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Autore: Laky099    27/11/2015    13 recensioni
Il mondo, già devastato dalla terza guerra mondiale, si trova a vivere un ulteriore guerra volta al predominio religioso. Mentre gli scontri tra cristiani, islamici, buddisti, shintoisti, seguaci del dio Azatoth e di altre antiche religioni giungono al culmine, i leader di tutte le fazioni ricevono le istruzioni per compiere un rituale attraverso il quale evocare sulla terra il loro Dio, coinvolgendo gli dei in una guerra planetaria dalle proporzioni inaudite.
[La storia ha vari POV, che ruoteranno di capitolo in capitolo]
Genere: Azione, Dark, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Harumi - Shinigami
 
 
“…Scusa padre, ma non è questo il mondo in cui sarei voluto nascere. Il mondo che volevo è quello che leggo nei libri di storia, nel quale alti grattacieli si stagliano oltre vette inarrivabili all’uomo moderno, nel quale ogni casa ha la sua stradina e dove non rischio di finire squagliato per uno scroscio di pioggia radioattiva. Quello che desideravo è un mondo in cui la gente non fosse costretta a credere in qualcosa, quello in cui il caos è sottoposto all’ordine e quello in cui non devo soffrire la fame. Io sono più debole di te, in quanto non ho un dio che vegli su di me. Io sono più forte di te, in quanto accetto la realtà. L’apocalisse è prossima, dovresti saperlo ormai, ed io non voglio essere lì quando avverrà.
Per sempre tuo, Harumi”
Il ragazzo scrisse velocemente quelle lettere, con grafia disordinata ma comprensibile. Sapeva che suo padre non avrebbe capito, suo padre con la sua cara Amaterasu. Quella non era che una di tanti dei, ma fu la prescelta di Shinji Jijikaru, suo padre.
Harumi aveva visto la dea del Sole molto da vicino, tanto da non poterla più scordare. Era una meravigliosa donna di carnagione chiara, avvolta in una tunica arancione e gialla. I suoi tratti delicati incantavano alla vista, ma il sorriso folle che portava con sé lasciava trasparire ben altre sensazioni.  L’aveva già vista all’opera in battaglia e fu proprio questo a fargli bramare la morte. Sotto un Sole bollente, prima ancora che l’esercito di suo padre e quello degli islamici potessero scontrarsi, la dea deviò un raggio di Sole sui nemici, incenerendo in pochi istanti l’esatta metà dell’esercito nemico. Harumi era terrorizzato alla sola idea di uno scontro tra lei ed un avversario come Nyarlathotep, Mohamed od il neo arrivato Buddah, il quale aveva già schiacciato trecento uomini di un contingente scintoista con il solo palmo della mano.
«Bene,» si disse, come a farsi forza «è ora»
Prese tra le mani la lametta e mise il polso all’interno di una vasca piena d’acqua. Con un gesto rapido e deciso cominciò a tagliare, prestando attenzione a centrare per bene la vena che sembrava pulsare timorosa sotto la sua cute olivastra. Come una maligna melma vermiglia, dal polso fuoriuscì uno schizzo di sangue, al quale ne seguì un altro ed un altro ancora.
Sentì lentamente le forze lasciarlo, annebbiando il dolore lancinante che provava. Quando non sentì più nulla, chiuse gli occhi e si lasciò andare, pieno di dubbi e rimpianti.
«Ciao!». Harumi udì una voce provenire da dietro le sue spalle, scuotendolo dal torpore. Harumi si voltò, non prima di aver osservato la mano sotto il polso tagliato diventare di un inquietante e disgustoso grigiastro putrido.
Voltandosi vide davanti a sé aveva un ragazzo all’incirca della sua età, dai tratti occidentali ed il sorriso allegro. Indossava una felpa con una qualche scritta in inglese ed indossava pantaloni di uno strano tessuto che mai aveva visto nella sua vita. Fu solo in un secondo momento si rese conto di come quelli fossero i così detti jeans, che ormai esistevano solo sui libri di storia.
«Ehm… ciao?» lo risalutò Harumi dubbioso «Chi saresti?»
«Facciamo un riassunto ok? Ti sei appena tagliato le vene dentro una bacinella con dell’acqua calda. Secondo te chi sono? Risposta numero uno, Babbo Natale. Risposta numero due, una cipolla senziente. Risposta numero tre, la Morte». La sua voce era acuta e parlava in maniera estremamente atona e rapida, il che lo rendeva davvero arduo da seguire.
«Escluderei la cipolla, quindi direi la Morte»
«Bingo!» esclamò il ragazzo, senza mai togliersi quello strano sorriso dalla faccia «però sono un po’ offeso. Io so chi tu sia, nonostante io sia molto più famoso di te»
«N-Non pensavo comparissi realmente!» si difese il ragazzo «Soprattutto non con questo aspetto»
«Ma perché avete tutti questa fissazione? Avrò il diritto di vestirmi come diamine mi pare?» ribatté la Morte. Dal tono di voce non sembrava stesse scherzando.
«No, no. Non insinuavo questo, solo che… beh...»
«Dì la verità, immaginavi che sarei comparso in questa forma!» disse. Improvvisamente il ragazzo si trasformò, assumendo l’aspetto che Harumi attribuiva alla Morte. Aveva un lungo mantello nero che ne copriva tutto il corpo, tanto che persino la testa era celata al di sotto del cappuccio. Appesa alle spalle trovava posto una lunghissima e splendida falce, il cui manico era decorato da teschi e pentacoli.
«Io sono la morte!» gridò con voce spettrale e malvagia. «Ecco così va bene?»
Harumì si limitò ad annuire con stupore.
«È da quando esisto che la gente mi fa queste richieste. Ehi morte, potresti assumere l’aspetto di Anubi? Ehi morte, potresti diventare come Tanathos?  Ehi morte, potresti diventare come io mi immagino sia la Morte? Dico io, ma come cazzo pensi che io possa saperlo? Ho anche una vita oltre il lavoro sai? Non è che posso sempre stare dietro a tutti. Dai sentiamo, Mr. Occhi a mandorla, come vuoi che diventi? Spara!»
Harumi tutto si sarebbe aspettato tranne che la morte fosse una primadonna con tendenze isteriche. Provò quasi simpatia per lui e, rendendosi conto di come il suo compito fosse davvero gravoso, decise di provare a fargli una richiesta leggermente più originale.
«Potresti uccidermi sotto forma di pony azzurro con la chioma arancione in grado di sparare arcobaleni dalla bocca?» chiese ridacchiando.
La Morte lo guardò con faccia attonita, dopodiché scoppiò a ridere in maniera sguaiata. «Ragazzo mio, sei uno spasso! Ti accontento subito!» disse, trasformandosi effettivamente in un pony azzurro. «Arcobaleno!» gridò. Dalla sua bocca fuoriuscì uno strano arco colorato di quelli che, a tutti gli effetti, erano i sette colori dell’arcobaleno. Persino Harumi, nonostante la paura e lo stupore, rise di gusto.
«Sei sicuro di riuscire ad uccidermi in quello stato, morte?»
«Non sottovalutarmi» disse. Per rispondere dovette eliminare l’arcobaleno, cosa che parve dispiacergli non poco «Non hai specificato che gli arcobaleni fossero inoffensivi»
«In effetti hai ragione» concesse il ragazzo «comunque grazie per aver reso questi ultimi momenti così divertenti»
«Figurati» rispose «mi piange il cuore a mietere persone così giovani, specie se muoiono per loro scelta».
 La sua espressione si fece dolce e comprensiva, decisamente poco affine alla “Morte”.
«Sai cosa c’è dopo? Dopo che mi avrai mietuto, intendo» chiese Harumi, ma per tutta risposta la Morte si trasformò in quello che il ragazzo riconobbe essere una sirena, uno strumento che utilizzavano le forze dell’ordine prima della Terza Guerra Mondiale. La sirena si illuminò e cominciò a ripetere con voce meccanica “Spoiler alert! Spoiler alert!”. Harumi guardò Morte sempre più affascinato, mentre questi riprendeva il suo originario aspetto.
Suppongo lo scoprirò tra poco, comunque si disse.
«Bene bene bene» disse con relativa calma dopo esser tornato normale. Estrasse dalla tasca uno strano strumento. Era una tecnologia di prima della guerra, simile ad un rettangolo nero luminoso, cosa che gli fece pensare alla possibilità che fosse alimentato da energia elettrica. «Cos’è?» chiese d’istinto.
«Un telefonino. Cento anni fa ne avevate uno o due a testa voi uomini, sai? Erano veramente comodi. Ma dato che avete preferito sovraccaricarmi di lavoro piuttosto che crescere insieme, ne siete rimasti senza. Allora, tu sei Harumi Jijikaru, giusto?»
«Si»
«Bene, Harumi. Dovresti firmare questo foglio» disse, facendo comparire una sorta di documento nella sua mano «In pratica attesti che il mio servizio è stato puntuale, professionale eccetera eccetera eccetera»
Il giovane prese il foglio, ma non appena posò la penna sulla carta lo strano strumento tecnologico della Morte risuonò di una fastidiosa melodia.
«Aspetta un attimo» disse «e che vuole adesso?»
Harumi mise le mani in tasca, ascoltando con attenzione la conversazione.
«No, certo che no. Sì, ceniamo insieme, te l’ho già detto stamattina, non ricordi? Dai, sto lavorando, dimmi cosa vuoi». Uno strano rumore distorto si sparse nell’etere partendo dallo strano strumento nero. Sembravano parole, ma Harumi non riuscì a coglierle.
«Cosa?» gridò all’improvviso «Non solo Mommy, la figona del Sole e Nyarlacoso, ora pure Jesus? O andiamo, sono troppo vecchio per queste cose. Ma questi umani non hanno davvero nulla da fare nella vita?».
La strana voce dell’apparecchio gli rispose, ma la cosa che lasciò Harumi di stucco fu la sensazione che con “la figona del Sole” morte intendesse Amaterasu.
«Sì, lo so, mi avevi avvertito di uccidere Alhazred prima che finisse il libro. Però lo sai, non mi piace applicare una politica interventista. Ecco cosa succede ad essere coerenti, cazzo! Che mondo infame. Dai, ci sentiamo dopo che sto lavorando, ciao! Sì sì, ciao!»
Al termine della discussione rimise lo strano strumento in tasca e si rivolse ad Harumi.
«Senti Harumi, mi stai simpatico ed ho una missione da fare. Ordini dall’alto, sai? Le solite cose, ammazza quello, impedisci a quell’altro di nascere, evita che vengano invocati tutti gli dei di questa terra… ordinaria amministrazione. Ti dispiacerebbe rinviare di un po’ la tua morte ed aiutarmi a risolvere questa cavolo di guerra? Lo so, è difficile rispondere così su due piedi, però… Arcobaleno!»
Un nuovo arcobaleno spuntò dalla sua bocca, ancora più bello e luminoso di quello che aveva fatto sotto forma di pony. Accettare un accordo con la Morte forse non era la scelta più saggia, ma Harumi non ebbe il benché minimo dubbio. «Ci sto!» disse.
«Molto bene. Dammi il vecchio contratto» disse, strappando dalle mani del ragazzo il foglio che gli aveva consegnato solo qualche istante prima e porgendone un altro, leggermente più lungo. «Firma questo» disse.
Harumi lesse il documento. In pratica lo rendeva l’intercessore della Morte per i mortali, la stessa figura che suo padre era diventato per Amaterasu.
«Perfetto, amico. Da oggi siamo una squadra!» disse il mietitore sorridendo. Improvvisamente, e senza ragione apparente, si trasformò di nuovo. Mutò il suo aspetto in quello di una cipolla con due vispi occhi rossi e l’espressione allegra.
«Prima di partire, Harumi,» disse con una vocina acuta e buffa «è giusto che tu sappia la verità su di me: io sono realmente una cipolla senziente!».
A quelle parole riprese a ridere. Harumi, questa volta, non aveva ragione di trattenersi. Essere alleato della morte sarebbe potuto essere inaspettatamente divertente.

 



*Capitolo revisionato il 09/03/2016


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