SAINT
The Hades Chapter
2
Ad
Atene
*
-Perché
non posso entrare con voi? Ormai sono un SAINT anche io!-
Protestava
Kanon.
Saga
non si degnava neanche di guardarlo mentre si allacciava il giubbotto
antiproiettile e sistemava la Sig Sauer
nella fondina sulla coscia.
-Qual
è il problema?-
Si
intromise Sion.
-Io
la chiamerei insubordinazione. Kanon si rifiuta di restare al posto che tu gli
hai assegnato in questa operazione-
Il
capo della SAINT, Sion Liang, scrutò a lungo Kanon
con una smorfia di disappunto.
-Forse
è il caso di rifare quel discorso sulla disciplina che ti ho fatto il mese
scorso. Ed il mese ancora prima. E non so quante altre volte in questi due
anni. Kanon, voglio che tu resti qui con Shaina ed Aioria. Controllate la situazione
quando usciremo e state pronti a prendere in consegna Stephanos
Galekos-
Neanche
Kanon, con tutta la sua fama di essere insubordinato e polemico, poteva
discutere un ordine diretto del capo della SAINT nel bel mezzo di
un’operazione, quindi non gli restò altro da fare che raggiungere Aioria,
Shaina e Marin all’interno del blindato.
-Dai,
Kanon, non te la prendere. Ci saranno altre occasioni per partecipare
direttamente-
Gli
disse Aioria.
-Mi
da fastidio essere trattato come un novellino-
-A
te da fastidio essere qui mentre Saga è là dentro ad acchiappare i cattivi.
Dai, muoviti, verrai con me a prendere Galekos non
appena usciranno gli altri-
La
strada sul retro era male illuminata e la squadra sul furgone lavorava con la
luce artificiale dei computer di Shaina.
Erano
a due isolati dal palazzo dove c’era il loro obbiettivo: si erano dovuti fermare
prima perché tutta la zone era transennata ed il rumore del motore rischiava di
mettere Galekos sulla difensiva, o peggio di
convincerlo a far saltare tutto.
Erano
arrivati con il motore acceso al minimo e a luci spente per cogliere di
sorpresa l’uomo che si era barricato da due giorni all’interno della sede delle
industrie Keleon ed aveva piazzato cariche di
esplosivo in ogni pilastro del palazzo.
Non
c’erano state minacce né rivendicazioni: Galekos
aveva completato il suo lavoro con l’esplosivo durante i due mesi di preavviso
prima del licenziamento.
Tutti
i colleghi erano convinti che facesse tanti straordinari per ingraziarsi il
capo e fargli cambiare idea, nessuno aveva immaginato che fare lo straordinario
quando gli uffici erano deserti gli servisse per portare cariche di esplosivo
dentro il palazzo e nasconderle nei sotterranei.
La
sua richiesta era essere riassunto, ed aveva minacciato di far saltare tutto se
fosse intervenuta la polizia per portarlo fuori.
Per
questo la squadra dei SAINT si era fermata nel vicolo due isolati prima ed
aveva fermato il mezzo: da lì avrebbero proseguito attraverso i sotterranei per
entrare nel palazzo delle Keleon senza essere visti
dall’uomo all’interno dell’edificio.
-Sai,
Aioria, secondo me però questo Galekos non ha tutti i torti. Ha lavorato tanti anni
per loro, e adesso lo vogliono licenziare perché il proprietario deve fare un
favore ad un amico e vuole assumere suo figlio al posto di quel poveretto-
-Lo
so, Kanon. Ma fare esplodere i palazzi non è un buon modo per far valere le
proprie ragioni-
-Bè,
quando nessuno ti ascolta immagino che diventi disposto a tutto-
-Zitti
un po’, voi due!- li interruppe Shaina -Sono dentro-
Kanon
ed Aioria si avvicinarono al monitor con la mappa in 3D dell’edificio.
Shaina
aveva fatto un lavoro eccezionale con quel programma che permetteva loro di
muoversi virtualmente all’interno del palazzo e seguire gli spostamenti del
resto della squadra.
Ognuno
dei membri era un puntino verde chiaro contrassegnato da una sigla su uno
sfondo nero su cui la piantina dell’edificio era disegnata in linee azzurre.
-Perché
non hai messo i loro nomi?-
-Questioni
elementari di segretezza. Se per caso questo programma dovesse cadere nelle
mani sbagliate non voglio che possano usarlo contro di noi-
-E
le scritte cosa sono?-
-Ho
dovuto usare un altro codice. Ho inserito le abbreviazioni dei loro segni
zodiacali come identificativo-
-Gem è Saga, Ar è Sion, Sag è Aioros, Cap è Shura…-
-Grazie,
Aioria, abbiamo capito-
***
Nel
garage sotterraneo le luci erano spente ad eccezione delle piccole lampadine
rosse lungo il perimetro e delle targhe verdi delle uscite di emergenza; non si
vedeva quasi niente, e la squadra si muoveva usando i visori notturni.
Sion
fece loro cenno di avanzare, dopo aver controllato che il garage in cui erano
sbucati fosse quello giusto.
Per
prima cosa Saga ed Aioros si occuparono di disattivare le telecamere di
sorveglianza perché non era improbabile che Galekos
stesse controllando l’edificio dalla sala dei monitor.
Se
era riuscito a produrre esplosivo in casa non era escluso che sapesse anche
gestire una sala di controllo.
Camus,
Shura ed Aphrodite avevano il compito di trovare
l’esplosivo e di disattivarlo.
I
due chimici, rilevatori alla mano, controllavano i livelli di nitrati e di
materia organica nell’aria per individuare l’esplosivo.
Sion,
Saga Death Mask ed Aioros invece dovevano entrare nell’edificio, trovare l’uomo
e catturarlo prima che lui sparasse o facesse saltare il palazzo.
-Saga,
secondo te dove possiamo trovarlo?-
-Se
è intelligente e non è un sentimentale sarà nella sala di controllo, se invece
è intelligente ma è anche un sentimentale probabilmente lo troveremo nella sede
degli uffici, alla sua scrivania-
Sion
annuì. Era esattamente per quello che si era portato Saga: perché pensasse come
l’uomo che cercavano e desse loro un certo vantaggio su di lui prevedendo le
sue mosse.
-Prima
la sala controllo. È al primo piano, più vicino a noi, e se non è lì saliremo
fino al terzo agli uffici-
Si
mossero rapidi e silenziosi con Sion in testa.
La
sala dei monitor era fuori dall’area frequentata dal pubblico ed era anche meno
sorvegliata.
Quando
si trovarono davanti alla porta chiusa Sion fece cenno che si preparassero ad
entrare.
La
porta era con il maniglione antipanico, cosa che dava loro un certo vantaggio.
Aioros
si buttò contro la sbarra, e la porta cedette di colpo.
Non
era sbarrata dall’interno. E dentro non c’era nessuno.
-Saliamo
agli uffici- disse Saga –Presto. E speriamo che non si sia accorto del rumore
che abbiamo fatto ora-
Per
raggiungere il terzo piano Saga consigliò di separarsi e ad Aioros di uscire
sulla scala antincendio e di salire da lì, per poter cogliere Galekos di sorpresa. Se avesse sentito il rumore forse
sarebbe stato di guardia, ma non poteva controllare contemporaneamente i due
lati opposti del piano.
***
Aioros
sapeva che Saga aveva ragione, e sapeva che dividersi era stata l’idea
migliore.
Ne
ebbe conferma appena entrò dalla scala antincendio nell’edificio.
Le
luci erano accese, e questo poteva voler dire che Galekos
si era accorto di qualcosa e che aveva acceso le luci per controllare meglio
l’ambiente.
Si
alzò gli occhiali sulla fronte visto che per il momento non gli servivano e si
mosse svelto lungo il corridoio; dietro l’angolo sentì delle voci ed allora
ringraziò l’intuito di Saga, sempre un passo avanti agli altri.
Prima
di svoltare l’angolo si sporse per dare una sbirciata veloce.
Stephanos Galekos era di spalle. Era un uomo alto, sui quarant’anni,
con i capelli castano scuro. Da come si parlava e si muoveva a scatti si capiva
che era spaventato. Aveva minacciato di far saltare tutto e di non avere
nessuna paura di restare coinvolto nell’esplosione lui stesso, ma evidentemente
dirlo era una cosa e farlo era un’altra.
Aioros
corse svelto fino alla porta a vetri e si abbassò per nascondersi nella metà
inferiore dove il vetro era colorato.
Saga
e Sion stavano mantenendo l’uomo con le spalle verso il corridoio da cui
sapevano che sarebbe arrivato lui.
Aioros
non cercò di stabilire un contatto visivo con nessuno dei due per non scoprire
il loro gioco. Rimase fuori dalla porta a vetri, sperando che la parte
inferiore di vetro smerigliato nascondesse la sua presenza.
Era
pronto a sparare a Galekos se ce ne fosse stato
bisogno, ma sperava di no, perché se avesse sparato avrebbe dovuto ucciderlo
per impedirgli di fare saltare il palazzo.
Saga
stava parlando, poi fece un passo verso Galekos e lui
gridò qualcosa, probabilmente di stare lontano.
Sion
e Saga gettarono le pistole a terra, probabilmente per un ordine dell’uomo
Saga
fece per muoversi di nuovo in avanti e Galekos lo minacciò,
solo che in mano non aveva una pistola e non la puntava direttamente su Saga.
“Il
detonatore!” pensò subito Aioros.
Saga
doveva essersi accorto della sua presenza ed aveva manipolato Galekos in modo che esponesse il detonatore e che fosse
alla portata della sua mira.
Aioros
non perse altro tempo: si alzò in piedi, aprì la porta con uno scatto e prima
ancora che Galekos potesse sentire il rumore, lui
aveva sparato con la Sig Sauer
centrando in pieno il detonatore e strappandoglielo di mano.
Per
pochi secondi l’azione si svolse al rallentatore: Saga e Sion si gettarono in
avanti per bloccare il prigioniero dalle braccia.
Non
fu un’operazione facile perché lui era forte e forse aveva seguito qualche
corso paramilitare o di arti marziali, perché sembrava capace di metterli in
difficoltà.
Aioros
gli puntò contro la pistola e solo allora Galekos smise
di fare resistenza.
Sior
riuscì a bloccarlo a terra e ad ammanettarlo.
-Aioros,
voglio che tu lo porti fuori. Vai direttamente dagli altri sul blindato ed
aspetta lì me ed il resto della squadra-
-Non
usciamo tutti insieme?-
-Io
e Saga aiuteremo gli altri a disinnescare le cariche. Ora che il detonatore è
distrutto non possono esplodere al suo comando, ma essendo un esplosivo fatto
artigianalmente è molto instabile, quindi prima lo disinneschiamo tutto e
meglio è. Tu sei in grado di portarlo al sicuro da solo-
Aioros
esitava.
Non
gli era piaciuto per niente il tono con cui Sion aveva detto che l’esplosivo
era molto instabile ed avrebbe preferito restare con i suoi compagni.
Guardò
Saga in cerca di un indizio su come comportarsi.
-Vai,
Ros. Ci ritroviamo tra mezz’ora massimo con tutti gli altri. Abbiamo una
missione da portare a termine, te lo ricordi?-
Certo,
loro erano SAINT, non potevano permettersi di lasciarsi distrarre da
sciocchezze come i presentimenti.
-Va
bene. Saga…-
-Sì?-
-No,
niente… ci rivediamo dopo-
Aioros
spinse Galekos avanti e lo fece scendere più in
fretta che poteva dalle scale.
Si
sforzò di non guardarsi indietro altrimenti non avrebbe più avuto il coraggio
di allontanarsi, soprattutto da Saga.
Durante
ogni missione la paura più grande di Aioros era sempre quella: che a lui o a
Saga succedesse qualcosa, e che non avrebbe potuto dirgli “ti amo” un’ultima
volta.
Guardò
l’uomo che camminava davanti a lui.
Aveva
avuto delle ragioni forse comprensibili per comportarsi come aveva fatto, ma
ciò non toglieva che se a Saga fosse successo qualcosa, se fosse rimasto ferito
o peggio, Aioros avrebbe per sempre considerato Stepahanos
Galekos come unico responsabile.
****
Mezz’ora
dopo sul blindato l’atmosfera era tesissima.
Galekos era
stato preso in consegna dalla polizia statale, mentre Aioros aveva raggiunto
Aioria, Kanon e Shaina davanti allo schermo del computer.
-Che
fanno, Shaina?-
-Sono
nei piani inferiori. Si muovono. Stanno ancora disinnescando l’esplosivo
secondo me-
-Tutto
questo tempo? E quanto ce n’era?- Si intromise Kanon -Shura
è veloce con gli esplosivi ed aveva gli altri ad aiutarlo. Aioros ha ragione,
ci stanno mettendo troppo tempo-
-Adesso
basta. Sono tutte persone che sanno il fatto loro, non hanno bisogno che noi
stiamo qui a rosicare come vecchie zie iperansiose-
Aioria
la faceva facile, ma ugualmente suo fratello non si sentiva tranquillo.
Le
parole di Sion circa l’esplosivo particolarmente instabile gli erano rimaste
incastrate in testa e lui non riusciva in nessun modo a scrollarsi di dosso
quella brutta sensazione di una catastrofe incombente.
-Ora
sono tutti fermi. Perché si sono fermati tutti? Perché non vengono fuori da
lì?-
-Calmati
Aioros. Il sistema non rileva movimenti nel raggio inferiore a un metro, quindi
magari loro si muovono ma noi non li vediamo. Certo, si sono fermati tutti
nello stesso momento…-
Non
poté finire la frase perché un boato fece tremare il terreno.
Aioros
si precipitò fuori dal blindato, subito seguito da Kanon.
Vennero
immediatamente investiti da una valanga di polvere e di aria calda.
L’esplosivo essendo fatto
artigianalmente è particolarmente instabile.
Aioros
non si rendeva conto che stava urlando il nome di Saga quando Aioria lo tirò di
peso di nuovo dentro.
Era
troppo sotto shock per fare altro che gridare.
“Non
sarei dovuto andare via! Dovevo restare con lui. L’ho lasciato solo!”.
Sul
monitor azzurro tutto quello che restava di metà della migliore squadra di
polizia d’Europa erano sei puntini che da verdi erano diventati rossi, ed i
nomi in codice dei loro proprietari erano stati sostituiti dalla scritta “undetected”. Non
rilevato.
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Angolo di Makoto: eh-ehm… dite che cominciamo male? Eh, ma è
Hades, mica tarallucci e vino! E poi ancora non tutto è perduto. Ancora…
Ora lascio la parola alla sorcia, che
ci illuminerà con qualche arguto commento *ironia
mode on*
Angolo di Rory: Arguto? Pfwahaha, cosa essere codesta strana parola? Comunque sì:
avete letto bene! Metà della squadra ha fatto kaboom! Bè,
dai… considerate che nella serie originale schioppano
dopo sì e no tre puntate, dovevamo pur trovare un modo per farli sparire dalla
circolazione >: ) e poi ci sono ancora gli altri, Mur, Aioria, Saori…
Saori?! Ohimadonna, allora siamo messi male!
Passando alle cose serie: ringraziamo chi ha voluto riprendere
la lettura della storia, in particolare sasuchan7
per averla inserita tra le Preferite,
shuuemma7 per averla inserita tra le
Seguite e mery83 per averla inserita in tutte e tre le categorie :D
E ancora grazie a isabeldithule e Ai91 per le recensioni *-*
Abbiamo finito? Abbiamo finito, per adesso.
Continuate a indagare con noi ;) al prossimo capitolo!