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Autore: catoptris    18/10/2015    0 recensioni
-Malfoy! Il figlio di Azure..-
-Che succede?-
-Ti somiglia.. e l’ha chiamato Draco.-
[capitoli aggiuntivi all'opera unmei.]
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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[LO SBAGLIO DI UNA NOTTE, IL CAMBIAMENTO DI UNA VITA. – DOPO.]

Azure vagava per Diagon Alley da quasi tre ore. Era tornata da poco, o credeva di essere tornata. Lei non ricordava quel posto, non ricordava niente e nessuno. Si era risvegliata una sera su un pavimento distrutto, macerie ovunque, il caos. Si era alzata ed in un modo o nell’altro era fuggita. Aveva vagato per quel che credeva il mondo, ricordando a stento il suo nome. Ricordava però di avere degli amici, e dei poteri. Cercò il Ministero, e le dissero chi era. Non era un Ministero qualsiasi, il Ministero della Magia. Lei inizialmente non ci credeva. Qualcuno parlò di lei, ma lei non conosceva nessuno. E vagò.

Quella sera lei si trovava in un locale di Londra. Era quello che aveva fatto per quasi nove anni dopo aver scoperto chi era. Non ne sapeva il motivo, ma sentiva il bisogno di farlo, di dimenticare ciò che non ricordava. Incontrò un ragazzo, quella sera, che la riconobbe e l’abbracciò con le lacrime agli occhi. Lei non capì, non lo riconosceva. Lui disse di chiamarsi Hayden?, Zayden?, Jayden?, e di essere stato un suo amico quando erano ad Hogwarts. Disse di averla creduta morta, perché dopo la battaglia era scomparsa e nessuno aveva avuto più sue notizie. Menzionò un drago, ad un certo punto, ma Azure aveva bevuto già troppo per ricordare con chiarezza cosa avesse detto. Si sentì osservata per la metà del tempo in cui parlarono, poi tutto era troppo annebbiato. Ricordava vagamente l’aria fredda di Londra, poi il calore di un fuoco, un letto, due corpi. Cosa stava facendo? Perché? Si ripeteva. Per lei, Zayden era uno sconosciuto, ma era andata a letto con lui. Quando si svegliò era sola, e capì d’aver sbagliato. Non era uno sconosciuto, era qualcuno che s’era finto un suo grande amico. Ma lei sapeva che non era lui.
Vagò ancora, fino a che, una mattina, la nausea l’assalì. In qualche modo, riuscì a trascinarsi in un bar, e scoprì che sbagliare una sera le avrebbe cambiato la vita. Non ricordava molto di ciò che accadde dopo. Solo di ritrovarsi a Diagon Alley, che riconobbe come tale, davanti il negozio di bacchette di Olivander. Perché era lì?

Scoppiò a piangere da un momento all’altro, senza capirne il motivo. C’era troppo che non capiva. Tante cose da sapere e dimenticare. Era rannicchiata su se stessa, con le gambe al petto, quando si sentì chiamare. Sollevò lo sguardo per incontrare degli occhi luminosi e verdi coperti da un paio di occhiali tondeggianti. I capelli neri della persona davanti lei coprivano a stento una cicatrice a forma di saetta sulla sua fronte. Si accigliò. Conosceva quella cicatrice, conosceva quegli occhi.
-Non ti ricordi di me, giusto?- le sorrise lievemente, avvicinandosi. Si mise a sedere al suo fianco e lei si strinse le gambe al petto, scuotendo il capo. Strinse tra loro le labbra, mentre la piccola ciocca di capelli bianchi le ricadeva sul volto.
-Harry Potter. Eravamo ad Hogwarts insieme, ma non ci siamo mai sopportati molto.- sorrise nuovamente, e la giovane donna chinò lo sguardo.
-Con me ci sono anche Ron ed Hermione. Loro li ricordi?- domandò. Azure scosse nuovamente il capo. Harry curvò le labbra in un sorriso debole, quasi malinconico, quindi si alzò in piedi e le porse la mano. Sapeva cosa le mancava. Chi le mancava. Ma sapeva anche che non lo ricordava.
-Vieni con me, Hermione sarà felice di vederti. Le sei mancata.- perché Azure avrebbe dovuto fidarsi? L’ultima persona che credeva di conoscere le aveva quasi rovinato la vita in una sola notte. Perché fidarsi ora? Di nuovo? Ma lui infondeva vera fiducia. La giovane donna, quindi, prese la sua mano con cautela, e si tirò in piedi. Harry l’abbracciò leggermente. Non importava se i loro trascorsi non erano dei migliori. Lei aveva bisogno di tutti, come loro avevano avuto bisogno del suo aiuto in passato. Occhio per occhio.

-Herm, vieni un secondo!- quasi gridò Harry. Erano in un negozio di giochi e scherzi, così sembrava. Ad Azure quel posto sembrava familiare.
-Harry! Ma dov’eri finito? Io e Ginny ti abbiamo..- si bloccò sull’ultimo gradino, osservando il suo migliore amico con al fianco questa ormai donna minuta, con lunghi capelli neri e gli occhi di un colore indefinito. L’avrebbe riconosciuta tra un milione, e con le lacrime agli occhi le andò incontro. Improvvisamente, Azure ricordò lei, ricordò Harry, Ginny, Fred e George, Luna, Neville, persino Percy. Non ricordava solo una persona. Perché? Cos’aveva fatto?
-Dove sei stata tutto questo tempo? Merlino, mi sei mancata da morire.- pianse la riccia abbracciando la sua amica. La strinse con talmente tanta forza che Harry credette stesse per spezzarla. Poi si ricordò che Azure Ellis era più forte di quel che sembrava.
-Mi dispiace, Herm. Scusami. Scusami.- sussurrò in risposta.
-Non sparire mai più. Ti prego.- e quando Ron scese, quasi si mise a gridare. Azure.

-Hai ancora quella cosa inquietante del riuscire ad infilarti nella testa di tutti o di vedere quello che deve ancora succedere?- chiese Ron quando terminò la sua burro birra.
-Ronald!- esclamarono Harry ed Hermione in coro. Azure arricciò di poco la punta del naso, non capendo a cosa si riferisse. Scosse il capo.
-Immagino di no. Credo sia stato solo per le cose importanti.- si strinse nelle spalle, posandosi le mani sulla pancia.
-Oh puoi ben dirlo! Un giorno hai visto Harry che stava praticamente per uccidere..- Hermione si bloccò. Doveva dirle di Draco? Lo avrebbe visto il giorno dopo, e avrebbe dovuto dire a lui che lei era almeno viva. Incinta e dall’aria denutrita, ma comunque viva. Ma lei non ricordava Draco. E ne stava soffrendo. Se lo avesse ricordato, come sarebbe stato? Lui era sposato. No, non poteva dirglielo.
-Un ragno. Di quelli nella foresta proibita che erano tanto amici di Hagrid. Probabilmente avremmo ritrovato la scuola invasa dai ragni se non fosse stato per te.- sorrise timidamente. Harry annuì solamente con lo sguardo, e Ron colse il segnale. Draco non era mai esistito.

-Azure cosa?- gridò Draco Malfoy praticamente in faccia ad Hermione. La donna sospirò: era stata una cattiva idea.
-Sì, Draco, è viva, e sembra non stare bene. Perché le hai cancellato la memoria? Non ricordava neppure quel tuo amico lì, Zayden, ed ora aspetta suo figlio, pare.- Draco divenne bianco come un lenzuolo, quindi divenne rosso di rabbia. Se avesse incontrato di nuovo Zayden, l’avrebbe fatto fuori.
-Devo vederla. Per favore Granger, fammi venire da voi, devo parlarle e scusarmi io.. ho fatto un casino, non dovevo, non dovevo.- Hermione bloccò l’improvviso andirivieni del biondo prendendolo per le braccia. Sollevò quindi lo sguardo verso di lui e sospirò.
-Non puoi, Draco.- disse, irremovibile. Draco sbiancò nuovamente.
-Ti prego..- la supplicò lui. Hermione si sentiva male. Si misero a sedere.
-Lei non sta bene, Draco. Sa di aver perso qualcuno o qualcosa di importante, e questo le basta per stare una schifezza. Se sapesse che sei tu, se ti vedesse, ricorderebbe tutto, e questo la farebbe stare anche peggio. Devi lasciarla andare, ormai tu sei sposato, non puoi pretendere troppo. Lei non può vederti, o vorrebbe tornare. E non può. Non potete, lo sai.- Draco gemette, frustrato. Hermione aveva ragione. Annuì.
-Mi dispiace.. voglio lei sappia che mi dispiace. Io.. io non avevo scelta.- mormorò. Hermione sospirò, quindi fece un gesto inaspettato da entrambi. Portò le braccia attorno le spalle di Draco, posando la guancia contro la sua spalla. Lo strinse con dolcezza, confortandolo.
-Lo sa. In fondo l’ha capito, perché conoscendola, se così non fosse, cercherebbe di ricordarti.- Draco rimase rigido per un po’. Non aveva un contatto con una donna così confortante dall’ultimo abbraccio con Azure. Sospirò, e dopo si abbandonò contro di lei.
-Mi manca così tanto.- disse a mezza voce. Hermione gli passò una mano tra i capelli, e a Draco venne in mente sua madre.
-La rivedrai, prima o poi, ma se lei non ti ricorda, per favore, non dirle nulla.-  Draco sospirò quindi annuì.

-Malfoy! Il figlio di Azure..-
-Che succede?-
-Ti somiglia.. e l’ha chiamato Draco.-
   
 
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