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Autore: Shadriene    18/02/2009    5 recensioni
Harry rimase pietrificato osservando la donna di fronte a lui.
Era… era sua madre!
Arretrò di un passo stringendo con più forza la bacchetta fra le mani.
C’era decisamente qualcosa che non andava.
[Presenti piccoli spoiler sul settimo libro]
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Inversione di marcia


“Sta migliorando?”
“Forse”.
“Svegliati, Harry”.


*

Si svegliò di colpo e portò la mano sul comodino alla ricerca degli occhiali; quando finalmente li trovò se li mise e cercò di mettere a fuoco la stanza attorno a sé. Ron sonnecchiava tranquillo nel letto accanto al suo. Senza pensarci due volte si alzò e andò a scuoterlo con violenza.
«Mamma, ancora dieci minuti» borbottò Ron nel sonno.
Harry non si arrese e continuò a scuoterlo finché il ragazzo non aprì gli occhi, guardandolo con odio.
«Dammi una buona ragione per cui io non ti debba schiantare».
«Sono le dieci».
Il ragazzo borbottò qualcosa rigirandosi sotto le coperte. Harry si allontanò di un passo chiedendosi se l’amico non avesse davvero intenzione di attuare i suoi propositi; tuttavia, l’arrivo irruento di Hermione nella stanza non diede tempo a Ron di fare nulla, se non crollare rovinosamente a terra quando la ragazza arpionò le lenzuola tirandogliele via di dosso.
«Svegliati, pelandrone».
«Ti amo tanto anch’io, ‘mione».
«E tu, Harry, credevo avessimo fretta di risolvere la faccenda».
Non tentò neppure di trovare una scusa plausibile, la ragazza di fronte a lui gli ricordava troppo la Hermione della sua realtà; afferrò i suoi vestiti e per qualche strana ragione andò a cambiarsi da un’altra parte.
Negli ultimi giorni con i due ragazzi aveva tanto discusso sui vari modi per ottenere la verità da Margareth – che rimaneva la maggiore indiziata per scoprirla, secondo Hermione – e sulle diversità fra le due realtà, in modo da trovare più falle possibili da sfruttarle al massimo per poter ritornare a casa. Più volte si era sentito in colpa nei confronti dei suoi amici per l’assenza del loro Harry: nonostante tutto, Hermione non riusciva a capire che fine avesse potuto fare. Tuttavia avevano concluso che per il momento era il caso di sembrare il più naturale possibile, in modo da non insospettire il “sistema”, come l’aveva ribattezzato l’amica. Il piano prevedeva che loro tre andassero a Godric’s Hollow e che Harry invitasse Margareth a casa sua, dopodiché l’avrebbero messa con le spalle al muro, in qualche modo.
«Tiranna».
Ron gli si avvicinò con due zaini in mano e uno sulle spalle, poi gli lanciò il suo e alzò gli occhi al cielo esasperato mentre Hermione li raggiungeva, continuando a lamentarsi. Riuscì a sentire solo “sconsiderato” e “disordinato”, prima di venir trascinato davanti al camino. Poco ci mancò che la ragazza li spingesse entrambi di peso in esso; afferrò una manciata di polvere volante e cercò di scandire il più chiaramente possibile la destinazione di arrivo.
«Godric’s Hollow».
Come al solito il viaggio non fu per nulla piacevole e ritrovarsi Ron sopra di lui, con il peso di tre zaini addosso, fu un arrivo ancor meno gradevole. Quando finalmente riuscì a rimettersi in piedi qualcosa lo travolse, rischiando di farlo finire nuovamente nel camino. Fortunatamente riuscì a mantenere l’equilibrio, impedendo a lui e a quel piccolo bolide impazzito di sua sorella di farsi male.
«Sono così contenta tu sia tornato!»
Harry accarezzò con dolcezza la testa rossa della sorella, scompigliandole un po’ i capelli.
«Hai fatto la brava?»
La bambina annuì e poi si fiondò da Ron, richiedendo una dose di coccole anche dal ragazzo. Dall’imbarazzò del suo migliore amico intuì che sua sorella dovesse avere una passione sfrenata per lui.
«Quando sarò più grande, mi sposerai, vero?»
Harry scoppiò a ridere, ottenendo un’occhiataccia dall’amico. Osservò Hermione che se ne stava in disparte, a disagio, e intuì che la bambina non dovesse vederla di buon occhio, dato che era la sua diretta rivale. Non ebbe tempo di appurare se le sue ipotesi fossero giuste, perché suo padre entrò in soggiorno, mollandogli una poderosa pacca sulle spalle.
«Allora ragazzo, com’era alla Tana?» domandò con un sorriso. «Spero non abbiate fatto arrabbiare troppo Molly».
L’uomo scoppiò a ridere, come se non fosse poi tanto preoccupato che la signora Weasley potesse essersi arrabbiata, e in fondo si trattasse solo di un gioco. Passò una mano attorno alle spalle del figlio e Harry si sentì invadere di felicità, come si sentiva ogni volta che il padre gli prestava le attenzioni che prima di allora non aveva avuto.
Eppure non era la realtà.
Si rabbuiò rendendosi conto che stava facendo in modo di togliersi ciò che più aveva desiderato: una famiglia. Tuttavia non poteva restare, non sarebbe stato giusto. Eppure…
Perché non poteva essere egoista e restarsene lì?
Perché non lasciava l’altro Harry in balia della sua realtà fredda e meschina?
E se in realtà Hermione si stesse sbagliando e quella era la vera realtà in cui lui avrebbe dovuto vivere?
«Su Ev’, smettila di chiedere a Ron quando ti sposa. Io non ti lascerò sposare proprio nessuno».
La voce allegra di suo padre lo distolse dai suoi pensieri. Guardò il suo migliore amico rilassarsi e la sua sorellina avvicinarsi a loro imbronciata.
«Ma non è giusto. Perché no? Quando sarò grande?»
«Quando sarai grande, avrai finito Hogwarts e sarai diventata Ministro della Magia, forse allora ne riparleremo».
La bambina sembrò pensarci un attimo su e poi sorrise.
«D’accordo. Ron, tu aspettami, quando sarò Ministro della Magia ci sposeremo».
Il ragazzo non riuscì a replicare, perché la bambina era già uscita fuori dalla stanza, saltellando allegra. James Potter sorrise con dolcezza osservando la figlia ed Harry si sentì uno stupido a volersene andare.
Una famiglia.
Il padre lo spinse fuori dal soggiorno verso la cucina, dove sua madre parlava allegramente con qualcuno. Non riusciva a capire di chi potesse trattarsi, dato che l’interlocutore non pareva intenzionato ad interrompere la donna, continuando a lasciarla parlare; fu solo quando entrò nella stanza con il padre, seguito dai suoi migliori amici, che riconobbe la persona.
«Harry» lo salutò con un cenno del capo.
«Che ci fa lui qui?»
«Guarda, Harry, è fiato sprecato. Non capirò mai perché tua madre sia amica di un individuo simile» proferì James andando a sedersi accanto a quello che, almeno nella realtà da cui proveniva, doveva essere il suo più acerrimo nemico.
«JAMES!»
Lily lanciò un’occhiata di rimprovero al marito, ma Harry si accorse che in realtà non faceva sul serio, così come neppure suo padre sembrava pensasse sul serio quel che aveva detto. Perfino Severus Piton, seduto a pochi centimetri da James Potter, non sembrava tanto irritato o stupito da tutta quella situazione.
«Mamma?»
«Sì Harry?»
«Sei amica di Piton?»
Sua madre lo guardò perplessa e lui si domandò se si fosse svegliato davvero quel giorno. Fra tutte le cose strane di quella realtà, quella gli sembrava la più assurda di tutte: Severus Piton che chiacchierava tranquillamente in casa sua e suo padre che sembrava quasi non farci caso.
«Harry, ma ti senti bene?» domandò avvicinandosi a lui, poggiando una mano sulla fronte del ragazzo. «JAMES! Dove vai? Cos’hai fatto a mio figlio?»
«Nulla, davvero» ribatté l’uomo, che si era diretto verso l’uscita per evitare la furia della moglie. «Evidentemente è rinsavito».
«Potter» borbottò Severus a denti stretti.
«Harry».
«Sì mamma?»
«Chiedi scusa a Severus per il tuo comportamento. Oggi davvero non so che ti prende. Passi tuo padre, ma tu…»
«Ma mamma! Lui… lui… ti ha chiamata Mezzosangue al quinto anno, come puoi essere sua amica?»
Lily e Severus rimasero in silenzio a guardare scioccati Harry. Il ragazzo non riusciva a capire cosa avesse detto di male, se non la pura e semplice verità; ma a giudicare dal gelo che era sceso in cucina non doveva essere così. Ebbe la spiacevole sensazione che quell’episodio non fosse mai avvenuto e anzi, che fosse ben più grave il fatto di aver usato certe parole, che non di aver citato un avvenimento inesistente.
Sua madre si alzò in piedi e si rivolse a lui, furente.
«Harry James Potter! Mai in vita mia sono stata tanto delusa. Da mio figlio poi! Come hai potuto essere così meschino! Mai, neppure tuo padre, si è azzardato ad essere così crudele. Dire quella parola poi. Pronunciare quella parola, sapendo cosa passarono i tuoi nonni e non solo loro ai tempi di Grindelwald»
«Scusa».
Sua madre non rispose; tornò a sedersi, versandosi del succo di zucca e ignorandolo completamente.
«Mi dispiace, io… ma…»
Era inutile.
Sapeva benissimo che ogni cosa avesse detto non sarebbe servita a nulla. Come avrebbe potuto raccontarle che nel suo mondo Piton l’aveva maltrattata pubblicamente, o che sentirsi dare del Mezzosangue era all’ordine del giorno, soprattutto di quei tempi? Ma soprattutto, come poteva sapere che in quella realtà Mezzosangue era una parola Tabù, quasi quanto Voldemort?
«Voldemort» bisbigliò a mezza voce, come per convincersi che fosse reale e non solo una sua fantasia.
Uscì dalla cucina come se fosse invisibile, mentre sua madre continuava a bere succo di zucca; poi, quando sembrava si fosse già allontanato abbastanza, la sentì scoppiare a piangere e chiedersi cosa avesse sbagliato e cosa fosse successo al suo bambino. Harry si sentì stringere il cuore per i sensi di colpa, sentendosi ancora di più uno schifo quando Piton rispose a sua madre che non aveva fatto nulla di sbagliato, né lei né James. Per quanto il professore potesse detestare suo padre, per amore di sua madre erano arrivati ad un compromesso… e probabilmente erano cresciuti, semplicemente. Lui invece era stato così stupido e senza riflettere aveva fatto più danno di quel che avrebbe voluto.
Avrebbe dovuto immaginarlo. Avrebbe dovuto pensarci. E soprattutto, avrebbe dovuto essere contento di vedere il professore vivo, dopo tutto quello che aveva fatto per lui.
Harry si fermò con la mano sulla maniglia della porta.
Nella sua realtà il professor Piton era morto, non era un traditore e aveva continuato a stare dalla parte di Silente, a costo della vita. L’aveva protetto, per tutto quel tempo, per amore di sua madre. Com’era possibile che si fosse dimenticato di quel particolare?
C’era forse il rischio che più restava lì, più si dimenticava di quel che era vero?
Quando aprì la porta di camera sua vi trovò Ron e Hermione, che se ne stavano seduti silenziosi sul letto; dovevano essere sgusciati via quando aveva fatto quella terribile uscita sui Mezzosangue. Fissò gli amici e notò lo sguardo ferito della ragazza.
«Hermione, scusa… io…»
Inaspettatamente lei si alzò e andò ad abbracciarlo.
«Non è colpa tua, lo sappiamo. So che nel tuo mondo è diverso, avremmo dovuto dirti di più».
Harry si abbandonò all’abbraccio, cercando di scacciare i sensi di colpa: non meritava tutto ciò.
Non solo si sentiva male per gli amici di quella realtà, che lo stavano aiutando nonostante tutto, ma si sentiva in colpa anche con i suoi migliori amici, quelli della sua realtà, quelli che per un attimo aveva voluto barattare in cambio di una famiglia.
Tuttavia, quella non era la sua famiglia.
Quelli non erano i suoi genitori.
Quella non era la sua vita.
Rendersene conto era stato un fulmine a ciel sereno, una pugnalata al petto. Eppure quella vita non gli apparteneva: non aveva ricordi legati a quella famiglia, non conosceva le loro sensazioni, i loro amici e tutto quello che li riguardava. Poteva fare supposizioni, ma non sarebbe mai stato come se lui fosse stato davvero lì da sempre.
Quella consapevolezza gli aveva fatto male. Capire che quella non era la sua famiglia gli aveva fatto di colpo sentire nostalgia dei suoi veri genitori; di quel padre coraggioso che aveva combattuto fino all’ultimo per proteggerlo, di quella madre amorevole che aveva sacrificato la vita per farlo vivere. Quei genitori che non aveva mai potuto conoscere, ma che tanto gli avevano dato. Restare lì non avrebbe significato solo voltare le spalle ai suoi amici, ma anche alle persone che l’avevano amato ed erano morte per lui.
Non poteva essere così egoista.
«Che ne dite se invitiamo Margareth qui domani? Così risolviamo la faccenda, una volta per tutte».


Continua...



Note finali dell'autrice
E finalmente ho aggiornato! Io stessa dico finalmente XD Perchè mi sto incasinando sempre più con la trama di questa storia e poi ho difficoltà a sbrogliare la matassa XD Forse dal prossimo giro sarò in grado di dare qualche risposta in più, forse. Se lo farò seguirà una lenta e rapida (XD) discesa fino alla fine, anche perchè non son capace di protrarmi in storie veramente lunghe XD
Smettendo di parlare a vanvera, avviso che... non ho ancora iniziato a scrivere il prossimo capitolo e non ho neppure vagamente idea di cosa accadrà. Anzi no, forse sì. In realtà vorrei capire perchè ogni volta che penso a questa storia mi vengano in mente i genitori di Neville. Forse il mio Neurone vuole dirmi che devono starci? Non lo so, vedrò se dargli retta :P Comunque sia, ho una vaga se non nulla idea di cosa scrivere, a marzo ricomincio lezioni e in contemporanea studio pesante per recuperare otto esami... così imparo a scegliere una facoltà diversa per la specialistica XD Ma il tutto si riassume in "vi prego non abbiatemi a male se aggiorno ogni due-tre mesi ç___ç".
Finito di blaterare, ringrazio di cuore chi mi legge, chi mi mette fra i preferiti (*___*) e chi mi recensisce spendendo un po' del suo tempo per farmi particolamente felice *_____*
Corvetta: grazie per la recensione e i complimenti. Mi hai fatto davvero arrossire dicendomi che scrivo bene e che di solito non leggi questo tipo di ff *arrossisce* Eh sì XD I lapsus sull'altra "realtà" (ma siamo sicuri che non sia questa qua invece la realtà? :P) sono fantastici, anche perchè ci stanno XD Chissà se tornerà o non tornerà dall'altra parte :P Spero che possa esserti piaciuto anche questo capitolo, anche se non dice poi molto credo XD Baci!
Pinca: grazie per la recensione e scusa se faccio passare così tanto tempo fra un'aggiornamento e l'altro ç_____ç l'università si succhia via la stragrande maggioranza del tempo, quel che rimane spero sempre che sia in concomitanza con la visita dell'ispirazione ç___ç alla prossima!
WingsHP: grazie per la recensione! Lo so che non si dovrebbe far passare troppo tempo ç___ç Faccio del mio meglio, almeno ci tento XD Poi se l'ispirazione non arriva è anche peggio, in quel caso preferisco non scrivere che scrivere cose indecenti XD Spero lo preferiate pure voi :P Spero il capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima!
piropiro: prima di tutto, ben ritrovata *___* Non sai che bello è stato trovare una tua recensione (riletta minimo tre volte per quanto mi ha fatto piacere *___*). Sono contenta ti piaccia anche questa storia *____* Grazie infinite per i complimenti *____* Mi hai fatto veramente così felice con la tua recensione che non so da che parte prenderla per risponderti in modo più coerente, se non che credo tu sia la prima a cui non piaccia Margareth XDDD Alla prossima! Baci!!!

Grazie grazie e ancora grazie a tutti!
Un grosso bacione
Shad aka Pé
   
 
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