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Autore: twilight98    27/10/2015    2 recensioni
Questa storia inizia in un giorno, non specificato, di 30 anni fa. La famiglia Fitzgerald si trasferisce in una piccola cittadina distante 20 km da New York. Tale famiglia, era composta da tre persone, tra cui: due bambini, dove il più piccolo, Kenny Fitzgerald, aveva solo 8 anni; mentre il più grande, Jeremy Fitzgerald, di 15 e infine, dal padre, Vincent Fitzgerald......
Genere: Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeremy, Fitzgerald, Nuovo, personaggio, Phone, Guy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~15 minuti dopo arrivò l'ambulanza, io e Jeremy salimmo nel camion e tra noi non schioccò neanche una parola, e se aveva intenzione di vivere gli conveniva non proferirne nemmeno una. Il mio sguardo era rivolto solo a Kenny, nonostante erano passati circa 15 minuti dall'accaduto, io non riuscivo ancora a capacitarmi che ciò fosse accaduto al mio bambino, alla gioia dei miei occhi. I miei si riempirono di lacrime e non potei trattenermi dal piangere.
V: << non preoccuparti tesoro, papà è qui con te! >>
Dissi questa frase con la voce rotta dal pianto. Avevo paura per mio figlio, avevo paura della vita che avrei dovuto condurre senza rivedere il suo dolce sorriso e avevo paura di quello che avrei potuto fare a Jeremy se Kenny fosse morto. Molto lentamente con lo sguardo ricco di rabbia e di tristezza gli rivolsi lo sguardo. Non aveva nemmeno il coraggio di guardarmi quel………… se non fosse stato per quel lettino che ci separava e separava in due parti il camion, l'avrei preso per il collo e l'avrei strozzato con le mie stesse mani. Qualche minuto dopo arrivammo all'ospedale ed io e Jeremy seguimmo il quella specie di carrello per tutto il corridoio dell'ospedale, finché non arrivò al reparto di neurologia e chiusero la porta dicendo che dovevamo stare fuori. Dopo un po' arrivo anche Jonathan.
J: << allora che sta succedendo la dentro? >> ( respiro affannoso per la corsa )
V: << non lo sappiamo, so solo che è da 4 ore che stanno facendo l'intervento >>
J: << oh cielo! >>
V: << ma perché c'hai messo cosi tanto ad arrivare? >>
J: <<  guarda tu non sai quello che ho dovuto fare per farmi sostituire e………
Non riuscì a finire il suo discorso, che arrivo il dottore con uno sguardo rammaricato. Non sapevo cosa significasse e non ero sicuro di volerlo sapere, ma formulai comunque la domanda.
V: << a-allora? >>
Il dottore mi fece segno di seguirlo, io lo feci, finché non arrivammo in una stanza e lui mi fece accomodare, solo quando si sedette anche lui, iniziò a parlare.
D: << signor Fitzgerald, mi dispiace inanzitutto non averle detto a quale intervento era sottoposto suo figlio. Ma glielo spiegherò subito: suo figlio quando è stato morso ha ricevuto delle lesioni molte gravi che ci hanno costretto ad esportargli tutto il lobo frontale e…. >>
V: << no a-aspetti che- che cosa significa che gli avete esportato il lobo frontale? C-che cos'è il lobo frontale? >>
Dalla paura non riuscivo a non fare una frase senza balbettare. Comunque il dottore mi diede la risposta.
D: << Il lobo frontale è una parte del cervello che presenta connessioni con numerose aree celebrali, in modo che possa ricevere informazioni sia dall'ambiente esterno e sia dall'ambiente interno dell'organismo >>
V: << aspetta sta dicendo che mio figlio crescerà come un ritardato mentale è-è q-questo che sta cercando di dirmi!? >>
D: << no signore, il vero problema è un altro >>
V: << e qual è? >>
D: << quando suo figlio è stato morso ha ricevuto un trauma cranico che la portato in coma e c'è il 99% delle possibilità che suo non si risvegli >>
No non poteva essere vero, mio figlio era in coma e c'era il rischio che non si potesse svegliare, ma era ancora troppo presto per decidere, no?
V: << ma dottore è ancora troppo presto per dirlo, no?, cioè l'intervento è appena terminato! >>
D: << mi dispiace, non voglio annullare le sue speranze, ma in questi tipi di coma quasi nessuno si risveglia. Quindi per il bene suo e per il suo altro figlio le consiglio di staccare la spina, le possibilità sono troppo minime. >>
Il mondo era come se si fosse fermato. No, non poteva essere vero. Non poteva essere successo al mio bambino. Quando uscì dalla stanza mi girai lentamente verso il dottore e lo ringraziai. Tornai da Jeremy e Jonathan, non c'era bisogno che gli dicessi, a quanto pare la mia espressione diceva più di mille parole. Verso le 8:00 di sera i medici staccarono la spina ed io, Jeremy e anche Jonathan stemmo fino alle 10:00 tutti insieme a casa mia. Nessuno proferì parola per tutta la serata, eravamo seduti intorno al tavolo della cucina. Il mio sguardo era perso nel vuoto. Finché colmo di ira si posò si Jeremy.
V: << SARAI ORGOGLIOSO! >>
Non mi arrivò alcuna risposta e per la prima volta nella mia vita mi adirai veramente per questo. Adesso aveva paura ad affrontarmi eh!, aveva di affrontare quel grande stronzo di suo padre.
V: << HAI GRADITO IL TUO PICCOLO SCHERZO? >>
Anche questa volta nessuna risposta, ansi fa andarsene in camera sua. Crede veramente che io glielo permetta?. Con tutta la forza che ho mi alzo e gli sferro un pugno in pieno, che gli fa sanguinare il naso, poi lo prendo per le braccia inizio a strattonarlo.
JH: << VINCENT!! >>
V: << TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO? >>
J: << LASCIAMII >>
Stava piangendo, ma a me importava soltanto dargli una lezione. Cosi gli sferro un altro pugno che lo fa cadere a terra e cogliendo l'occasione inizio a sferrargli calci sullo stomaco.
JH: << VINCENT, SMETTILA FINIRAI PER ROMPERGLI LE COSTOLE! >>
V: << TI RENDI CONTO CHE HAI APPENA UCCISO TUO FRATELLO? >>
J: << JONATHANNN, AIUTOOO! >> ( piangendo e gridando )
Ad un certo punto arriva Jonathan che mi tira indietro e permette a Jeremy di rialzarsi, io tento in tutti i modi di liberami.
V: << TI UCCIDO, MI HAI SENTITO?, BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA, TI UCCIDO! >>
JH: << JEREMY VA IN CAMERA TUA ,CI PENSO A TUO PADRE! >>
E cosi terrorizzato se ne corre in camera, io però non riesco a smettere di urlare.
JH: << VINCET, ORA BASTA, HA IMPARATO LA LEZIONE! >>
Dopo qualche secondo mi calmo e inizio a piangere disperato. Perfetto, stavo arrivando ad uccidere mio figlio. Alla fine, verso le 10:30, mezz'ora dopo che Jonathan se n'era andato, salgo le scale per andare a parlare con Jeremy.
Quando apro la porta della sua stanza , mi dirigo verso il suo letto e scosto le coperte. Ma invece di Jeremy, nel letto ci sono dei cuscini. Spaventato, inizio a cercare Jeremy per tutta la stanza, ad un certo punto, vedo la finestra della stanza aperta e all'esterno ci sono delle lenzuola annodate tra loro. Corro subito in giardino e inizio a cercare Jeremy con lo sguardo, ma di lui nessuna traccia e cosi inizio a gridare il suo nome, sotto un cielo che minacciava pioggia.
V: << JEREMYY!, JEREMY DOVE SEI? >>

 

   
 
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