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Autore: Tonks98    08/10/2015    3 recensioni
L'effetto Giratempo, il titolo dice molto. Cosa succede ai maghi che si intromettono nel tempo? Cose terribili, e se si volesse cambiare il proprio destino e quello di tutto il mondo magico? Un nobile obbiettivo. Ma si sa, a volte non tutto va come ci aspettiamo, allora l'unica scelta che resta è quella di tornare indietro e...cambiare il passato.
Buona Lettura!
Tonks98
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Tom O. Riddle, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Più contesti
Capitoli:
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Ore 17:05
Sotterranei. 
Stesso Giorno

"In un giro faccio ruotare lune e soli,
Gli effetti potrebbero essere spiacevoli.
Ma non ti crucciare
A tutto puoi rimediare."


Queste erano le parole che Severus Piton leggeva e rileggeva da quasi mezz'ora. Erano incise all'esterno dei cerchi concentrici d'oro che formavano il ciondolo magico. Continuava a rigirarselo tra le mani, senza osare girare direttamente la piccola clessidra piena di sabbia rosso rubino. "Pessima scelta di colori comunque." Si ritrovó a pensare quasi senza accorgersene. Quella mattina se lo era portato con sè, nemmeno lui sapeva esattamente il perchè. Forse aveva pensato che il leggero peso del ciondolo al collo gli avrebbe ricordato di prendere una decisione...nonostante avesse continuato a pensarci tutto il giorno non ci era ancora riuscito. E adesso si ritrovava lì, indeciso sul da farsi esattamente come quella mattina. Beh, in realtà il suo cuore aveva già preso una decisione, e nell'anfratto più buio e nascosto del suo cervello aveva già scelto di assecondarla. Ma non era ancora sicuro...e se peggiorasse le cose? E se non dovesse riuscire? E se non cambiasse nulla?
E invece se dovesse farcela? Se riuscisse a migliorare non solo la sua vita, ma anche quella di tutto il Mondo Magico? Se finalmente trovasse la felicità?
Troppa indecisione, troppi dubbi senza risposta. Non era certo il tipo da gettarsi in un impresa senza sapere dove sarebbe andata a finire, non era propenso ai colpi di testa, non era un Grifondoro, lui. 
Tuttavia l'idea non lo lasciava in pace, avrebbe dovuto chiedere un parere ad Albus? No, non sarebbe stato saggio. E se poi avesse perso la fiducia in lui? Se non dovesse capire? Non avrebbe mai voluto ammetterlo, ma non voleva che il vecchio non lo ritenesse più degno della sua fiducia...e giá ne aveva poca. Se gli avesse parlato si sarebbe sentito come il figlio negligente che ha fatto l'ennesimo casino, che il padre poi sarà costretto a mettere a posto. Il suo orgoglio gridava: "No, no, no, decisamente no.". E allora, che fare? Il ciondolo continuava a fissarlo, ora inerte sul suo palmo aperto, ora sospeso nel vuoto appeso alla catenina, oscillando pigramente come un pendolo che scandisce l'avvicinarsi del momento della scelta. Ma quel momento non arrivava. E se anche si fosse deciso a tornare indietro? Che cosa avrebbe fatto? Che cosa avrebbe cambiato? E cosa più importante: le conseguenze! Per Salazar, non voleva pensarci. E invece doveva. Era necessario per capire cosa fare. "Che cosa cambierei? Oh, andiamo Severus. Non prenderti in giro con questi falsi dubbi profondi, giusto per darti un tono. Non devi impressionare nessuno. Tu sai già Cosa, Quando e Come potresti cambiare il Passato. Ci hai pensato talmente tanto in tutti questi anni. Cosa aspetti? È quello che hai sempre voluto, no? Ma se dovessi sbagliarmi? Potrei tornare indietro ancora. Dopo tutto c'è scritto qui, già: 'A tutto puoi rimediare.', consolante. Dovrei lasciarmi scivolare dalle mani anche questa occasione? Proprio come scivoló via lei? BASTA! Basta. Basta così, ho deciso. Che il Diavolo mi sia testimone in questa mia folle idea, e che un Dio, se esiste, mi aiuti se dovessi fallire. 
Siamo melodrammatici oggi, eh? Ma cos'è la vita senza un po' di melodramma?"
Prese in mano il ciondolo, si alzó, le dita girarono la piccola clessidra...E poi inizió a contare, uno dopo l'altro, quattordici giri in senso antiorario, quattordici anni di errori, quattordici anni, abbastanza tempo per redimersi, o per impedire di doverlo fare in futuro. Al quattordicesimo giro venne sbalzato in alto, attraversó i muri del castello come un fantasma e voló nel cielo, fin'oltre le nuvole, oltre l'atmosfera, nello spazio. Vide da lassù la Terra cambiare il suo moto seguita dalla fedele Luna,  e girare al contrario, vide il tempo tornare indietro. Quando si accorse che non respirava più incominció a cadere a velocità supersonica, rifece tutto il viaggio a ritroso e si ritrovó di nuovo nei Sotterranei, esattamente nello stesso punto in cui era prima. Quasi nulla era cambiato nelle sue stanze, anche se di fatto non erano ancora sue, teoricamente lui avrebbe iniziato a insegnare l'anno dopo. Sempre che avesse effettivamente funzionato. In effetti non si ricordava che la scrivania fosse dall'altro lato dello studio, e non c'erano i vasetti coi suoi amati ingredienti sugli scaffali attaccati al muro...non c'erano nemmeno gli scaffali! Si avvicinó alla scrivania, c'era una piccola agenda nera, la prese e la aprì dove c'era il segnalibro. 
'Stasera, 21:10 Lumaclub
1 Novembre 1979'
"1979...Ha funzionato. Per Salazar Merlino e Morgana, ha funzionato! Devo andare a cercare me stesso, non ho molto tempo, Silente deve andare a parlare con la Cooman domani sera! Che ore sono?" 
Corse fuori dall'ufficio e voló su per le scale dei Sotterranei senza incontrare nessuno. Solo quando fu in cima si accorse di non essersi portato dietro il suo mantello. In quel momento suonó l'orologio della torre. "Le cinque e mezza...e chi si ricorda dov'ero io quattordici anni fa...ehm...cioè, oggi, alle cinque e mezza!" Cercó di ricordarsi, fare mente locale...gli venne in mente solo una cosa, andare a casa sua. Si lanció addosso un incantesimo di Disillusione e corse fuori dal portone principale, giù per la scalinata, poi nel prato e in fine oltre i cancelli e si Smaterializzó. Ricomparve pochi secondi dopo davanti a casa sua in Spinner's End, a Cokeworth. Le luci erano accese...

Ore 18.05
Spinner's End
Cokeworth
Stesso Giorno

Quando era arrivato non aveva osato entrare. Era ancora Disilluso, così girò un po' intorno alla casa, si mise alla finestra della cucina e guardò all'interno. Vide sua madre preparare la cena alla maniera babbana, erano appena le sei di sera. Girò intorno al giardino e si ritrovò di fronte alla finestra del soggiorno. Vide suo padre seduto sulla poltrona di fronte al tavolino del salotto, che nel presente era solito occupare lui, con in mano una bottiglia di un liquore che di sicuro aveva amato più di suo figlio. Se erano ancora entrambi lì, allora voleva dire che di certo non ci sarebbe stato l'altro se stesso del 1979. Rimase un po' di tempo, forse più del dovuto, a guardare il volto spigoloso e i capelli brizzolati e impastati di quell'uomo che Severus fu obbligato dalla natura a chiamare "padre". L'espressione di disgusto su quel volto tanto odiato gli ricordò spiacevolmente la sua. Sarebbe morto di lì a qualche mese, di un tumore al fegato, sicuramente portato da tutto l'alchol che aveva ingerito nella sua vita. Quando vide, appena ventenne, il corpo di suo padre nella tomba, freddo e senza vita, non provò dolore. Solo una spiacevole e stranamente consolante apatia. Sua madre quel giorno spese poche lacrime silenziose, forse in ricordo dell'amore che gli aveva legati un tempo, svanito fin troppo presto e di cui Severus non aveva memoria. Molte volte Severus si chiese come mai sua madre avesse deciso di mentire a suo padre riguardo alla sua famiglia e il suo status di strega. Come si poteva fondare un matrimonio e poi una famiglia su una menzogna? Magari sperava che una volta nato il bambino e dopo che avesse iniziato a fare magie, suo marito lo avrebbe accettato senza fare domande. Magari pensava che il suo Tobias avrebbe amato un piccolo mago esattamente come avrebbe amato un figlio babbano. Quando suo padre incominciò a chiamarlo "mostro" probabilmente l'amore che li legava svanì di colpo. O magari il processo fu più lungo, non sapeva dirlo. Sta di fatto che quando Severus se ne andò di casa suo padre non se ne accorse nemmeno e sua madre lo salutò con un tirato "Addio.". Si chiese spesso se sua madre lo incolpasse di qualcosa. Sul letto di morte gli annunciò che lui era stato sia una benedizione, sia una catastrofe. Ma che gli voleva bene, dopo tutto lui era un pezzo della sua anima. Sua madre Eileen se ne andò poco dopo suo padre. Morì in un freddo pomeriggio d'inverno. Li fece seppellire vicini. Chissà che nell'aldilà, se un aldilà c'era e non era tutta un'invenzione per consolare i bambini, sarebbero tornati ad amarsi come prima. Ecco una delle domande sciocche e sentimentali a cui Severus non avrebbe mai dato risposta. Si Smarerializzò via da quella casa così pregna di dolore e brutti ricordi, con in mente un'altra possibile destinazione. Si chiese come mai non ci avesse pensato subito, forse colpa del suo subconscio troppo sentimentale, dopo tutto aveva iniziato a spiare Silente da molto tempo prima che lui sentisse la Profezia; il Signore Oscuro gli aveva affidato praticamente subito quell'incarico dopo aver visto il suo temperamento schivo, il suo fare taciturno e il suo disgusto riguardo alle sanguinose torture che avvenivano ogni sera al quartier generale dei Mangiamorte, che all'ora era uno scantinato di una casa apparentemente semidistrutta a Nocturn Alley, resa opportunamente indisegnabile e protetta da ogni tipo di incantesimo. Sta di fatto che il giovane Severus Piton non era certo, nonostante fosse già allora molto abile, un combattente come Lucius Malfoy o un crudele aguzzino come Bellatrix Lestrange; era un ottimo pozionista, bruttino e pure un po' antipatico, che riforniva regolarmente il suo Signore di mortali intrugli e preziose informazioni sull'Ordine della Fenice e su Albus Silente, e tutte le volte che arrivava alle riunioni a mani vuote veniva pesantemente cruciato. La sua posizione all'interno della cerchia dei fedelissimi di Voldemort cambiò dopo che gli rivelò la Profezia che preannunciava la sua sconfitta. Era ciò che allora più desiderava, avere il riconoscimento e il potere...ma tutto ha delle conseguenze. E questo era ciò che adesso si premurava di evitare. Si Materializzò di fronte alla locanda fatiscente nei pressi di Hogsmeade in cui aveva alloggiato praticamente un anno, varcò la porta d'ingresso e si diresse in quella che era stata la sua camera. Aprì la porta e si trovò davanti se stesso, finalmente, che cenava seduto a un tavolo scheggiato su una sedia infida e con la sola compagnia di una bottiglia di Burrobirra e di uno stufato insipido. Sciolse l'incantesimo di Disillusione e si preparò ad affrontare forse la discussione più importante, complicata, tormentata e probabilmente accesa che avesse mai sostenuto. 
"Bene Severus." l'altro se stesso fece un salto di trenta centimetri sulla sedia, che cadde e si ruppe. Da terra un giovane Sverus Piton lo guardava col terrore e lo stupore negli occhi neri come il cielo dopo che anche la luna aveva deciso di ritirarsi per godersi qualche ora di sonno astrale. Gli si strinse per un secondo il cuore nel vedere che lì in fondo a quegli occhi c'era ancora una scintilla, una tenue speranza in qualcosa di meglio. Egli respirava velocemente, quasi come se lo avessero immerso nell'acqua gelida. Dal canto suo, il Severus Piton ormai adulto guardava con freddezza e distacco quel giovane idiota che era stato, lo fissava come se si stesse preparando a fare uno dei suoi terribili rimproveri a un suo alunno particolarmente odiato. Farlo anche con se stesso non sarebbe stato troppo diverso.
"E' ora che noi due facciamo una chiaccheratina a tu per tu. Alzati." ordinò perentorio.
"C-chi sei tu?" chiese il giovane alzandosi, non potendo non ubbidire.
"Una persona con cui è ora di fare i conti. Sono il risultato di tutti i tuoi errori, sono te, ragazzo. E vengo dal mille. novecento. novanta. tre." scandì l'anno parola per parola, poi si voltò e chiuse la porta, sigillandola con un colpo di bacchetta.
"Non è possibile. Menti. Oppure è un sogno."
"No, è un incubo, Severus." quanto era strano chiamarsi per nome da soli. "Un incubo."
"...Ma sono così melodrammatico nel futuro?" chiese ironico il giovane.
Il ghigno sul volto del Severus più adulto si accentuò:
"Oh...tu non immagini nemmeno lontanamente quanto."










Angoletto dell'Autrice: Salve lettori!! Ecco un nuovo capitolo. In realtà sarebbero due in uno, ma siccome sono strettamente collegati ho deciso di lasciarli insieme. Il nostro Severus ha iniziato il suo viaggio, la sua avventura temporale, chissà se riuscirà nel suo intento al primo colpo...come andrà il primo confronto con se stesso? Riuscirà a convincersi, noi che sappiamo quanto testardo possa essere il nostro Professore di Pozioni? Beh, vi lascio con l'interrogativo per qualche giorno XD 
Ps La poesiola sulla Giratempo è una mia composizione originale ;-)
A presto gente, e mi raccomando, le recensioni sono sempre bene accette!!!
Tonks98
   
 
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