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Autore: fandani03    06/11/2015    2 recensioni
Andò nella stanza di Oliver e gli chiese, senza giri di parole: - “Sei innamorato di Jamie??” -
- “Cosa? Marin ma che dici?” -
- “Rispondi, devo saperlo!!” -
Oliver abbassò lo sguardo, si scansò per farlo entrare e richiuse la porta.
- “Ascolta Marin, il punto non è se io sia o meno innamorato di Jamie.. il punto fondamentale è che lei.. Lei è per certo innamorata di te! Non di me, Marin. E questo, scusami, ma rende la tua domanda del tutto inutile!” –
Mi sono trovata per sbaglio a scrivere su questa storia, su un anime a mio avviso davvero bello, struggente e complesso. Per niente banale e tutt'altro che facile da comprendere ad una prima visione e in giovane età, come successe a me all'epoca.
Non mi è mai del tutto andata giù l'idea che l'eroe della storia debba per forza innamorarsi della "cattiva". Pur avendo ben chiaro il conflitto negli animi dei protagonnisti e la ragioni indiscutibili dell'attrazione tra Marin e Aphrodia, non volevo mollare la povera Jamie, bella, leale, innamorata e tifare, stavolta, per che rispecchia i canoni classici.
Ecco quindi lo svolgimento di una storia che, nell'anime forse, non è mai neppure iniziata!
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da quel momento in poi gli eventi si susseguirono rapidamente. Il Comandante Bannister svelò alla Professoressa Quinstein l’esistenza dell’apparecchio segreto in grado di agganciarsi al Bladios e prenderne il comando.
La decisione fu rapida e ineluttabile, doveva partire. La missione suicida del Baldios sarebbe diventata la sua, il suo unico scopo, a quel punto, era salvare la Terra e i Blue Fixer.
I due si salutarono mestamente, era un addio, lo sapevano entrambi.
Quell’amore segreto che Bannister aveva sempre provato per la Quinstein  era destinato a non essere ricambiato mai.

Nel momento in cui il Comandante Bannister raggiunse il Bladios, eseguì la manovra con la stessa disinvoltura con cui pilotava tanti anni prima. Si agganciò al robot escludendo ogni controllo da parte dei Blue Fixer.
Agì d’autorità, per l’ultima volta. E ne fu felice, nel suo cuore la serenità era scesa molte ore prima, appena salito a bordo del suo velivolo. Pregava solo che il suo sacrificio non fosse vano.
- “Ragazzi, ora sarò io a pilotare il Baldios, al mio comando eseguirete il balzo interdimensionale…e non tornerete mai indietro, d’accordo BLUE FIXER??” – il tono solenne non impedì che i ragazzi reagissero.
- “Ma Comandante, che cosa significa???” - esclamò Marin, con tono accorato, perfettamente consapevole delle intensioni di Bannister.
-  “Obbedisci agli ordini, Marin..” -
- “Comandante, lei non può pensare di…” – rispose di rimando Oliver. Lo stessero fecero Raita e Jamie.
- “Ragazzi miei, qualunque cosa accada, sappiate che io sono stato, sì, il vostro Comandante, ma vi ho voluto bene come foste tutti figli miei….Voi dovete continuare a vivere, la Terra ha ancora bisogno di voi.
Jamie, Marin, vogliatevi bene…
Oliver, Raita, finita la guerra riprendetevi la vostra vita e date un senso al vostro futuro, che sia nei Blue Fixer o meno, non sprecate tempo prezioso della vostre giovani vite.
Mi raccomando ragazzi, il futuro della Terra è nelle vostre mani. Addio Blue Fixer, sono molto fiero di voi!” -
- “Comandante nooooo” - le voci all’unisono si riversano su di lui. Furono le ultime parole che riuscì ad udire prima di chiudere il collegamento.
Assunto il controllo totale aveva lanciato il Baldios verso l’altra dimensione, mettendoli in salvo, e portando senza esitazione a compimento la sua missione facendosi esplodere insieme al nucleo radioattivo.
I Blue Fixer si erano ritrovati di colpo nella prima dimensione ma, non rassegnati a rimanere passivi agli eventi e contravvenendo agli ultimi ordini di Bannister, al comando di Marin si erano catapultati nuovamente nella terza dimensione, assistendo impotenti al sacrificio del loro comandante, scomparso nel nulla travolto dalla potente esplosione.

Le lacrime rigarono i volti di tutti loro. Jamie fu travolta da un pianto straziante, un altro padre la stava lasciando.
Il povero Bannister si era sacrificato per raggiungere la sua famiglia ormai defunta e per consentire a quei giovani di vivere ancora a lungo.
Le ultime parole del loro Comandante, i giovani ragazzi Blue Fixer non le avrebbero più dimenticate.
La guerra non era terminata, ma si avviava forse al suo epilogo.
La missione ultima del Baldios, a quel punto, era di eliminare definitivamente le truppe di Aldebaran e liberare la Terra dal suo disastroso futuro, nel tentativo estremo di non farla diventare come S1.
Questo fu il pensiero di Marin, a bordo del Baldios, nel viaggio di ritorno verso la base.
Se la Terra è davvero S1 forse allora sarà impossibile impedire l’inevitabile.
Ma si rese conto che non aveva alcuna intenzione di arrendersi, forse le speranze erano poche, ma avrebbe combattuto fino alla fine. Ed era certo di condividere in quell’istante lo stesso pensiero con i suoi compagni. Un unico pensiero: avrebbero tentato il tutto per tutto per sconfiggere il nemico e avrebbero provato in ogni modo a mettere in salvo le loro vite per dare un senso al sacrificio che Bannister aveva fatto per loro.

Erano passati ormai parecchi i giorni dalla la morte del Comandante. La base FS versava in uno stato di prostrazione psicologica, la Professoressa Quinstein era costantemente silenziosa e concentrata. Tutto il personale a bordo trascorreva le giornate ai suoi ordini per cercare di mettere a punto un piano per distruggere definitivamente le truppe di Aldebaran.
I corridoi erano gremiti di uomini, soldati, che non si concedevano un solo attimo di riposo e di tregua, ma gli stessi corridoi erano carichi di una tristezza che era rimasta nel cuore di molti e di una silenziosa e penetrante angoscia.
Ma nel bel mezzo di questo caos, di questo dolore strisciante, nonostante il momento fosse assolutamente inopportuno e inadeguato, Marin e Jamie avevano scoperto finalmente i loro sentimenti, non potevano impedire a loro stessi di provare ciò che provavano e si erano ritrovati a passare molto tempo insieme. Si tenevano per mano, si abbracciavano, guardavano persino molti dei meravigliosi tramonti di cui la base FS poteva godere. Sapevano che questo era ciò che il comandante avrebbe voluto per loro. Un quadro romantico all'interno di una cornice buia, che strideva con tutto ciò che, al di fuori di loro, continuava a scorrere, con il mondo che cercava la strada per la sopravvivenza. Tutto ciò che Jamie aveva sempre desiderato da Marin, tutto ciò che Marin non credeva di poter vivere in questa vita, in questa terra, in questo momento. E che non credeva avrebbe condiviso con la giovane Jamie. Non era mai stato bravo a manifestare le sue emozioni, i romanticismi non facevano per lui. La malinconia costante che si portava dentro, da quando era approdato sulla Terra, l’aveva caratterizzato, l’aveva identificato come colui che non sa provare sentimenti. Come colui che ama solo la solitudine e la tristezza.
Per questo non si capacitava di quanto fosse facile passare momenti sereni con Jamie, di quanto fosse facile amarla, circondarla con le sue braccia e prometterle un futuro migliore. Non era lui, o forse lo era, o forse lo era con lei e per lei.

Si rifugiavano nei tanti angoli remoti della base di cui molti ignoravano l’esistenza.
Nascosti e intimiditi, conservavano il pudore nel farsi vedere, in fondo, felici. Sebbene tutti fossero perfettamente coscienti dell’amore che era sbocciato tra loro, e sebbene non potessero impedire al loro cuore di aver bisogno l’uno dell’altra, cercavano più che potevano di rimanere in disparte, quando le attività della base consentivano loro di farlo.

- “Jamie, aspetta….!” - la voce di Marin la raggiunse alle spalle.
- “Marin!!” – erano belli gli occhi di Jamie, si accendevano ogniqualvolta la giovane incontrava lo sguardo del bel pilota.
Il ragazzo la prese per un braccio e la attirò a sé, nascondendosi dietro ad un angolo. La appoggiò contro il muro, premendo il suo corpo su quello di lei, non si trattenne e la baciò con passione e riuscì, come ormai da giorni, ad esprimere i suoi pensieri.
- “Jamie, vorrei avere tanto tempo da trascorrere con te, per fare quello che fanno le persone normali…” – con i loro corpi premuti l'uno sull'altro, la guardò con quegli occhi che sapevano annebbiare ogni traccia di volontà nella ragazza.
- “Oh Marin, lo vorrei tanto anch’io..!" - sospirò, cedevole a lui e in preda alle sue forti pulsioni, alle quali non avevano modo, entrambi, di dare sfogo.
E proprio per mascherare questo struggente bisogno, si nascondevano dietro ad un finto contegno. I loro corpi si attraevano, si chiamavano l’un l’altro, desideravano appartenenza. Ma la ragazza aggiunse, in un momento di ritrovato autocontrollo:
- “Marin....io spero tanto che prima o poi tutto questo finisca! La guerra è terribile, stiamo vivendo un momento terribile..... ma....” – sospirò.
- “..ma...?” -
- “.. ma io sono felice Marin, felice come non lo sono mai stata!” -
L’angolo della bocca di Marin si sollevò in un malizioso sorriso di rimando
. - “Lo so, anche io lo sono! E non dobbiamo vergognarci di questo, Jamie, io Voglio tu sia felice!” - sorpreso e appagato Marin rispose baciandola.
Suonò un altro allarme… l’idillio si interruppe.
- “Jamie, dobbiamo andare..” -
- “Sì, Marin...” - il ragazzo si arrestò di colpo, la guardò diritta negli occhi, pochi centimetri a separarli.
- "Ti amo, Marin..." - l'immagine di Jamie, lì ferma, bella e innamorata di lui, che gli stava dicendo queste semplici parole, gli si scolpì dentro.
Non si rendeva conto se avrebbe voluto scappare e gridare al mondo intero la scoperta di questo sentimento, oppure prenderla e fuggire insieme, portarla lontano e fare l'amore con lei ora e subito.
Si avvicinò di un passo, allungò la mano ad afferrare quella di lei, la tirò a sé, stringendola e guardandola negli occhi così da vicino, e così intensamente, che la giovane si sentì quasi mancare.
- "Jamie...." -
- "Sì ?" -
- "Lo vedi il mio amore per te? Lo senti? Dimmi che lo senti, ti prego piccola Jamie..." -
La ragazza si allargò in un sorriso radioso: - "Certo che lo sento, Marin..." -
- "Allora devi avere fiducia. Fiducia e pazienza, e presto tutto cambierà...." -
- "D'accordo!" -
- "E non mettere mai in dubbio il mio amore per te, qualunque cosa succeda, hai capito Jamie?? Mai.." -

Nella sala comando Quinstein stava attendendo i Blue Fixer per istruirli sulle ultime novità. Marin e Jamie arrivarono trafelati, in ritardo rispetto all’allarme che li richiamava all’ordine.
Raita non riuscì a trattenersi e diede di gomito all’amico.
- “Ehmm, mmmm..ce l’avete fatta!” – trovando Oliver pronto a raccogliere la provocazione.
- “E’ vero, ultimamente non vi fate mai trovare, chissà per quale ragione…..” – risero entrambi.
Marin e Jamiie arrossirono all’unisono, ma cercarono di non dare soddisfazione ai dispettosi compagni.
- “Avete ragione, chiedo scusa per il ritardo, sì… vero Jamie?” -
- “Sì, ehmmm, certo, chiedo scusa Dottoressa…” -
Quinstein li guardò, curiosa e in cuor suo felice per la serenità dei due giovani, ma doveva mantenere la sua serietà e professionalità, e cercò di assumere il suo consueto tono autorevole. Alzò gli occhi al cielo per sorvolare sulla questione e proseguì.
In sua presenza, ascoltando il tono della sua voce, i giovani Blue Fixer ritrovano la loro concentrazione, il dovere e la guerra in atto tornavano a prendere il sopravvento.
- “Blue Fixer, la flotta Aldebaran si trova nelle coordinate 12n4w della prima dimensione. Siete tutti consapevoli della condizione in cui si trova la Terra, della disastrosa catastrofe a cui stiamo andando incontro. Il nostro Comandante ha sacrificato la sua vita per eliminare ciò che avrebbe per certo scatenato la radioattività su questo pianeta. Se veramente la Terra e S1 sono lo stesso pianeta questo significa che in un modo o nell’altro siamo segnati, e che la radioattività nucleare prima o poi verrà scatenata da qualcosa. Ma forse possiamo liberare la nostra Terra dall'invasore. C’è una sola cosa che ancora possiamo fare, per sperare di alterare il futuro e la nostra sorte…dobbiamo tentare il tutto per tutto, dobbiamo capire le intenzioni del nemico, andare nel loro spazio e distruggerli. Marin..“ -  l’austera e rigorosa dottoressa fece una pausa, prese solo un breve respiro ma si percepì l’affanno nella sua voce, l’emozione che stava, seppur lievemente, prendendo il sopravvento - “Marin, sto per chiederti qualcosa di molto difficile, ma sono convinta che tu sia il solo in grado di farlo. C’è una sola cosa che possiamo fare a questo punto.
Dobbiamo eliminare Gattler…. E con lui anche Aphrodia!” -
- “Cosa??” - Marin rimase molto sorpreso dall’audacia di questa affermazione - “parla sul serio?” - la sorpresa si trasformò in riflessione. Dopotutto lui stesso aveva già fatto questo pensiero centinaia di volte, anche solo nei giorni appena trascorsi.
- “Marin, tu conosci la loro mentalità, e probabilmente conosci anche i loro punti deboli, se non altro sei in grado di intuire ciò che per noi sarebbe troppo complicato. Per chiunque di noi, ma forse non per te….. Dobbiamo provarci Marin, altrimenti per la Terra non ci sarà scampo!” – le piangeva il cuore nel rivolgersi al ragazzo in questo modo. Sapeva che non gli stava dando scelta. Si stava approfittando della devozione e del desiderio di giustizia innato in quel giovane. Ma non c’era più altro che potevano fare. La sola cosa sensata era cercare di limitare i danni, eliminare Gattler avrebbe forse dato la speranza, alla Terra, di non precipitare rovinosamente nell’assoluto disastro globale.
- “Capisco…” – il ragazzo abbassò lo sguardo, pensieroso. Jamie, accanto a lui, intuì immediatamente dove era corso il pensiero di Marin. Il suo repentino turbamento, dovuto certamente al compito che gli era stato assegnato, aveva però a che fare anche con altro, aveva a che fare con Aphrodia. Cosa lega Marin a quella donna? Davvero tutto è dovuto solamente al fatto che provengono dallo stesso pianeta? O forse c’è altro? No, devo fidarmi di lui. Devo fidarmi delle sue parole.
I pensieri di Jamie durarono il lasso di un secondo, lo stesso attimo in cui tutti i Blue Fixer rimasero senza parole. Ciò che la Dottoressa Quinstein aveva chiesto a Marin era di intraprendere un’ennesima missione suicida, la più pericolosa che potesse presentarsi. Quante possibilità reali aveva Marin di portare a termine un compito del genere senza essere prima ucciso lui stesso?
- “Professoressa Quinstein, ma noi cosa possiamo fare? Rimanere in disparte mentre Marin rischia la vita?” -
- “No, Raita, anche voi tutti avrete un ruolo, certamente. Voi siete e rimarrete una squadra. Ma il ruolo di Marin sarà purtroppo fondamentale. Ma tutto questo, solo se tu sei d’accordo, Marin…” -  il ragazzo abbassò il capo, si voltò improvvisamente e, con le mani in tasca, si allontanò dalla sala comando.
- “Marin!!” -
- “Jamie, lascialo andare” - la trattenne la Professoressa Quinstein.
- “Capisco perfettamente i tuoi sentimenti, Jamie, ma per Marin questo è un momento delicato. Devi avere fiducia in lui!” - la guardò intensamente, come se le parlasse da madre e non da comandante. Jamie si arrese alla sua presa, il suo fisico si rilassò.
- “Sì… d’accordo Dottoressa, ha ragione lei.” -
I colleghi Blue Fixer osservarono la scena senza riuscire a proferire parole sensate. Sapevano che erano ad una svolta. La morte del comandante Bannister era stata solamente l’inizio. Non c’era nulla che potevano fare per impedire ciò che stava per accadere. Il loro destino era segnato. Loro l’avevano capito, l’avrebbe capito anche Jamie.

Marin intanto, nella grande sala con la vetrata sul mare, osservava la sua ombra riflessa. Rifletteva su molte cose, sul passato, sul futuro, sulle parole della Quinstein...

...eliminare Aphrodia...

- “Aphrodia, questa volta sarà lo scontro finale, non potrò avere pietà. Mi dispiace, ma devo farlo.” -

Dall’altro lato del mare, dall’altro del cielo, nella terza dimensione, lo sguardo del giovane comandante in capo Aphrodia correva al di là del vetro schermato, dal quale riusciva a vedere solamente oscurità. I terresti erano riusciti a intralciare i loro piani, i piani di Gattler. Ma non poteva arrendersi, questo si diceva. Lei avrebbe vinto, lei avrebbe sconfitto Marin. Questo volevano da lei, questo voleva Gattler.. La Terra… Marin… era il momento di pensare allo scontro finale.

 

  
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