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Autore: Francesca_H_Martin    09/12/2015    4 recensioni
“Hai mai voluto rivivere un giorno dall’inizio alla fine?”
Stiles e Lydia sono divisi da forze maggiori. Lei è rinchiusa all’eichen house.
Per tutto ciò che è accaduto in questo periodo a Beacon Hills si sentono inutili, soli, impotenti.
Un ricordo-triste e doloroso che sia- è l’unica cosa che permette loro di andare avanti; il ricordo di quel fatidico giorno, il ricordo che vivono ogni notte nei loro sogni: il giorno in cui Stiles confessa a Lydia che ha ucciso Donovan.
Ho immaginato che Lydia è stata la prima persona a saperlo.
Ho immaginato che sua la reazione è opposta a quella di Scott.
Lei l’avrebbe compreso, l’avrebbe abbracciato e gli avrebbe detto che era tutto ok.
Una fanfiction divisa in due parti, la prima molto più dark, la seconda più dolce e romantica con alcuni riferimenti a uno dei telefilm che amo di più: Dawson’s creek.
Spero vi piacerà :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Salve a tutti! Ho immaginato anche questo capitolo sulle note di una canzone, "I’m gonna be" dei Sleeping at last fino al link che ho postato alla fine. Per la scena finale, ossia da dove ho postato il link, la canzone cambia ed è "Kiss the rain" di Billie Myers. Non sono molto pratica con questo sito quindi non so se cliccandoci sopra si sentirà ahahah
Vi auguro una buona lettura! Spero vi piaccia!



                                                              


                                                                                                       “When I wake up yeah I know I'm gonna be

                                                                                                        I'm gonna be the man who wakes up next to you
                                                                                                        When I go out yeah I know I'm gonna be
                                                                                                        I'm gonna be the man who goes along with you
                                                                                                        If I get drunk yes I know I'm gonna be
                                                                                                       I'm gonna be the man who gets drunk next to you
                                                                                                       And if I haver yeah I know I'm gonna be
                                                                                                       I'm gonna be the man who's havering to you”
 
 
                                                                                                       
 
Capisci di amare veramente qualcuno quando passeresti la notte a guardarlo mentre dorme”
 
 
Lydia aprì gli occhi circa un 'ora dopo.
Era impossibile dormire con Stiles, davvero impossibile.
Con il suo corpo occupava quasi tutto il letto mentre la povera ragazza era costretta a starsene in un piccolo angolino senza potersi muovere di un millimetro per non svegliarlo.
Ma a lei non importava.
Voleva solo vederlo dormire sereno, senza ansie, senza paure.
Perché lei c 'era.
Perché lei l 'avrebbe salvato dai suoi peggiori incubi, proprio come aveva sempre fatto lui.
 
Lydia fissava il volto di Stiles  con un sorriso appena pronunciato.
L 'espressione che aveva il ragazzo era davvero buffa, era la stessa di quando si addormentava tardi sui suoi preziosi fascicoli e giornali  per risolvere i casi.
Bocca spalancata, corpo sparpagliato come se ogni singola parte fosse una costruzione lego da incastonare con le altre.
Le sue gambe ormai erano incrociate con quelle della ragazza, le bocche fin troppo vicine e i loro respiri creavano una perfetta armonia.
L 'unica cosa che era rimasta immutata era quel tepore che sentiva alla mano perché  avvolta da quella del ragazzo.
Era come se stesse indossando dei guanti di due taglie più grandi.
Non sapeva perché ma amava quella sensazione, la faceva sentire parte di un qualcosa di importante, la faceva sentire riparata da tutto il male che la circondava. Da tutto il dolore incastonato in quel diamante grezzo e scalfito ma puro e prezioso: il suo cuore.
 
Continuava a guardarlo dormire.
Ormai andava avanti da tanto.
Non voleva svegliarlo, non voleva distruggere forse l'unico momento in cui poteva fare qualsiasi cosa desiderasse ed essere chi voleva.
L 'orologio segnava le tre e trenta del mattino, era davvero passato tanto tempo anche se non se n 'era minimamente accorta.
Era stata distratta da quelle parole sussurrate da Stiles nel sonno e impegnata a non pronunciare nessun suono simile a una risata-anche se era stato davvero difficile- per non svegliarlo.
D 'altronde come si fa a non ridere guardandolo con quella faccia? E soprattutto dopo aver affermato con la bava alla bocca che avrebbe ucciso “le ciambelle”, come se si trovasse in un videogioco stile I Simpson al contrario?
 
In realtà trovava rilassante guardarlo dormire.
Trovava rilassante vedere come- nonostante si muovesse come un pazzo- riuscisse a continuare a dormire , perché era una cosa scientificamente impossibile visto come si agitava.
Proprio perché si agitava così tanto quelle coperte si trovavano già da un po' su quel pavimento freddo.
In punta di piedi e lasciando delicatamente la sua mano, Lydia scese da quel letto cercando di ammucchiare quel piumone pesante tra le sue piccole e fragili braccia e senza fare il benchè minimo rumore lo coprì con tutta la dolcezza possibile e iniziò a girare per la stanza, guardando curiosa tutti quegli aggeggi strani e quegli oggetti che c'erano.
Quando Lydia si avvicinò alla scrivania, un brivido le percorse la schiena ma non per tutti quei ritagli di giornale e tutti quei fili appesi ai muri che collegavano dettagliatamente tutti i casi; per quel caos infinito che regnava lì sopra.
Lydia odiava il disordine. Se tutto non era al posto giusto una molla scattava in lei, facendola diventare come una perfetta cameriera.
Come se fosse posseduta.
Iniziò a sistemare tutti quei fogli sparsi, quelle matite vecchie e senza tempera, quegli evidenziatori lasciati  a marcire senza tappo.
Aprì il primo cassettino per posizionare tutta quella roba dentro ma la sua attenzione fu rivolta ad un pezzo di filo rosso conservato in una bustina trasparente.
Che diavolo ci farà con quel coso?-pensò tra se e se.
 
-“Lydia, che ci fai sveglia ed in piedi?”
 
Lydia saltò per lo spavento. Non si era accorta che si fosse svegliato.
 
-“Scusa…Io…Io non volevo svegliarti”
Lo pronunciò in modo quasi soave, con quella dolcezza tipica del suo tono di voce.
 
-“Non sei stata tu, tranquilla. Ma… cosa stai facendo?”
-“Stavo sistemando visto il porcile che c'è qui sopra!”
-“L'avrei fatto io, ma…Sai…”
 
Ed ecco di nuovo il cuore di Lydia esplodere dal dolore.
 
-“Scusa, io non volevo…Io non
-“Lydia è tutto ok.”
 
Non era vero, Lydia lo percepì dai suoi occhi ma non riuscì neanche a chiedergli se ne volesse riparlare quando Stiles si accorse che nascondeva qualcosa in mano, dietro quella maglietta color rosso acceso, simile al color biondo fragola dei suoi splendidi capelli.
 
-“Cos'hai dietro la schiena? Guarda che ti ho beccata!”
-“Non è niente”
-“Dai, prometto che non me la prenderò e non ti denuncerò per violazione della privacy!”
 
Lydia roteò gli occhi e arresa gli mostrò ciò che aveva in mano.
La ragazza notò che il volto del ragazzo era diventato di un colore bordeaux, ancora di più scuro di quello della sua maglia.
 
-“Ah, quello”
-“A cosa ti serve?”
 
Il ragazzo abbassò lo sguardo improvvisamente, come se anche questo lo riportasse ad un ricordo doloroso.
Ma non era così.
Rialzò lo sguardo e lo posò su di lei. Aveva una strana luce negli occhi, era come se gli brillassero.
 
-“Serve a farmi ricordare
-“E cosa esattamente, Stiles?”
 
Il ragazzo le si avvicinò così tanto che Lydia riusciva a vedere i suoi occhi riflessi in quel mare nocciola screziato di giallo.
 
-“Te”
La ragazza rimase senza parole. Non sapeva cosa dire.
-“Forse non ricordi ma un po' di tempo fa tu eri qui, sdraiata su quel letto mentre giocherellavi con questo filo rosso.
Eri bellissima. Come sempre, d'altronde.
Mi guardavi come se quello che ti stessi dicendo fosse assurdo, come se fossi stato il primo a credere in te e a darti fiducia.
Dopo le mie parole i tuoi occhi cambiarono. Avevano una luce diversa.
Amavo quella luce.
E soprattutto amavo il fatto che quella luce l'avevo creata io, che io e solo io ero il motivo di tutto quello.
Vedere te felice mi rese consecutivamente felice a mia volta.
Ecco a cosa serve quel piccolo e sottile filo rosso.
A ricordami  che qualunque cosa io faccia, se sei felice tu lo sono anche io.”
 
La ragazza aveva gli occhi lucidi, una cosa così dolce non gliel' aveva mai detta nessuno.
Sapeva di essere importante per il ragazzo così come lui lo era per lei ma rimase lo stesso senza fiato.
Senza pensarci un secondo lo abbracciò, stringendolo  più che mai.
La testa immersa nel petto caldo di Stiles, le mani del ragazzo che andavano su e giù lungo quella pallida schiena, i capelli della ragazza che si mimetizzavano con la maglia del ragazzo  perché dello stesso colore.
 
-“Stiles io ricordo tutto”
 
Un piccolo sussurro ma tanto forte da far venire al ragazzo la pelle d 'oca e  il battito accelerato.
Stiles  lasciò la presa e la guardò negli occhi sorridendole.
 
-“Non ti merito Lydia. Non merito un 'amica come te. Sono un disastro.”
-“Non sei un disastro. Sei solo umano.”
 
Gli occhi di Stiles si colorarono di un rosa pallido e le pupille si dilatarono per un secondo.
Lydia percepiva di nuovo quel dolore straziante.
Era come se in qualche modo fossero connessi, sentiva lo stesso attorcigliamento allo stomaco che non gli dava tregua  e quella voglia di piangere e non smettere più.
La ragazza voleva fare qualcosa, doveva fare qualcosa.
 
-“Ti dimostrerò che ti sbagli. Che quello che hai fatto l 'hai fatto solo per sopravvivenza. Per proteggerti.”
 
Lydia improvvisamente gli prese la mano e lo trascinò fuori la porta della sua stanza.
 
-“Dove stiamo andando?”
-“TI fidi di me Stiles?”
-“Si”
 
Il ragazzo lo disse senza esitare e seguì Lydia senza fare domande.
 
 
 
 
                                                                                                    “Darkness will be rewritten
                                                                                                      into a work of fiction, you’ll see
                                                                                                      As you pull on every ribbon
                                                                                                      You’ll find every secret it keeps”
                                                                                                     
 
 
 
-“Perché siamo qui? Perché ?!”
 
Stiles lo urlò con prepotenza.
Erano nella biblioteca del liceo, proprio dove era successo tutto, proprio dove per la prima volta aveva tolto la vita ad un'altra persona.
Era come se niente fosse mutato.
Stiles riusciva addirittura a sentire l'odore di umido che c'era quel giorno, era come se vedesse per la milionesima volta quella scena in slow motion davanti ai suoi occhi proprio come un film horror che tormenta i bambini la notte e non li fa dormire.
 
Lydia si avvicinò al ragazzo e gli accarezzò il viso, prese quella mano sudaticcia e la strinse più che poteva.
 
-“Donovan mi stava inseguendo. Ero nel panico. Non sapevo cosa fare.
L'unica cosa che mi venne in mente fu arrampicarmi su questa specie di scale rosse anche se sapevo di essere spacciato visto che la mia forza e la mia agilità in confronto alle sue erano pari a zero.
Stava per arrampicarsi. Ero completamente fottuto, lo capii dai suoi occhi.
Si dice che quando sei disperato e vicino alla morte qualcosa scatta nel cervello e l'istinto di sopravvivenza si appiglia anche al più piccolo spiraglio di luce, qualsiasi sia, basta che ti salvi…
Non c'è cosa più vera.
Ho sganciato quella vite senza pensarci, senza neanche immaginare che quel palo potesse trafiggerlo e ucciderlo.
Volevo solo…Volevo solo farlo allontanare…Io non…Non volevo…”
 
Le ginocchia di Stiles cedettero.
Stiles era lì, in ginocchio, con le lacrime che scivolavano a mo' di cascata e con le mani tra i capelli; era completamente distrutto.
Quel pavimento a lui purtroppo familiare era come se continuasse ad urlargli “assassino” con la voce di Donovan, come qualsiasi altra cosa ci fosse lì.
Lydia subito si fiondò verso lui, si inginocchiò di fronte e raccolse con quelle piccole e fredde mani il suo viso, puntandogli gli occhi nei suoi.
 
-“Se ci fossi stata io su quelle scale, se fossi stata io ad essere spacciata, cosa avresti fatto?”
-“Avrei  fatto ciò che andava fatto per proteggerti”
-“Anche io Stiles e non mi sarei sentita in colpa perché sapevo che era l'unica scelta possibile.
Salvarti.
Devi pensarla così anche tu.
Non è vero che si può sempre scegliere. A volte siamo costretti a fare delle cose anche se non vorremmo farle. Io non ho scelto di essere una banshee ma purtroppo lo sono.
Poi però ci rifletto e penso –ehi, con questo però posso aiutare le persone che amo-e tutto passa.
Tu l'hai fatto per salvarti e se non l'avessi fatto…”
 
La ragazza smise improvvisamente di parlare. Quegli occhi verdi  erano diventati come i suoi capelli in quel momento.
Rossi.
Sconvolti.
 
-“ Lydia lo so che forse non te lo dico mai, ma…grazie”
-“Non devi ringraziarmi.”
 
La ragazza cercò di sorridergli nonostante la situazione-per quanto le fosse possibile- e lo trascinò fuori quel luogo che ormai, grazie a lei, non era più il peggior incubo del ragazzo.
 
 
-“Ora seguimi di nuovo, ultima tappa del nostro tour!”
 
Stiles la seguì di nuovo senza esitare, mano nella mano.
 
 
                                                                                             
                                                                                              
 
                                                                                                “The sound of the branches breaking under your feet
                                                                                                  The smell of the falling and burning leaves
                                                                                                  The bitterness of winter
                                                                                                   Or the sweetness of spring
                                                                                                   You are an artist
                                                                                                   And your heart is your masterpiece
                                                                                                   And I’ll keep it safe”
 
 
 
 
-“E ora che ci facciamo al campo di lacrosse?”
-“Senti questo vento sulla pelle, il rumore che fa la chioma degli alberi mentre si muove, l'odore dell' erba appena tagliata. Sentili forte perché sei vivo!
Non pensarla come  “ho ucciso Donovan”, pensala piuttosto come “ho salvato me stesso, sono vivo!”
 
Il ragazzo la guardava in un modo indescrivibile a parole.
 
-“Che c'è Stiles?”
-“Pensavo”
-“ A cosa?”
-“ A due cose. La prima è: perché proprio questo luogo? Ti ho vista quasi morire qui…”
-“Ma è anche il luogo dove tutti sono stati fieri di te perché hai segnato per la prima volta”
-“O dove tu mi hai sorriso per la prima volta”
 
Lydia gli sorrise e abbassò gli occhi nonostante Stiles la stesse continuando a guardare come la cosa più bella che avesse mai visto.
 
-“E la seconda?”
-“E la seconda è:  ma che diavolo sta succedendo? Sono qui seduto con la mia migliore amica e ho le mani che mi sudano.”
-“Stiles…”
-“Si lo so, devo smetterla, finalmente ero riuscito ad andare avanti, non sembravo più uno stalker impazzito…Lo so che non provi niente per me, lo so che non senti…”
 
https://www.youtube.com/watch?v=Kq-r4ZUpels
 
-“Stiles io ti sento”
 
La ragazza lo disse guardandolo negli occhi.
 
-“Quando mi hai sfiorata con il braccio questa mattina, io…Io l'ho sentito”
-“E… che sensazione ti ha dato?”
-“Mi ha fatto sentire viva”
 
Il battito di Stiles che accelerava sempre di più così come quello della ragazza.
 
-“Beh…A questo punto Lydia ti bacerò.”
-“Stiles…non”
-“Lydia non puoi dirmi una cosa simile e non aspettarti nessuna reazione perciò è esattamente quello che farò. Io ti bacerò tra meno di tre secondi e se tu non vuoi che ti baci…Se non vuoi…fermami, ma spero che tu non lo faccia…”
 
Il ragazzo si avvicinava sempre di più guardando fisso in quello specchio color mare in tempesta.
Non l'aveva mai vista così bella, avrebbe giurato che quella sera fosse davvero più bella del solito.
 
-“Uno…”
 
Il cuore di Lydia cedette di un battito.
 
-“Due…”
 
Gli irrigatori del campo si accesero improvvisamente bagnandoli dalla testa ai piedi ma nonostante questo nessuno si mosse di un passo.
 
-“Tre…”
 
Stiles la baciò.
Conoscete quella sensazione  quando il tempo si ferma, quando anche se non c'è nessuno stereo acceso stranamente sentite musica ?
Quando il cuore vi batte fortissimo tanto da non riuscire più a respirare?
Loro la sentirono quella mattina. Lì. In quel momento. Bocca dentro bocca. Occhi dentro occhi.
Tutta quell'acqua che li bagnava era come se fosse pioggia.
Tutto era come un film troppo romantico per i loro gusti.
Tutto troppo smielato.
Ma tutto dannatamente perfetto.
E si, quella fu la sera in cui trattennero di più il respiro.
Un bacio lungo un eternità.





ANGOLO AUTORE: Spero che la storia vi sia piaciuta! E così si conclude, fatemi sapere cosa ne pensate!
Vi ringrazio infinitamente per tutto! Alla prossima fanfiction!

 
   
 
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