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Autore: BlackCrimson    04/12/2015    2 recensioni
( Per Favore immaginate la storia come se fosse un Anime o Manga )
In un tempo lontano, l'oscurità era riuscita a dare vita ai peggiori incubi dell'umanità, creando degli esseri immondi denominati creature della notte. Non tutte queste creature però costituivano una minaccia ma altre, non esitavano a bramare con sempre maggiore foga la vita degli altri.
Per questo motivo, venne istituito un ordine per combattere e limitare tali disgrazie. Coloro che ne facevano parte erano chiamati Hunter.
Elizabeth, una giovane cacciatrice, che però teme fortemente i vampiri, si troverà a sua insaputa a combattere al fianco di uno di questi. Riuscirà ad affrontare la sua paura e realizzare il suo sogno?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Niente è come sembra





I tre presenti parvero bloccarsi difronte all’affermazione di colui che aveva appena parlato. 

« Scusate, passavo da queste parti e mi è capitato di sentire quello che è successo… » 

Spiegò Blaze, rispondendo alla silenziosa domanda che i tre gli avevano rivolto con lo sguardo. 

Poi spostò la sua attenzione verso Blacksword e gli lanciò un’occhiata severa per ricordargli che loro due avevano ancora una questione in sospeso, e anche per avvertirlo del fatto che non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente. 

Keyn, dal canto suo, non si mostrò per nulla contrario e Blaze sembrò capirlo perché incurvò le labbra in una lieve smorfia soddisfatta. 

Ma quell’espressione durò ben poco sul suo volto, poiché una tremenda sensazione di panico e angoscia lo perverse portandolo a dischiudere la bocca e far si che alcune goccioline di sudore iniziassero a far capolino sulla sua fronte. In breve tempo, la sua pelle divenne bianca come un lenzuolo ed il suo respiro sembrò fermarsi quasi del tutto. Girò la testa lentamente e a piccoli scatti, come se una forza invisibile non volesse che il suo sguardo incrociasse quello della terza persona che in quel momento occupava quella stanza. 

Con orrore, vide le sue paure realizzarsi. 

A neanche un metro da lui, vi era quella “donna” che lo stava fissando come se al posto degli occhi le fossero spuntati due enormi cuori, con mani giunte e assopita in chissà quali fantasie.

« Whaaaa!!! » Blaze sentì tutti i peli drizzarsi e si spostò lateralmente con un balzo per aumentare velocemente la distanza che gli separava. 

Appena notò Camilla allungare le braccia verso di lui e pronunciare il suo nome con un insolito luccichio negli occhi, si sbrigò a togliersi il cappotto e frapporlo tra sé e la donna.

« A a a a a a! » Ripeté frettolosamente per impedirle di avvicinarsi a lui più del dovuto. 

« Diamine!! Vogliamo darci un contegno almeno per questa volta?! Quanti razza di disturbi mentali avete?! » 

La donna si ricompose inaspettatamente e assunse un’espressione più matura, anche se leggermente afflitta. 

« Purtroppo avete ragione… » disse con amarezza ed ignorando del tutto l’ultimo insulto appena fatale « …Ma la prossima volta non mi sfuggirete! » continuò in un sussurro, facendogli l’occhiolino. Blaze sussultò di nuovo e deglutì forzatamente, mentre un fastidioso brivido aveva già iniziato a risalirgli lungo tutto il corpo.

Raphael, assistendo ad un tale comportamento, si aggiustò gli occhiali sottili sul naso con un dito e sospirò sconsolato, mentre Keyn dimostrò di essere apparentemente calmo. Tuttavia una vena pulsante sulla sua tempia tradiva ogni suo pensiero.

« Blaze… Se sai dove può essere andata Elizabeth, potresti cortesemente dircelo? » gli chiese con una nota di impazienza, incrociando le braccia al petto. 

Il licantropo annuì tornando serio e si rimise il cappotto nero, aggiustandosi il colletto con un rapido gesto di entrambe le mani. Poi attese che l’attenzione di tutti fosse rivolta verso di lui.

« Non è stato un semplice caso fortuito se Vincent ha deciso di risparmiarci… » Iniziò a dire facendo alcuni passi in avanti. Lasciò passare volutamente alcuni secondi di silenzio, per dare il tempo agli altri di capire l’importanza di quell’affermazione. 

« … All’inizio non mi era chiaro sul come e del perché quel vampiro se ne fosse andato in quel modo… Ma dopo che siamo tornati alla villa, ho avuto il tempo per riflettere attentamente sulla cosa… » 

Guardò Keyn, rivolgendosi direttamente a lui « … Quando hai perso i sensi, e dopo che Elizabeth ha impedito che ti uccidesse, ho visto Vincent parlare con lei… » 

Keyn assottigliò lo sguardo e corrugò le sopracciglia verso il basso nell’udire quell’ultima frase. Ancora una volta, si sentì travolgere da un senso di rabbia e frustrazione al medesimo istante, ma non volle interrompere per permettere al licantropo di arrivare velocemente al punto della situazione. 

« … Non sono riuscito a capire cosa si stavano dicendo, in quanto ero bloccato a terra e con un forte mal di testa… Ma ho visto chiaramente l’espressione del suo volto man mano che Vincent la costringeva a guardarlo. E non mi riferisco al solito panico dovuto alla sua paura dei vampiri, ma a tutt’altro. Lei aveva la chiara angoscia di chi vede se stesso trascinato in un gioco dall’esito mortale… Tremava nell’udire ciò che quel vampiro le stava dicendo o chiedendo… Perché è questo il punto: Moore le stava chiedendo qualcosa che lei si è trovata costretta ad accettare… Ed ora, secondo il mio stesso parere, Elizabeth è scomparsa per quella stessa ragione… » 

Proseguì Blaze, lasciando in sospeso l’ultima frase per far intendere chiaramente agli altri a dove volesse arrivare.  

Il volto di Keyn assunse improvvisamente un’espressione incredula e al contempo sconvolta.

« Non dirmi che adesso lei è…? » 

Un’idea assurda gli balenò per la testa. Talmente inaccettabile che non volle nemmeno scomodarsi di condividerla con coloro che stavano al suo fianco, considerandola del tutto errata ed irrazionale, o almeno, era quello che lui sperava che fosse con tutto se stesso. 

Blaze annuì dispiaciuto, mandando in frantumi ogni altra possibilità di incomprensione. 

« In questo momento può trovarsi solo in un unico posto… » 

Dallo sguardo sconvolto di Camilla e la mano posta davanti alla bocca, si capiva che anche lei era arrivata a quell’unica e possibile soluzione. Per quanto tutti loro rifiutassero di crederlo, la verità era ormai davanti a loro. Crudele ed inequivocabile. 

« Caisonville » Sentenziò infine Raphael con voce bassa, togliendosi gli occhiali da vista e appoggiandoli stancamente sulla scrivania per poi massaggiarsi il setto nasale, nel punto in cui prima vi erano appoggiate le placchette. 

Un indescrivibile silenzio calò di nuovo tra i presenti, interrotto soltanto dopo breve tempo dal respiro sempre più profondo e colmo di collera che Keyn cercava di trattenere forzatamente tra i denti.

« Elizabeth era il prezzo da pagare per le nostre vite… » concluse amaramente Blaze, riducendo la voce ad un lieve sussurro nel chinare il capo verso il basso.

Keyn strinse le mani a pugno fino a far diventare le nocche bianche e tremò visivamente per la rabbia che lo stava divorando dall’interno con sempre maggiore voracità. 

Senza rendersene consciamente conto, i suoi occhi erano diventati come due rubini incandescenti e le labbra si erano incurvate in un’espressione rabbiosa, scoprendo i canini aguzzi digrignati con forza. 

Incurvò le spalle, irrigidendo i muscoli del collo e lasciò che un’ombra minacciosa si impadronisse del suo volto, facendogli assumere un aspetto sinistro. 

Con disumana velocità, puntò lo sguardo verso la porta e si voltò con l’intento di raggiungerla ed andarsene il più velocemente possibile. 

Dopo due brevi falcate decise, una presa ferrea gli strinse una spalla, bloccandogli il tentativo di proseguire. 

« Togliti di mezzo! » gli ordinò con voce profonda, quasi imperiosa.

« Che cosa vuoi fare? » gli chiese Blaze ricambiando lo stesso tono severo e senza farsi intimorire minimamente dallo sguardo glaciale dell’altro, reso ancora più inquietante dalle iridi ristrette.

« Lo sai benissimo cosa… » 

« E credi di poter andare fin la da solo e in questo stato? » gli chiese Hergron cercando di farlo ragionare.

« Vuoi provare a fermarmi? » Ribatté Keyn con fare sempre più minaccioso.
Blaze non rispose e continuò a sostenere la silenziosa e furente battaglia che era iniziata tra i due non appena aveva deciso di bloccarlo. Numerose volte in passato, si era trovato a sostenere un simile sguardo, totalmente fuori controllo e pieno di un’ira cieca. Capace addirittura di divorarti l’anima se solo ne avesse avuto il potere. Quindi non diede nessun segno di nervosismo o incertezza nell’affrontarlo. Se Keyn voleva veramente battersi con lui per riuscire ad andarsene, lo avrebbe accontento senza risparmiarsi.

« Blacksword, per favore, calmatevi… » La voce di Raphael intervenne prima che la cosa potesse degenerare più del dovuto. Uno scontro tra i due era l’ultima cosa che voleva in quel momento ed era meglio evitarlo, per quanto possibile.

« Calmarmi?!! » Keyn si girò furioso verso di lui, quasi dimenticandosi della sfida appena lanciatagli dal licantropo e avanzò di qualche passo nella sua direzione. 

« Voi non dovreste neanche parlare! » Gli ruggì contro con rabbia « … Non siete stato in grado di impedire che Vincent Moore la portasse via! E per giunta da sotto il vostro naso! Voi!… Che di fama non vi fate sfuggire niente, vi siete fatto fregare con estrema facilità! Dovevate proteggerla mentre era qui! Nient’altro! E avete fallito miseramente! Non siete altro che un… » 

« Credete che non lo sappia?!! » Esplose allora Keige sbattendo le mani a pugno sul tavolo e interrompendo qualsiasi altro suono sul nascere. Un silenzio assoluto invase di nuovo l’area mentre sui volti dei tre Hunter si dipinsero delle espressioni di completa sorpresa.  L’aura minacciosa che pochi istanti prima avvolgeva il corpo del vampiro sembrò sparire, sovrastata totalmente da quella imponente e smisurata di Keige, che per la prima volta aveva perso la calma e il freddo controllo che era solito mantenere con abilità difronte a qualsiasi situazione e a qualsiasi cosa. 

Resosi conto di tale mancanza, Raphael si affrettò a ricomporsi e tossì per schiarirsi la voce. 

Poi riprese a parlare con più tranquillità.

« Ho commesso un grave errore di valutazione, non posso di certo negarlo… Ma non abbiamo tempo per discutere di quel che ormai è fatto. Quel che è importante adesso, è riportare Elizabeth a casa. Quindi dobbiamo pensare razionalmente ad una possibile strategia per farlo ed evitare di agire di impulso o singolarmente… » 

« Raphael ha ragione… » si intromise Camilla facendo alcuni passi in avanti per poi rivolgersi a Keyn « … Non metto in dubbio le vostre abilità, ma da solo non riuscirete mai ad affrontare un’intera città di demoni e al contempo un purosangue come Vincent… » 

Il vampiro sembrò calmarsi almeno in parte, ritornando del tutto alle sue sembianze più umane.

« Allora vediamo di muoverci. Più resta la, e più le sue aspettative di vita diminuiscono » disse incrociando le braccia al petto ma restando a pugni serrati. 

« Sempre che non sia già morta… » sussurrò brevemente Blaze, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di tutti. 

« Che c’è? E’ una possibilità che dobbiamo comunque prendere in considerazione » 

« Elizabeth è ancora viva » affermò Raphael rimettendosi gli occhiali. « … Altrimenti Vincent non si sarebbe preso il disturbo di portarla fino a Caisonville per poi ucciderla… »

« Keige ha ragione… » concordò Camilla « … Dobbiamo escogitare alla svelta qualcosa e partire il prima possibile »

Raphael annuì raggruppando i fogli presenti sulla scrivania e riponendoli in un cassetto laterale. 

« Dirigetevi nella sala nelle riunioni, io vi raggiungerò a breve » disse autoritario, guardando soprattutto Keyn con intensità per esortarlo ad seguire il suo consiglio. 

Lui, in risposta, digrignò i denti seccato e se ne andò dalla stanza, seguito a ruota da Blaze ed infine Camilla, la quale richiuse la porta alle sue spalle. 

 

Raphael, rimasto solo e lontano da sguardi indiscreti, rilassò finalmente i muscoli tesi esalando un ampio respiro. 

Poi si tolse la giacca gettandola senza riguardo sullo schienale della sedia alle sua spalle e si chinò in avanti, appoggiando entrambe le mani sulla scrivania. Subito dopo allentò la stretta del papi-on intorno al collo, optando infine per toglierselo del tutto e sbottonò il primo bottone della camicia, sentendo un improvviso calore invadere l’aria. 

Si diede dello stupido e dell’incapace più volte, sbattendo nuovamente un pugno sul legno del tavolo, scuotendo tutto ciò che vi era sopra.

Le intenzioni del purosangue gli erano state chiare fin dal principio. Sapeva che Vincent avrebbe reclamato Elizabeth a sé, ed era convinto che sarebbe venuto proprio lui a prenderla. Ma non aveva calcolato la possibilità che lei potesse andarsene di sua spontanea volontà. 

Strinse le dita delle mani con maggior forza finché non le vide tremare e si diede un piccolo slancio con le braccia per ritornare in posizione eretta. Poi si avvicinò alla finestra alle sue spalle e fissò un punto in lontananza nell’oscurità, portando le braccia intrecciate dietro la schiena. 

Tempo addietro non si sarebbe mai fatto sfuggire un simile dettaglio, così semplice ma di rilevante importanza. Né tanto meno avrebbe permesso ad un nemico di portare via uno dei suoi Hunter proprio dalla sua città. Soprattutto Elizabeth. 

Con quel pensiero in mente, serrò la mascella con forza, aggrottando le sopracciglia in una smorfia adirata ma per quanto possibile contenuta. 

Dopo undici anni, i suoi occhi tornarono a cambiare colore, assumendo una sfumatura nettamente più chiara e rossastra, alternata a delle increspature rosate. 

In un solo istante, la fiamma della candela alle sue spalle divampò con tale forza ed intensità da divorare del tutto il suo supporto di cera. 

Il buio più totale calò infine in tutta la stanza con innaturale rapidità. 

 

 

 

*    *    *

 

 

La notte era giunta velocemente sulla cittadina di Caisonville ed Elizabeth, scortata da Caroline ed il suo fidato pipistrello, si stava dirigendo verso le sue stanze. La cena era stata abbastanza piacevole, anche se piuttosto silenziosa. Fatta eccezione per alcuni interventi della giovane vampira, che più volte le aveva chiesto di descriverle i sapori del cibo umano.

« Capolinea! » Esclamò Caroline, aprendole la porta della sua stanza con un movimento teatrale. Elizabeth entrò per prima, seguita subito dopo da Caroline la quale la osservò mentre si lasciava cadere sul letto sfinita. 

« Hai un aspetto tremendo! » rise notando le enormi occhiaie che si erano formate sul volto della ragazza. « … Penso che tu debba riposare adesso… » 

Elizabeth mugolò solamente in sua risposta e si rialzò a sedere subito dopo. 

« Ehm… Non sapevo che voi umani dormiste in piedi come i cavalli… » 

« Non riesco a dormire… » ammise appena l’altra, stropicciandosi gli occhi per tentare gli scacciare la pesantezza dalle sue palpebre e cercare allo stesso tempo di non cedere al sonno.  

Caroline la guardò e si fermò a riflettere per qualche istante. 

« … A me sembra di più che tu non voglia farlo di tua spontanea volontà… Sei forse preoccupata per qualcosa? » 

Un altro mugolio rispose involontariamente alla sua domanda. 

Caroline rifletté ancora per qualche secondo, poi si diresse verso la finestra e la aprì facendo segno al suo animaletto di uscire. Gli indicò con lo sguardo una trave di legno posta sopra la finestra, ed il pipistrello eseguì il suo ordine fedelmente appollaiandosi su di essa a testa in giù. 

Poi la vampira richiuse la finestra e spostò le tende per coprire l’esterno. 

« Ascolta… » disse ritornando davanti ad Elizabeth. « … Per questa notte non devi preoccuparti di niente, nessuno verrà a farti visita nel sonno se è questo che ti turba. E se qualcuno dovesse solo avvicinarsi a questa camera, Macbeth mi avviserà subito ed io arriverò da te immediatamente » 

Elizabeth la guardò meravigliata e confusa nel sentire tale affermazione. 

« Hai la mia parola! » continuò Caroline facendosi il segno di una piccola croce sul cuore con l’indice di una mano.

« …Quindi ora dormi e non pensare a niente! » 

Notando l’altra fissarla ancora con un pizzico di diffidenza e per nulla intenzionata ad accettare il suo consiglio, roteò gli occhi al cielo e sospirò pesantemente. 

« Ma perché deve essere tutto così stramaledettamente difficile? Più di darti la mia parola non so che altro fare per convincerti a fidarti di me almeno per una volta! » 

Elizabeth distolse lo sguardo abbassando la testa « Perdonami… Ma tutto questo per me non ha alcun senso… »

« Uh? Che vuoi dire? » 

La giovane Hunter esitò per qualche istante prima di rivolgersi di nuovo a lei. 

« Perché sei così gentile con me? » 

Caroline rimase a guardarla senza proferire parola. Poi fece comparire le sue piccole alette da pipistrello sulla schiena e si elevò in alto di qualche centimetro. 

« Perché non ho ancora cercato di bere il tuo sangue vorrai dire… Nonostante tu di fatto dovresti essere una mia nemica, oltre che… beh… Lo sai… » 

Elizabeth raccolse le ginocchia al petto, stringendo le spalle in una muta risposta di affermazione. 

« Certo che voi umani siete strani… » sbuffò l’altra sorvolando il pavimento « … Abbiamo una così brutta reputazione? » 

La ragazza sollevò entrambe le sopracciglia in un’espressione scettica. Davvero le aveva chiesto una cosa del genere? 

« Okay… Pare di si… » commentò l’altra a bassa voce dirigendosi verso l’ingresso della camera. 

« Ma voglio svelarti una cosa… » Aprì la porta e diede una rapida controllata all’esterno per accertarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi tornò a voltarsi verso Elizabeth. 

« Voi umani dovete smetterla di paragonarci come se fossimo tutti delle belve senza cervello che pensano solo a nutrirsi. Non tutti i vampiri sono così… O almeno, la maggior parte non lo è… » Si interruppe un attimo per riflettere « … Credo… » 

Poi scosse la testa « Vabbè tralasciamo… Quello che voglio cercare di dirti é che ci sono ancora molte cose che non sapete su di noi, quindi ora smettila di guardarmi in quel modo come se ti stessi costantemente mentendo o cercando di guadagnarmi la tua fiducia per poi ucciderti… » 

Elizabeth si riscosse e distolse immediatamente lo sguardo da lei imbarazzata. 

« Anche noi vampiri abbiamo un codice d’onore e se diamo la nostra parola ci impegniamo al massimo per mantenerla » concluse sorridendole come incoraggiamento. 

« Ti ringrazio… » sussurrò improvvisamente Elizabeth, senza però guardarla. Stranamente si sentì rincuorata da quel discorso. 

Caroline, superato un attimo di sorpresa, distese le labbra in un sorriso sincero. 

« Sei la prima umana che mi ringrazia per qualcosa… » ammise con voce lieve. 

Elizabeth non seppe cosa risponderle, quindi chinò la testa in segno di assenso, abbozzando anche lei un piccolo riso. 

« Ora ti lascio va bene? Domani ti voglio in forze e riposata! » affermò uscendo dalla stanza, ma prima di richiudere la porta si girò nuovamente verso di lei.

« … Ho una sorpresa per te! Nel senso buono ovviamente… » 

Poi se ne andò, lasciandola di nuovo sola e con mille domande, alle quali, per il momento, non volle dare una risposta. 

Si distese nuovamente sul letto, ripensando solamente a ciò che Caroline le aveva appena svelato o fatto ricordare. Poiché una parte di lei già sapeva che le sue parole erano veritiere, in quanto lo aveva scoperto lei stessa. Ma quella volta, era stata talmente stupida e cieca da non averlo capito, e aveva offeso l’unica persona che non lo meritava.

« Hai ragione… Non siete tutti uguali… » chiuse gli occhi, girandosi su un fianco e stringendo un cuscino a sé con forza. 

« Perdonami... » sussurrò appena prima di addormentarsi. 

« … Keyn … » 

 

 

 

*    *    *

 

 

 

Bussò con tre tocchi veloci ed entrò senza aspettare una risposta. 

« Oh eccoti! » esclamò Caroline ritrovandosi in una stanza che all’apparenza doveva essere uno studio, dati gli scaffali pieni di libri, i quadri pregiati appesi alle pareti e una scrivania in legno di quercia posta in fondo alla stanza, dove su di essa vi erano adagiati numerosi fogli ben ordinati ed impilati con accuratezza gli uni sugli altri, insieme ad una mappa dai colori sbiaditi ma ancora leggibile. 

I suoi occhi ci misero meno di un secondo per individuare la figura del nobile Vincent, il quale se ne stava in piedi con le braccia e gambe conserte, appoggiato con una spalla al muro vicino ad un’alta ed ampia finestra, posta anch'essa infondo alla stanza e poco più a destra del tavolo. 

Ogni volta che lo trovava fermo in quella posizione, si prendeva qualche secondo per ammirare la sua postura sempre dannatamente elegante e regale, resa ancor più perfetta dalla muscolatura slanciata e forte. Le spalle erano dritte, la schiena eretta e composta ed il mento sollevato verso l’alto, intento ad osservare con interesse l’esterno, verso un punto più elevato. Soprattutto nei pressi di una finestra dove al di sopra di essa vi era appollaiato un piccolo animaletto scuro a lui ben noto. 

Come era suo solito fare, Vincent non diede segno si scomporsi all’arrivo della vampira e nemmeno la salutò, seppur era più che consapevole della sua presenza. Caroline ormai, aveva smesso di farci caso. 

Avanzando per quella stanza buia, notò solo all’ultimo che Vincent non indossava più la sua solita casacca bianca in completo con i pantaloni e tutto il resto, ma aveva dei pantaloni neri che sfumavano ad un marrone molto scuro; un panciotto di un marrone pallido con bottoni dorati sul davanti e di un nero lucido sulla schiena dove al di sotto si nascondeva una camicia bianca dalle maniche strette, con ai polsi due gemelli dorati. Al collo vi era un jabot di stoffa che scompariva all’interno del gilet mentre le scarpe erano completamente nere e di fattura elegante.

« A cosa stai pensando questa volta? » gli chiese lei sedendosi sulla scrivania e giocherellando distrattamente con i fogli di carta appoggiati su di essa. 

« Perché dovrei pensare a qualcosa? » ribatté Vincent, senza distogliere lo sguardo dall’esterno. 

Caroline roteò gli occhi al cielo e agitò le gambe sospese da terra, inarcando la schiena con un leggero sbuffo. 

« Non fammi ridere… Tu sei Vincent Moore. Pensi sempre a qualcosa! » 

Vincent stirò le labbra in un lieve sorriso divertito « Anche quello è vero » ammise spostandosi dalla finestra per andarsi a sedere sulla sedia alla scrivania. Si spinse contro lo schienale accavallando le gambe e appoggiò i gomiti sui poggioli, intrecciando le dita delle mani sotto il mento. 

« Ma non sei disposto a condividere con me i tuoi pensieri, giusto? » 

Vincent non le rispose verbalmente ma fu il suo silenzio a parlare per lui. Caroline espirò pesantemente innalzandosi in volo verso gli scaffali pieni di libri e iniziò ad osservare distrattamente le copertine, senza soffermarsi troppo sui nomi incisi su di esse.

« Sai, quella ragazza… Elizabeth… Mi piace » iniziò a dire con noncuranza, giusto per interrompere il clima troppo silenzioso di quella sala « … C’è un motivo particolare per cui hai scelto di portarla qui? - 

Vincent spostò lo sguardo su di lei, seguendola mentre galleggiava nell’aria difronte a lui. Poi tornò a fissare il nulla. 

« Può darsi » accennò appena.

La sua mente tornò per un breve istante alla notte dove si era scontrato con l’altro purosangue. 

Le immagini di quegli eventi erano ancora incise saldamente nella sua memoria, soprattutto l’instante in cui aveva sentito il grido disperato di quella ragazza che lo aveva supplicato di fermare il colpo fatale che stava per infliggere al suo avversario. E lui, senza saperne bene il motivo, aveva acconsentito a tale richiesta. L’ aveva sentita avvicinarsi per poi osservarla nel mentre di gettava sul corpo esanime dell’altro senza alcuna esitazione. Pronta a sacrificare la sua vita umana per un vampiro di sangue puro. 

Forse, si ritrovò a pensare, era stato proprio quel folle gesto da lui inatteso e tutt’ora incompreso a fermare la sua lama. Motivo per cui aveva attirato così tanto il suo interesse su di lei.

« Non voglio contestate le tue decisioni... » parlò di nuovo Caroline, interrompendo il suo flusso di pensieri. « … Ma lo sai vero, che portandola qui in un momento simile non hai fatto altro che attirare ulteriori problemi su di noi che probabilmente andranno a sommarsi a quelli che abbiamo già? Non che mi dispiaccia, sia chiaro… » 

« Certamente » Rispose l’altro socchiudendo gli occhi ed incrociando le braccia al petto.

« E la cosa non ti tocca minimamente? » 

« La mia preoccupazione a riguardo è quasi del tutto inesistente… Non c’è niente che non possa gestire… » 

Caroline inarcò un sopracciglio confusa, domandandosi se stesse o meno scherzando.

« E sai anche che molto probabilmente gli Hunter verranno a riprendersela e questa volta saranno preparati? » 

Vincent a quel punto riaprì gli occhi rossi congiungendo di nuovo le mani davanti a sé ed inclinò il busto in avanti fino ad appoggiare i gomiti sulle ginocchia. Nel mentre, sfoderò uno dei suoi sorrisi maliziosi e furbeschi, mettendo in evidenza i suoi canini sporgenti. 

« Oh… Ma è proprio quello che voglio! » 

 

 

 

*    *    *

 

 

 

« Dove diavolo è finito Keige? E’ da più di mezz’ora che non si fa vedere! » esclamò tutto d’un tratto Keyn, discostandosi dal tavolo al centro di quella sala a mezzaluna. 

« Devi avere ancora un po’ di pazienza, presto sarà qui… » Gli rispose tranquillamente Camilla, seduta composta ad uno dei vari banchi che circondavano la scrivania centrale.  

Keyn grugnì seccato e spostò lo sguardo verso Blaze. 

Quest’ultimo si era comodamente sistemato con le spalle appoggiate ad una colonna di marmo poco distante dalle scale che portavano verso l’alto, ma ben distante dalla zona dove si trovava la donna. Roteò gli occhi al cielo nel notare il suo respiro pesante, le braccia conserte, gli occhi chiusi e la testa inclinata verso il basso. Si era addormentato in piedi, tanto per cambiare… 

« Io me ne vado » annunciò allora spostando lo sguardo in cima alle scale dove vi erano situati i passaggi per uscire da quella stanza. 

Camilla si riscosse subito e tentò di fermarlo tuttavia, prima che potesse parlare, un suono sordo invase la stanza e la parete dietro la scrivania iniziò a tremare. Questa poi si spostò lateralmente di qualche metro fino a rivelare un corridoio nascosto da dove stava sopraggiungendo una figura scura. 

« Era ora… » commentò sarcastico Keyn, rivolgendo l’attenzione verso il Presidente il quale si era appena fermato dinnanzi ai presenti. 

« Scusate il ritardo, ma dovevo fare prima un’altra cosa… » 

Keyn stava già per commentare negativamente a riguardo quando udì degli altri passi risuonare lungo il condotto alle spalle di Keige. 

Concentrò in quella direzione la sua attenzione e vide la sagoma di un altro uomo emergere lentamente dall’oscurità. Ad ogni suo passo, la luce illuminava maggiormente la sua figura dal basso verso l’alto, scoprendo per prima cosa i suoi stivali muniti di speroni, poi i suoi pantaloni scuri e la giacca chiara, ed infine la parte inferiore del volto dove subito risaltava agli occhi il movimento nervoso del piccolo pezzo di legno che spuntava dalle sue labbra. 

Blaze arricciò il naso e aprì pigramente un occhio nello scoprire che l’odore che emanava quella persona non gli era del tutto nuovo. Appena mise totalmente a fuoco il nuovo individuo che si era fermato alle spalle di Keige, spalancò entrambi gli occhi in un’espressione incredula che andò immediatamente a sostituirsi con un’altra non molto amichevole e furiosa. 

« Aaron? » chiese Camilla alzandosi subito in piedi, dato che non si aspettava minimamente di ritrovarlo in un posto del genere e per giunta in compagnia del Presidente dell’associazione. 

« Che diavolo ci fa lui qui?! » chiese improvvisamente Blaze a denti stretti, portandosi davanti al diretto interessato. 

« Oh ma guarda chi si rivede! » esclamò Aaron prima che Keige potesse rispondere all’Hunter. 

« Sapevo che avrei incontrato di nuovo la tua brutta faccia, quindi ho deciso di portarti un piccolo pensiero per l’occasione… » sollevò una mano mostrando al licantropo un pezzo d’osso per cani, agitandolo per richiamare maggiormente l’attenzione dell’altro sull’oggetto in questione. 

« … Lupetto… » Lo schernì infine assottigliando lo sguardo e pronunciando l’ultima parola con un sorriso beffardo. 

Blaze urlò per sfogare la rabbia che altrimenti sarebbe esplosa dentro di lui con una forza tale da portarlo ad aggredire senza nessuna pietà quell’insopportabile sbruffone che gli stava davanti. 

Ma non si mosse, non volendo cedere a tale ricatto e dargli la soddisfazione di poterlo controllare o aizzare a suo piacimento. Anche se l’idea di staccargli la testa una volta per tutte non gli dispiaceva affatto. 

« Vedo che avete già avuto modo di conoscervi… » disse Raphael, intromettendosi fra i due. 

« Avrei preferito il contrario » borbottò Blaze andando nuovamente a gettarsi con le spalle contro la colonna di marmo. 

Raphael non badò al comportamento dell’altro e continuò rivolgendosi a Keyn. 

« Lui è Aaron Grey, sceriffo di questa città » gli spiegò sbrigativo, indicandolo con una mano. 

« E voi dovreste essere Keyn Blacksword, suppongo… » affermò Aaron prendendo parola « …Keige mi ha parlato di voi lungo il tragitto… »spiegò.

« Mi sorprenderebbe il contrario… » rispose sarcastico l’Hunter, lasciando una breve occhiata contro il suo superiore che fece finta di non vederla.

Poi, quest’ultimo tossì per l’ennesima volta, riportando l’attenzione su di lui. 

« Direi di iniziare la riunione e lasciare a dopo ulteriori commenti… » 

Gli Hunter annuirono e si fecero attenti, ad eccezione di Hergron, che sembrò essere ancora troppo furioso per prestare dovuta attenzione.

« … Come forse già tutti avrete intuito, lo sceriffo Grey si unirà a voi in questa missione di salvataggio… » 

« Aspetta… COSA?! » Blaze balzò di nuovo in avanti, come se si fosse risvegliato improvvisamente da un brutto sogno. « … State scherzando non è vero?! »

Raphael sospirò chinando il capo verso il basso, afflitto per essere stato nuovamente interrotto. 

« Volete sul serio consentire ad uno come lui di venire a Caisonville con noi?! Non sopravviverà nemmeno un giorno contro quelle creature e ci sarà sicuramente di intralcio! » continuò Blaze guardando con disprezzo Aaron, il quale ricambiava con un piccolo sorriso beffardo e trionfante. 

« Le abilità di Aaron sono paragonabili a quelle di un Hunter di alto rango, inoltre ha vissuto per molti anni nella cittadina di Caisonville e sa come farvi avvicinare alla città senza farvi individuare… » - Affermò Raphael.

« Ciò non toglie che è pur sempre un semplice umano! » 

« Se è per questo anche io sono umana » si intromise Camilla per difendere lo sceriffo. 

« Ma voi siete anche una strega! » aggiunse immediatamente Blaze con tono acido. 

Camilla incrociò le braccia al petto sdegnata. 

« Così mi offendete signor Hergron! » 

Blaze non badò più alla donna e tornò a concentrarsi su coloro che aveva difronte. 

« Sono lusingato dal vostro comportamento… Non sapevo di piacervi così tanto da farvi preoccupare a tal punto da temere profondamente per la mia incolumità » disse Aaron portandosi una mano sul petto per imitare il comportamento di una giovane donna indifesa al fine di deridere ancor di più il licantropo. 

Blaze strinse le mani a pugno e digrignò i denti con forza mentre i suoi occhi si erano già accesi di un color giallo splendente. 

« Se hai tanta fretta di morire ti accontento subito! » 

« Signor Hergron! Calmatevi! » esordì Raphael ma il licantropo non diede nessun segno di averlo ascoltato. 

« Io sono qui… » disse Aaron allargando le braccia e mostrandogli nuovamente un sorriso di scherno « … Dunque cosa aspetti?! » 

Blaze accolse più che volentieri il suo invito e scattò con una velocità impressionante, senza che nessuno potesse far niente per fermarlo. In una frazione di secondo, si spostò alle spalle dello sceriffo senza dargli il tempo di accorgersi di quello che stava accadendo. Caricò il colpo irrigidendo la mano munita di artigli e mirò al volto di lui. 

Le lame nere si avvicinarono pericolosamente fino a sfiorare la pelle dell’altro, ma qualcosa lo costrinse a bloccarsi prima di poter portare a termine l’attacco. 

Gli abiti si mossero appena, raggiunti in ritardo dall’aria che Blaze aveva spostato per trasportarsi in quel punto. Entrambi rimasero fermi come due statue di pietra per un tempo indefinito, osservati da Keyn e Camilla mentre cercavano di nascondere un’accenno di sorpresa per quello che avevano visto e che tutt’ora stavano vedendo. 

Solo dopo un primo momento di shock, Blaze sorrise soddisfatto tenendo però contratti i muscoli. 

« Te lo concedo… Non sei male come pensavo… » disse quasi sussurrando all’orecchio dell’altro da tanto erano vicini.  

« Proiettili d’argento? » chiese abbassando lo sguardo fino a scorgere la pistola di Aaron premuta contro il suo fianco. 

Aaron annuì serio « Sono venuto preparato come vedi… » 

Blaze non rispose e riassunse le sue normali sembianze. Poi arretrò mentre Aaron rimise nel fodero al suo fianco la sua pistola. 

« Hai degli ottimi riflessi, ma ti avverto… Se ti troverai nei guai, non contare su di me per uscirne » disse Blaze, dirigendosi di nuovo verso la sua amata colonna. 

« Stavo per dirti la stessa cosa » ribatté l’altro incrociando le braccia al petto. 

Blaze rise appena ma non aggiunse altro. 

« Bene, allora vogliamo continuare? » chiese allora Raphael con una nota di impazienza. 

Vedendo gli altri prestargli finalmente l’assoluta attenzione iniziò. 

« Come stavo dicendo, questa è una missione di salvataggio, perciò vi prego di non attirare troppo l’attenzione e se vi è possibile, evitate qualsiasi tipo di scontro diretto. Non sappiamo ancora quanto siano potenti tutte le creature che vi abitano, e preferirei che tutti voi tornaste alla villa in buona salute… » 

 

La riunione andò avanti per più di un’ora, dove i presenti si impegnarono ad escogitare un piano efficace ed accurato per far si che la missione potesse concludersi nel miglior modo possibile. 

Gli imprevisti purtroppo erano sempre dietro l’angolo, ma questo non gli avrebbe fermati.

Sarebbero partiti quella stessa notte. 






Ciao a tutti come state?
Ok questa volta non dico niente... E' stato un periodo difficile, e credo per tutti voi. Non riuscivo proprio a scrivere e o per una cosa o per l'altra mi ritrovavo a fissare il puntatore che lampeggiava senza muoversi...
Spero almeno che questo capitolo vi sia piaciuto perchè come avrete notato, vi sono molte cose che stravolgono un po' tutto :P
Quindi:
DOMANDE:
Vi piace il nuovo team di salvataggio?
Vi aspettavate l'intervento di Aaron?
Che sorpresa riserverà Caroline ad Elizabeth?
Ed infine: Che cavolo avrà in mente di fare Vincent?

Grazie a tutti coloro che non si sono ancora stufati di seguirmi :D
Quindi:
Ringraziamenti:

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valey_

E grazie infinite soprattutto a chi ha lasciato quelle bellissime recensioni :D
Ovvero:
Nephertiti
Cristina Maurich 55
fairy94
GRAZIEEEE :D :D :D Mi riempite di gioia :)
E grazie anche a chi legge silenziosamente ;)
E con questo vi saluto :) Non prometto niente perché come avete visto ormai non sono più puntuale nell'aggiornare e questo mi dispiace moltissimo :(
Cercherò comunque di fare il meglio possibile anche perché fra poco ormai sarà già Natale :D
Un saluto a tutti e ciaoooo :)

  
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