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Autore: Miriel_93    11/10/2015    1 recensioni
Per poter andare avanti, bisogna riuscire prima a far pace con il proprio passato.
Solo allora il futuro si snoderà davanti ai nostri piedi.
Nota (su consiglio di Solandia -> thank you very very very much): la mia ff si basa principalmente su quanto accade nell'anime dato che, purtroppo, ancora non sono riuscita a leggere tutto il manga per mancanza di tempo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo ventiquattro

-parte prima-

Kaoru

Il suono secco del panello di legno che si chiude dietro di me mi rimbomba dentro come un colpo di gong.
Sento il cuore che mi galoppa nel petto come un cavallo imbizzarrito.
E il silenzio di Kenshin non aiuta per niente. Anzi, contribuisce solo ad agitarmi.
Insomma, Kaoru, sei una donna sposata adesso. Piantala di comportarti come una ragazzina, mi dico. Ma non è così semplice come vorrei che fosse.
Se solo potessi entrare nella testa di Kenshin e capire che cosa sta pensando…!
Prendo un respiro profondo e mi volto verso di lui, trovandolo ancora in piedi davanti allo shoji1. Sembra incerto sul da farsi quasi quanto me. Eppure, dal racconto di quei sei mesi a Otsu con Tomoe mi era sembrato di capire che…beh…insomma, che avesse già…già. Lui non è un ragazzino spaventato e alle prime armi, mentre io…io sì.
Comincio a sentirmi terribilmente inadatta alla situazione, a lui. Mi tremano le mani. Vorrei distogliere lo sguardo dalla sua schiena, ancora avvolta dall’haori hakama, ma non ci riesco, così come non riesco a togliermi dalla testa il fatto che io non sia la sua prima donna.
Ma com’è possibile che io riesca a fossilizzarmi su certi pensieri? Perché non posso essere semplicemente felice di essere sua moglie, ora? Kenshin non è il tipo di persona che giudica la gente, dovrei saperlo quasi meglio di chiunque altro. Eppure mi risulta così difficile sentirmi alla sua altezza.
Lo vedo girarsi lentamente verso di me, sorridendomi con un’aria che mi pare quasi imbarazzata.
Sono così agitata da avere la nausea.
«Ti senti bene, Kaoru?» Mi domanda, mentre il suo sorriso lascia spazio a un’espressione leggermente preoccupata.
«Ah, sì, io, sì, sto bene, va tutto bene», mi affretto a rispondere, sentendo le guance farsi più calde e il cuore battermi disordinatamente nel petto.
«Sei pallida», nota Kenshin. Come faccio a dirgli che sto morendo di paura all’idea di quello che accadrà?
«Sto bene, davvero», insisto, cercando di apparire convincente.
«È stata una giornata stancante. Vuoi fare un bagno, prima di dormire?» Propone lui, dopo qualche istante di silenzio.
Un bagno? Sì, mi sembra un’idea fantastica. Magari nel frattempo Kenshin si addormenterà e io…sono veramente una ragazzina stupida, aveva ragione Megumi. Ho desiderato così intensamente che Kenshin ricambiasse i miei sentimenti, e ora? Ora cerco di scappare.
«Perché no», rispondo, stringendomi leggermente nelle spalle, vergognandomi come una ladra.
«Vado a preparare l’acqua, allora», annuncia Kenshin. È una mia impressione o è sollevato all’idea di lasciarsi momentaneamente alle spalle la mia goffaggine? Se così fosse, di certo non potrei biasimarlo.
Annuisco alle sue parole, mentre lui si volta di nuovo verso lo shoji, uscendo. Mi ritrovo a tirare un sospiro di sollievo.
Se resto con le mani in mano, però, è peggio, così mi adopero per preparare la nostra stanza per la notte.
Mi tolgo lo shiromuku e indosso un più comodo yukata, prima di recuperare i futon e stenderli sui tatami, uno di fianco all’altro. La consapevolezza che dormirò fianco a fianco con Kenshin mi fa stringere quasi dolorosamente lo stomaco.
Mentre cerco di riconquistare una certa calma, Kenshin torna, sorridendo di nuovo con aria un po’ imbarazzata.
«Vieni, l’acqua è pronta», mi annuncia. Lo seguo senza dire nulla, mentre una vocina lontana, nella mia testa, si chiede che bisogno c’è di accompagnarmi. Vivo nel Dojo da sempre, conosco la strada.
Di colpo tutto mi appare chiaro e mi sento bruciare di nuovo il viso. Stavolta, però, insieme all’inevitabile vergogna sento una sensazione nuova, una specie di gratitudine. Posso sbagliarmi, ma ho come la sensazione che anche Kenshin sia un po’ spaventato all’idea di quello che, prima o poi, dovrà accadere. L’idea di fare un bagno insieme sembra in qualche modo rappresentare una sorta di “passo intermedio”.
Quel pensiero mi gonfia il cuore di gioia e gratitudine.
Una volta nel bagno, però, cado di nuovo nello sconforto all’idea di farmi vedere nuda da Kenshin che, però, mi lascia entrare da sola nel piccolo locale invaso da un leggero vapore, chiudendo il pannello di legno dietro di me. 
«Dimmi quando posso entrare», lo sento dire, con una leggera esitazione nella voce. Sento di amarlo come non mai. Questo fa di me una persona superficiale? Non lo so, ma il fatto che si dimostri così comprensivo nei miei confronti senza, peraltro, che io abbia detto nulla mi fa sentire incredibilmente fortunata.
Mi tolgo velocemente lo yukata e mi immergo nell’acqua calda, tirandomi le ginocchia al petto.
«Entra pure», dico, forse a voce troppo bassa. Per un istante sospetto che Kenshin non mi abbia sentita, ma poi lo shoji si apre e lui mi rivolge un sorriso leggermente più rilassato. Mi affretto a spostare lo sguardo sulla superficie dell’acqua, imbarazzata, mentre lui si spoglia, raggiungendomi nella vasca di legno.
E ora?, mi chiedo, angosciata.
Alzo lo sguardo e trovo gli occhi di Kenshin che studiano la mia espressione incerta.
«Non devi avere paura, Kaoru», mormora. Sembra davvero imbarazzato. «Non c’è motivo di forzare le cose», mi spiega. Sento di amarlo ad ogni sua parola di più.
«Grazie», bisbiglio, rannicchiandomi un po’ di più in modo del tutto istintivo.
Ora che so che Kenshin asseconderà la mia timidezza (incredibile che abbia potuto dubitarne) mi sento decisamente più tranquilla, tanto da farmi venire in mente un’idea.
«Posso lavarti la schiena?» Domando, prima che il coraggio mi venga meno, arrossendo lievemente. Perfino Kenshin sembra sorpreso dalla mia richiesta.
«Certo», risponde, ruotando su se stesso mentre io prendo la pezza pulita appesa al bordo della vasca. Mi avvicino e, spostando la coda di capelli rossi di lato, comincio a passare la pezza sulla pelle di Kenshin, rilassandomi progressivamente.
«Grazie per la comprensione. Dico davvero», mi sfugge, a un certo punto.
«Non c’è bisogno di ringraziare», risponde Kenshin.
«Sì, invece. Mi rendo conto di essere una ragazzina inesperta, ingenua e perfino infantile…ma sono felice che tu abbia accettato anche questi lati di me», spiego, sorridendo tra me e me.
«Non l’ho fatto perché ti considero una ragazzina inesperta, ingenua o infantile», precisa. «L’ho fatto perché ti rispetto e perché ti amo, Kaoru»
La semplicità con cui gli escono quelle parole mi toglie il fiato.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» Mi chiede, voltandosi verso di me. Non mi ero resa conto di aver smesso di lavargli la schiena.
«No, assolutamente», rispondo, troppo sorpresa per vergognarmi ancora all’idea di essere nuda davanti a lui. «È solo che…non me lo aspettavo», confesso, stringendomi leggermente nelle spalle.
Kenshin mi rivolge un sorriso dolce e io mi sento sciogliere. Dopo un breve istante di esitazione allungo il viso verso il suo, sfiorandogli le labbra con le mie. Lo sento ricambiare il mio bacio quasi timidamente. Dopo qualche momento, però, mi prende il viso tra le mani, attirandomi verso di lui.
Sento il cuore martellarmi nelle orecchie e le guance bruciarmi come se andassero a fuoco per davvero, ma ignoro quelle sensazioni e mi abbandono a quel contatto. Poso delicatamente una mano sul petto di Kenshin, seguendo la linea dei pettorali con la punta delle dita. È tutto così strano.
Per tutta risposta, Kenshin libera il mio viso dalla sua presa, spostando una mano sul mio fianco, esitando leggermente, come se avesse paura della mia reazione. Devo ammettere, però, che nonostante l’imbarazzo, quel contatto non mi dispiace. Anzi, sento la pelle formicolare piacevolmente, come se non avessi aspettato altro.
L’acqua nella vasca si agita mentre circondo il collo di Kenshin con le braccia, avvicinandomi a lui.
Mio marito. È ancora così incredibile.
Dopo un po’, le labbra di Kenshin si allontanano dalle mie e io, aprendo gli occhi, mi ritrovo catapultata nel blu del mare, un blu così profondo, così vivo, da lasciarmi senza fiato. Rimango immersa in quello sguardo liquido ancora qualche istante, prima che Kenshin mi rivolga un sorriso velato d’imbarazzo.
«L’acqua si sta raffreddando», dice, e io devo ammettere di non averci fatto caso fino a quel momento.
Mi allontano a malincuore dalla sua pelle, annuendo.
«Già…», rispondo, senza sapere che altro aggiungere. Sposto lo sguardo verso la finestrella situata sopra la vasca e vedo la luna fare timidamente capolino da dietro una nuvola.
«Ci conviene uscire, prima di ammalarci», nota Kenshin, alzandosi e uscendo dalla vasca, avvolgendosi in un telo di cotone per asciugarsi. Sembra impacciato quasi quanto me. Mentre mi dà le spalle ne approfitto ed esco a mia volta, rabbrividendo. Mi affretto a stringermi in un altro telo, mentre Kenshin scivola in uno yukata pulito. Una volta asciutta lo imito, piegando il telo umido e appoggiandolo su uno sgabello di legno.
Seguo Kenshin fino alla nostra stanza e ci infiliamo, in silenzio, nei futon.
Timidamente mi avvicino a lui, percependo il calore che il suo corpo emana.
Nonostante la rigidità iniziale, pian piano il sonno ha la meglio su di me e mi trascina in un tranquillo oblio senza sogni.

1 Pannello scorrevole (chiamato anche fusuma)

***L'angolo di Miriel_93***
Che fa-ti-ca!
Scusate (di nuovo) il ritardo, ma non solo questo è in assoluto il capitolo più difficile che io abbia mai scritto (ecco perché ho preferito dividerlo in due parti - la prossima a brevissimo!) non solo perchè stato difficile trovare il tempo per scrivere, visti gli ultimi preparativi per la tesi (il 19 mi laureo, finalmente!), ma anche perché la mia connessione ha avuto la brillante e simpaticissima idea di smettere di funzionare. Va quando vuole lei, dove, come e perché (anche adesso è una specie di miracolo che stia funzionando, infatti non so quando riuscirò a collegarmi di nuovo. Però non mi do per vinta, promesso u.u). Una gioia dietro l'altra, insomma.
Tornando a noi, spero che questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative. Magari vi spiegherò qualcosa in più sul suo contenuto quando pubblicherò anche la seconda parte, perché ci sono due o tre cose che vorrei specificare ^^
Beh, detto questo vi saluto e aspetto di sapere come vi è sembrato!
Tanti baci e saluti *W*
  
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