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Autore: DalamarF16    02/12/2015    3 recensioni
Questa storia è il seguito di: "La Recluta". Mentre Steve e Natasha sono impegnati nelle vicende di Captain America The Winter Soldier, Clint è alle prese con il recupero della vista, sempre accompagnato dal fidato Tommy. Il ritorno di tutti i miei personaggi de La Recluta, con l'aggiunta dei nuovi arrivati: Sam Wilson e Bucky, e non è escluso l'arrivo di Coulson. Come procedevano le vite degli altri avengers durante TWS? E come cambieranno le loro vite dopo la caduta dello SHIELD?
ATTENZIONE: Ho messo l'avvertimento spoiler per precauzione, potrei mettere riferimenti alla prima stagione di agents of SHIELD
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: Cross-over, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: SONO VIVAAAAAA!! Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo! Ringrazio tutti per le vostre recensioni e mi scuso se ancora non ho risposto, ma la mia vita al momento è un po' caotica, lo farò il prima possibile, promesso! Grazie in particolare a Ragdoll_cat perchè sopporta pazientemente i miei scleri... ti faranno santa!!
Per il momento marchetta, proseguono le mie avventure a Hell's Kitchen con Friendship&Loyalty, così come la mia serie di one-shot ambientata al college... l'ultima arrivata è A family for Christmas, se volete darci un'occhiata!
Biscotti e recensioni sono sempre apprezzati ^_^

CAPITOLO 12: RITORNO A CASA.

-Grazie-
La voce di James lo fece sussultare. Dio, quell'uomo era l'equivalente meno inquietante (ma nemmeno troppo) di Darth Vader eppure riusciva a muoversi con la silenziosità di un gatto. Sam ci mise un attimo a riprendersi dall'improvvisa presenza nella sua stanza, un tempo tuttavia sufficientemente lungo da far inserire la retromarcia al Soldato d'Inverno, che fece un passo indietro e alzò subito le mani.
Sam non potè evitare di notare che stava davvero provando a non passare per aggressivo, e decise che avrebbe cercato di ricambiare il favore evitando di mettersi in guardia ogni volta che era nei paraggi.
-Ehi, tranquillo- gli rispose facendo un passo verso di lui -Mi hai solo... spaventato. Sei... molto silenzioso-
-Scusa...-
-No... Va bene...- beh, se non altro era meglio del silenzio imbarazzato del mattino precedente.
-Dico davvero, grazie- riprese James -so che non eri obbligato a farlo-
-Steve si fida di te, il minimo che io possa fare è darti una chance...- per un secondo fu tentato di tentare un approccio simile a quello che aveva usato proprio con il biondino, uno di quelli da militare appena tornato da una missione, ma sentiva che non era ancora il caso.
-Spero di meritarmela...- il sussurro gli arrivò come appena percepibile, e questo gli fece cambiare idea in un nano-secondo.
-Senti, lo so che non ti abbiamo riservato una bella accoglienza, specialmente io, e mi dispiace. Ed è vero, Steve tende a essere un po' troppo buono, in generale, ma questo non significa che non ti meriti l'occasione di redimerti, se davvero lo vuoi- James alzò lo sguardo verso di lui, e la curiosità che vi lesse gli diede il coraggio per andare avanti. -Non voglio paragonarti ai normali soldati, perchè quello che ti è successo è decisamente al di là di ogni cosa io abbia mai sentito, però in anni al supporto veterani sono arrivato alla conclusione che chiunque, se vuole, merita una seconda possibilità-
-Anche chi ha commesso metà degli omicidi politici della storia?-
-Da quel che so di te, ti hanno preso, smontato e rimontato e fatto il lavaggio del cervello. Non credo ti si possa ritenere responsabile a pieno titolo- rispose -Perciò sì. Anche tu. Soprattutto tu-
-Grazie... davvero.-
Sam riuscì a fargli un mezzo sorriso prima di tornare a sistemare la poca roba che aveva portato con sè nella borsa.

Tommy non stava nella pelle. Finalmente avrebbero smesso di scappare in giro per il mondo e avrebbero ricominciato a fare qualcosa di utile, o almeno così sperava.
Era stato il primo a terminare di preparare la propria borsa, complice anche il fatto che avendo vissuto come zingari per gli ultimi mesi non aveva poi molto da portarsi dietro: qualche vestito (non molti, in realtà) e l'ebook reader, principalmente.
-Tommy? Ti serve aiuto?- Natasha fece capolino nella loro stanza, facendo bene attenzione a dove metteva i piedi.
-No, ti ringrazio. In realtà ho già finito. Tutta questa roba...-
-E' di Clint. Ovvio- sorrise la donna. -Come stai?-
-Bene. Non vedo l'ora di tornare in America... sai... fare qualcosa di utile di nuovo...-
-Sì, ti capisco. Viaggiare è bello, ma essere sempre in fuga perde il fascino al secondo giorno...-
-Già, non è proprio come nei film-
-Di certo non come quelli della discutibile biblioteca di Clint- sorrise Natasha che tra Fast & Furious, Mission Impossible e l'altra valanga di roba di cui si rifiutava categoricamente di ricordare i titoli ne aveva avuto ben più di un assaggio.
-I mattoni russi non sono per tutti- ritorse il ragazzino ridendo. Ok, forse nemmeno la sua parte di videoteca era molto adatta a un sedicenne, ma che poteva farci? Tommy era capitato loro dal nulla, e nessuno si era aspettato che sarebbe diventato parte integrante del team.
-Sei rimasto per troppo tempo in compagnia di Clint, ragazzino-
-Ammettilo che ti siamo mancati!-
-Nemmeno sotto tortura!- rise lei, lasciando la stanza. Lei e Clint avevano un trasferimento da organizzare, e non sarebbe stato facile con i radar di Tony Stark puntati addosso. Il vero problema, non era, come si poteva pensare, solo James. Tutti loro erano un problema. Dovevano a tutti i costi cercare di evitare di attirare su di sè troppe attenzioni.
In sè far arrivare James negli States poteva non essere un grosso problema. Sarebbe bastato far partire lui e Tommy da soli, sotto false identità; del ragazzino si erano perse le tracce dopo la caduta dello SHIELD, e tutti avevano dato per scontato che fosse rimasto ucciso durante gli scontri oppure che fosse scappato dalla propria famiglia, e nessuno si era poi dato così da fare per smentir e o confermare le voci, quindi nessuno lo stava davvero cercando.
Quanto al soldato d'inverno, ovviamente un assassino non si sarebbe mai portato in giro un ragazzino durante una fuga, o una caccia a qualcosa, non era certo un romanzo di Stephen King questo. Di conseguenza, due ragazzi che viaggiavano insieme non avrebbero destato molti sospetti.
Ma c'era da fidarsi?
Tommy era in gamba, e con Clint se l'era cavata alla grande, ma, oltre ai problemi con le false identità di cui le aveva parlato l'arciere, c'era anche l'incognita della missione in solitaria. Anche con metà della vista operativa, Clint restava comunque una delle spie più esperte e capaci in circolazione, e ci aveva messo poco a prendere in mano la situazione, tenendo entrambi (più o meno) al sicuro. Ora la faccenda era nettamente diversa: avevano già avuto modo di scoprire quanto instabile fosse Barnes, e Natasha, dal canto suo, seppur convinta che meritasse una seconda possibilità (del resto, chi era lei per giudicarlo?), aveva ancora qualche remora.
Era prudente mandare un agente appena operativo in una missione sul campo in compagnia di un pericoloso assassino?
-Una piadina per i tuoi pensieri- Clint si sedette accanto a lei con in mano un pezzo di quello che sembrava del pane molto sottile, piegato in due e con all'interno quello che sembrava del prosciutto con del formaggio. La spezzò in due e gliene porse metà.
-Sto cercando di capire come andarcene da qui... e le prospettive non sono belle- rispose mettendo cautamente in bocca l'alimento per saggiarne il sapore prima di dare un morso più deciso.
-Spara-
-Ok, premesso che mi pare ovvio che non possiamo partire tutti da Bologna, Tony ci troverebbe in un istante, e non voglio ritrovarmi in uno scontro a fuoco in un posto pieno di civili e dove non hanno assolutamente idea di chi siamo, apparentemente-
Clint annuì, masticando silenziosamente; fin lì ci era arrivato anche lui, ovviamente.
-Ok. Steve e James non possono essere visti insieme, ovviamente. Tony farebbe subito due più due se li vedesse, specialmente senza Sam...-
-D'altronde, anche vedere te con o Sam con James...-
-Esatto... il che ci porta a cercare di fare accoppiamenti che non facciano sollevare sospetti... Steve e Sam sono mesi che girano insieme, sarebbe strano il contrario...-
-E io e te siamo io e te... Il che lascia...-
-Tommy e James...- concluse Clint in tono quieto. Non c'era bisogno di aggiungere altro.
-Posso farcela- La voce di Tommy li fece sobbalzare entrambi. Quando aveva imparato a essere così silenzioso? E da quanto tempo era lì? Li aveva sentiti dubitare delle sue capacità di portare a termine una missione?
-Tommy...- Partì Natasha, in un tono scandalosamente vicino a quello di una madre preoccupata... quando era diventata così protettiva nei confronti del ragazzino?
-Nat... lo so che non ti fidi di James, ma finora non mi ha mai fatto del male, nemmeno quando avrebbe potuto. Davvero. Fidati-
E dove o meglio da chi aveva imparato a spalancare gli occhi in quel modo? Qualcuno le doveva delle spiegazioni... e parecchie.
Si scambiò uno sguardo con Clint, che in risposta alzò le spalle
-Che altra scelta abbiamo, 'Tasha?-
La scelta di buttarvi entrambi giù da un burrone, pensò sospirando e annuendo.
-Ok...- sospirò alla fine -Ora, pensiamo a come partire da qui e soprattutto a come ritrovarci una volta là. Siediti, Tommy-
Il ragazzino obbedì.

-Ok truppa di disperati, tutti a rapporto nel giardino dietro casa- chiamò Clint, comparendo con un foglio in mano e una matita appoggiata dietro l'orecchio e l'atteggiamento da intellettuale convinto. Sam riflettè che gli mancavano solo un paio di occhiali da sfigato sul naso e poi forse avrebbe anche potuto esser convincente.
-Abbiamo un piano?- chiese Steve, alzandosi dal divano dove si era seduto a disegnare, una cosa che faceva spesso e che aveva abbastanza stupito Falcoln. Pensava che la passione per il disegno fosse parte della leggenda associata a Capitan America, una di quelle cose che di solito venivano inventate per rendere il personaggio ancora più appetibile per le folle (non che ce ne fosse davvero bisogno, tra l'altro), e invece aveva scoperto che non solo era più reale che mai, ma anche che era dannatamente bravo, mentre lui a malapena riusciva a mettere insieme due righe.
-Più o meno. E' ancora un po' da definire, ma è senza dubbio un piano-
-In realtà non sapremo se sia realizzabile o meno fino a quando non chiameremo Coulson e gli diremo del sergente Barnes- puntualizzò Natasha, e Sam era contento che non fosse l'unico ad avere ancora qualche remora a riguardo. Certo, aveva deciso di dargli una possibilità, ma tra loro e la riabilitazione del Soldato d'Inverno c'era un abisso chiamato non solo Tony Stark, ma anche Governo degli Stati Uniti D'America e, a quanto sembrava anche lo SHIELD, ora. Giusto perchè le cose non erano già abbastanza complicate.
-Nat, lo sai che Coulson non farà problemi. Lui è il re delle seconde possibilità, lo sai-
-Forse non quando si tratta di assassini...- mormorò James, la voce appena un tono sopra il sussurro.
-Tranquillo... non ha mandato me e Nat a ucciderti, sei ancora entro il raggio di perdono, direi- lo rassicurò l'arciere, prima di guidarli tutti fuori sul prato, dove lui e Tommy avevano passato il pomeriggio con un paio di computer sulle ginocchia a studiare chissà cosa.
Nessuno aveva obiettato quando le due spie si erano offerte di tirare fuori un piano di rientro alla base: la situazione era delicata, e il loro nemico (anche se era molto triste pensare a Tony Stark come a un avversario, in effetti) era molto (troppo) ben equipaggiato. Se qualcuno era in grado di tirarli fuori senza entrare nel raggio d'azione del miliardario, quelli erano proprio loro due.
Tommy, ovviamente, aveva fatto loro da supporto.
Sam non capiva pienamente il ragazzino, anche se Steve gli aveva raccontato la sua storia, o almeno, quello di cui era a conoscenza: non gli sembrava poi strano che avesse cercato di attaccarsi a Clint, alla fine l'arciere era una persona abbastanza simpatica e con un particolare magnetismo che invitava alla socializzazione, nonostante poi fosse una persona abbastanza chiusa; no, quello che davvero lo stupiva era come fosse riuscito a fare breccia nel cuore dei due.
O meglio, in quello di Natasha.
Per Occhio di Falco riusciva facilmente a trovare una spiegazione nel senso di colpa: aveva ucciso suo padre, e ora si sentiva in dovere di proteggere e guidare il ragazzino. Ma la Vedova Nera?
Non fingeva di nascondere il suo attaccamento al ragazzino, non così tanto, almeno, anche se cercava di assicurarsi di non essere vista da nessuno mentre si affacciava ogni sera alla sua porta per assicurarsi che dormisse.
Istinto materno? Preoccupazione? Era un qualcosa nato di riflesso per solidarietà a Clint?
Sam trovava l'argomento molto stimolante.
-Ok, gente- Natasha lo riportò alla realtà -Non possiamo muoverci in gruppo, e nemmeno partire tutti dallo stesso aeroporto o nazione- Aveva senso. Che due di loro fossero in Italia era un conto, ma che tutti loro lo fossero, sarebbe stato a dir poco sospetto. -Quindi, ci divideremo-
-Steve, tu e Sam viaggerete in treno fino a Milano, su un anonimo regionale in classe economica. Tenete un profilo basso, e tutto andrà bene. Da lì, prenderete la coincidenza per Monaco di Baviera. Da lì, prenderete il volo diretto per Philadelphia. Tutto chiaro?-
I due annuirono.
-Io e Clint partiremo da Malpensa, volo diretto per New York. Tony ha già incontrato Clint qui in Italia, per cui non desteremo sospetti. Staremo semplicemente volando a casa- proseguì la donna.
-Infine, Tommy e James. Voi due dovrete mantenere un profilo molto basso: voi prenderete l'auto con cui sono arrivati Nat, Steve e Sam. Viaggerete verso sud, e a Ravenna vi imbarcherete per la Croazia. Da lì, continuerete a muovervi, e raggiungerete Cracovia. Per voi, volo con scalo: Cracovia-Berlino e da Berlino diretti a Chicago. Tutto chiaro?-
Mandare Tommy da solo in giro per mezzo mondo con James? Natasha si era forse bevuta il cervello?
-Siete sicuri... che sia una cosa saggia?- con enorme sorpresa di Sam, era stato proprio James a dar voce sicuramente alla domanda che era balenata nelle menti di tutti. Beh, tutti tranne Steve, probabilmente, perchè Steve era Steve ed era l'unico che non nutriva alcun tipo di dubbio, ovviamente.
-Non abbiamo altra scelta- fu la risposta di Clint, succinta quanto realistica e Sam si rese conto che aveva ragione e non era difficile capire perchè. -Sai guidare, vero James?-
-Sì- fu la risposta del diretto interessato.
-Ok allora- concluse Natasha. -Partiremo scaglionati. Tommy. Tu e Barnes partirete entro un'ora. In ogni caso, torniamo in America. Vi faremo avere notizie non appena avremo parlato con Coulson-

Un'ora? Una sola ora? Era così poco il tempo che aveva per prepararsi?
Tommy sapeva, ovviamente, che i tempi sarebbero stati ristretti, ma non pensava che sarebbero stati così ristretti.
Pensava che avrebbe avuto tempo di prepararsi a gestire la cosa, di organizzare tutto perchè niente andasse male. Sarebbe stata la sua prima, vera, missione in solitaria e non voleva fallire. Ma così...
-Tommy, respira- due mani forti e gentili si posarono sulle sue spalle. Aprì gli occhi che non si ricordava di avere chiuso e si rese conto di essere andato in iperventilazione. Davanti a lui c'era Steve, leggermente piegato in avanti perchè i loro occhi fossero alla stessa altezza. -Andrà tutto bene, non preoccuparti-
-Steve ha ragione. Sei stato il migliore all'accademia, e hai imparato tanto anche da noi-
-Cercherò di aiutarti come posso, Tommy. Te lo prometto- aggiunse James, e il lieve tremore nella sua voce quasi lo commosse. Deglutì e allungò il pugno chiuso verso di lui.
-Ce la faremo.- Non era proprio così sicuro, ma doveva farsi forza e provarci, almeno.

Tommy e James erano partiti un'ora prima, e gli era appena arrivato un messaggio che li informava che erano al termine dell'autostrada dell'antica città d'arte romagnola. Da lì al porto, stando alle loro ricerche, non ci avrebbero messo molto: dovevano solo attraversare la zona industriale e arrivare a porto Corsini, da dove partivano gli imbarchi per la Croazia.
Clint riportò la notizia agli amici, che tirarono un sospiro di sollievo. La falsa sicurezza di Tommy non aveva ingannato nessuno, ma se non era successo niente finora, probabilmente le cose non potevano che migliorare. Il ragazzino poteva essere insicuro all'inizio, ma se vedeva che tutto andava bene, prendeva presto confidenza, una caratteristica che Clint aveva di nascosto confidato al Soldato, che gli aveva assicurato che se ne sarebbe stato buono e non avrebbe creato problemi, non di sua spontanea volontà, per lo meno.
Steve aveva assicurato loro che erano luoghi che non avevano mai visitato durante le loro incursioni durante la guerra, per cui escludeva la possibilità di ulteriori flash.
Clint si attaccò al telefono, e, finalmente, dopo innumerevoli passaggi tra centralini, segretari e chissà chi altro, riuscì a parlare con Skye, prima, e successivamente con Coulson stesso.
-Agente Barton- il tono di Phil era straordinariamente gioviale per uno che aveva finto di essere morto per tutti quegli anni.
-Direttore Coulson-
-Come procede?-
-Abbiamo riunito la banda, ma abbiamo un nuovo elemento, e vogliamo assicurarci che non gli venga fatto del male- Clint arrivò dritto al punto.
-Spiegati-
Clint gli raccontò del soldato d'inverno. Tralasciò qualche piccolo particolare ma, per il resto, non disse altro che la verità, anche perchè Steve lo aveva redarguito a dovere a riguardo prima della telefonata. Non voleva ingannare l'uomo che li aveva ingannati per così tanto tempo (sul serio? Non potè fare a meno di chiedersi. Lui può, mentre noi non possiamo mentire nemmeno un briciolo per alleggerire la posizione di Barnes? Dannato Capitan America con la sua cavolo di morale.) sulla reale pericolosità del soggetto, ma allo stesso tempo voleva che gli venisse data una seconda possibilità.
-Passami l'agente Romanov- fu l'unica cosa che rispose l'altro non appena ebbe finito il suo racconto, e Clint decise di ritenerlo un buon segno. Tutti sapevano che Natasha era la più affidabile quando si trattava di giudicare le persone.
Gli piacque meno quando la rossa prese il cellulare e uscì di casa per continuare la conversazione. Cosa non poteva dire di fronte a Rogers?

Natasha non poteva mentire, non questa volta, e non perchè gliel'aveva chiesto Capitan "nonmentomai" America, ma perchè il Soldato era oggettivamente un potenziale pericolo, e non se la sentiva di gettare una bomba a orologeria tra le braccia di Coulson spacciandola per una candela votiva.
Tra l'altro, non era esattamente a favore della possibilità di redenzione dell'uomo; vero, lei non era in posizione di giudicare, le sue azioni in passato erano state deplorevoli almeno quante quelle del Soldato, con l'unica differenza che lei non veniva resettata. Ok, era effettivamente stata addestrata a essere una macchina da guerra, e non aveva avuto più scelta di lui, ma era comunque sempre stata cosciente di quello che faceva.
Appunto. Una vocina fastidiosamente simile a quella di Clint le risuonò nella testa. E dove saresti ora se Clint non ti avesse offerto la possibilità di riscattarti, di cambiare vita?
La risposta era abbastanza facile, in realtà. In una tomba, visto che anche i servizi segreti russi per cui lavorava avevano iniziato a darle la caccia.
Forse, James aveva solo bisogno di un Clint Barton, che nel suo caso aveva la faccia e il carattere di Steve Rogers (e sì, Nat lo invidiava sotto questo punto di vista).
Allo stesso tempo, lo SHIELD non era più quello che era stato quando era stata arruolata lei, dove la potenza di fuoco presente in una sola delle loro aule dell'accademia sarebbe stata più che sufficiente ad annientarla, e lui era leggermente più forte di lei. Era come avere uno Steve Rogers con la mente della Vedova Nera, e se a questo si univa che non aveva idea di quanti uomini avesse Coulson (molto pochi, probabilmente, altrimenti qualcuno avrebbe già fiutato la loro presenza) la prospettiva volgeva al disastroso. Per questo, riteneva che dovesse non solo sostenere Bucky, ma allo stesso tempo anche mettere l'uomo al corrente dei rischi che questo comportava. Ah, e anche che gli avrebbe spaccato il culo una volta giunti alla base dello SHIELD. Sul serio? Finta morte? Per tutto quel tempo?

Steve e Sam partirono non appena Tommy aveva inviato un secondo messaggio: si erano imbarcati e ora li aspettava una traversata di qualche ora fino alla costa opposta del mar Adriatico. Tutto stava andando bene.
I due soldati si trovavano ora su un treno che con una lentezza esasperante li avrebbe portati a Milano, e ancora non avevano avuto un responso sulla decisione di Coulson, il che rendeva Steve parecchio nervoso. Odiava le attese, le detestava fin da quando era piccolo, ma era consapevole che non fosse una decisione da prendere a cuor leggero, nemmeno con Capitan America a fare da garante. Il direttore era responsabile della sicurezza di svariate vite all'interno dello SHIELD e aveva il compito di tenere il mondo al sicuro, non poteva assoldare tra le proprie fila una tale minaccia.
Era in ansia anche per Bucky. Si erano ritrovati meno di 24 ore prima, e ora erano già stati costretti a separarsi. Non riusciva a sopportarlo. Sembrava che il mondo facesse di tutto per impedire loro di stare insieme: prima li aveva separati la guerra, poi la prigionia. Infine la morte e il ghiaccio. E adesso quel dannato Tony Stark che dava loro la caccia.
Non poteva fare a meno di chiedersi, tra l'altro, cosa sarebbe successo se il magnate avesse rintracciato Bucky e Tommy. Il suo istinto gli diceva niente di buono.
-Ehi. Tutto ok?- gli chiese Sam, il volto parzialmente nascosto dal cappuccio della felpa
-Sì... Sono solo preoccupato...-
-Come tutti noi. Continuo a sostenere che non sia stata una grande idea mandare Tommy con James.  Voglio dire... sono sicuro che il ragazzino sia in gamba, ma in uno scontro a fuoco con Tony...-
-Potrebbe succedere di tutto, lo so- sospirò il supersoldato. -Dobbiamo solo pregare che tutto vada bene-

***

Trovarono la chiamata di Coulson non appena misero piede all'aereoporto di New York, e Clint si prodigò subito per richiamarlo in attesa di avere notizie.
La durata chiamò pochissimo, giusto il tempo di pochi dettagli, poi l'arciere chiuse il telefono e si voltò verso Natasha.
-Allora?- chiese lei.

Grazie per aver letto fin qui. Cosa avrà deciso Coulson? E saranno passati davvero inosservati agli occhi di Stark?




   
 
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