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Autore: YomiCrazy    29/10/2015    2 recensioni
Hermione viene chiamata dal capo degli uffici degli Auror e successivamente informata che dovrà lavorare a stretto contatto con uno di loro in particolare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Kingsley Shacklebolt, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quella mattina Hermione camminava tranquilla lungo le strade della Londra magica.
Avrebbe avuto un incontro con i suoi due vecchi amici e con quel detestabile di Draco Malfoy.
Mentre camminava, aggiustandosi il giubbino di pelle, cercando di evitare che il freddo le arrivasse fino alle ossa, ripensò a tutti quegli anni passati.
La sua relazione con Ron era finita dopo un annetto scarso. Lui era sempre impegnato con gli Auror e lei era rimasta ad Hogwarts a studiare tutto il tempo. La passione che li aveva bruciati e divorati in tutti quegli anni precedenti si era spenta in davvero poco tempo. Era stata lei a decidere di troncare la relazione e per quanto Ron sembrasse deluso, anche lui si era rilassato nel non avere più quel peso da portare avanti.
Avevano deciso di rimanere amici, in ricordo dei vecchi tempi e di passare le giornate come accadeva molto tempo prima.
Con Harry invece non era cambiato nulla. Il moretto era ancora fidanzato con Ginny ed Hermione non poteva che essere felice per lui. Dopo tutto quello che Voldemort gli aveva fatto passare, un po’ d’amore e di tranquillità se la meritava tutta.
Raggiunse l’ascensore del ministero, per poter arrivare in tempo il secondo livello, dove avrebbe affrontato il primo giorno da consigliera dell’Auror Draco Malfoy.
Mentre si apriva il giubbino, lasciando svolazzare la sciarpa fatta di garza sul maglioncino color carota che aveva indossato, ripensava ancora a quel ragazzo.
Draco Malfoy, ex mangiamorte, ora Auror.
Difficile da credere.
Uscì dall’ascensore, girando svelta l’angolo. Malfoy non le aveva detto in quale stanza si sarebbero visti ed ora non sapeva proprio come contattarlo. Svoltò ancora l’angolo con le mani immerse nella borsa e, prima di alzare il viso, batté contro un petto morbido e profumato di pino.
 
“Guarda dove vai, mezzosangue.”
 
Hermione alzò il viso, incrociando lo sguardo con i due occhi di ghiaccio che appartenevano a quello splendido profumo.
Malfoy era fermo davanti a lei e sulla faccia aveva un’espressione di puro disgusto.
 
“Malfoy, abbassa i toni.”
 
Si distanziò da lui, incrociando le braccia sul petto.
Lo sapeva, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Draco sospirò, indicandole di seguirla. Hermione guardava la schiena del ragazzo, coperta dalla giacca bianca che portava. Le spalle possenti e rigide erano proprie di un educazione ferrea.
Per quanto lo odiasse, quel ragazzo aveva del fascino.
 
“Ieri ti sei scordato di dirmi la stanza in cui sarebbe avvenuta la riunione. Dobbiamo trovare il modo di tenerci in contatto o…”
“I gufi bastano e avanzano. Non voglio avere nulla a che fare con te.”
 
Hermione si indignò non poco, ma l’arrabbiatura gli passò quando, nella stanza in cui entrarono, vide Harry e Ron.
I tre ragazzi si salutarono e si abbracciarono calorosamente, cominciando a chiedere all’amica come le andavano le cose negli ultimi tempi. Hermione sorrise e rispose a tutte le domande, rimproverando Ron come al suo solito per i modi poco garbati che il ragazzo aveva.
Ma in quel caloroso trio, c’era qualcosa che freddava tutto.
Malfoy era alla porta e li guardava in silenzio. Hermione si scostò dai due e sospirò.
 
“Sapete che lavorerò con Malfoy, vero?”
“Purtroppo per te, si.”
 
La risposta di Ron era arrivata fin troppo velocemente alle orecchie del biondo che subito si rizzò, quasi pronto a prendere la sua bacchetta per schiantarlo.
 
“Straccione, non osare…”
“Silenzio Malfoy, non continuare.”
 
Harry era intervenuto appena in tempo, ammutolendo tutti quanti.
Si sedette al tavolo, indicando a tutti di seguire il suo esempio.
 
“Se vogliamo lavorare tutti assieme, dobbiamo evitare di schernirci l’un l’altro. E questo vale anche per te, Ron.”
 
Il rosso girò il viso sbuffando, incrociando le braccia al petto.
La riunione cominciò ed andò avanti per ore.
Harry informò Hermione di tutto quello cui aveva bisogno, mentre altre due ragazze si erano aggiunte, presentandosi come le informatrici di Ron ed Harry.
La riccia le osservò, mentre il moro disegnava sulla cartina il percorso fatto da Rookwood.
Una somigliava molto a Pansy Parkinson, l’amica serpeverde di Malfoy, mentre l’altra era più grassoccia, ma aveva due splendidi occhi color ambra. Era bionda ed aveva delle adorabili lentiggini sul naso.
Durante la conversazione, riuscì a capire che era l’ombra di Ron e gli sguardi che i due si scambiavano, fecero capire ad Hermione che si frequentavano sicuramente.
 
“…E gli ultimi accertamenti ci sono giunti questa notte verso le due.
Rookwood ha tentato di uscire da Londra, ma è stato bloccato appena in tempo.”
“Dobbiamo trovarlo a tutti i costi.”
 
Hermione guardò Ron pronunciare quelle parole con rabbia. Ricordava bene quanto l’amico aveva sofferto per la morte del fratello Fred.
Era stato proprio Rookwood a mettere fine alla vita di quel ragazzo che, per tutti gli anni di Hogwarts, aveva reso le lezioni meno pesanti assieme al gemello George.
 
“Lo troveremo, Ron.”
 
Per tutta la conversazione, Draco non aveva fiatato, anzi, Hermione l’aveva visto sbuffare più di una volta.
Quel ragazzo l’aveva sempre irritata ed in quel momento non si risparmiava.
Quando Harry finì di illustrare la situazione, tutti si alzarono e le due ragazze si avvicinarono alla riccia.
Quella che aveva flirtato tutto il tempo con Ron, di nome Christine, si rivolse a lei sorridendole.
 
“Hermione, noi raggiungeremo il quartier generale degli Auror dopo pranzo, tu invece cosa fai?”
“Credo che sfrutterò le mie conoscenze al ministero per fare delle ricerche più approfondite.”
 
London, la ragazza mora, annuì sorridendole ed assieme a Christine lasciarono la stanza.
I due amici, invece, la salutarono, ricordandole di trovarsi il giorno dopo in quella stessa stanza per unire tutte le informazioni. Hermione annuì, seguendoli fuori dalla stanza, ma quella sensazione di freddo sembrò proprio non lasciarla.
Draco la stava guardando.
Ancora.
 
“Harry, Ron, ci vediamo domani, va bene?”
“Ok Hermione – rispose il moro, salutandola – stessa ora.”
 
Quando i due furono spariti nell’ascensore, la ragazza tornò dal biondo, che si era risistemato nella stanza.
Decisa a non farsi mettere i piedi in testa, entrò e chiuse la porta dietro di se.
 
“Mezzosangue, cosa diavolo…”
“Ah, no! Non provarci nemmeno a chiamarmi in quel modo, Malfoy! Ti ho già ammonito una volta, non farmi ripetere.”
 
Draco sembrò sorridere a quella sgridata, rispondendo con un incrocio di braccia ed un sorrisetto da ebete.
Hermione si mise seduta davanti a lui, poggiando la borsetta sul tavolo. Chiese aiuto a tutta la buona volontà che aveva in corpo e si decise a parlare.
 
“Allora Malfoy, nel caso non l’avessi capito, dobbiamo lavorare insieme per cercare Rookwood. Se quello che ho letto sui giornali è vero, tu ti comporterai bene e mi spianerai la strada.”
“Ci pensi ancora?”
 
Hermione alzò un sopracciglio, non capendo bene a fondo la domanda del ragazzo.
Draco per risposta, si allungò sul tavolo, alzando la manica della giacca e della camicia, mostrando il marchio nero.
La ragazza allora indietreggiò sulla sedia, tornando a fissarlo negli occhi. Perché voleva tirare fuori un argomento come quello?
 
“Sai, siamo uguali sotto questo punto di vista. Entrambi con un segno indelebile di ciò che siamo stati… o che siamo ancora.”
 
Concluse, ghignando ancora.
Hermione si infuriò, capendo che le stava dando della mezzosangue.
Quella collaborazione era impossibile.
 
“Ascoltami bene, Malfoy – cominciò, prendendo la situazione in pugno – tu farai quel che ti dirò e mi tratterai con i giusti riguardi, è chiaro?”
“Altrimenti?”
 
Per la seconda volta, la riccia rimase senza parole.
Altrimenti cosa?, pensò.
Altrimenti me ne vado!
 
“Lascerai la missione? Non ti pensavo così, Granger.”
 
Se Hermione doveva dare un soprannome a quel ragazzo, sarebbe stato sicuramente Stronzo.
E Doppiogiochista.
Un vero Serpeverde.
 
“Ti avverto Malfoy – cominciò, alzandosi dalla sedia per poi raggiungere la porta, - un’altra parola e potrei ripetere ciò che feci al terzo anno.”
 
Uscì dalla stanza ricordando il pugno che aveva mollato sul naso al ragazzo.
Si era sfogata con tutta se stessa ed ancora ne andava fiera.
Riprese l’ascensore, per arrivare agli altri livelli del ministero. La giornata sarebbe stata molto lunga.
 
 
 
 
Note: Eccovi il secondo capitolo. Grazie alle persone che seguono questa mia Dramione ed a chi volesse lasciarmi un commento. 
  
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