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Autore: YomiCrazy    12/11/2015    1 recensioni
Hermione viene chiamata dal capo degli uffici degli Auror e successivamente informata che dovrà lavorare a stretto contatto con uno di loro in particolare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Kingsley Shacklebolt, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Questi sono i documenti, Shacklebolt. E’ tutto scritto e commentato qui. Il mio lavoro è finito.”
 
Hermione era ferma sulla poltroncina dell’ufficio del capo degli Auror.
Dopo la dichiarazione di Draco, era fuggita verso casa, senza proprio girarsi.
Quel ragazzo si era impazzito tutto insieme? Come poteva dirle che l’amava dopo tutto quello che le aveva fatto negli anni precedenti? Come pensava che si sarebbe tutto risolto?
 
“No, signorina Granger. Lei ha fatto solo metà del lavoro. Deve ancora aiutare Malfoy nella cattura di Rookwood.”
“E come? Io non scendo in campo con lui!”
 
Non voleva rivederlo più.
Dopo quello che era accaduto, tutto sembrava essere strano. Il suo sapore, il suo profumo, i suoi occhi, le avevano inebriato il cervello a tal punto da farle risognare quel bacio che c’era stato tempo prima.
Perché non voleva ammetterlo, ma le era piaciuto. Quel piccolo tocco, lo desiderava ancora.
 
“Dovrà dare aiuto al signor Malfoy durante l’operazione. Grazie alla tecnologia babbana, ora possiamo seguire da lontano i nostri Auror e parlare con loro.”
“Si, ma…”
“La signorina Christine, domani, l’accompagnerà alla sua postazione per seguire il suo Auror.”
 
Il suo Auror.
 
“Ci vediamo domani, signorina Granger.”
 
Hermione si alzò sbuffante, uscendo dall’ufficio di Shacklebolt per poi dirigersi a casa di Ginny.
Avevano organizzato un pranzo a casa loro per parlare del piano ed era, purtroppo, stato invitato anche Malfoy.
 
§
 
Ginny aveva preparato un buon rifresco per gli Auror e le loro assistenti.
Ad Hermione non era sfuggita la punta di gelosia che la rossa aveva nei confronti di London, ma notò anche che era moderata e non invasiva.
Harry aveva accomodato tutti nel salotto, attorno ad un bel tavolinetto pezzato di stoffe. Ginny aveva detto che era un regalo della madre e che un pezzo unico come quello non si trovava. Anche Ron lo aveva ribadito e soltanto Malfoy aveva l’aria di quello a cui sembrava tutto tranne che una tovaglia per tavolinetti.
Gli Auror diedero ad Hermione degli auricolari, spiegandole che li avrebbe usati con Draco per comunicare, mentre Christine e London le spiegarono che il giorno dopo le avrebbero fatto vedere il computer da cui avrebbe visto l’Auror a cui era stata legata.
L’Auror a cui era stata legata.
 
“Immagino tu sappia come si usano, giusto?”
“Si, Harry, sono una nata babbana.”
 
A differenza di Ron, Hermione già sapeva come si usassero o meno quelle apparecchiature ed Harry fece uno sforzo in meno.
La cena venne servita poco dopo e tutti ripresero a chiacchierare e scherzare tranquillamente. La riccia notò come solo Malfoy si era districato da una parte e che, come al solito, evitava di parlare con gli altri.
Harry ogni tanto aveva provato ad inserirlo nelle conversazioni, ma Draco declinava sempre.
Alla fine della serata, Hermione venne a sapere del piano d’attacco a cerchio sul Rookwood Manor e Ron non si fece scappare un Non vedo l’ora di mettere le mani su quel… quel…!
La ragazza capiva la sofferenza dell’amico e gli strinse la mano, provocando un’alzata dal tavolo di Draco ed un’uscita sul balcone a tutta velocità.
Il gruppo si guardò stranito ed Hermione si alzò per seguirlo, sapendo bene il perché di quella reazione.
 
“Malfoy!”
 
Uscita dalla finestra, Hermione notò come il ragazzo si era appoggiato alla ringhiera infondo al balcone.
La luce lunare faceva risaltare i suoi capelli, unica cosa che si vedevano in quanto vestito completamente di nero.
 
“Che vuoi, mezzosangue. Umiliarmi una terza volta?”
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“Mi hai stancato, vattene.”
“Non ti permetto di parlarmi così!”
“Salazar, vattene o non rispondo di quel che potrei fare!”
 
Hermione si infuriò a quelle parole e si girò decisa, tornando all’interno della sala. Harry la guardò sfrecciare verso il bagno e si alzò per seguirla.
 
“Hermione?”
“Harry, vattene per piacere…”
“Posso sapere che succede?”
 
La riccia sapeva che poteva fidarsi del ragazzo, ma il contesto Malfoy era un po’ delicato.
Decise comunque di dirgli tutto, partendo sin dall’inizio.
Harry l’ascoltò per tutto il tempo e quando ebbe finito, sembrò rifletterci.
 
“Hermione, sai bene la poca stima che io ho di Malfoy, ma ultimamente devo ammettere che è cambiato. Non è più il ragazzino altezzoso che era ad Hogwarts, la guerra ha cambiato anche lui.”
“Harry, tu vedi del buono sempre in tutti.”
“Hermione, una domanda… A te lui piace?”
 
La ragazza rimase basita e quando vide Harry sorridere ed uscire, capì che la risposta era positiva.
Draco Malfoy le piaceva.
 
§
 
“Harry, devi spostarti più a sinistra.”
“Ron, smettila di sgranocchiare le patatine e mettiti in posizione!”
 
Quella mattina la missione era cominciata molto presto.
Christine e London avevano fatto vedere la postazione che Hermione avrebbe occupato quel giorno e le avevano dato alcune dritte sulle apparecchiature.
La riccia era seduta davanti ad un normale computer e sullo schermo vedeva ciò che vedeva Malfoy.
Tramite una piccola lente a contatto nascosta, le ragazze potevano seguire i movimenti dei loro Auror senza destare troppi sospetti.
In un computer accanto, invece, avevano la panoramica del posto per vedere meglio ciò che sarebbe accaduto.
Hermione doveva guidare Malfoy lungo il Rookwood Manor, aiutandolo ad interagire con il criminale.
Il piano era semplice:
Draco avrebbe trovato l’uomo e dopo avergli fatto credere di esser ancora fedele al signore oscuro, lo avrebbe messo nel sacco all’ultimo, aiutato da Potter e Weasley.
Hermione doveva solo aiutare il suo Auror.
Il suo Auror.
 
“Mezzosangue, mi senti?”
“Si, Malfoy, e come ti ho già ripetuto mille volte, smettila di chiamarmi in quel modo.”
 
Il ragazzo si stava dirigendo all’interno del Manor, con la mano salda sulla bacchetta di biancospino.
L’interno della casa era scuro e districato di ragnatele, segno che nessuno lo ospitava ormai da tempo.
Hermione guardava le diverse pareti di quel palazzo pregiato e subito a terra notò delle orme.
 
“Malfoy, alla tua destra.”
 
Lo sguardo di Draco si piegò di lato e successivamente tutto il corpo seguì le indicazioni della ragazza.
Hermione poteva sentire il respiro regolare del ragazzo, che aumentava pian piano ogni volta che si addentrava nel buio corridoio in cui le orme andavano a finire.
 
“Malfoy, sei mai stato nel Rookwood Manor?”
“Solo una volta.”
“Sai dove porta questa strada?”
“No, Granger, adesso stai zitta o salta la copertura.”
 
Hermione mandò a quel paese il ragazzo, mentre sentiva Christine litigare con Ron.
Il rosso stava ancora mangiando le patatine, mentre si dirigeva al suo posto.
 
“Niente miseriaccia, Ron, butta quel sacchetto!”
 
London sospirò e poi tornò a guardare il suo schermo, dando indicazioni ad Harry su come muoversi e dove spostarsi. Hermione tornò a guardare il monitor quando sentì Draco aprire una porta.
Al di là di essa si celava una stanza illuminata e ai vari lati vi erano mobili ripieni di scartoffie.
Al centro di essa un uomo.
 
“Rookwood.”
“Il piccolo Malfoy, che piacere vederti.”
 
Hermione fece segno alle due ragazze di aver trovato l’obbiettivo e loro avvisarono i due ragazzi, indicandogli di fare attenzione.
 
“Sapevo di trovarti qui.”
“Ho sentito molte cose su di te, Malfoy. Sei passato dalla parte del bambino sopravvissuto. Da codardi, proprio come lo era tuo padre.”
 
Il viso dell’uomo era sciupato, i capelli umidi ed attaccati alla fronte, le vesti strappate e insozzate.
La riccia poteva vedere benissimo lo stato di Rookwood. E poteva sentire benissimo l’arrabbiatura di Malfoy salire.
 
“Non farti abbindolare, Malfoy, continua con il piano. Harry e Ron stanno arrivando.”
 
Era la prima volta che Hermione faceva una cosa del genere e cercava di sfruttare quel poco che le due ragazze le avevano spiegato. Essere sul campo da battaglia era molto difficile e loro dovevano dare ai loro Auror tutto l’appoggio possibile.
 
“Rookwood, davvero non hai capito che era tutta una finzione?”
“Finzione?”
“Aspettavo il modo di farvi evadere.”
 
Hermione guardò lo sguardo di Rookwood addolcirsi, ma qualcosa le diceva che non era pienamente convinto.
Lo vide spostare piano le mani dietro la schiena e si avvicinò allo schermo per vedere meglio.
Non era possibile che avesse una bacchetta, giusto?
 
“Malfoy, stai attento.”
 
Sentì il ragazzo sospirare e spostare lo sguardo intorno alla stanza. Non vi erano molte uscite e quelle poche che si vedevano, erano occupate da Harry e Ron.
Ciò che lo colpì fu un tomo che l’uomo aveva in mano.
 
“Cos’hai lì?”
 
Il ragazzo indicò il libro e Rookwood abbassò lo sguardo per poi schioccare la lingua contro il palato.
 
“Vedi, mio caro ragazzo, se c’era una cosa che tuo padre sapeva fare bene, era il lecchinaggio.
Ricordo ancora quante volte abbia pulito il sedere del Lord per non prendersi l’anatema che uccide in pieno petto.”
 
Il respiro di Draco diventò ancora più irregolare ed Hermione richiamò le ragazze, incitandole a far sbrigare i due amici.
 
“Mio padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere!”
“Ah, no?
Non se l’è data a gambe con tua madre prima della battaglia?
Lui stava sempre dalla parte più conveniente, come ora stai facendo tu.”
“Io faccio solo finta, Rookwood, te l’ho già spiegato. Aspettavo il momento adatto.
Sono controllato come tutti gli altri.”
“Bene, bene… Il rampollo di casa Malfoy che cerca di prendere il posto del signore oscuro…”
“Rookwood, tu…”
“Siete solo una famiglia di codardi. Sempre sotto le vesti del grande Lord per il vostro ascendente al ministero. Non vi ho mai sopportato, come non ho mai sopportato te!”
 
Prima che Draco potesse contrattaccare, Rookwood tirò fuori la bacchetta dalla schiena ed un lampo colpì il biondo.
Un cruciatus.
 
“No! Draco!”
 
Le urla del ragazzo si espansero per la stanza e London con Christine diedero il via alla missione vera e propria. Harry e Ron entrarono nel Manor, disarmando Rookwood all’istante, incastrandolo prima che egli potesse smaterializzarsi o altro.
Hermione aveva ancora la faccia puntata sul monitor.
Era tutto buio.
Draco aveva chiuso gli occhi.




Note: Eccovi il quarto capitolino!
Chiedo venia, ma ho visto che ci sono molte persone che seguono questa mia piccola pazzia. 
Vi dispiacerebbe lasciarmi un commento per capire come me la sto cavando? 
Ringrazio chiunque accoglierà la mia richiesta e tutte le gentili persone che hanno inserito la storia fra le preferite e le ricordate.
  
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