarmata notando Gold ridacchiare divertito e compiaciuto: scosse la testa per scacciare via quei sentimenti che non le appartenevano, combattendo contro se stessa per riuscire a domare quell'opprimente senso di frustrazione che la stava divorando.
Si guadagnò tre occhiate perplesse.

Dopo una cena consumata nel più assoluto silenzio da parte sua, Emma uscì dalla sala scusandosi e andò nella sua stanza per rimanere un po' da sola, doveva pensare a troppe cose: si sedette sul letto portandosi le mani alla testa e chiuse gli occhi.
Era una situazione assurda, lei in procinto di diventare l'Oscuro e la Regina Cattiva in procinto di diventare la Salvatrice. Se qualcuno glielo avesse raccontato qualche anno fa, molto probabilmente sarebbe scoppiata a ridere fino a che la pancia non le avesse fatto seriamente male.
La testa le doleva ed un sospiro frustrato scappò dalle sue labbra. Aprì gli occhi e notò Gold appollaiato su una sedia davanti a lei, annoiato.
-Che c'è?- commentò acida.
-C'è, mia cara, che questo tuo arrovellarti il cervello mi sta stancando- la sua voce stridula la fece arrabbiare.
-Oh, mi dispiace che l'Oscuro sia costretto a sopportarmi- ghignò in rimando.
-Mia cara, non prenderti gioco di me, ricordati che io sono te- sorrise sornione rimanendo seduto.
-Io non sono come te- ringhiò.
-Lo sarai. Vedi, mia cara, nemmeno quella a cui hai affidato il pugnale si fida di te, ti ha messo a tacere alla prima occasione. Ti ha scavalcato e messo da parte. Sarà sempre così d'ora in poi, sarai costretta all'obbedienza e alla sottomissione da parte di quelli che tu ti ostini a chiamare famiglia- Gold si alzò prendendo posto al suo fianco -a meno che tu non abbracci quello che ormai sei e li uccidi tutti- completò il discorso in un sussurro mellifluo.
Emma continuò a guardare la sedia ormai vuota davanti a sé, quelle parole stavano penetrando in lei come lame, sentì la lotta interiore tra le due magie che albergavano in lei: luce ed oscurità si stavano contendendo il posto nel suo cuore.
-No, non ucciderò mai le persone che amo, che mi amano- era più un lamento che una vera e propria presa di posizione, l'Oscuro se ne accorse e decise di proseguire per quella via.
-Pensaci Emma, in questo momento tu sei considerata una minaccia, nessuno di loro si fida ciecamente di te, hanno paura e, finché tu sarai così, non smetteranno di trattarti come una che deve essere tenuta sotto controllo- Gold entrò nel suo campo visivo notando che stava raggiungendo il suo scopo -dare il pugnale a Regina è stata una mossa da idiota!- esclamò contrariato.
Ancora una volta quel nome smosse qualcosa in lei, riuscendo a portarla alla realtà e rompendo quella connessione con la sua parte oscura che stava pian piano trascinando la sua anima verso il punto di non ritorno.
-Non è vero invece, lei saprà cosa è meglio per me-
Un leggero bussare la distrasse e Gold scomparve: I suoi genitori e gli altri entrarono nella stanza preoccupati chiudendosi la porta alle spalle.
-Con chi stavi parlando?- Uncino le si avvicinò e le prese le mani.
Vide i volti dei suoi leggermente in ansia e quello di Regina scrutarla: si soffermò su di lei quando improvvisamente qualcosa le diede la scossa. Fece un leggero balzo indietro per poi guardarsi intorno circospetta e spaventata.
-Che diamine è stato?- domandò stupita massaggiandosi l'addome e tornando a guardare l'unica in grado di fare magie all'interno di quella stanza, oltre lei.
-Cosa?- dissimulò quest'ultima fingendo interesse per il quadro appeso alla sua destra.
-Niente- Emma lasciò cadere il discorso dopo un po', ripromettendosi di andare in fondo alla questione.
-Con chi stavi parlando prima tesoro?- la voce di Mary Margaret riportò l'attenzione su quella domanda.
-Nessuno- si limitò a rispondere sua figlia per poi continuare cambiando argomento -più che altro, che ci fate tutti qui?- passò in rassegna i loro volti ancora una volta.
-Eravamo preoccupati, a cena non hai detto niente e quando te ne sei andata avevi una faccia strana- rispose David sorridendo leggermente alla figlia, cercando di metterla a suo agio.
-In più dobbiamo parlare della questione Salvatrice- s'intromise Uncino guardando in cagnesco Regina per un secondo.
-Inutile che mi guardi così sottospecie di pirata, ho fatto quello che andava fatto- il tono sprezzante della donna lo fece infuriare.
-Tu sei la Regina Cattiva, in te non c'è nulla che si possa ricollegare ad una qualche eroina, pensavi quando hai aperto la bocca?- Uncino si avvicinò pericolosamente alla mora e, proprio quando questa stava formando una palla di fuoco per colpirlo, Emma si mise tra i due separandoli.
-Che diavolo state combinando voi due?- ringhiò sorprendendo i presenti, la voce non sembrava nemmeno la sua -Non mi sembra il caso di litigare per questo, ormai le cose sono fatte e re Artù e consorte credono che tu sia colei che ci salverà tutti quindi pensiamo a qualcosa di veramente efficace prima che Henry si ritrovi con una madre che è diventata l' Oscuro e l'altra imprigionata a Camelot- parlò senza staccare gli occhi dai due e, solo quando fu certa che nessuno dei due era intenzionato a riprendere da dove aveva lasciato, tornò a sedersi sul letto.
-Quindi come intendiamo muoverci?- domandò dopo svariati secondi di occhiate e silenzio imbarazzante.
-Non ne ho idea- David era quasi sconsolato.
-Potremmo fare in modo che Emma faccia le magie e Regina ci metta la faccia così nessuno sospetterebbe nulla- provò Biancaneve.
Uncino annuì pensieroso.
-Non sembra una genialata Bianca, anzi, direi che è proprio una stupidaggine- commentò Regina leggermente infastidita -sarebbe meglio che non usasse la magia almeno per un po', la porterebbe a perdere il controllo ed è una cosa che non possiamo permetterci- spostò la sua attenzione verso la donna in questione, notando come dai suoi occhi sprizzasse odio per quelle parole -in fin dei conti, ho già usato la magia bianca contro mia sorella- incrociò le braccia sotto il seno aspettando commenti.
-Non so- fu l'unico commento di Biancaneve dopo quel discorso.
-O così, o rischiamo che la signorina Swan diventi l'Oscuro domani stesso-
Emma rimase in silenzio assorbendo tutti quei discorsi e concedendosi per un solo istante di chiedersi se Gold avesse ragione riguardo il volerla tenere sotto controllo e privarla della sua libertà, scosse la testa maledicendosi, si stava facendo influenzare: lo stavano facendo per lei, tutto questo era per lei, per poterle ridare una parvenza di vita normale, per tornare a casa, insieme.

Qualche minuto dopo la stanza si svuotò con la promessa di riprendere il discorso l'indomani e lasciando così le due donne da sole.
-Non controllarmi mai più- ruppe il silenzio la bionda -ti ho dato il pugnale per proteggermi, non per farmi obbedire ai tuoi ordini- la marcia che la mora aveva preso a fare si interruppe davanti al letto, proprio di fronte a lei.
-Se ci pensi bene l'ho fatto proprio per proteggerti- commentò stizzita di rimando.
-Stronzate!-
-Il linguaggio Swan!-
La bionda alzò gli occhi al cielo: non sapeva se le stava dando più fastidio il fatto che Regina fosse tornata a chiamarla per cognome o tutto il fatto del pugnale.
-Cosa mia hai fatto prima Regina?- domandò infine, decidendo di lasciar cadere l'altro argomento.
Era stanca e la testa le doleva come non mai, ma voleva assolutamente capirci di più.
-Prima quando?- domandò con finto tono stupito.
-Non credere che io sia stupida- ringhiò l'altra.
-Non l'ho mai creduto- si lasciò sfuggire la mora.
Emma rimase colpita.
-Allora parla- disse poi testardamente e per niente intenta a lasciar cadere l'argomento -perché ho preso la scossa?-
-Magia- fu la risposta telegrafica di Regina ancora ai piedi del letto.
-Quindi mi hai fatto qualcosa?- si arrabbiò.
Ultimamente la rabbia era il suo sentimento predominante.
-No idiota, sono le nostre magie che entrano in contatto- Emma spalancò la bocca e Regina decise di continuare con la spiegazione
-lo hanno sempre fatto. Non ti sei mai accorta di questo?- mise la testa di lato aspettando una risposta.
-No- sussurrò la ragazza per poi alzarsi in piedi e raggiungerla -come funziona?-
-Non funziona in nessun modo, semplicemente accade- la voce della donna si abbassò, l'improvvisa vicinanza dell'altra le stava scombussolando qualcosa dentro.
-Ci deve pur essere una spiegazione- replicò la bionda che, venuta a contatto con il profumo ed il fiato caldo della persona che aveva di fronte, si sentì leggermente confusa ed in lotta con i suoi istinti. Una parte di lei voleva strozzarla, l'altra voleva solamente prendere quelle labbra con le proprie per assaggiarle.
-Se anche ci fosse, non la so. L'unica cosa che mi viene da dire è che la tua magia e la mia sono in qualche modo complementari, luce ed ombra che si uniscono- gli occhi di Regina saettarono tra quelli verdi di lei e le sue labbra sottili, sentiva il corpo completamente carico di potere.
-Complementari- ripeté assorta Emma, avvicinandosi impercettibilmente all'altra.
“Sei l'unica che in grado di mettere da parte i sentimenti e fare ciò che va fatto”
Quelle parole tornarono prepotentemente alla sua memoria ed istintivamente fece un passo indietro spalancando gli occhi e rendendosi conto solo in quel momento della vicinanza con la bionda che ora la guardava stupita.
Non poteva permettersi di provare quelle sensazioni così forti, era un lusso che non le era concesso se davvero voleva riuscire nel suo intento e riportare tutti indietro.
-Andiamo a riposarci, è stata una lunga giornata- disse prima di rinchiudersi in bagno.
Emma osservò la porta chiusa dietro la quale era scomparsa Regina, rimuginando a lungo sulle sue parole e rilasciando un respiro che non si era nemmeno resa conto di trattenere: le loro magie erano connesse, bene e male, luce ed ombra, come mai non se ne era accorta prima? Anche Gold usava la magia oscura, perché con lui non era connesso? C'era qualcosa che non le aveva detto e, l'indomani, si ripromise di riprendere quell'argomento.
La vicinanza con il Sindaco l'aveva confusa, aveva troppi sentimenti ed emozioni contrastanti dentro di se, la testa le pulsava sempre di più e il suo cuore era confuso.
Decise di coricarsi e chiudere gli occhi sperando che la notte le avrebbe portato consiglio.

 

 

 

Ciaoo! Eccomi qui con il terzo capitolo, che dire, grazie mille per le recensioni che mi avete lasciato nello scorso episodio, sono molto contenta e apprezzo tantissimo le parole che avete speso per me, ringrazio inoltre anche tutti quei lettori silenziosi, siete preziosi anche voi. Che dire di più, spero vi piaccia e.. questa connessione magica sarà importante per qualcosa in futuro? Come intenderanno affrontare tutta la situazione della Salvatrice? Lo scopriremo.
Un bacio.

  
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