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Autore: virgo78    05/11/2015    3 recensioni
-Se ne è andato!- la ragazza cadde sulle ginocchia, grosse lacrime rigarono il suo viso roseo. Il vento gelido della Siberia portò lontano il suono di quelle parole. Una calda mano si poggio sulla sua spalla destra, Maia alzò lo sguardo verso il suo maestro – lo rivedrai… Cristal ha terminato il suo addestramento – disse l’uomo scrutando l’orizzonte come se cercasse qualcosa- e a te manca poco, poi lo rincontrerai.- le sorrise guardandola negli occhi celesti ancora umidi di lacrime, la ragazza annuì e si alzò da terra. Maia si avviò verso la casetta che per tanti anni aveva condiviso con il suo compagno d’armi, ora avrebbe affrontato da sola l’ultima prova…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XVI
 
- Bene – la voce di Lady Isabel si levò sul vocio che si era creato in sala – Cavalieri, Samurai – disse facendo passare lo sguardo sui presenti - cercate di risparmiare più energie possibili. Nel primo pomeriggio la nave della Fondazione vi condurrà sull’isola di Keros –. Congedò cosi tutti e voltandosi di spalle, si avviò su per le scale che portavano alla statua di Atena. Esitò solo qualche istante, osservando curiosa l’ex cavaliere del Cigno. La sfuriata di pochi minuti prima l’aveva lasciata basita. In tutti gli anni, passati a fianco del gelido cavaliere di Aquarius, non lo aveva mai visto reagire in quel modo.
Intuendo la sua perplessità Pegasus, la guardò con insistenza quasi a voler attirare la sua attenzione.
Isabel lo guardò di rimando e, facendo un cenno con il capo, sollevò il drappo rosso che nascondeva le scale che portavano alla scultura di Atena. Fra loro, un solo sguardo bastava più di mille parole.
Appena la Dea fu scomparsa dietro il tendaggio, i presenti si alzarono quasi all’unisono. Mu, circondato dai cavalieri d’oro più anziani, iniziò a organizzare le difese del grande tempio, discutendo animatamente con il battagliero Scorpio che pareva contrastare ogni sua scelta.
- E’ il caso di ritirarci- fece Kimo mettendosi di fronte agli altri samurai ancora seduti ai loro seggi.
- In effetti- fece Shido massaggiandosi l’addome- siamo ancora in tempo per fare un’altra colazione-.
- Tu hai sempre fame – lo canzonò Simo.
Sami silenzioso si alzò per dirigersi all’uscita. I suoi amici non fecero caso a quel gesto intenti a prendere in giro Shido. Maia se ne stava china completamente estranea alla conversazione, i gomiti poggiati sulle ginocchia, scrutava furtivamente Cristal.
- Credi che cosi facendo riconquisterai la sua fiducia?- Pegasus, le mani sui fianchi, fronteggiava Cristal.
- Non ho voglia di discutere Pegasus- il biondo cavaliere si alzò dirigendosi all’uscita.
- No!- Pegasus determinato continuò- tu lo farai invece…-
- Pegasus!- la voce di Sirio lo ammonì- lascialo andare-.
Cristal con un cenno del capo, a mo’ di muto ringraziamento verso l’amico, si avviò all’uscita.
- Perché ?- il cavaliere di Sagitter era famoso per la sua testardaggine.
- Perché deve essere così. Perché ci sono circostanze che solo i diretti interessati possono chiarire – finì il saggio Sirio.
- Credimi Pegasus –Phoenix si era avvicinato all’amico- questa è una situazione più complicata di tutte le trame che ordiscono gli Dei dell’olimpo-.
- Che vuoi dire fratello- Andromeda spalancò i grandi occhioni verdi.
- Non li hai guardati mentre si affrontavano prima? Rancore, rabbia, gelosia sono solo alcuni dei sentimenti che aleggiano nell’aria ogni qual volta quei due si trovano ad affrontarsi …- fece Phoenix seguendo Cristal con lo sguardo.
Il cavaliere passò di fianco a Maia e, senza guardarla, proseguì oltre verso il grande portone. Maia lo guardò di sottecchi, Cristal appariva gelido e in quel momento ebbe l’impressione di trovarsi un estraneo davanti. Non si era resa conto che Sami, poggiato allo stipite del portone intarsiato, attendeva che Cristal le passasse vicino. Il cavaliere, come se non lo avesse visto, proseguì per il portone aperto. Sami il capo chino e le braccia incrociate sul petto parlò piano, in modo che le sole orecchie di Cristal potessero udirlo:
- Credo che sia il momento di lasciarla in pace…-.
Cristal si fermò - Sarà lei a deciderlo – fece senza girarsi. Non proferì altra parola, proseguì verso l’uscita. Sami lo seguì con lo sguardo.
-Vuoi arrivare alle mani?- la voce di Kimo lo fece sussultare. Il samurai del cielo si era accorto in ritardo delle intenzioni di Sami.
Sami abbozzo un mezzo sorriso:-Solo se sarà necessario…-.
- Cosa le hai detto- fece Maia con tono per nulla amichevole. Era arrivata alle spalle dei due Samurai dopo aver assistito a quella breve conversazione dal suo seggio. Sami la guardò perplesso - Non sono cose che ti riguardano Sami – continuò dura- questa storia è solo affar mio, non voglio essere difesa da nessuno sia chiaro-. Non lasciò il tempo di rispondere all’attonito Samurai, andò via con passo deciso.
- Credo che sia un suo modo per proteggerti, pensa se dovessi arrivare a uno scontro con Cristal cosa ne verrebbe fuori…- cercò di consolarlo Kimo.
Sami la guardò andar via senza dire nulla. La loro tranquilla vita era stata spiazzata dal passato di Maia, un passato che Sami temeva. L’idea di perderla lo tormentava.
Dall’altro lato della sala Phoenix di fianco a Sirio aveva assistito all’intera scena: - C’è da dire che ha un bel caratterino, la ragazza – fece Phoenix grattandosi il mento.
- Questo complica non poco le cose. Tuttavia… tuttavia dobbiamo essere semplici spettatori … - rispose Sirio.
Phoenix fece un cenno di assenso con il capo.
***
Man mano la grande sala del trono si svuotò dei suoi ospiti. Isabel, rimasta sola, si mise a sedere sui bianchi scalini di marmo.
- Cos’è quella faccia afflitta ?- la voce di Pegasus la fece sobbalzare.
Isabel se lo ritrovò davanti, il capo leggermente chino da un lato e un sorriso ironico stampato sul volto. Per Pegasus gli anni sembravano essersi fermati, spoglio delle vestigia d’oro appariva ancora un ragazzino.
- Allora- fece sorridendo.
- Questa è una parte di te che ho sempre ammirato, riesci sempre a essere ironico, anche se le condizioni sono disperate – Isabel sorrise di rimando.
Pegasus si mise a sedere di fianco a lei, distese le gambe e poggio i palmi delle mani al freddo marmo dei gradini. Rimasero in silenzio per un tempo indefinito.
- Promettimi che ritornerete – sussurrò la ragazza guardandosi le mani.
- Ritornerete ?- fece Pegasus inarcando il sopracciglio - Pensavo ti preoccupassi solo di me – concluse facendo il broncio.
Isabel sorrise. Il ragazzo si fece improvvisamente serio:- Bè la missione non è fra le più semplici ma mi faccio coraggio pensando quello che abbiamo già affrontato. Tu nel frattempo non cacciarti nei guai-
- Ci saranno i cavalieri d’oro a difendermi-
- Loro non io – fece Pegasus serio.
Guardò per un lungo istante la donna, non la Dea, poi facendo leva sulle braccia si alzò. Lei sollevò il capo seguendolo. Il ragazzo si mise le mani in tasca e sfoderando il suo sorriso migliore disse:
- Vado a farmi un giro a dopo-.
- Pegasus- il cavaliere si fermò- Cristal oggi…. Io a stento l’ho riconosciuto –
Pegasus fece spallucce: - Come dice il saggio Sirio è meglio che non mettiamo il naso in questa storia-
- Quale storia – spalancò i grandi occhi Isabel. Poi come se fosse stata illuminata da chissà quale pensiero, disse- quella ragazza… Cristal -.
Pegasus la bloccò:- I sentimenti, che siano di amore o odio, sono sentimenti. Non puoi interferire se non li conosci…- lasciò la frase in sospeso guardando Isabel negli occhi per un lungo istante poi, piano, si girò di spalle avviandosi verso l’ampio portone.
***
Da quanto tempo stava vagando senza meta, fra quelle alture, non lo sapeva. Doveva stare lontano da tutti, almeno per quel poco che rimaneva. Da sopra una sporgenza osservò il panorama. Il mare, oltre le alture appariva calmo e scintillante, come costellato da diamanti. Tutto intorno era tranquillo. Il suo cuore, però, era in tumulto per tutti quegli eventi che si stavano susseguendo cosi velocemente, per quella strana sensazione che l’aveva attanagliata alla vista di quel monile… Quel coro di voci lo sentiva ancora nella sua testa. E fu’ allora che accadde. Richiamata da una voce non udibile a orecchio umano sia avviò alle stanze di Atena come un automa. Senza, quasi, rendersene conto, si ritrovò al XIII tempio. La scena che si parò davanti ai suoi occhi la lasciò senza fiato. Le guardie, di solito simili a statue di marmo nella loro posizione di attenti, giacevano a terra con un’espressione di terrore dipinta sul volto. Maia s’inginocchiò accanto a una di loro. Pose due dita sulla giugulare per accertarsi che fosse ancora vivo. Non aveva ferite visibili a occhio ma figurava quasi in uno stato di trans. Sembrava vivesse un incubo a occhi aperti. La presenza di una forza oscura, simile a quella avvertita a Tokyo, attirò la sua attenzione, si senti schiacciare da quel potere. Per fortuna indosso la mia armatura pensò.  Quel cosmo carico di odio s’irradiava dalla stanza in cui si trovava Atena. Senza pensarci due volte, Maia aprì il pesante portone.
***
Riuniti alla prima casa dello zodiaco, i cavalieri d’oro più anziani udirono il richiamo della loro Dea.
Scattaro all’unisono, mossi da una volontà estranea a tutto.
***
Pegasus, si trovava alla sesta casa, in compagnia degli altri cavalieri, sbiancò e si strinse il petto come se il dolore fosse anche fisico: - Isabel …. C’è qualcuno con lei, e non è un amico- disse con lo sguardo fisso in un punto non definito.
- Maledizione - imprecò Phoenix- sono già arrivati-.
 Nessuno aspettò il via dell’altro, Pegasus fu il primo ad avviarsi verso le stanze di Atena, seguito a ruota dagli altri cavalieri.
***
Maia identificò subito la possente figura che le dava le spalle. “Sono arrivati fin qui”, pensò.
Il cavaliere, incontrato a Tokyo, intimava Atena con parole di sprezzo. Lady Isabel si ergeva in tutta la sua esile figura. Non stava facendo ricorso ai suoi poteri di Dea, si limitava solo a guardare quel gigante che aveva davanti senza alcun timore negli occhi. Le parole uscirono dalla bocca di Maia senza che lei le potesse controllarle.
- Ehi bestione- disse con arroganza- sta diventando un’abitudine, la tua quella di prendersela con le fanciulle indifese -.
Kratos non si voltò. La sua risata, carica di odio, risuonò in tutta la stanza.
- Sei tornata all’ovile, pecorella smarrita- fece acido.
Maia doveva prendere tempo. I cavalieri e i samurai sarebbero arrivati, ma per il momento c’era solo lei a difesa di Atena. Quell’ultimo pensiero la fece quasi sorridere, lei che tanto aveva disprezzato Atena ora era lì a difenderla. Muovendosi molto lentamente si portò sulla destra di Kratos.
- Non sono tornata all’ovile – fece gelida- sono venuta a cercare la mia amica, dove l’avete portata -.
Di nuovo il fragore di quella risata- La tua amica- fece Kratos guardandola con gli occhi ridotti a due fessure - è ora schiava del mio Dio e fra poco lo sarà anche Atena!!!!-
Nella mano sinistra di Kratos si formò una sfera di luce nera. Il mantello, rosso sangue, iniziò a volteggiare attorno alle muscolose gambe del guerriero di Ares mosso da un vento invisibile.
“Maledizione “ imprecò mentalmente Maia, sapeva che l’obiettivo di quell’uomo non era lei, ma Atena. Senza pensarci due volte, fece uno scatto in avanti, il tempo necessario per evitare che la sfera di energia di Kratos colpisse Atena, ma non lei. Lady Isabel si ritrovò cosi a terra. Sollevato lo sguardo, incrociò quello di Maia. Solo allora si rese conto che la ragazza, nel tentativo di proteggerla, era rimasta ferita a un braccio. Sulla pelle bianca di Maia rivoli di sangue scendevano caldi.
- Maia- sussurrò Lady Isabel – sei ferita- disse sfiorandole il braccio con una mano- non ce n’era bisogno-.
Maia sembrò non ascoltarla. Si alzò e intorno a lei tutto si fece gelido.
***
Chino sulla tomba del suo maestro, a Cristal mancò un battito. Quel cosmo, conosciuto, entrò in risonanza con il suo. Dal cielo limpido un candido fiocco di neve scese, Cristal aprì il palmo della mano… Il cristallo si sciolse. Chiuse le dita a pugno: - Maia… Maledizione ... -.
***
Sami, in piedi davanti alla finestra che dava sul giardino, guardava fuori nell’attesa di vedere arrivare Maia da un momento all’altro. Una strana sensazione gli attanagliava lo stomaco.
- Che cosa pensi ?– la voce di Kimo lo distolse dai suoi pensieri.
- C’è qualcosa che non va, non è da Maia questo ritardo io ….- lascio la frase a metà. La presenza di qualcosa di oscuro sembrò schiacciare tutti i samurai. Sami si discostò dalla finestra e corse verso la porta. Gli altri Samurai lo seguirono.
***
Maia fronteggiava Kratos, non un tentennamento non un’esitazione nello sguardo. Doveva cercare una soluzione, il prima possibile. Ancora in ginocchio, di spalle a Lady Isabel, aprì la mano e sfiorò il pavimento.
Nel punto in cui le dita affusolate toccarono il freddo marmo, s’irradiò una sottile lastra di ghiaccio.
Kratos la sbeffeggiò:- Che cosa pensi di fare ragazzina …- lasciò la frase a metà quando si rese conto di quanto, stava accadendo.  Il ghiaccio che si sprigionava dal palmo di Maia, si concentrava tutt’intorno a Lady Isabel andando a formare una sorta barriera che la separava da Kratos.
- No Maia !!! – urlò Isabel rialzandosi  - posso farcela da sola! –.
Maia non si voltò, gli occhi fissi sul suo avversario, sussurrò: -Non tema Milady, nessuno gli farà del male -.
Isabel cadde in ginocchio sentendosi impotente davanti a quella situazione. Maia si alzò lentamente. Una luce argentea da flebile divenne accecante e il corpo della ragazza ne fu circondato.
Kratos d’istinto arretrò di un passo: - Non osare ragazzina !!!-
Maia alzò entrambe le braccia sopra la testa, in una figura che a Isabel ricordò quella di un altro Cavaliere.
Doveva riuscire a fermare quell’uomo, anche se momentaneamente, il tempo necessario per far sì che i cavalieri arrivassero in soccorso alla loro Dea. Lo doveva al Maestro dei Ghiacci ad Aquarius che avevano dato la loro vita per Cristal. Fra le minute mani la ragazza si concentrò un microcosmo di gelo e vento. Fu un battito di ciglia e Kratos si ritrovò contro una delle alte colonne di marmo. L’intera stanza venne avvolta dal vento misto a neve .
Kratos si risollevò stordito da quella furia - Com’è possibile !!- urlò per sovrastare il vento che lo circondava- com’è possibile che una cavaliere cosi fragile sviluppi un tale potere- aggrappandosi con forza alla colonna dietro di lui, espanse il suo cosmo. Il colore del sangue accompagnava il suo potere.
Maia sembrava non curarsene.
 – Fermati - urlò Isabel - ti prego Maia!- .
Maia sembrava non ascoltarla, il corpo avvolto da spire di gelo che si ergevano a sua difesa  e il capo chino,  gli conferivano un aspetto surreale. Improvvisamente lo scettro di Thule iniziò a illuminarsi di luce propria. Mosso da una forza invisibile, prese a fluttuare a mezz’aria. Isabel fece passare il suo sguardo da Maia allo scettro che Micene portò con sé la notte degli inganni.
In quel momento Cristal fece il suo ingresso, rimanendo pietrificato davanti a quella scena.


Note dell'autrice: ed eccoci al nuovo capitolo.... non manca molto .... spero di leggere qualche vs recensione
A presto
   
 
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