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Autore: YomiCrazy    13/12/2015    3 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza?
Cosa sarebbe accaduto?
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Harriet è una bambina con un'infanzia molto triste alle spalle.
Costretta ai continui soprusi dagli zii e del prepotente cugino, desidera una vita normale, come ogni bambina della sua età dovrebbe avere.
Ma qualcosa cambierà il giorno del suo undicesimo compleanno.
Qualcosa che non avrebbe mai immaginato potesse essere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Hagrid ha sempre desiderato un drago, me l’ha detto quando ci siamo conosciuti.”
Erano usciti da poco dalla catapecchia del guardiacaccia ed i loro cuori battevano all’unisono.
Malfoy li aveva visti fuori dal dormitorio oltre l’orario consentito ed aveva visto anche il drago.
“E’ pazzesco…”
Sentì dire da Ron, mentre guardava Hermione girarsi e controllare che fossero soli nel corridoio della scuola.
“E peggio ancora, Malfoy lo sa…”
Harriet di una cosa era sicura: Draco non avrebbe detto niente, altrimenti sarebbe stato punito.
Anche lui era fuori dal dormitorio, giusto?
“Non capisco, è così grave?”
Chiese infine Hermione, fissando l’amico.
“E’ un guaio…”
Harriet guardò Ron stralunarsi e girò il viso verso il punto che il ragazzo stava fissando.
Si fermò con il cuore in gola.
La McGranitt.
“Buona sera.”
Harriet vide il biondo sgusciare fuori dal mantello della donna e quasi si sentì esplodere.
Gliel’avrebbe fatta pagare.
 
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“Nulla e ripeto nulla da ad uno studente il diritto di girovagare di scuola di notte…”
Harriet ed i suoi amici avevano seguito la capocasa nell’aula di Trasfigurazione ed erano fermi da ormai cinque minuti a farsi rimproverare.
Draco era appostato a pochi passi da lei ed ogni volta che girava il viso, lo vedeva ridacchiare del triste destino che gli aveva imposto.
“Perciò come punizione delle vostre azioni… Vi saranno tolti cinquanta punti.”
Harriet girò il viso verso la professoressa, stupita del numero appena pronunciato da essa.
“Cinquanta?”
Esordì, sbalordita anche da sé stessa.
“A testa.”
Harriet girò il viso di nuovo verso Malfoy, che la fissava ridacchiando come solo una piccola serpe avrebbe potuto fare.
“E per essere certi che non capiti più… Tutti e quattro sarete messi in castigo.”
“Scusi professoressa…”
La bambina fissò Draco avvicinarsi al tavolo dietro cui la McGranitt li sgridava e si fece due conti.
Aveva detto tutti e quattro.
“Per caso ha detto… Tutti e quattro?”
Harriet passò il viso da Draco alla professoressa e dalla professoressa a Draco.
“No, mi hai sentito benissimo signor Malfoy.
Vedi, per quanto nobili fossero le tue intenzioni, anche tu eri fuori dalla stanza oltre l’orario.”
Ad Harriet quasi scappò una risatina. Lo aveva immaginato qualche secondo prima ed ora eccoli là.
Puniti tutti assieme.
“Ti unirai ai tuoi compagni in castigo.”
Draco girò il viso verso di loro ed Harriet sorrise, alzando le spalle.
Adorava la McGranitt.
 
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La professoressa li guidò fino alla fine del corridoio, dove Harriet riconobbe Gazza.
Immaginò di dover passare la notte con lui, ma quando sentì le parole Hagrid  e Foresta proibita quasi si spaventò.
Il bidello della scuola li prese con sé e cominciò a camminare verso la catapecchia del guardiacaccia.
Draco si mise fra lei e l’uomo, sorridendole, per poi cominciare a camminare.
Durante il tragitto il biondo non si girò neanche una volta a guardarla ed Harriet pensò veramente di prenderlo a calci per la bella bravata fatta.
Gazza, intanto, chiacchierava su quant’erano belli i tempi andati e di come le punizioni di una volta erano decisamente più soddisfacenti delle ultime.
Quando arrivarono alla baracca del guardiacaccia, Gazza comunicò loro che avrebbero passato il castigo con Hagrid nella foresta proibita.
Harriet si sentì sollevata. Quell’omone le voleva molto bene e l’avrebbe sicuramente protetta.
“Una combriccola penosa, Hagrid.”
Il guardiacaccia li raggiunse in poco tempo a testa bassa, tirando spesso su col naso.
La bambina notò le guance colorate e gli occhi rossi, segno di un pianto esagerato.
“Ah, buon dio, non dirmi che te la prendi ancora per quel maledetto drago…”
Harriet si fermò dietro il biondo, vicino a Ron ed Hermione. Il ragazzo sembrava non calcolarla.
“Norberto non c’è più…
Silente l’ha spedito in Romania, vivrà in una colonia.”
“Ma questo è un bene, no? Sarà con la sua stessa specie.”
Neanche le perle di saggezza di Hermione riuscirono a riattaccare il cuore infranto di Hagrid.
“Si ma se poi non gli piace la Romania? Se gli altri draghi gli fanno i dispetti?
E’ solo un cucciolo, dopotutto.”
Harriet quasi rise, ma poi vide Draco muoversi davanti a lei.
Era tutta colpa di quel biondino serpeverde.
“Ah, cerca di tornare in te stesso, via, devi andare nella foresta, insomma.
Devi avere prontezza di spirito…”
“La foresta proibita?”
Harriet fissò Draco ribattere, per la prima volta, ai commenti di Gazza.
“Credevo fosse uno scherzo!
Non possiamo andarci!”
Gazza si girò debolmente verso Draco, fissandolo con astio vero e proprio.
“E’ vietato agli studenti e ci sono… I lupi mannari.”
“Ah, c’è peggio dei lupi mannari tra quegli alberi…”
Harriet fissò scettica Gazza fino a quando una debole manina non si attaccò alla sua cappa.
Draco la stava cercando, tentando di non farsi vedere da tutti gli altri.
“Puoi starne certo…”
La mano del biondo saliva sempre più verso il suo braccio e la piccola ci posò la sua, senza neanche sapere perché.
Stupido Malfoy, pensò.
 
--
 
La foresta era spaventosa come l’aveva immaginata.
Il buio faceva da padrone in quel posto e i rami secchi degli alberi facevano strane forme nell’ombra.
Malfoy viaggiava dietro a lei, attaccato alla sua cappa, mentre Hermione e Ron trotterellavano dietro ad Hagrid sull’erba.
Harriet ricordò di quanto la casata serpeverde non fosse particolarmente coraggiosa e pensò di esserlo lei per Draco.
Dargli coraggio, anche se non se lo meritava affatto.
Era colpa sua se si trovavano in quella situazione.
Il guardiacaccia si fermò dopo una decina di minuti. Harriet sentì mollare la presa della mano del biondo, quando si avvicinò ai suoi amici. Hagrid, intanto, si era accucciato ed aveva raccolto qualcosa di argenteo e viscoso.
“Hagrid… - chiese debolmente – cos’è?”
“E’ il motivo per cui siamo qui.
Lo vedi questo? E’ sangue di unicorno.
Ne ho trovato uno morto qualche settimana fa.”
Harriet era sicura che il suo cuore non era l’unico a battere ferocemente dalla paura.
Qualcuno aveva ucciso un unicorno e loro sarebbero stati i prossimi, sicuramente.
“Ora… Questo è stato ferito gravemente da qualcosa.”
La bambina abbassò lo sguardo, avvicinandosi di più a Draco, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Un’ombra.
O forse era solo il vento?
“Perciò – riprese Hagrid, facendole tornare il cuore a battere – è nostro compito cercare quella povera bestia.
Harriet, Hermione, voi venite con me.
Ron tu andrai con…”
“No, io non vado con quello lì.
Mi lascerebbe nel mezzo della foresta, ne sono sicuro.”
“Ron…”
Cominciò Hermione ed Harriet si mise nel mezzo del gruppo.
“Hagrid, vado io con Malfoy.
Fra loro non scorre… Buon sangue.”
“Cosa?”
Chiesero Ron ed Hermione.
Il guardiacaccia li fissò e poi acconsentì con uno sbuffo. Harriet vide Draco fissarla debolmente e poi girare il viso verso Hagrid.
“Va bene… Allora prendo Thor.”
“D’accordo – fece Hagrid, girandosi – ma ti avverto… E’ un gran vigliacco.”
Sia Harriet che Draco si girarono verso il cane.
Si erano messi in un bel pasticcio.
 
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“Aspetta che lo venga a sapere mio padre… Questa è roba da domestici.”
Harriet sbuffò sonoramente al commento del biondo e si girò verso di lui con stizza.
“Ti ricordo, Malfoy, che se avessi tenuto la bocca chiusa, adesso non saremmo qui!
E se non ti conoscessi bene… Direi che hai una gran fifa.”
Il biondo riprese a camminare scocciato e quando passarono vicino ad un cespuglio, Harriet si spostò di lato vedendolo muoversi, fra le braccia del biondo.
Il vento.
“Dicevi?”
Harriet abbassò il viso ed arrossì. Aveva fatto la figura della stupida.
Draco ridacchio ed allungò una mano verso di lei, prendendola per tenerla stretta. Harriet sgranò gli occhi a vedere le sue dita incrociate con quelle del biondo e quasi si sentì liquefarsi dalla vergogna.
“Andiamo Thor.”
Il biondo riprese a camminare e lei lo seguì, sentendosi stranamente felice del gesto.
Camminarono ancora per un po’, mano nella mano. Draco si guardava intorno con la lanterna e teneva sempre stretta la sua mano, quasi come se fosse l’ossigeno.
“Draco…?”
Il biondo mugugnò qualcosa, facendole capire che l’ascoltava.
“Perché ce l’hai con me?”
“Perché questa domanda stupida?”
“Mi hai seguita… E poi hai detto tutto alla McGranitt…”
“Te l’ho detto che ti tenevo d’occhio, Potter.”
“Si, però… Non capisco.
Tu mi odi?”
Draco si fermò alla domanda e sospirò abbassando la lanterna.
Harriet aveva tutte le buone ragioni per chiederlo, no?
Prima faceva la spia mettendola nei guai e poi si ritrovava a camminare mano nella mano con lui come una coppia di fidanzatini.
“Potter, senti, non…”
Un guaito di Thor, però, fermò ciò che il biondo stava per rivelarle. I due si avvicinarono curiosi al cane e quando alzarono il viso verso ciò che quello puntava, quasi morirono d’infarto.
Una figura nera incappucciata era ricurva sul collo di un unicorno disteso a terra.
Harriet non riuscì a capire  bene cosa stesse facendo, sentiva solo la stretta di Malfoy farsi più salda.
Quando la figura alzò il viso, mostrando la bocca sporca di sangue di unicorno, la sua cicatrice cominciò a far male e Malfoy la strinse a sé, impanicato.
“H-Harriet, andiamo!”
La piccola cercava davvero di muoversi, ma non riusciva a spostarsi di lì.
C’era qualcosa in quell’uomo, qualcosa che doveva sapere.
Thor cominciò ad abbaiare e fuggì via, mentre Draco tentava di tirarla per la mano, spaventato fino al midollo.
La figura si spostò dall’unicorno e volò a pochi passi da loro, sempre rimanendo incappucciata.
“Forza, andiamo!
Cosa aspetti, dai!”
Malfoy la tirava per le braccia ed il fatto che l’avesse chiamata per nome, per la prima volta, le scivolò giù come se niente fosse.
Quando la strana figura tentò di avvicinarsi, Harriet indietreggiò spaventata e cadde addosso a Malfoy inciampando su un tronco, finendo entrambi a terra, lui dietro con la lanterna accanto e lei fra le sue braccia, in mezzo alle sue gambe.
La figura si faceva sempre più vicina, Draco la stringeva e l’abbracciava sempre più forte. Harriet non riusciva a smettere di guardare quella cosa e quando pensò che tutto sarebbe finito, chiuse gli occhi infilando la testa fra il capo ed il collo del ragazzo, sentendolo tremare più che mai.
Il suo profumo ed il poco coraggio che cercava di infonderle nell’abbracciarla e proteggerla, crearono un cocktail inebriante.
Poi il suono di un galoppo.
Un salto.
Harriet aprì gli occhi, girando debolmente la testa tenendo sempre le mani strette a quelle di Draco.
Qualsiasi cosa li avesse salvati, adesso li stava raggiungendo.
Malfoy la tenne stretta a se, finché non riconobbero quello che era un centauro.
“Harriet Potter… Devi andare via.”
La ragazzina alzò il viso verso il biondo, fissando il terrore nei suoi occhi e si distanziò un poco da lui.
Draco sembrò accorgersi solo in quel momento di cos’era accaduto ed aprì le braccia, arrossendo vergognosamente.
Harriet ridacchio e si alzò, seguita dal biondo.
“Harriet..”
La bambina si girò verso il centauro, che li aveva ormai raggiunti.
“Molte creature ti conoscono nella foresta.
Non è un posto sicuro.
Specialmente per te.”
Harriet lo guardò stralunata, mentre sentiva Draco avvicinarsi a lei e prenderle ancora la mano.
“Co…cos’era quella cosa da cui mi hai salvato?”
“Una creatura mostruosa – disse la creatura, avvicinandosi ancora di più – E’ un’azione orribile uccidere un unicorno.
Bere il suo sangue ti tiene in vita  anche se sei ad un passo dalla morte.”
Il centauro sembrò arrabbiarsi un po’ ed il biondo di riflesso strinse più forte la mano di Harriet, che ridacchiò dentro di sé.
Serpeverde.
“Ti tiene in vita, però, ad un prezzo spaventoso.
Hai ucciso una cosa purissima e dal momento che il suo sangue tocca le tue labbra, vivrai una vita a metà.
Una vita dannata.”
Harriet si incupì a quelle parole e sentì Draco strattonarla.
Voleva andare via, ma lei voleva sapere.
“Ma… Chi sceglierebbe una vita così?”
“Non ti viene in mente nessuno?”
Il centauro cominciò ad avvicinarsi, mentre il biondo si allontanò di poco.
Ma Harriet stava capendo.
Era quasi giunta a capire chi fosse quella presenza oscura.
“Intendi dire… Che chi ha ucciso l’unicorno… e che beveva il suo sangue… quello era Voldemort?”
Sentì Draco pigolare dietro di lei e capì che anche a lui faceva paura sentire quel nome. Gli strinse dolcemente la mano, accarezzandogli il palmo con delicatezza.
“Sai cosa è nascosto nella scuola, in questo preciso momento, signorina Potter?”
Harriet indietreggiò sbattendo contro il petto di Malfoy che le circondò la via con il braccio, lasciando andare la sua mano.
La bambina aveva capito cosa intendeva il centauro.
La pietra filosofale.
E Voldemort voleva proprio quella. 




Note: Ed eccovi qua il capitolo!
Fortunatamente l’ho scritto all’inizio della settimana, altrimenti non sarei riuscita a pubblicare.
Il mal di gola a preso possesso di me e del mio corpo! xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che i due piccioncini vi abbiano fatto dire un sonoro awwww e…
Beh, niente, ringrazio chiunque voglia lasciarmi un commento!

 
  
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