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Autore: _Akimi    09/12/2015    1 recensioni
[SCANDAL]Rina Suzuki è la batterista della famosa girl-band giapponese SCANDAL. Tutto sembra andare bene: i fans le adorano e tra di loro sembra scorrere un'armonia davvero speciale.
Nonostante questo, Rina si sente afflitta sempre di più da un segreto che mantiene nascosto da ormai molti anni, ma adesso è giunto il momento di non aver paura delle conseguenze e di affrontare la realtà.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Rina si era fatta piccola sul letto, le ginocchia strette al petto e un paio di grandi cuffie verdi le coprivano le orecchie; fin da quando era bambina aveva la brutta abitudine di ascoltare la musica ad alto volume, gridava, saltava sul suo letto ed era del tutto incurante della voce della madre al piano inferiore di casa sua, la donna le ripeteva di fermarsi, almeno quando avevano ospiti in casa, e di occuparsi dei suoi fratellini che, proprio come lei, non riuscivano mai a stare buoni.
Doveva ammetterlo, la sua famiglia le mancava, non che fossero poi così lontani, ma erano passati ormai mesi dall'ultima volta che aveva avuto modo di abbracciare suo padre, di domandare alla più piccolina della famiglia Suzuki come andasse la scuola e di rivedere anche i suoi vicini, quei pazienti vicini che l'avevano sentita esercitare alla batteria e alla tastiera per così tanto tempo.


Voleva poter ritornare a casa, chiudersi nella sua camera ad osservare il soffitto, senza fare nulla, senza pensare a nulla.
La vita da musicista le piaceva, la divertiva, la emozionava, ma non poteva negare quanto fosse impegnativa e il tempo libero mancava sempre di più, sopratutto quando lei e le altre dovevano esercitarsi per un nuovo tour nazionale.
Sì, adorava la vita che faceva, non le mancava nulla, ma alle volte desiderava potersi fermare, almeno per poco, per un attimo, così da aver modo di riflettere su cosa volesse diventare e sopratutto, come continuare la propria carriera.
Le Scandal stavano vivendo uno dei migliori momenti della loro storia: avevano concluso una tournée mondiale, avevano annunciato un festival per i loro dieci anni di musica.
Dieci anni, dieci anni diamine, erano tanti, ma Rina li aveva vissuti tutti: aveva pianto, sorriso, si era arrabbiata, aveva litigato con le altre e poi avevano fatto pace, mangiando assieme o raccontandosi una delle tante stupidate del tempo in cui erano liceali.
Rina aveva trovato una seconda famiglia lì, tra le braccia di Haruna, Mami, Tomomi; loro erano più grandi, le aveva sempre osservate con curiosità, aveva sperato di divenire forte per stare al loro passo ed era stato difficile all'inizio, non era mai stata sicura delle proprie abilità, ma poco a poco aveva imparato ad affrontare le sfide, a rimediare ai propri errori ed andare avanti, migliorando.
Rina era sempre stata la più ingenua del gruppo, Haruna l'aveva aiutata a credere più in sé stessa, Tomomi le aveva dato delle dritte per essere più spontanea, uscendo dal guscio di timidezza dove era solita nascondersi e infine Mami, Mami sapeva sempre come farla sorridere, farla sentire bene senza doversi domandare che cosa ci fosse di sbagliato in sé.


Rina aveva sempre vissuto, come molte altre ragazze, momenti di insicurezza, ma aveva compreso quanto fosse inutile lasciarsi intrappolare dalle proprie paure e timori.
Nonostante questo, apprezzava ancora chiudersi in camera, rannicchiarsi sul suo letto proprio come faceva a casa dei suoi genitori: in quei momenti lasciava che fosse la musica a colmare il silenzio nella sua mente, socchiudeva gli occhi e immaginava il vuoto, la tranquillità. Adorava accendere un po' d'incenso in stanza così da impregnare l'aria di un buon profumo dolce che le ricordava casa, che le ricordava i suoi giorni da adolescente ormai conclusi.
Questi ultimi rimanevano sempre lì, nel suo cuore, ma non c'erano solo momenti passati a riempirla di gioia, anche il presente e il futuro la rendevano felice e immaginava spesso delle giornate passate in tranquillità, di quelle condivise con migliaia di persone su un palco e infine, di quelle intime, addormentata, con il viso nascosto nel petto di Mami proprio come una bambina.
Adorava riposare vicino a lei, forse perché la più grande trovava sempre una buona scusa per buttarsi sul letto e dormire: non che fosse una ragazza estremamente pigra, ma Rina non si era scordata dei pomeriggi passati a casa sua, chiuse in camera assieme alle altre a non fare nulla. Bastava un film, una console o un paio di cd, le quattro ragazze erano sempre state capaci di divertirsi con poco, l'importante era stare assieme.


-Hey, già assonnata?-
Mami entrò in camera, lanciò un'occhiata verso l'angolo in cui Rina si era nascosta e accennò un sorriso, addolcita nel vedere come la ragazza si fosse rannicchiata contro il muro.
I capelli le ricadevano dolcemente sul viso, le labbra socchiuse e le mani che stringevano possessivamente un mp3 dello stesso colore delle cuffie che, secondo detta di Mami, davano a Rina un'aria ancora più graziosa.
La chitarrista aveva riflettuto molto sui suoi sentimenti nell'ultimo periodo, aveva compreso che cosa significasse preoccuparsi seriamente di un'altra persona dato che, doveva pur ammetterlo, non era mai stata quel genere di ragazza alla ricerca di una grande storia d'amore.
Mami era sempre stata così, poco femminile nel modo di vestire, di essere, ma aveva accettato le proprie preferenze sessuali tempo fa; la prima a saperlo era stata Tomomi, la bassista le aveva domandato bruscamente se fosse innamorata di qualcuno, ma lei si era limitata a rispondere di no, nascondendole la verità.
Si fidava di lei, erano amiche da molto tempo, ma era stato difficile ammettere che la persona che le piaceva fosse una ragazza, non una semplice ragazza, si trattava di Rina Suzuki, la piccola batterista della loro band.
Alla fine, nonostante le prime paure, Haruna e Tomomi avevano accettato la novità senza problemi e avevano persino ammesso di essersi scambiate un bacio, innocente come diceva Ono, ma l'espressione che si dipingeva sul volto di Ogawa faceva pensare a ben altro.


Mami era contenta che le cose tra lei e Rina si fossero evolute al meglio, adorava il modo in cui gli occhi della batterista si illuminavano ogni qualvolta incontrassero i suoi e, a dire il vero, Mami si sentiva non poco lusingata dalle attenzioni che l'altra le riservava. Rina era dolce, fin troppo dolce confronto a lei e doveva essere anche piuttosto paziente, dato che la chitarrista raramente prendeva l'iniziativa abbracciandola o stringendola semplicemente a sé; al contempo, Rina era timida e si vergognava nel chiedere all'altra di starle vicino, temeva di sembrare fin troppo sdolcinata e per questo preferiva scherzare, magari schioccando un semplice bacio sulla guancia dell'altra senza dover andare oltre.
Sapeva che Mami ricambiava i suoi sentimenti, lo faceva in modo diverso, ma andava bene così, infondo, era proprio il suo carattere cupo ad averla fatta innamorare. In realtà, Sasazaki era capace di stupirla anche dopo tutti questi anni di conoscenza: Mami era anche una ragazza stramba, giocosa e il modo in cui faceva sorridere tutta la band portava Rina a fare lo stesso, comportandosi buffamente per potersi divertire assieme a lei; molto spesso la chitarrista la prendeva in giro, la stuzzicava, ma non arrivava mai ad offenderla, anzi, si divertiva nel vedere come quest'ultima cominciasse a sbuffare come una ragazzina, finendo tuttavia con l'arrossire e nascondere il capo contro la spalla della più grande.


-Oh, Mami,- parlò lei, togliendosi le cuffie dalla testa; -non ti avevo visto entrare, stavo solo...- si interruppe, appoggiando l'mp3 sul materasso per poi, accennando un sorriso, sistemarsi vicino alla montagna di cuscini dietro di lei. -pensando, credo.-
La più grande si limitò ad increspare le labbra, si legò i capelli in una piccola coda bassa e si buttò sul letto della compagna, poggiando la testa poco distante da lei.
Non c'era nulla di meglio di una notte di riposo dopo una doccia rinfrescante: la giornata era passata relativamente tranquilla, avevano avuto un'intervista via radio e poi un set fotografico, non che Mami amasse molto essere fotografata, ma aveva imparato ad abituarcisi; Rina, invece, sembrare molto più spigliata, sorrideva spontaneamente anche se qualcuno le puntava una macchina fotografica sul volto, riusciva ad essere sincera, ad essere felice per sé stessa e poi, se serviva, per l'obiettivo.
Era proprio il suo sorriso ad averla fatto innamorare di lei e quell'espressione, forse addolcita dai momenti passati assieme o semplicemente per il suo essere gentile, aiutava Mami a rilassarsi e a dimenticare dettagli sgradevoli della giornata.


-A che cosa stavi pensando?-
Bisbigliò Mami, la voce trattenuta dal cuscino e la mano che si era avvicinata a quella di Rina, sfiorandole le dita fini.
-A quanto sei curiosa, ecco a cosa!- La batterista si avvicinò a lei e la bloccò con il peso del proprio corpo, stringendola in una morsa infantile quanto tenera. Voleva poter rimanere così ancora a lungo, sentire il tepore che emanava l'altra e addormentarsi così, con il viso vicino al suo.
-Hey, non è colpa mia se non ti ho visto per l'intera giornata, pensavo che ti fossi nascosta da qualche parte.-
Mami si voltò di scatto, obbligando la più piccola a scivolare al lato del letto per poi, pochi attimi dopo, stringerla a sé con un sorriso dipinto sulle labbra.
A quell'improvviso gesto, Rina arrossì, appoggiando la propria fronte contro quella dell'altra. Sentì il respiro di Mami contro il proprio viso, i suoi occhi non smettevano di osservarla ed era spontaneo per la più piccola, per quanto ancora presa dall'imbarazzo, sorridere nel sentire le dita affusolate dell'altra accarezzarle il viso, finendo nei suoi capelli morbidi.
Non c'era nulla che Mami non adorasse di Rina, i suoi occhi grandi,curiosi, le sue labbra chiare e le sue gote arrossate solo per lei, come se quel semplice viso imbarazzato fosse dedicato solamente alla chitarrista e a nessun altro.


Così Mami decise di prenderla alla sprovvista, poggiò la mano sulla sua nuca e la spinse leggermente verso il basso, lasciando che si scontrasse buffamente contro le sue labbra; la vide socchiudere le palpebre per poter godere al meglio di quel contatto, del buon profumo che penetrava le sue narici dato dalla fragranza di vaniglia che Mami era solita volere nei balsami che acquistava.
Sapeva che non si sarebbe mai abituata ai comportamenti della più grande, ma era proprio la spontaneità che amava di lei e non avrebbe mai smesso di arrossire per le più piccole delle cose, sapendo che Mami non avrebbe mai smesso di schernirla per questo; comprendeva l'ingenuità di Rina e la trovava adorabile, dannatamente adorabile quanto così imbarazzata per un semplice bacio.


-Sei una stupida, ti diverti per così poco!-
Rina parlò, pizzicando con forza la guancia della compagna. Quest'ultima esclamò un infantile gemito e si alzò dal materasso, obbligando l'altra a cambiare posizione, trovandosi pochi attimi dopo a sovrastarla.
-Non posso fare a meno di vederti così e tu ci caschi sempre.-
Il sorriso che si dipinse sul volto di Mami fece battere il cuore della più piccola incontrollato, si sentiva come una ragazzina assieme a lei, come se la razionalità non servisse nulla in sua compagnia; non temeva di essere vulnerabile, di poter essere ferita, si fidava ciecamente della chitarrista, era stato il tempo ad unirle così tanto e no, non avrebbe rinunciato ai suoi sentimenti per nessun altro motivo al mondo.
Voleva rimanere così, a lungo, ancora per dieci anni, come Rina e Mami, come Scandal e lo sapeva, ne era certa, quello che provava lo condivideva con quelle pazze quanto fantastiche ragazze che aveva conosciuto anni prima.


-Lo so, non posso farci nulla.-
Bisbigliò lei, sorridendo imbarazzata. Mami non disse nulla, non avevano bisogno di parole per esprimere ciò che colmava le loro menti in quel momento: volevano continuare così ancora a lungo, senza temere di invecchiare e di dover crescere.






 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Capitolo senza troppe pretese, avevo voglia di buttar giù qualcosa su di loro, senza la necessità di raccontare qualcosa di importante. Mi piace pensare che le ragazze abbiano passato momenti difficili, ma alla fine sono ancora qui ed è una cosa fantastica.
  
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