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Autore: hiromi_chan    07/11/2015    1 recensioni
Raccolta disomogenea dei fill scritti durante le iniziative del gruppo We are out for prompt. Personaggi, avvertimenti e coppie variano da prompt a prompt.
I. La guerra è appena finita e siamo caduti entrambi, insieme. Ed ecco che tu ci reinventi. Mi tieni tra le tue gambe, tra le tue braccia, e mi lecchi le ferite. La tua lingua salvifica sul mio collo... La tua mano che accarezza le bende che tengono insieme il brandelli del mio ventre... {GerIta}
II. A poco a poco, però, iniziano a 'sentirsi' di più, tutti insieme. Gli umori si confondono, qualcuno inizia a piangere così, senza motivo, solo perché qualcun altro dall'altra parte del mondo lo sta facendo, e sarebbe davvero uno schifo, se solo insieme al dolore non arrivassero anche ondate di piacere. {Sens8!AU: GerIta - PruHun - Spamano - FrUk - tutti/tutti}
III. «Che volgare... almeno prendi un bicchiere di vetro» arricciò il naso Françoise. Ma poi procedette a correggere il caffè di Maria e, con un'alzata di spalle, tracannò direttamente dalla bottiglia. «Che ne dici» disse dopo un po', «vogliamo sentire se la nuova vicina vuol condividere?» {Fem!Bad Trio}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
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#01
prompt
: Bad Trio, sfida all'ultimo bicchiere

rating: verde

genere: commedia, romantico (più o meno?)

avvertimenti: AU

coppie:  SpaMano, PruHun, FrUk

 

 

«Ehi, Lovino.» Elizabeta salutò con un cenno della testa il ragazzo, ma senza guardarlo. Poi affondò il naso nel drink che lui le porse, grugnendo un saluto.

«Dove siamo arrivati?» chiese lei.

«Alla parte in cui uno dei tre dice: 'Ah, sì? Non credi che possa scolarmi l'intera bottiglia in cinque minuti?'» commentò atono Lovino, pulendo un bicchiere con uno strofinaccio.

«Già lì?»

«Mh-mh.»

Elizabeta buttò un'occhiata al tavolo alle sue spalle, dove tre figure sbraitavano e si contorcevano come patetici serpenti. Uno di loro piagnucolava, ed era quello che indossava una kefiah rossa.

«Kirkland?» chiese Elizabeta al barista.

«Se n'è già andato. Ha detto che si rifiutava di reggere la testa della rana mentre quella vomitava l'anima al cesso. Ha detto che il cesso è troppo lurido, e non posso dargli torto, visto che l'idiota che dovrebbe pulirlo al momento si sta ubriacando con i suoi due degni compari.»

Elizabeta lanciò un laconico sguardo allo scemo che stava tracannando direttamente dalla bottiglia, un uomo al suo fianco che gli batteva la mano sulla spalla incoraggiandolo a suon di 'hon-hon-hon' (una risata particolarmente idiota).

Elizabeta guardò Lovino. «Non ha avuto tutti i torti, Arthur.»

«Tra tre minuti finisco il turno e ce la filiamo» annunziò Lovino.

«Al diavolo quei tre imbecilli» mormorò Elizabeta nel bicchiere. Ma sapeva già che di lì a poco Arthur avrebbe fatto una scenica entrata, tirando via Francis per un orecchio, e che Lovino avrebbe rovesciato un secchio d'acqua gelida in testa ad Antonio per dargli una svegliata. In quanto a lei, oh, la sua fedele padellina portatile avrebbe saputo cosa fare.

Era proprio impossibile, non occuparsi di quei tre spiantati, e le loro dolci metà sapevano proprio farlo nel modo giusto.

 





#02

prompt: fem!Bad Touch Trio.
Francia e Prussia sono coinquiline da anni ormai. L'appartamento di fianco a loro, rimasto vuoto per mesi, viene occupato da Spagna. Non si incrociano mai e non si parlano, finché una sera non sentono Spagna cantare sotto la doccia. E così parte un concerto a tre molto improvvisato e stonato più volte.

rating: verde

genere: commedia

avvertimenti: AU, genderswap

coppie:  -

 

 

«Ehi, Maria, guarda, guarda!» Françoise si stava spenzolando dalla finestra, il balcone appoggiato sul balcone e un paio di tanga addosso, orgogliosamente sfoggiati senza alcun pudore. «I ragazzi dei trasporti se ne stanno andando! Dobbiamo fare qualcosa... Ehi, bel maschione!» chiamò, sventolando una mano alla volta di un tipo muscoloso di sotto, «ti va di salire?»

«Piantala, Francia» bofonchiò Maria, seppellendo la faccia in un'enorme tazza di caffè. «Sono anni che ti vedo usare sempre la stessa tecnica, e negli ultimi tempi non ha mai funzionato. Quei tipi sono qui intorno da... quanto? Una settimana? E tra idraulici e operai vari, non sei riuscita a rimorchiare nessuno. Stai perdendo smalto.»

La ragazza si ravvivò i capelli in un gesto plateale. «E tu, ma chère, sei decisamente acida al mattino, te l'ha mai detto nessuno?»

«Tu. Tutti i giorni.»

Françoise fece finta di non averla sentita e saltellò in punta di piedi fino alla credenza, come una ballerina. «Ho io la soluzione giustaaaa~» cantilenò, tirando fuori una bottiglia e stringendosela al seno.

Maria allungò la tazza verso di lei. «Alla salute.»

«Che volgare... almeno prendi un bicchiere di vetro» arricciò il naso Françoise. Ma poi procedette a correggere il caffè di Maria e, con un'alzata di spalle, tracannò direttamente dalla bottiglia. «Che ne dici» disse dopo un po', «vogliamo sentire se la nuova vicina vuol condividere?»

«Quella o è una stupida o è una che se la tira» decretò Maria.

«Ma se l'hai vista solo una volta!»

«Sì, e alla Magnifica me è bastato per trarre le sue conclusioni. Ugh. Ora, se volessi, tipo, stare zitta per qualche minuto... La testa mi scoppia.»

«Aaaall byyy my-seeeeelf~»

«Insomma, ti ho chiesto di chiudere la bocca per un momento!» sbottò Maria.

«Ma non sono io che canto, stupidotta» disse Françoise, la voce ancora più nasale del solito. «E'...»

Le due amiche si voltarono lentamente, allo stesso tempo, verso il muro che separava il loro appartamento da quello della misteriosa nuova vicina di casa.

«Don't wanna be – all by myself... anymore!»

«Dio mio» sospirò Françoise, sconvolta, avvicinandosi fino ad appoggiare l'orecchio sul muro. «Stonatissima. Questa sì che è un'offesa per il mio udito raffinato.»

«E senti che pessimo accento spagnolo» si lamentò Maria.

«Come se tu non sembrassi perennemente incazzata col mondo, con quella tua cadenza tedesca» fece presente con molta classe Françoise. «Oh, zitta, zitta... Ascolta.»
«When I was young... I never needed anyone...»

«Ma per favore!» proruppe Maria. «And making love was just for fun» intonò, con una potenza vocale sorprendente (leggi, Françoise dovette tapparsi le orecchie). Poi afferrò la tazza, la rovesciò, il liquido bagnò il tavolo ma Maria lo ignorò e usò la tazza come un microfono. «THOSE DAYS ARE GOOOONE!»

Françoise a quel punto non avrebbe più potuto trattenersi; allargò il braccio sinistro, la mano destra se la portò sul cuore. «ALL-BY-MY-SEEELF...»

Silenzio.

Attesa.

La tensione si poteva tagliare col coltello.

«... Don't wanna be...» si levò timidamente dall'altro appartamento, e Maria e Françoise scoppiarono a ridere come due iene.

«ALL BY MYSELF, ANYMORE!»

 

 

Dopo che ebbero terminato la canzone, e dopo il bis, e dopo che l'intero condominio scese a turno a bussare alla loro porta per rimproverarle per il chiasso, il campanello suonò. Maria e Françoise aprirono la porta.

«E' stato fantastico, chicas! Quando lo rifacciamo? Mi chiamo Carmen, comunque. Dio, già vi adoro!»

E quello fu l'inizio dell'amicizia più devastante della storia.

 

   
 
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