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Autore: Sere J Potter DiLaurentis    15/11/2015    2 recensioni
E se Harry Potter avesse una cugina?
Scarlett Ferguson è una Serpeverde, amica di Draco Malfoy e compagnia a seguito. Visse una vita alquanto tranquilla fino a quando la sua strada non si incrociò a quella del famoso Harry Potter, nella fatale notte d’Agosto del 1993 sul Nottetempo.
Un banale incontro che avrebbe dato inaspettate conseguenze per l’intero Mondo Magico e per Scarlett stessa, la quale si ritroverà a scoprire un segreto di famiglia che sigillerà il suo destino.
Il destino inizia a giocare, muove le sue pedine e qualcuna verrà inghiottita dall'oscurità.
Tutti vorrebbero essere degli eroi, i prescelti, e molte volte si prendono decisioni sbagliate; decisioni che possono portare alla propria morte e a quelle di persone innocenti.
La verità è che tutti hanno sia luce che oscurità, ciò che conta è da che parte si sceglie di agire.
Harry, Draco e Scarlett sono intrappolati in un destino cruedele e non servirà a nulla ribellarsi: la loro storia è già stata scritta.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Grazie alla mia Sister (La mia Sirius) per avermi fatta tornare a scrivere questa storia <3



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Il quarto campione


 


Quella sera tutti erano in trepida attesa. Gli studenti erano disposti in fila all’ingresso del castello mentre i Capi Casa li osservavano uno a uno per assicurarsi che fossero in ordine per l’arrivo delle Delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang. Erano il biglietto da visita di Hogwarts, dovevano fare bella impressione.
Tutti impazienti, stretti nei loro mantelli per via dell’aria fredda, ma l’eccitazione per le scuole straniere non li faceva patire così tanto.
Alle sei in punto una grande carrozza approdò ai piedi del castello e, seguite dalla gigantessa Preside francese, le ragazze di Beauxbatons fecero la loro entrata lasciando letteralmente con le bocche spalancate tutti i baldi giovani di Hogwarts e attirando gli sguardi non poco irritati delle signorine.
La situazione si ribaltò quando dalle profonde acque del Lago Nero emerse una maestosa nave. Alti e vigorosi, anche gli studenti di Durmstrang giunsero nel castello attirando gli sguardi ammaliati delle giovani streghe di Hogwarts. Con indosso pesanti mantelli scuri fecero il loro entrata e quando tra loro spuntò Viktor Krum, un coro ridacchiante di ragazze si levò sopra i mormorii altrui.
«Oh santo cielo! Avete una penna? Qualcuno ha una dannata penna?» domandò freneticamente Daphne facendosi largo tra la folla. Ardeva per avere un suo autografo, come la maggior parte degli studenti.
«Che onore averlo qui! È il miglior giocatore del mondo! »
«Guardate che espressione seria ha in viso. È così affascinante!»
«Quei muscoli. Posso andare a toccarglieli?»
I commenti sul bell’aspetto di Krum furono infiniti senza aggiungere quelli su tutti gli altri studenti. Erano diversi dai ragazzi britannici e la loro presenza sembrava aver rallegrato molto le streghe di Hogwarts.
«Sembrano tutti così ombrosi» commentò Madison mentre gli ospiti passavano davanti a loro.
«Non tutti sono male. Sicuramente se sorridessero di più sarebbe meglio» puntualizzò Scarlett fissandoli.
«Bah!»
«Capisco perché non siano di tuo gradimento. Sono ben lontano da ciò che rientra nei tuoi gusti.»
Madison inclinò il capo, guardando l’amica con sguardo confuso. «Cosa vorresti dire?»
«Forse a te piacciono i tipi gioiosi e atletici come mio fratello.» Scarlett le lanciò quella frecciatina e notando il rossore sul viso della Grifondoro capì che ogni suo dubbio aveva ottenuto conferma. Conoscendo la timidezza di Madison, non si sarebbe mai dichiarata per prima: bisognava lasciare tempo al tempo.
Chissà, magari un giorno se la sarebbe ritrovata come cognata!
«Non preoccuparti, Maddy» le disse sorridente cingendole per le spalle «manterrò il tuo segreto. Posso complimentarmi riguardo al fatto che gli hai chiesto di farti ripetizioni anche se non ne hai assolutamente bisogno? Potresti fare concorrenza alla Granger in fatto di ottima media.»
«Ho pensato di farmi furba… chissà da chi ho imparato» rispose Madison lanciandole un’occhiata d’intesa prima di scoppiare a ridere insieme.
«Se può esserti d’aiuto, Mason odia quando le persone urlano, il suo libro preferito è babbano e ha a che fare con un signore, degli anelli e non ho ben capito cos’altro» la informò Scarlett sperando di aiutarla con qualche piccolo dettaglio in più. «Adora le torte di mele e la sua squadra di Quidditch preferita è il Puddlemere United»
«Grazie! Ne farò buon uso.»
Le due dovettero dividersi una volta giunte nella Sala Grande, ognuno doveva prendere posto al tavolo della propria Casata e, per gran sollievo di molti ragazzi, tutti i commenti sul bell’aspetto dei superbi studenti di Durmstrang cessarono. I presidi delle scuole straniere presero posto al lungo tavolo degli insegnanti, mentre i loro allievi sembrarono incerti su dove sedersi; alla fine le ragazze di Beauxbatons si sedettero al tavolo dei Corvonero e i giovani di Durmstrang a quello dei Serpeverde.
Scarlett e altre ragazze furono al settimo cielo, la maggior parte di loro fecero a gara per potersi sedere accanto ai ragazzi provenienti dall’Est Europa. La giovane Ferguson fu ben trattenuta da Theodore, anche se i loro rapporti migliorarono la gelosia era palpitante e anche comprensibile.
«Tuo fratello sembra aver già fatto colpo!» esclamò Blaise indicando Mason che sembrava essersi preso bene a chiacchierare con una delle graziose francesine.
Scarlett lo osservò prima di lanciare un’occhiata al tavolo dei Grifondoro e notare che Madison sembrava irritata da ciò che anche i suoi occhi stavano mirando. Scosse la testa prima di dedicare la sua attenzione agli amici di sempre. «Zabini sei anche tu geloso come il tuo amico qui, al mio fianco, perché i ragazzi di Durmstrang siedono con noi?» chiese indicando Theodore con un cenno del capo.
«Sinceramente poco mi importa.»
«Credi di non avere niente da invidiargli?» lo punzecchiò Daphne.
Il moretto si voltò lanciandole un’occhiata fulminea. «No, nella maniera più assoluta. Loro potranno sembrarvi forti e austeri, beh… la mia raffinatezza ed eleganza se la possono solamente sognare.»
«Si può sapere cosa avete voi due?» domandò Scarlett stufa dei loro battibecchi. «Ora so cosa provavate quando io e Draco eravamo in bega.»
Daphne e Blaise si lanciarono contemporaneamente un’occhiata e poi sbuffarono dandosi le spalle. Scarlett alzò le mani verso il cielo arrendendosi. La ragazza volse lo sguardo altrove, attorno a loro c’era ancora un po’ di caos per via dell’arrivo degli ospiti e dell’organizzazione per sistemarli al meglio che si potesse. Molti studenti dovevano ancora prendere posto e questo le fece capire che ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo prima che si potesse cenare. Appoggiò il mento sul palmo della mano con fare annoiata esattamente un attimo prima di accorgersi di un volto familiare tra gli studenti di Durmstrang. Lo sguardo cupo appartenente a quel viso sembrava essersi accorto di lei e ricordare a sua volta.
Era il ragazzo che alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch l’aveva esortata a tornare nel bosco; era certa fosse lui. Approfittandosi della confusione, il ragazzo si avvicinò a Scarlett. Pareva alquanto tranquillo, al contrario di lei.
«Ciao» salutò con semplicità.
Inizialmente titubante, Scarlett si alzò in piedi riflettendo che sarebbe stato più semplice parlare. «Ciao» ricambiò il saluto non sbilanciandosi più di tanto.
«Tu ricordi me, vero?»
La Serpeverde annuì. «Sei il ragazzo del bosco.»
«E tu ragazza molto testarda. Non pensi che sia un incontro destinato?»
«La mia fede nel destino è a livelli minimi.»
Il giovane comprese annuendo. Possedeva un’aria molto tranquilla, a detta di Scarlett; vederlo sotto la luce, emanata delle candele sopra di loro, le potè far notare meglio il suo viso e quegli occhi così cupi seppur sembrassero giada.
«Aleksej Petrovic, è il mio nome» disse tendendole la mano.
«Io sono Scarlett. Quindi… sei qui per il Torneo Tre Maghi.»
Aleksej sorrise scuotendo il capo e mettendosi le mani in tasca. «In realtà non ho età giusta. Io quindici anni e sono qui perché desiderare cambiare scuola. Ho fatto patto con mio padre: io vengo qui e osservo. Se alla fine di anno non cambio idea mi trasferisco qui» spiegò sperando che le lezioni d’inglese impartite negli ultimi anni fossero fruttate a qualcosa.
«Oh! E perché vorresti cambiare scuola? Ho sentito dire che Durmstrang è molto ambita, specialmente per i Purosangue.»
«Mai sentita in posto sbagliato?» chiese Aleksej con naturalezza. «Durmstrang ottima scuola, ma mio posto non si trova là.»
«Capisco» disse Scarlett non sapendo cos’altro aggiungere a riguardo, sicuramente apprezzava la sua tenacia nel seguire i suoi desideri. «E di che anno sei?»
«Io non aver capito proprio bene…»
La Serpeverde alzò una mano per scusarsi. «Quanti anni hai?»
«Oh!» esclamò sorridendo, evidentemente soddisfatto di aver compreso. «Quindici. Dovere fare quinto anno, ma hanno detto che qui chi nato dopo Settembre salta un anno.»
Scarlett annuì sorridendo sapendone qualcosa. Infatti lei era nata a Dicembre dell’anno 1979, come molti il suo primo anno slittò.
«Se non cambierai idea ci troveremo in classe insieme l’anno prossimo! Essendo Purosangue hai un buon cinquanta per cento di possibilità di finire in Serpeverde.»
«Sarebbe molto bello. Mi piacerebbe conoscerti meglio…» disse prima di essere chiamato da uno dei suoi compagni che lo esortava ad andare da loro. «Spero di riuscire a parlare ancora con te, signorina Scarlett» sussurrò facendole un lento baciamano prima di allontanarsi da lei.
La Serpeverde sentiva gli sguardi dei suoi amici addosso e prima di alimentare ulteriori pettegolezzi si sedette velocemente. Per sua fortuna Silente prese subito a fare il discorso di benvenuto per gli ospiti e qualche attimo dopo iniziò il banchetto. Nel corso della cena non poterono mancare i commenti idioti di Pansy e le frecciatine di gelosia di Theodore, stranamente Draco sembrò tranquillo. Il biondo era intento a fare amicizia con Krum, invece che guardare cosa faceva la sua migliore amica, e Scarlett la trovò una cosa buona. La ragazza tirò un sospiro di sollievo quando il loro Preside prese a spiegare meglio il Torneo Tre Maghi e rinnovò la sua felicità nell’aver le Delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang a Hogwarts.
«Ragazzi miei, permettetemi di presentarvi il signor Ludo Bagman, Direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, e il signor Bartemius Crouch, Direttore dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, che negli ultimi mesi hanno lavorato duramente per mettere a punto il Torneo Tremaghi. Questi integerrimi signori si uniranno a me, al professor Karkaroff e a Madame Maxime nella giuria che valuterà gli sforzi dei campioni.»
Con un cenno della mano, Silente indicò a Gazza di far trasportare quello che a tutti pareva un grande forziere antico. Anche i meno attenti vennero catturati dal suo ingresso e si sporsero in avanti per tentar di vedere meglio.
«Le sfide saranno tre, distribuite nell'arco dell'anno scolastico, e metteranno alla prova i campioni in molti modi diversi... la loro perizia magica, la loro audacia, i loro poteri deduttivi e, naturalmente, la loro capacità di affrontare il pericolo. Un campione per ogni scuola! Chi totalizzerà il punteggio più alto al termine della terza prova vincerà la Coppa Tremaghi. I campioni verranno designati da un selezionatore imparziale... il Calice di Fuoco!» annunciò svelando ciò che il forziere conteneva. Tutti gli studenti ammirarono con occhi lucenti immaginando di esser estratti come Campioni, una mesta delusione per coloro che avevano un’età inferiore a quella decisa per poter partecipare.
«Chiunque desideri proporsi come campione deve scrivere il suo nome su un foglietto di pergamena e metterlo nel Calice entro ventiquattrore. Domani sera il Calice restituirà i nomi dei tre che avrà giudicato
più meritevoli di rappresentare le loro scuole. Una linea dell’età posta da me farà sì che nessun furbastro provi nell’impresa di mettere il proprio nome ed essere scelto quando non ha le capacità più adatte per affrontare il Torneo» mise ben in chiaro Silente severo. Si prese qualche attimo di pausa prima di diventar ancor più serio per far seriamente riflettere gli studenti, non solamente i suoi. «Vorrei ricordare a tutti coloro che desiderano partecipare che il Torneo non va affrontato con leggerezza. Una volta che un campione sarà stato scelto dal Calice di Fuoco, lui o lei sarà tenuto a partecipare al Torneo fino alla fine. Inserire il vostro nome nel Calice costituisce un contratto magico vincolante! Non è concesso di cambiare idea una volta diventati campioni. Vi prego dunque di essere molto sicuri di voler prendere parte alla gara, prima di mettere il vostro nome nel Calice. Ora, credo che sia il momento di andare a dormire. Buonanotte a voi tutti!»
La Sala Grande si svuotò in fretta tra commenti sgradevoli riguardo all’incantesimo sull’età ed eccitati nel poter esser il prescelto della propria scuola. Chiunque fosse stato scelto si sarebbe sentito onorato nel poter rappresentare, sperando al meglio, il proprio istituto. Onore e Gloria, aveva detto Silente la prima sera.
Ogni campione si sarebbe mostrato valoroso cercando di superare ogni prova e avrebbe ricevuto la gloria meritata alla fine del Torneo. Anche per coloro che potevano solamente essere spettatori ci sarebbe stata molta esaltazione per quell’evento che alla fine si sarebbe rivelato… indimenticabile.
Quella sera, nessuno studente sembrò voler andar a dormire presto. Tutti si erano dati alle chiacchiere per il Torneo, pensando a chi poteva rappresentare al meglio la propria scuola. Riguardo agli studenti di Hogwarts c’era ancor più interesse per via delle Casate.
«Ho visto Warrington mettere subito il suo nome nel Calice. Pensate se un Serpeverde sarà campione di Hogwarts: che cosa sublime!» esclamò Daphne lasciandosi cadere su uno dei divani della loro Sala Comune.
«Quei Grifondioti rosicheranno a vita!» sghignazzò Pansy accoccolandosi addosso a Draco mentre Scarlett imitava il verso del vomito per ciò che stava vedendo. Era da un po’ che i gesti affettuosi della Parkinson verso Malfoy le davano il voltastomaco.
«Se mio fratello avesse l’età avrebbe messo il suo nome, non ho dubbi.»
«Ad essere onesti, non mi sarebbe dispiaciuto avere Mason come campione» commentò Theodore. «Credo che sia probabile che il Calice di Fuoco scelga un Corvonero. Chi meglio di loro potrebbe riuscire a destreggiarsi. Hanno una risposta per tutto!»
«Non è detto, Theo.» Blaise arrivò nella saletta e si unì agli amici nella conversazione. «Se guardiamo le qualità delle nostre Case, allora potrebbe essere scelto un Grifondoro per il coraggio, un Serpeverde per la furbizia e un Tassorosso… nah, loro no!» disse scoppiando a ridere. Come molti, riteneva irrilevanti gli studenti di quella Casa. Non trovava alcuna qualità positiva se non che alcuni erano facilmente circuibili, ma quella era una cosa buona per lui e quelli che volevano solamente sfruttarli.
«Ho sentito che Cedric Diggory voleva provarci» ricordò Scarlett.
«Il belloccio dei Tassi, vero? Anche se fa parte di quella marmaglia inutile, gli darei un’occasione di uscire con me se me lo chiedesse» fantasticò Daphne, rispetto agli altri della compagnia era più elastica riguardo gli studenti delle altre Case… l’importante era che avessero il sangue puro, il resto poco contava. Ecco perché Scarlett la tollerava di più rispetto ad altri.
«Peccato che non sappia neanche che tu esista» commentò Blaise facendo cadere un bel silenzio nel gruppo. L’aria tesa si poteva tagliare con un coltello. Zabini e la maggiore delle Greengrass si lanciarono sguardi di fuoco, talmente ardenti che neanche tutta l’acqua del Lago Nero sarebbe riuscita a spegnerli.
«C’è qualcos’altro che vorresti dire, Zabini?» chiese Daphne a denti stretti, sul punto di scoppiare.
«No» rispose lui impassibile.
«Bene!»
«Adrian mi ha detto che se verrà estratto un Serpeverde come Campione di Hogwarts possiamo organizzare una festa. Ha già chiesto il permesso a Piton» disse Theodore per evitare che quei due trovassero altro su cui discutere. Girava già un’aria pesante.
«Sarebbe così divino!» sbottò Pansy esaltata saltando in braccio a Draco. «Proverò a suggerirgli qualche idea. Potremmo essere tutti in maschera e magari a coppie…»
Scarlett scoppiò a riderle in faccia non riuscendo proprio a trattenersi. «Non spremere troppe le meningi, Pansy. Un Serpeverde potrebbe non essere scelto e tutti i tuoi piani di conquista andrebbero in fumo.»
«Piani di conquista?» chiese Theodore parendo confuso.
«Sei troppo carino quando fai la parte dell’ingenuo» sussurrò la ragazza carezzandogli il volto dolcemente e dandogli un bacio a fior di labbra. Poi si voltò verso Pansy e Draco, che sedevano sul divano opposto al loro e in quel momento li guardavano fissi. «La nostra cara compagna userà la scusa della festa per tentare di sedurre in tutti i modi possibili Draco, ma confido che lui non si accontenti di così poco.»
Pansy era pronta ad attaccare Scarlett con parole poco dolci, quando ad intervenire fu un pacato Theodore.
«Non dovresti intrometterti.»
«Come, scusa?» chiese lei con un sorriso confuso.
Nott non sembrava granchè divertito e continuò ad essere serio, visto che riteneva fosse tale il discorso.
«Se a Draco interessa Pansy non dovresti essere tu a dirgli se può o non può starci insieme. Al contrario dovresti essere felice se il tuo cosiddetto migliore amico ha trovato l’altra metà della mela.»
«Ma ti sei bevuto il cervello?!» esclamò Scarlett scostandosi dal ragazzo, il quale non ebbe tempo di ribattere. «Punto primo, togli “cosidetto” che è irritante. Punto secondo, se vuoi che Pansy sia la ragazza del tuo migliore amico allora gli vuoi proprio male!»
Pansy avrebbe ribattuto, ma Theodore la fermò erroneamente di nuovo: «Si può sapere perché te la prendi tanto?»
«Perché questa discussione è quantomeno stupida.»
«Quindi non vedo perché arrabbiarti tanto» continuò Theodore calmo.
«Sei tu che dici cose insensate!» ribattè Scarlett non curandosi degli amici lì attorno che stavano inermi senza poter dire niente.
«Non è che per caso sei gelosa di Pansy perché vuoi Draco tutto per te?»
E fu così che con quella domanda retorica, Theodore si beccò uno schiaffo in pieno viso da Scarlett che poi se ne andò in camera sua. Il silenzio che cadde dopo fu molto più pesante di quello causato da Daphne e Blaise qualche minuto prima. Non durò a lungo, grazie a Pansy che non riusciva a trattenere un sorriso divertito: «Finalmente qualcuno che ha buon senso, bravo Theodore!»
«Non l’ho fatto per te» sussurrò miseramente prima di sospirare stanco.
Zabini si sentiva dalla parte di Scarlett, avendo trovato quel discorso fuori luogo, ma per non sbilanciarsi non disse nulla. Daphne rimase in silenzio ancora irritata per Blaise. E Draco… lui si alzò per andarsene via sotto lo sguardo perplesso di tutti, ignorando Pansy che lo stava chiamando assillantemente.
«Cosa diamine gli è preso?» domandò agli altri. Scosse la testa non accettando quel suo comportamento. «No… io vado da lui.»
Blaise l’afferrò per un polso prima che potesse alzarsi dal divano. «Lascialo stare.»
«Cosa c’è, Zabini? Soffri di gelosia anche tu, come la tua amica Scarlett?»
Lo sguardo scuro e penetrante del ragazzo rimase distaccato, come la maggior parte del tempo. «Vuoi renderti ridicola ai suoi occhi mentre insegue un’altra ragazza?»
La Parkinson si divincolò dalla presa di Blaise e si rimise a sedere.


Draco entrò nella stanza di Scarlett senza neanche bussare e non curante che potesse esserci le sue compagne di stanza. Per sua gioia, non trovò nessuno eccetto lei. La ragazza gli mostrava le spalle mentre sedeva sul suo letto, in fondo alla stanza. Il giovane Malfoy si avvicinò a lei con passo determinato, solamente quando se la ritrovò di fronte, abbassò le sue difese.
«Stai piangendo?»
«No, guarda, mi sto allenando a fare la fontana vivente!» esclamò sarcastica prima di affondare il viso nelle sue mani.
Draco non sapeva come comportarsi granché modo; corrugò la fronte mentre ci pensava. Sicuramente ciò che aveva in mente non sarebbe stato ritenuto tanto consono. Su una cosa aveva l’assoluta certezza: non poteva starsene lì impalato a guardarla. Sospirando pesantemente sedendosi accanto a lei.
«Io non capisco cosa abbia in testa» iniziò Scarlett scoprendosi il volto e guardando verso l’alto, tentando di fermare le lacrime. «Credevo che andasse tutto bene, ma… è così diverso dall’anno scorso. Un po’ tutti lo sembrano in realtà.»
«Forse stiamo crescendo.»
«Direi, il cambiamento si sente. Blaise e Daphne che iniziano a litigare, Theodore che diventa tremendamente geloso e alle volte irritante. L’unica cosa che non sembra cambiata è l’ardore che Pansy trasmette quando ti è accanto» continuò Scarlett ritenendo che fosse tutto un bel disastro.
«Hai mancato una cosa che potrebbe altamente offendermi» disse Draco.
«Cosa?»
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca interna della mantellina un fazzoletto di seta. «Detesto vederti piangere. Seriamente, mi irriti» disse mentre Scarlett si asciugò le lacrime non riuscendo a trattenere un sorriso: i modi di consolazione di Draco Malfoy erano unici.
«Riguardo a Theodore, prova a capirlo. Se è geloso significa che ci tiene a te.»
«Sì, questo lo so, e può considerarsi una cosa buona quanto pessima se non si fida di me. La cosa che più mi ha fatto imbestialire non è stata proprio la sua gelosia. Mi conosci, non mi piacciono le frasi dette fuori luogo.»
Draco inarcò un sopracciglio continuando a guardarla. «Tanto fuori luogo non era. Se avessi intenzioni serie con Pansy non dovresti impedirmelo.»
«Cosa?!» sbottò Scarlett trattenendosi dal ridere, sapendo quando a lui desse fastidio esser deriso. «Io non voglio impedire niente e poi “intenzioni serie”, davvero? Non mi sembri proprio il tipo.»
«Perché no?»
«Vedo come ti comporti con le ragazze. Adori pavoneggiarti, ammiccare qualche sorriso e scoccare qualche sguardo per vederle sospirare ai tuoi piedi e giocare con loro» rispose Scarlett con sincerità e naturalezza. Perché mai doveva mentirgli quando lo conosceva e notava dettagli per cui lui tanto si vantava con i suoi amiconi?
«E poi Pansy, seriamente? Sai, andrebbe bene se vuoi adottare un cagnolino, ma come tua compagna… cadresti davvero così in basso.» Scarlett scosse il capo e fece un lungo sospiro prima di continuare il discorso. «Senti, non si tratta solo dell’antipatia che lega me a quella… cosa. Pansy non ha carattere, è solo una smorfiosa che si crede migliore di altri. Credimi, meriti di meglio… però, se ti piace posso rispettarlo. L’unica cosa che mi interessa è non allontanarmi da te di nuovo e se tu sei riuscito ad accettare vagamente Harry, io posso fare uno sforzo per non vomitare ogni volta che tu e Pansy potreste baciarvi.»
Draco si voltò per non far vedere mentre tratteneva a stento una risata divertita. Si domandò cosa sarebbe accaduto se Scarlett avesse saputo che l’unica ragazza che voleva baciare in quel momento era lei. Scosse il capo abbandonando in fretta quella fantasticheria: lei non avrebbe mai dovuto sapere.
Era combattuto. Probabilmente se non ci fosse stato di mezzo Theodore, sarebbe partito alla carica a conquistarla. In realtà voleva approfittarsi di quel momento di crisi tra i due, momento che secondo lui sarebbe diventato un periodo, ma fino a quando i suoi pensieri erano ancora confusi non si sarebbe sbilanciato più di tanto.
«Pensi davvero che merito di meglio?» domandò con tono superbo voltandosi verso di lei.
«Non iniziare a vantarti, Draco Lucius Malfoy!» esclamò Scarlett battendogli ripetutamente l’indice sul petto. «Sicuramente meriti di meglio rispetto ad un’oca starnazzante che bacia la terra dove cammini neanche fossi un Dio.»
«Mi compiace essere venerato.»
«Ecco perché io e te non dureremo neanche un secondo.»
Draco spense subito il suo sorriso di scherno. Indurì la mascella ripensando a ciò che aveva appena detto e si infastidì non poco. «Tu… tu non credi che io e te potremmo essere una coppia?»
«Non ho dubbi che siamo un’ottima coppia di amici, ma come… beh… fidanzati, proprio no. Siamo troppo diversi.»
«C’è un tale che sostiene che gli opposti si attraggono» replicò Draco ringraziando quando Blaise, in uno dei suoi tanti discorsi vanesi, aveva citato quell’affermazione.
A Scarlett non servì rifletterci a lungo, le sembrava troppo strano pensare a lei e a Draco come coppia. Lo stesso pensiero lo aveva avuto quando, settimane prima, Madison provò a farle notare gli sguardi di Malfoy. Lei era l’unica a trovare i suoi comportamenti nella norma?
«Mettiamola così, se proprio sembra che sono destinata a rimanere zitella, potrei proporti un bel matrimonio di convenienza.»
«Ecco che finalmente esce il tuo lato da Serpeverde! Ti interesseresti ai miei soldi!» sbottò Draco prima di scoppiare letteralmente a ridere.
«Sappi che ho molte qualità da Serpeverde, infinite!»
«…ma le riservi per il momento migliore?»
«Esatto» annuì Scarlett stringendosi al suo braccio e ringraziando il cielo, o qualsiasi altra forza più grande di loro, per averlo nella sua vita. In fondo Malfoy non era una cattiva compagnia quando non faceva l’egocentrico pomposo e senza dubbio riusciva sempre a tirarla su di morale. Scommetteva qualunque cosa che avrebbero avuto altri alti e bassi, come era comune in tutte le amicizie, ma alla fine credeva - o per meglio dire, sperava - che si sarebbero sempre ritrovati.
«Senti un po’: chi era quel tipo con cui hai parlato a cena?»
«Aleksej Petrovic. È uno studente di Durmstrang, ma a quanto pare vuole venir qui e quindi ha convinto i suoi genitori a farlo venire.»
«Se verrà qui diventerà senza dubbio un Serpeverde, per via del sangue puro» rifletté Draco.
«Gli ho detto la stessa cosa. A prima vista non sembra male e se la cava anche con l’inglese.»
Malfoy sbuffò facendo una smorfia indifferente. «Al giorno d’oggi, l’inglese è una lingua molto studiata dai maghi… e poi quanti anni ha?»
«Ha la mia età!» trillò Scarlett con un’ambigua gioia che sembrò far scattar all’attenti Draco. «Non so bene quando è nato, probabilmente in questo periodo quindi da regola accederebbe al nostro anno come ho fatto io essendo nata a Dicembre.»
«Pure nello stesso anno» mormorò il ragazzo tra sé e sé prima di udire l’orologio della scuola rintoccare le undici. «È meglio se vado. Tra un po’ arriveranno le tue compagne di stanza e oltre a fantasticare sul perché fossi qui, ti sommergerebbero di domande e, dopo quello che è successo stasera, penso che tu voglia riposare.»
Draco si alzò dal letto e si avviò verso la porta accompagnato da Scarlett. La sua speranza era di non trovarsi Pansy durante il tragitto verso il suo dormitorio, non l’avrebbe proprio retta quella sera e neanche Theodore se era ancora sveglio e gli avrebbe chiesto di Scarlett.
«Buonanotte, scricciolo» le disse lui uscendo dalla camera.
«Draco» lo chiamò Scarlett rimanendo sulla soglia. Lo guardò per qualche attimo prima di abbozzare un sorriso intenerito e dire: «grazie per stasera.»
Il Principe delle Serpi non riuscì a trattenere un sorriso, uno che si vedeva raramente: era dolce. E poi se ne andò.

***

Seppur il banchetto di Halloween era uno di quelli più amati dalle streghe e dai maghi di Hogwarts, quella sera quasi nessuno sembrava in vena di fare scorpacciate delle delizie cucinate dagli Elfi. Ovviamente c’erano delle eccezioni, Tiger e Goyle si abbuffarono come al loro solito e neanche Ron si trattenne.
Una cosa che invece accomunava i presenti era l’eccitazione che provavano. Erano incuriositi su coloro che sarebbero diventati i Campioni del Torneo Tre Maghi. Silente aveva detto che la selezione sarebbe avvenuta dopo cena, quindi non c’era da stupirsi se tutti speravano che il vecchio Preside finisse di cenare in fretta.
Quando la Sala venne ripulita, le chiacchiere emozionate aumentarono perché quello era il segnale ufficiale che l’attesa era finita.
Silente si alzò dal suo posto e, impugnando la bacchetta, spense tutte le luci cosicché la sola a risplendere fu quella del Calice di Fuoco, dove tutti gli occhi erano puntati.
Le sue fiamme erano scintillanti e bluastre, ma improvvisamente divennero rosse e ritirandosi verso il basso sputò il primo foglietto. L’attesa era alle stelle. Silente afferrò il pezzo di pergamena e annunciò:
«Il campione di Durmstrang è… Viktor Krum!»
Una marea di applausi si levarono in tutta la Sala, specialmente nel tavolo dei Serpeverde da quale Krum si alzò per dirigersi da Silente.
«Mio caro cugino pare essere il migliore» disse una voce alle spalle di Scarlett. La strega si voltò e vide il giovane Aleksej mostrarle quel suo sorriso furbo e compiaciuto. «Posso?» domandò indicando la panca.
«Prego, siediti pure!» lo accolse con gentilezza. «Scusa, ma hai detto… cugino?»
«Da… ehm, volevo dire, sì. Viktor è figlio del fratelo di mia madre, è grazie anche a sua fama se sono potuto venire qui… oltre alla grossa somma che mio padre ha messo nelle mani di Karkaroff.»
Scarlett annuì capendo che gli affari in Bulgaria non erano tanto diversi da quelli in Inghilterra. Con il denaro si poteva fare qualunque cosa, era un fattore su cui suo padre e suo fratello litigavano spesso. Ezekiel rispecchiava perfettamente il tipo di mago Purosangue, ricco e facoltoso mentre Mason si mostrava più umile e, seppur non schifava il suo patrimonio ingente, credeva che bisognava guadagnarsi le cose e non comprarsele.
«Non ho dubbi che se il campione di Hogwarts non sarà un Serpeverde, la maggior parte di noi tiferà per Viktor.»
«Io qui da un giorno, ma ho capito che voi Serpeverde selezionate bene persone.»
«Sì, siamo selettivi… però non malvagi come tutti credono» chiarì duramente Scarlett.
«Oh, da. Sentito dire. Rimango di mia stessa opinione: malvagi non si nasce, si diventa. Quindi un Serpeverde non è da considerarsi cattivo fino a quando non compie un’azione cattiva.»
Quelle parole erano state dette con schiettezza e sincerità, accompagnate da uno sguardo cupo. Scarlett ne apprezzò il pensiero, non solamente trovandolo sensato e adiacente a ciò in cui credeva da sempre, ma anche ragionato e ben definito. Aleksej sembrava incredibilmente saggio seppur fosse molto giovane: il suo sorriso delicato e gli occhi profondi non mostravano tutto.
«Il campione di Beauxbatons è… Fleur Delacour!»
Scarlett si era persa ad osservare il giovane bulgaro che a momenti si perse la seconda selezione. Come tutti applaudì, anche se storse il naso quando vide i ragazzi acclamarla neanche fosse una Dea scesa per degnarli della sua presenza. La sua reazione era molto simile a quella di altre ragazze, se non più leggeva. La Serpeverde giurò di aver visto qualche sua compagna prendere per le orecchie il proprio fidanzato per aver ammirato troppo a lungo la bella francesina.
Sbuffò, distogliendo la sua attenzione sugli altri e spostandola sul Calice di Fuoco che stava per nominare il campione di Hogwarts. I secondi che dividevano il lancio del biglietto e l’annuncio di Silente sembrarono interminabili. L’ansia era alle stelle, alcuni si tenevano per mano pregando che venisse selezionato un membro della propria Casa.
Le fiamme del Calice scagliarono in alto il pezzo di pergamena, lentamente scese nella mano di Silente e poi il momento della verità: «Il campione di Hogwarts è… Cedric Diggory!»
Il tavolo dei Tassorosso causò un tumulto di applausi e incitazioni per il loro beniamino. Il giovane prescelto si alzò battendo le mani e sorridendo ai suoi compagni che credevano sinceramente in lui. Coloro che non vennero scelti sbuffarono, ma alla fine applaudirono sperando che Cedric avrebbe fatto fare bella figura alla scuola.
«Suppongo che tiferete per Viktor!» esclamò Aleksej facendo ridere Scarlett.
Silente finì di applaudire e sorrise, aprendo le braccia. «Eccellente! Adesso abbiamo i nostri tre campioni. Confido che li sosterrete e acclamerete…»
Il Preside non riuscì a terminare il suo discorso; la sua attenzione,come quelli di altri, venne attirata dal Calice di Fuoco, le cui fiamme scintillanti spararono in aria un quarto sorprendente pezzo di pergamena. Come era successo con gli altri, il foglietto si posò sulla mano di Silente e, dopo aver letto il nome che v’era scritto, rimase visibilmente sorpreso.
«Harry Potter.»
Nella Sala Grande scese un gran silenzio e una tensione che poteva esser tagliata da quanto fosse spessa. Scarlett rimase letteralmente a bocca aperta, i suoi occhi cercavano disperatamente il cugino, non si unì nemmeno ai mormorii che iniziarono a sollevarsi qualche attimo dopo lo shock iniziale. Udì Aleksej dire qualcosa nella sua lingua ad un ragazzo di Durmstrang.
Silente chiamò Harry un paio di volte e, seppur titubante, il ragazzo si alzò dal tavolo dei Grifondoro e, sotto gli occhi esterrefatti di tutti, camminò verso il Preside.
Si sentiva nudo ed inerme di fronte agli sguardi e ai commenti giudiziosi di tutta la scuola. Vestiva perfettamente i panni di quel serpente che accidentalmente liberò prima di andare ad Hogwarts, o di qualsiasi altro animale che veniva messo in una teca ed esposto.
Il punto è che non aveva fatto niente! Non aveva messo il suo nome nel Calice, anche perché non poteva per via della linea dell’età creata da Silente. Il Preside l’aveva detto la sera prima: nessuno studente al di sotto dei diciassette anni sarebbe mai riuscita a varcarla. Quindi tutti ne erano a conoscenza, eppure perché a Harry sembrava di essere sotto esame?
Senza sorridere, Silente gli mostrò dove doveva andare e dopodichè lo seguì con gli altri presidi e le persone che collaboravano per il Torneo. La loro uscita fece aumentare il brusio già accentuato per quel colpo di scena.
«Come diamine avrà fatto lo Sfregiato?» si domandò Theodore.
«Sicuramente è stato uno studente più grande» lo seguì a ruota Daphne, con aria saccente.
Scarlett inarcò un sopracciglio immaginando che avrebbe sentito commenti simili per tutta la sera. Cercò di ignorarli concentrandosi sulla sua preoccupazione principale.
«Aleksej, non è che sapresti dove hanno portato i campioni?»
Il ragazzo scosse la testa dispiaciuto poco prima di sentirsi chiamato, gli studenti di Durmstrang stavano uscendo così come quelli di Beauxbatons e anche i direttori delle Case di Hogwarts incitarono i propri studenti a sgomberare e dirigersi nelle proprie Sale Comuni.
Scarlett salutò velocemente Aleksej per raggiungere suo fratello sfruttando il caos che si era creato. Sperava che lui avesse qualche informazione in più. La Serpeverde si fece largo tra la folla di studenti, evitando di incappare nei Capi Scuola o nei Prefetti che stavano aiutando a far lasciare la Sala Grande.
Non appena avvistò Mason corse nella sua direzione.
«Sai qualcosa di questa storia?» chiese senza perder tempo.
«Come potrei? È stata una sorpresa per tutti!»
«Strano per te non avere la risposta pronta. Solitamente sai tutto» borbottò Scarlett prima che il fratello l’afferrasse di colpo per il gomito, prendendola in disparte.
«Senti, capisco che sei nervosa e permettimi di dirti che quando lo sei, risulti molto irritabile!» sbottò prima di ammorbidire la presa fino a mollarla del tutto. Mason sospirò, quella storia del quarto campione gli puzzava non poco. «Trovo strano anche io cos’è appena accaduto. Non posso permettermi di affermare di conoscere nostro cugino come te, ma sono alquanto convinto che non sia così idiota da far mettere il suo nome nel Calice di Fuoco. È una constatazione dettata dal mio spirito di osservazione e sai che raramente fallisco.» Scarlett gli fece un cenno d’assenso, conosceva bene le capacità percettive del fratello maggiore e non poteva che trovarsi d’accordo.
«Credi che mi stia preoccupando per niente? In fondo non possono farlo gareggiare visti i limiti d’età imposti» disse lei.
Mason non parve della stessa opinione. La sua fronte si corrugò leggermente. «Temo invece che non abbia via di scambio. Non ricordi cosa ha detto ieri Silente? Il Calice di Fuoco lega, tramite contatto magico vincolante, il campione al Torneo. Dubito che Harry abbia via di scampo.»
«È ridicolo!»
«Invece è così, Scarlett. Ho le mie perplessità che riesca a cavarsela, anche se tecnicamente parlando è una leggenda vivente.»
«È un ragazzo come un altro, solo che ha sulle spalle qualcosa più grande di lui… comunque, il fatto è un altro adesso. Questa situazione non mi piace per niente e non vorrei far l’uccello del malaugurio, ma quest’anno andrà di mer-»
Mason le mise subito una mano sulla bocca. «Ho capito, non serve essere scurrili. Senti, ora è meglio andare a dormire. Ora come ora, non c’è niente che possiamo fare.»
Scarlett annuì concordando e dopo essersi salutati con un bacio sulla guancia, si divisero ognuno andando per la sua strada. La Serpeverde evitò di fermarsi nella Sala Comune per non dover sentire gli spocchiosi e maligni commenti dei suoi compagni di Casa e andò direttamente in camera sua. Come si aspettava, era vuota. Si buttò a capofitto sul letto, intuì che sarebbe stata una lunga notte. Quella storia non le piaceva proprio per niente e non solo perché Harry ne era pienamente coinvolto, anche perché stavano accadendo troppe cose strane nell’ultimo periodo.
Il Marchio Nero, i suoi sogni, Harry che diventa il quarto inaspettato campione… tutto troppo strano.
In quel momento più che in ogni altro, detestò il fatto di non possedere un briciolo pazienza. Voleva sapere dov’era Harry e cosa diamine stesse accadendo!
Chiuse gli occhi lasciandosi andare alla stanchezza e in pochi attimi si addormentò.
Il giorno dopo la preoccupazione per Harry non svanì, in realtà era più grande e per questo, appena sveglia, Scarlett si preparò in fretta e furia così da poter andare dal cugino.
Passando per la sua Sala Comune si accorse che molti erano già intenti a discutere su Potter e a fare scommesse riguardo alla sua sopravvivenza al Torneo Tre Maghi.
Scarlett cercò di passare inosservata, ma per fortuna i presenti erano troppo presi a fare gli sbruffoni che ad osservare quello che faceva e riuscì a filarsela. Voleva raggiungere la Sala Comune dei Grifondoro per vedere se Harry era tornato là.
La lunga dormita non sembrava averle fatto granchè bene: oltre all’espressione corrucciata, che raramente si vedeva sul suo viso, mandò al diavolo, piuttosto pesantemente, quel burlone di Pix che già di prima mattina faceva scherzi a chiunque incontrasse.
Scarlett trovò Harry al secondo piano, una gioia siccome le toccava passare per sette piani prima di raggiungere la Torre dei Grifondoro. Non lo lasciò neanche salutare che prese subito a parlare.
«Non so nulla riguardo a ciò che è successo ieri sera. Nessuno ci ha detto niente... in realtà molti fanno supposizioni, immaginerai i commenti poco educati dei miei compagni di Casa. Beh, loro lasciali parlare, ciò che invece non devi tralasciare è che sono qui per ascoltarti.»
«Non sono stato io. Non ho messo il mio nome del Calice, mi credi?»
«Certo che ti credo! E ora cosa accadrà? Ti lasciano gareggiare?»
Harry sospirò ripensando alla serata precedente, una delle peggiori che avesse mai passato. Il sostegno di Scarlett lo aiutava sicuramente più di Ron, che invece aveva preso ad ignorarlo.
«A quanto pare non si può spezzare questo “contratto vincolante”. Giuro di aver sentito queste parole almeno una decina di volte!» sbuffò stanco. «Comunque sì, mi fanno gareggiare e hanno detto che la prima prova avverrà il 24 novembre davanti a tutti gli studenti e alla commissione giudicatrice. Direi che sono piuttosto fregato visto che non è permesso chiedere o accettare aiuti dagli insegnanti per portar a termine la prova. Possiamo solo usare la bacchetta. Non ci vuole un Corvonero a capire che sono svantaggiato!»
La Serpeverde inarcò un sopracciglio riflettendo su quella situazione più che grave e da furbastra quale era, aveva già trovato una scappatoia, o perlomeno un aiuto. «Hai detto che non potresti chiedere aiuto ai tuoi insegnati… ciò non coinvolge gli studenti. Quindi direi che proprio svantaggiato non sei. Oltre ad avere un’astuta e ingegnosa cugina…»
«Aggiungerei, molto modesta» disse Harry prima di beccarsi una sberla scherzosa sulla spalla.
«Mason è un segugio per qualsiasi cosa ed è molto arguto, lui ti aiuterà di sicuro. Ovviamente non dobbiamo dirlo a nessuno… anche se credo che Silente chiuderà un occhio visto la predilezione dei tuoi confronti.»
Il ragazzo sospirò avvilito, prima di passarsi una mano sul viso. Gli importava ben poco di non esser creduto dalla maggior parte, lui sapeva benissimo di non aver messo il suo nome nel Calice!
Ciò che lo turbava erano soprattutto le prove. Per Scarlett era semplice dire che lo avrebbero aiutato, ma alla fine a gareggiare ci sarebbe stato solamente lui. Si domandava anche chi avesse potuto mettere il suo nome e soprattutto perché. L’idea che qualcuno lo volesse morto lo sfiorò un paio di volte.
«L’unica cosa positiva è di esser esentato dagli esami finali.»
Scarlett gli passò un braccio dietro al collo e lo attirò a sé iniziando a camminare per il corridoio. «Cerca di pensare positivo, perché per qualsiasi cosa avrai me al tuo fianco… e anche Mason. So che non avete una grande confidenza, ma penso che sarebbe felice di conoscerti un po’ meglio. Ancora di più aiutandoti, in fondo non vede sempre l’ora di mostrare la sua intelligenza» disse con un sorriso divertito.
«Sei proprio sicura che il Cappello Parlante non abbia sbagliato la tua Casa di appartenenza?»
Harry era ancora un po’ dubbioso sul fatto che i Serpeverde potessero essere solidali senza aver un secondo fine, seppur Scarlett gliene avesse dato prova più volte.
«Credo che fosse alquanto sicuro!» rispose Scarlett non riuscendo a trattenere una risata. Andava fiera di essere una Serpeverde, anche perché nel profondo sperava di essere una delle streghe che non sarebbero finite sulla via del male. Non aveva dubbi che la sua Casa non si fermasse a questo. I Serpeverde erano ambiziosi e scaltri, ma sapevano anche essere dei buoni leader ed erano molto intraprendenti.
«Forza e coraggio, Harry Potter. Ti attende un periodo alquanto difficile, ma non sei solo» sussurrò Scarlett prima di scioccargli un bacio sulla guancia e continuare insieme il percorso… e non solo quello del corridoio.



Note Autrice:
Eccoci nel vivo della trama per quanto riguarda questo quarto anno!
Harry è stato scelto come Campione e Scarlett si è schierata dalla sua parte; vedremo le ripercussioni di questa sua scelta e non saranno affatto positive.
I giovani iniziano a farsi le ossa e questo sarà utile per il futuro e ciò che prospetta per ognuno di loro.
Subirete tanto, ma tanto angst, nessuno potrà dire di aver vita facile.
Un bacione e grazie a tutti per aver letto e perchè state continuando a seguire la mia storia <3
-S

 

 

   
 
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