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Autore: YomiCrazy    15/11/2015    2 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza?
Cosa sarebbe accaduto?
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Harriet è una bambina con un'infanzia molto triste alle spalle.
Costretta ai continui soprusi dagli zii e del prepotente cugino, desidera una vita normale, come ogni bambina della sua età dovrebbe avere.
Ma qualcosa cambierà il giorno del suo undicesimo compleanno.
Qualcosa che non avrebbe mai immaginato potesse essere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La partita era vicina.
Harriet fremeva dalla paura e dall’eccitazione e non riusciva più a stare nella sua stessa pelle.
La sua prima partita di Quidditch era alle porte e tutti confidavano in lei per prendere quel dannato boccino.
Quel boccino che avrebbe portato i Grifondoro alla vittoria ed i Serpeverde alla sconfitta.
Il giorno della partita, Harriet si era fermata davanti al campo da gioco, vicino a Ron ed Hermione, intenta a farsi rimirare dagli amici.
Il rosso stringeva fra le dita il manico di scopa, contento per lei e per la sua sfacciata fortuna, mentre Hermione la aiutava a sistemarsi la casacca dei Grifondoro. Harriet era vestita di uno strettissimo pantalone bianco ed una maglia dei colori della casata. Per l’eccitazione non era riuscita a sistemarsi il mantello e la riccia non aveva finito ancora di aiutarla quando un certo biondino si presentò davanti a lei con a seguito Tiger e Goyle.
“Cosa vuoi Malfoy?”
Ron era pronto a prenderlo a mazzate, ma come al solito Harriet si mise fra i due litiganti, prendendo la scopa per poi mandare via gli amici. Draco fece la stessa cosa con i suoi scagnozzi e, ancora, i due rimasero soli.
“Volevi parlarmi?”
“Non credo che sarà facile per te vincere, oggi, Potter, ma sono comunque venuto a darti la buona sfortuna.”
Harriet allargò le labbra in un sorriso così finto che neanche il peggiore degli attori avrebbe mai fatto e poi girò di spalle, per dirigersi verso gli spogliatoi dove il resto della squadra la stava aspettando. Sentì però dietro di se il biondo seguirla e prenderla per un polso, come a volerle dire altro. Ma quello che fece, la lasciò scioccata per un po’.
Le accarezzò una guancia e andò via senza aggiungere altro.
 
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“Paura Harriet?”
La porta di legno che le si ergeva davanti la separava dal campo da Quidditch. I due gemelli, nello spogliatoio, l’avevano alleviata un po’ dalle sue paure, prendendo scherzosamente in giro il discorso che Baston faceva tutte le sante volte ma ora, trovarsi lì, era tutt’altro che facile.
“Un… Un po’.”
“E’ normale. Accadde anche a me la prima volta.”
“Cos’è successo?”
“Io… Non mi ricordo. Ho preso un bolide in testa dopo i primi due minuti di partita.
E mi sono risvegliato all’ospedale.”
Ora si che Harriet era davvero spaventata. Sentì di andare in iperventilazione e guardò la porta come se fosse una delle sue più grandi paure. Decise di cercar di pensare ad altro e si portò i capelli dietro la nuca, costruendo una cosa bassa.
Quando la musica cominciò a risuonare alle orecchie di tutti e la porta finalmente si aprì, agli occhi della piccola, tutto sembrò vacillare. La squadra salì sulle scope volanti ed uno ad uno, tutti cominciarono a lasciare la il terreno per volare sul campo da Quidditch, passando intorno a bandiere, Serpeverde e spalti.
Lee Jordan, un Grifondoro dalla pelle scura e dai lunghi capelli rasta, era il presentatore di quella partita e subito cominciò a parlare, urlando nel microfono come un vero sportivo.
Un turbinio di emozioni erano a cavallo nella testa e nel cuore di Harriet, intenta a cercare di concentrarsi sulla partita.
Hermione, Ron, Neville, Dean, tutti i suoi amici Grifondoro assieme ad Hagrid la acclamavano dagli spalti e fra i Serpeverde una testolina bionda la guardava, senza però muoversi tanto.
Harriet volò decisa al centro del campo, sopra i suoi compagni, mettendosi di fronte al cercatore nemico.
Madama Bumb, arbitro della partita, si avvicinò al baule in cui venivano tenute le palle per giocare.
“Mi raccomando – cominciò fissando le due squadre – voglio un gioco pulito… da tutti voi!”
Tutti si guardarono e quando la donna diede un calcetto al baule, bolidi e boccino volarono via.
Madama Bumb prese in mano la pluffa e quando essa venne lanciata in aria, il gioco ebbe inizio.
Harriet subito si spostò di lato, sperando che nessuno dei bolidi la prendesse in pieno, cercando di trovare in tutto quel casino il boccino d’oro.
“Angelina segna! Dieci punti a Grifondoro!”
Dopo pochi secondi di partita, gli spalti rosso oro acclamarono ed Harriet sorrise ai primi punti appena fatti dalla sua squadra.
La pluffa fu rimessa in campo, all’inizio era nella mano dei Serpeverde, ma poi tornò in quella dei Grifondoro che segnarono di nuovo dieci punti, acclamati da tutta la squadra e da Harriet in persona, felice dell’andamento della partita.
La pluffa fu di nuovo messa in gioco e quando i Serpeverde tentarono di segnare, Oliver parò la palla senza problemi. Marcus Flint, il capitano della squadra verde argento, si arrabbiò come pochi. Harriet vide il moro prendere la mazza e battere uno dei due bolidi verso Baston che cadde a terra svenuto, regalando così dieci punti ai Serpeverde.
Tutti i Grifondoro alzarono un coro di proteste ed Harriet guardò con rabbia Flint.
Fu così che il gioco divenne ricco di falli, i Serpeverde giocando sporco segnarono altri dieci punti ed Harriet guardò affranta i suoi compagni, sentendosi impotente.
Durante la partita la piccola fu quasi investita da uno dei bolidi e se non fosse stato per uno dei due gemelli, l’avrebbe presa in pieno.
“Tutto bene Harriet?”
“Si, ehm… Grazie.”
Il rosso gli fece l’occhiolino ed Harriet sperò che Ron prima o poi gli dicesse il modo per distinguere quei due uragani.
Ma poi, durante questi pensieri, i suoi occhioni verdi videro il boccino d’oro.
Subito Harriet si lanciò alla presa della pallina ma dopo qualche metro ed un bolide evitato, qualcosa cominciò ad andare storto. La sua scopa iniziò ad andare contro il suo volere, come a disarcionarla.
I lunghi capelli le finivano in faccia ad ogni virata e se non avesse avuto gli occhiali, sarebbe rimasta cieca in una frazione di secondo.
Harriet tentò in tutti i modi di rimanere attaccata al manico di scopa, ma quando quella si voltò su se stessa, lei si trovò a rimanerci attaccata con una mano, sentendo un coro di ooooh! provenire dagli spalti rosso oro, mentre una sonora risata si innalzava da quelli verde argento.
La piccola tentò in tutti i modi di rimanere ancorata alla scopa. Riuscì prendere il manico con entrambe le mani ma la scopa ricominciò a muoversi, quasi accorgendosi di esser rimasta ferma per troppo tempo.
La lunga coda le ballonzolava dietro ed era quasi stancante il fatto di avere i capelli così lunghi.
Fu una manciata di secondi indescrivibili e poi la scopa ritornò ferma. Harriet alzò lo sguardo fissandola e dopo essersi dondolata un po’, risalì a cavallo del manico, ripartendo alla corsa del boccino.
Il cercatore nemico era già all’inseguimento della pallina dorata, la piccola vi si avvicinò e cominciò a spingerlo, per poi riessere spinta dal ragazzo. Un battaglia senza tregua si svolse a mezz’aria fra i due, Harriet rimase ancorata alla scopa fino alla fine e quando il boccino cadde in picchiata, lei lo seguì senza pensarci due volte.
La pallina dorata volva sempre più veloce verso il basso, il pavimento si faceva sempre più vicino e quando il cercatore nemico si rialzò per paura, lei si accorse di poter avere la vittoria in pugno.
Si mise in piedi sulla scopa dopo averla rialzata e, allungando una mano, seguì il boccino sul campo, saltando poi su di esso nel tentar di prenderlo, cadendo dalla scopa sul terreno da Quidditch.
Il tempo sembrò quasi fermarsi. Harriet non aveva il boccino fra le mani e qualcosa nella suo fondo lingua le faceva venire i conati. Dopo aver tentato di vomitare una, due, tre volte, finalmente il boccino le uscì dalla bocca e fiera, lo innalzò in aria, sentendo Lee Jordan urlare “Harriet Potter ha preso il boccino! Centocinquanta punti a Grifondoro che vince la partita!”
Tutti cominciarono ad esultare, la bambina si guardò intorno, mentre tutta la squadra le si avvicinava per esultarla ed i gemelli Weasley battevano le mazze contenti della vittoria.
Harriet si girò anche verso gli spalti giallo oro, guardando i suoi amici acclamarla e poi girò di poco lo sguardo verso Malfoy, che la fissava sorridendo.
 
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La partita era finita da poco.
Harriet era negli spogliatoi a cambiarsi e quando i due amici la raggiunsero, oltre all’essere contenti per la partita le portarono brutte notizie.
“Cosa? Piton mi stava lanciando il malocchio alla scopa?”
“Si, Harriet e se non fosse stato per Hermione, a quest’ora staresti in infermeria per una brutta caduta!”
Harriet non poteva credere a quello che i due amici le stavano raccontando. Ok che quel professore non la sopportava, ma addirittura tentare di infortunarla?
Il trio uscì dagli spogliatoi sovrappensiero e quando un Malfoy si mise fra di loro, Ron si mise fra i due sbuffando.
“Malfoy, ora basta!”
“Togliti dai piedi, lenticchia. Non devo parlare con te.”
Ron quasi gli saltò addosso nel tentavo di pestarlo, ma Hermione riuscì a trattenerlo, spostandosi di lato con lui.
“Bella partita, Potter.”
“Devi essere più carino con i miei amici.”
“Essere carino con quelli lì? Potter, è già tanto che sia qui a farti le mie congratulazioni.”
“Davvero ti stai congratulando con me?”
Draco sorrise, girandosi poi su se stesso per sparire nella coltra delle serpi.
Hermione e Ron si riavvicinarono alla piccola e subito vollero spiegazioni.
“Passi troppo tempo con quello, Harriet.”
“Ma Ron, è lui che mi cerca per…”
“Che vi siete detti?”
“Niente… Solite scemenze.”
“Anche prima?”
Harriet ci mise un po’ per capire di quale prima si parlasse e poi ricordò la carezza.
Arrossì portandosi una mano sulla guancia, abbassando lo sguardo al ricordo.
“Si… Anche prima.”
 
 
 
 
Note:  Lo so che è più corto degli altri, ma volevo chiuderlo con questa perla.
Insomma, questi due, non sono carini?
Grazie a chiunque sia arrivato sino a qui e chi, per mia gioia, voglia lasciarmi un commento!
  
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