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Autore: Dwin87    28/02/2009    12 recensioni
Quel giorno, prima o poi, avrebbe dovuto bussare alla loro porta...
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La sfida più grande

La sfida più grande

 

Scatola dei ringraziamenti:

 

Lady K: Grazie dell'incoraggiamento, farò del mio meglio per non deludere le aspettative.

Tiger Eyes: Apprezzo molto il tuo commento e anche il fatto che tu mi abbia fatto notare quei due errori, che probabilmente mi sono lasciata

sfuggire nella rilettura (ahi ahi ahi). Grazie dei complimenti, sia per quanto riguarda la one-shot che per la long fiction.

Rakiy: Come vedi ho aggiornato abbastanza velocemente, sono contenta che il prologo ti abbia incuriosita era proprio ciò a cui miravo. Grazie anche a

te per i complimenti.

Ilarietta_chan: Rischierò di divenire molto ripetitiva con questo, ma grazie anche a te.

Maryku: Anche se ancora devo imparare a utilizzare al meglio questo nuovo utilizzo della prima persona, ti ringrazio per i complimenti, spero di non

deludere alcuna aspettativa riposta.

Gabrychan: Alla tua domanda posso rispondere solamente con un 'chissà… vedremo' eh eh.

Akane25: Sono proprio contenta di rivederti anche qui, sono felice che ti piaccia il mio stile. Si in effetti adoro sviscerare i personaggi nella loro caratterizzazione

interiore, come vedrai di capitolo in capitolo.

Saku068: Un grazie infinito anche a te.

Laila: Hai colto in pieno il significato del titolo, comunque leggendo questo capitolo chiarirai

i tuoi dubbi su Nodoka e Akane.

fmi89: Sono compiaciuta del fatto d'aver suscitato un pizzico di curiosità, come sono felice che ti sia piaciuto il prologo.

Okonomiyaki: Mio Dio! Hai scritto una fanfic nella fanfic, la tua recensione è più lunga del mio prologo! Ti ringrazio tanto, ho molto apprezzato il tuo commento

e spero continuerai a seguirmi.

Ery_chan: Grazie anche a te per i complimenti sullo stile e tutto il resto.

 Mi scuso per aver alleggerito le risposte ai vostri commenti, prometto che nei prossimi capitoli troverò modo di farmi perdonare. Si sa che purtroppo il tempo è denaro. Chiedo venia anche per la monotonia nei singolari commenti di ricambio (non avrei saputo, sinceramente, cos'altro scrivere se non dirvi grazie). Ora vi lascio seriamente, alla prossima.

 

 

 

 

 

 

Capitolo Primo

 

Sono queste le ore che preferisco, quando attraverso due strati di vetro, il sole

languido si scioglie dietro le case, e proietta attraverso i cirri, quelle ombre semi grigie e lunghe che paiono trucioli di matita sfumati con le dita.

Un acquerello che guardavo spesso da bambina, quando mia madre aprendo le imposte canticchiava una canzoncina allegra, sollevando l'indice verso quello spettacolo, che puoi osservare solo se elevi lo sguardo un po' più su degli altri. Sospiro brevemente, tirando su col naso mentre mi stringo nelle spalle. L'inverno quest'anno è arrivato anzitempo…lo noto osservando il condensarsi del mio respiro sui vetri.

Sorrido.

Poso l'indice sulla superficie lucida, componendo gli ideogrammi del mio nome.

'É una sorta di magia, Akane, osserva attentamente: quando fuori fa freddo,

ciò che disegni su di un vetro, temperato dallo speciale inchiostro dell'inverno,

non scompare mai'.

Non ho mai smesso di credere a quel che mi disse mia madre allora.

Una parte di me vuole ancora pensare che certe favole siano vere.

Strofino il vetro con la manica, per poi soffiare ancora il respiro caldo

sulla sua superficie. Lo strano incantesimo si ripete sempre e anche se ora che sono cresciuta, so benissimo da cos'è dato questo fenomeno, cerco di far sì che per me rimanga sempre una sorpresa.

Era la nostra magia.

Tento di ricacciare indietro qualche lacrima. Stupida Akane! Scuoto

il capo per cancellare l'amarezza dell'attimo, distaccandomi dalla finestra.

Solamente il bussare della porta riesce a distrarmi dai ricordi. Tento di ricompormi come meglio posso, dando un'occhiata fugace al piccolo specchio abbandonato sulla scrivania per essere sicura d'aver eliminato ogni traccia del mio malumore.

"Posso entrare cara?" la voce di Nodoka irrompe senza che abbia avuto il tempo di rispondere; avanza e si ferma davanti a me sorridente, come il suo solito.

"Scusami zia, ero sovrappensiero" mento, volgendomi solo ora ad accoglierla come si deve. In cenno di saluto, abbasso appena il capo, volgendolo a destra e a sinistra per prodigarmi nel cercarle un posto dove sedersi.

"Non preoccuparti, piccola mia, sarò breve" mi fa cenno con la mano.

La guardo interrogativa, rimanendo in pieni di fronte a lei in preda all'imbarazzo.

So che è strano da parte mia, anche se ormai ho molta confidenza con lei,

ma non posso far a meno di distogliere lo sguardo dal suo.

Il mio comportamento non è dato dal fatto che sia la madre di Ranma, ma

non saprei descrivere la sensazione che mi dona questa donna: la sua calma, i suoi modi, il suo stesso parlare; è come se davanti a me ci fosse lo specchio di ciò che non sarò mai, ho l'impressione che la sua perfezione, per quanto sia semplice, sia in grado di offuscarmi completamente.

Sono stupida, lo so, ma è così.

"Ti ascolto" rispondo sbrigativa senza spostarmi di un passo.

La sento prendere un respiro, come se dovesse cominciare un discorso infinito. "Tesoro, preferisci un abito da sposa tradizionale od occidentale? L'altra

volta eri così bella e così esotica, opterei per una scelta simile…".

Risollevo lo sguardo inebetita. Credo d'aver perso il filo del discorso ancora prima

che lei cominciasse a parlare. Sposa?

Sgrano gli occhi, tanto che le pupille divengono due puntini inesistenti al loro interno.

Apro la bocca per dire qualcosa, ma stranamente non ne esce nulla, solo un filo

d'aria che passa tra i denti.

Un'idea strana ha cominciato a serpeggiarmi in mente ingannatrice, ma la respingo, permettendo alla zia di finire il discorso.

"Dalla tua reazione, suppongo che l'idea non ti vada molto a genio. Oh sì, forse è meglio optare sul tradizionale" continua.

Ma si può sapere di cosa accidenti sta parlando?

Un flash mi attraversa la mente in un nano secondo.

"Kami, spero non stiate architettando un altro matrimonio combinato!" la tonalità

della mia voce è cambiata, segno che sto cominciando a innervosirmi.

Non è un buon segnale.

"Esattamente piccola mia" risponde lei sorridente. La guardo esterrefatta.

Come può dire una cosa simile con tanta naturalezza? Se poco fa provavo vergogna, ora l'unico sentimento che riesco a distinguere è la rabbia. Non si sono ancora arresi? Possibile che non capiscano?

"Nemmeno per sogno! Voi tutti sapete cosa pensiamo io e Ranma di tutto questo,

non intendo prendere parte a un'altra pagliacciata! Quei due! Hanno avuto il

coraggio di coinvolgere anche te?"

Quando mi accorgo di aver alzato un po' troppo la voce arrossisco, distogliendo

immediatamente lo sguardo.

"Il mio no rimarrà invariato, lo sai" esordisco con un minimo di autocontrollo.

.

 

"Hai sentito Tendo? Questa non ci voleva, tua figlia è veramente cocciuta! Lo dicevo io che con lei sarebbe stato difficile...dobbiamo escogitare qualcosa!". Rimango poggiato alla porta con entrambe le mani, annuendo alle parole del mio migliore amico senza ascoltare realmente ciò che sta dicendo.

Sono troppo concentrato ad ascoltare il discorso che sta avvenendo all'interno.

Solo la mole dell'altro mi distrae per un istante dal mio da fare.

"Puoi spostarti? Non vedi che mi stai schiacciando Saotome?" protesto sospingendolo via. Non riesco a sentire nulla con tutto questo pandemonio.

"Allora? Non mi hai risposto" come faccio a spiegargli che non lo stavo ascoltando?

Forza Nodoka! Insisti cara, vedrai che una donna come te riuscirà sicuramente nel suo intento. Annuisco incrociando le braccia al petto.

"Tendo? Tendo!" talvolta quest'uomo riesce a far saltare i nervi anche a me, l'essere più pacifico di questo mondo. Sollevo lo sguardo, ficcandogli un gomito tra le costole.

"Sssh! Zitto e ascolta, non hai un minimo di rispetto per chi sta tentando l'impossibile!"

Mi guarda torvo, facendomi notare che sono l'ultimo a dover menzionare quel particolare termine. Oh, al diavolo! É un crimine volere il bene per la propria bambina?

Se un giorno dovesse capitare un malintenzionato e lei dovesse innamorarsi di lui

e mandare a monte il fidanzamento con Ranma? Se quest'omaccio, appartenesse

ad una banda di teppisti? Oh Kami! Solo immaginare la mia bambina in sella

su di un bolide, dietro un capellone coi capelli puntuti mi toglie dieci anni di vita.

"Bambina mia…" piagnucolo attaccandomi alla gamba di Genma.

"Tendo che ti prende? Io non sono tua figlia. Lasciami per diana!"

Scuote la gamba, tentando di scrollarmi via di dosso.

Per la felicità della mia piccola Akane, questo e altro! Sarei capace di

farmi investire da un treno per supplicarla di sposarsi.

"Secondo me non ci riesce, tua figlia non è come quel pesce lesso di Ranma…"

continua a ciarlare insulsamente... quest'uomo non ha alcuna fede.

Sollevo poi lo sguardo dietro la schiena del mio amico, notando lo scintillare

pericoloso degli occhi del futuro sposo.

Alzo l'indice repentino per avvertire Saotome dell'imminente pericolo, ma

il ragazzino a quanto pare è più veloce di me e assesta un calcio ben piazzato

diritto in faccia al padre.

"Chi sarebbe il pesce lesso? E voi due cosa ci fate attaccati come cozze

alla porta di Akane?" chiede visibilmente alterato, il sorriso sghembo che

subito dopo mostra sulle labbra non presagisce nulla di buono.

Devo inventare una scusa buona e in fretta anche, ne va del destino della

palestra!

"Ranma! Proprio te cercavo!" sorrido scioccamente avvicinandomi al ragazzo

per agguantarlo con l'avambraccio attorno al collo.

"Me?" il suo sguardo cambia, divenendo interrogativo. Non basterà questo

a distrarlo, riesco a carpire i segni di un suo imminente malumore, provenire dalla tensione delle sue braccia che mano a mano si fa sempre

più evidente.

"Certo! Non fraintendere, io e tuo padre stavamo solamente cercando di

proteggere l'entrata della porta di Akane dal maestro. Chissà dov'è andato

quel vecchio maniaco, stava cercando di trafugare nuovamente la biancheria

di mia figlia. Dico, ti rendi conto? Cosa devono fare due poveri vecchi per

mantenere questa casa serena?" forse il mio discorso comincia a fare il suo effetto, sento il giovane Saotome irrigidirsi sotto il braccio... sembrerò stupido ma so sfruttare i suoi punti deboli.

Lo sanno tutti che sotto sotto ci tiene a mia figlia e se come contorno aggiungiamo anche il maestro, il gioco è fatto.

Dietro di me Genma comincia a riprendersi, tiro un sospiro di sollievo. Questa volta credevo d'averlo perso sul serio.

"Cos'ha fatto quel vecchio feticista? Se lo prendo, lo spezzo come un grissino!"

colpito e affondato. Quanto sono furbo!

Si sta scaldando, si libera della mia presa dandomi una spinta poco delicata,

non importa, ciò che conta è averlo convinto a stare lontano da qui per un po'.

Spicca due o tre salti sparendo dietro l'angolo infuriato.

"Scusami ragazzo mio, questa volta però è per una giusta causa"

Annuisco afflitto, escogitare questi metodi mi ferisce talvolta… ma, in questi casi

è consentito qualsiasi mezzo per farli convolare a nozze!

"Quel ragazzo non ha proprio rispetto, ai miei tempi i figli consideravano di

più i genitori" Saotome senior borbotta qualcosa alle mie spalle, ma cerco di evitare

i suoi discorsi, l'importante è concentrarsi sulla mia bambina ora.

Forza Nodoka!

.

 

Osservo nervosamente l'orologio posto al muro. Non riesco a credere che anche lei sia coinvolta in tutto questo. Me lo sarei aspettata da papà e il signor Saotome,

non dalla zia.

Inarco le sopracciglia, mentre il livore si fa sempre più intenso, manifestandosi sulle mie guance.

"Tesoro, so che tutto sembra così improvviso ma, oramai, tu e mio figlio siete fidanzati ufficialmente da quattro anni. É giusto che siate tu e Ranma a prendere in mano il destino di questa palestra e, inoltre, desidero così tanto dei nipotini!"

La rabbia si trasforma nuovamente, divenendo imbarazzo. Credo di non essermi mai sentita più a disagio in vita mia! Stiamo scherzando?! Ha nominato addirittura la prole!

Tento di scacciare via l'improbabile immagine di me come gestante e mi sposto

di alcuni passi.

"Cosa stai dicendo? Io e Ranma non ci sposeremo mai e poi mai! E’ arrogante, immaturo e mi tratta come se fossi la ragazza più antiestetica di questo pianeta! Dimmi, come potrei desiderare un uomo del genere come marito"

il mio tono si è innalzato, di proposito, nuovamente.

Non posso trattenermi, quando si parla di quel borioso, mi riesce piuttosto

difficile rimanere calma.

Nodoka se n'è accorta, mi ha posato una mano sulla spalla cercando di tranquillizzarmi vanamente.

"Capisco il tuo nervosismo, mi sentivo così quando ho sposato mio marito. Genma non sarà esattamente un uomo da prendere come esempio: è subdolo, materialista, decisamente poco adatto ad arruolarsi come consorte modello. Posso dirti che non mi sono mai pentita di averlo scelto tra tanti... è stato capace di crescere il mio Ranma da solo e, seppur non sia stato un esempio brillante, l'ha trasformato nell'uomo del quale vado molto orgogliosa. Non posso dire di conoscere mio figlio, sicuramente tu hai più familiarità di me, ma mi accorgo di quanto tenga a te. Non tutti hanno la capacità di rivelare certe cose, mia cara, e credo che questo tu lo sappia meglio di me… dimmi se sto sbagliando…".

Le sue parole mi confondono a tal punto da non sapere cosa rispondere, la sua devozione, il suo modo d'esprimere concetti, in questo momento, mi appaiono sotto una luce del tutto nuova. Abbasso lo sguardo, ciò che mi sconvolge non è ciò che ha detto, ma come lo ha fatto.

É così uguale a lei, così simile a mia madre.

Prendo un sospiro profondo, sforzandomi di sorriderle.

Non riesco a far altro al momento, c'è del vero in ogni sua singola parola. Sino ad ora non avevo mai trovato nessuno capace di mettermi alle strette.

Se un'altra si fosse trovata al mio posto, avrebbe sicuramente accettato senza ripensamenti.

Chiudo gli occhi. Purtroppo io sono sbagliata, zia.

"Non posso accettare un matrimonio combinato… mi capisci?"

Lei mi posa una mano sulla nuca, carezzandola, senz'aggiungere altro.

Non le rivolgo altri sguardi diretti, ma apprezzo che abbia capito le mie ragioni, almeno lei.

Mi siedo su letto, tirando, almeno per ora, un sospiro di sollievo.

.

 

"Oh Nodoka!"

Come potrei non commuovermi dopo le parole che quella donna è stata capace di proferire?

Quale poesia si nasconde dietro un animo così fragile e rispettoso?(.) Mi chiedo come Saotome possa trattarla male, talvolta, sapendo di che pasta è fatta. Un angelo simile non merita uno zoticone come lui!

Volgo lo sguardo, avvertendo sotto di me l'inumidirsi improvviso del pavimento.

Che siano lacrime, le sue? Allora non è insensibile come credevo!

Solamente posando lo sguardo sulla figura di un panda troppo cresciuto che gioca con non curanza con un pallone, posso tranquillamente ricredermi.

Appiattisco le palpebre l'una sull'altra, tirando un enorme sospiro.

"Io non ti capisco amico mio, quando ti hanno generato hanno dimenticato d'infilarti un cuore nella gabbia toracica o cos'altro?" lui si limita a sollevare un cartello indecifrabile, che non fa altro che imitare il verso di un panda scritto in ideogrammi giapponesi.

Non so se ignorarlo o utilizzare quell'insegna come possibile arma per picchiarlo.

In nome della mia indole, opterò per la prima scelta.

Rimane comunque il problema del matrimonio. Se nemmeno Nodoka è stata capace di smuovere quella testarda di mia figlia, chi riuscirà a farlo?

Cosa dovrei fare? Indurre con qualche giochetto strano e complicato, quel povero Ranma a chiederle personalmente di diventare sua moglie? Scuoto il capo sollevando lo sguardo al cielo, mentre il chiavistello della porta si sposta e con la velocità di un fulmine mi sposto, trascinando Saotome dietro di me.

Rimaniamo comunque a osservare la scena da dietro l'angolo, attendendo il responso finale della donna del mio amico.

Un momento.

Cos'ho pensato poco fa?

Indurre Ranma a chiederle di sposarlo…

Stampo un machiavellico sorrisetto sulle labbra. In questo caso, credo di sapere come corrompere un'altra persona di mia conoscenza.

"Saotome, andiamo, dobbiamo parlare col maestro!"

.

 

"Se riesco a beccare quei due infingardi, giuro che una volta che avrò finito con loro non si riconosceranno nemmeno allo specchio!"

Malandato. Decisamente mal ridotto, mi accingo a riprendere la strada di casa.

Non solo ho rincorso quel vecchiaccio inutilmente per l'intera Nerima, ma, oltretutto, ho anche fatto un bel bagno di fuochi d'artificio grazie agli Happo-dai-karin di quel ninfomane!

Giuro che questa me la pagheranno cara, quegli escogita trucchetti. Come ho fatto a essere così scemo da creder loro?

Era più che palese che stessero architettando un'altra delle loro.

Kami, la mia ottusità ha dei limiti. Sono semplicemente troppo ingenuo talvolta per afferrare al volo certe cose.

Porto una mano a ripulire il disastro di fango e cenere che mi ricopre interamente.

Anche oggi sono da buttare, tanto per cambiare.

Prego solo che almeno per oggi, fidanzate e rivali abbiano qualcosa di meglio da fare, anche se dubito fortemente di questa mia speranza.

Socchiudo una palpebra, quando una scarica velenosa mi attraversa la spina dorsale in tutta la sua lunghezza.

Accidenti, questa volta stavo per rimetterci davvero le penne.

Possibile che ogni scontro tra me e quel vecchio debba svolgersi in spogliatoi, bagni pubblici femminili o altri stra maledettissimi posti dove vengo sempre scambiato per maniaco?

Mi fermo dinanzi all'entrata, oh, questa volta nessuno salverà quei due dalla mia ira.

Lancio un'occhiataccia ai lembi stracciati della mia casacca, dopotutto la vendetta è un piatto che va consumato freddo. Prima di tutto un bagno. Strizzo gli occhi, portando l'indice e il pollice a stringere la punta del naso.

Che odore nauseante, nemmeno fossi caduto in una discarica.

Stiro le braccia, augurandomi che perlomeno il piano inferiore non sia invaso da altri pericoli.

Calma piatta, meglio così.

Mi fermo dinanzi alla porta del bagno senza entrare.

'Tra dieci giorni a partire da ora, vi sposerete'.

Dovrei evitare di pensarci, in fondo, è successo più di una volta che abbiano provato a costringerci a convolare a nozze senza preavviso.

Solo che questa volta mio padre sembrava sin troppo serio.

"Sciocchezze" agito la mano ridendoci sopra, ormai sono abituato alle loro stramberie.

Se sono convinto di questo perché mai sto bucando la porta con l'indice?

Tutto ciò è assurdo, non posso preoccuparmi sul serio.

"Come siamo nervosi oggi" il commento sarcastico alle mie spalle mi fa trasalire, tanto che ora il buco sulla porta è pari alla dimensione del mio intero pugno.

"C… che… ti pare il modo di comparire alle spalle della gente?" sbotto alterato

verso una Nabiki sorridentissima.

"Sei agitato per il matrimonio? Bravo il mio futuro cognatino",cerco di raccogliere quanto respiro mi sia possibile per evitare di mandare in frantumi il resto della porta.

Non sopporto questa donna, credo che questo sia chiaro come il sole.

Si diverte così tanto a rivoltare il coltello nella piaga, la cara mezzana Tendo.

"Affatto! Non so di cosa tu stia parlando" azzardo aprendo la porta.

"Ah si? Allora come mai stai disintegrando quel povero pezzo di legno? Cosa ti ha fatto?"

Lancio un'occhiata alla mia mano, ritrovandomi il pomello nel palmo.

Una vampata di calore mi attraversa collerica, manifestandosi sul volto con chiari segni di nervosismo accentuato.

"Avevo voglia di distruggere la porta, è forse vietato da qualche legge?" ribatto,

non ammetterò mai il motivo della mia concitazione più che evidente, mai!

"Fai pure" asserisce tranquilla allontanandosi mentre io tiro un mezzo sospiro di sollievo, credendo d'aver scampato il pericolo questa volta.

"Ah, mi sono dimenticata di dirti che gli inviti sono pronti!" questa è la goccia che fa traboccare il vaso, stritolo anche l'ultimo avanzo dell'uscio, ormai divenuto di dominio pubblico, voltandomi verso di lei, iracondo.

"Non ci sarà alcuna cerimonia, Nabiki" calco bene l'ultima parola, mentre ormai l'incendio nel mio corpo ha disboscato ogni stilla d'autocontrollo ancora presente.

"Una sola opinione contrastante non ha alcuna voce in merito, Ranma, e con questo ho detto tutto. Buon bagno, caro cognatino!" sparisce, abbandonandomi in uno stato di trance e confusione.

Una sola?

Perchè questa parola continua a vorticarmi ciclica in testa?

Rimango a fissare il punto in cui lei è sparita, mente mi assalgono mille domande che urgono di una risposta immediata.

"Questo significa che Akane ha… accettato?"

Lo scandisco lentamente, perplesso, chiedendomi se sia una mia fantasia o che altro.

Eppure Nabiki è stata così chiara…

.

 

Rimango dietro l'angolo a osservare la reazione dell'artista marziale.

Inutile dire che quest'idea sta cominciando a divertire anche me.

In fondo io non ho alcuna colpa, non ho specificato chi sia favore o meno, mi sono basata solamente

su quello che so. Povera me, non posseggo la sfera di cristallo, come avrei potuto conoscere il responso di mia sorella?

"Si, questo matrimonio sarà davvero uno spasso"



 (N.b.) Aggiungo questo piccolo dettaglio perchè alcuni potrebbero domandarsi come mai Akane chiama 'zia' Nodoka. Il suffisso che utilizza (in inglese 'auntie'), non è riferito alla 'zia' come parente, ma è un nomignolo affettuoso che molto spesso si utilizza in giappone, e viene usato anche nel manga di Ranma.

  
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