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Autore: Alish_Chantica    18/12/2015    2 recensioni
[The Last of Us AU] [Pricefield] Gli umani infetti sono ormai fuori controllo e i sopravvissuti si uccidono a vicenda per recuperare cibo e armi da un mondo stravolto da una pandemia. Max e Chloe dovranno lottare per tenersi stretta la propria vita e cercare di scoprire come debellare questo virus. La trama e l'ambientazione saranno molto simili a quelle di The Last of Us. Niente tornado, niente sparizioni ma soprattutto niente poteri. Questa è la mia prima Fan Fiction, le critiche costruttive saranno molto apprezzate. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 1
 

Qualche Anno Dopo

Chloe si svegliò di soprassalto mettendosi a sedere sul letto. Aveva la fronte imperlata di sudore e le mani tremanti. Deglutì passandosi una mano tra i capelli azzurri.

Cristo… era solo un sogno.

Il respiro affannoso si fece man mano regolare e ad un tratto la ragazza ormai maggiorenne sentì qualcuno bussare alla porta.

Chi potrebbe essere?

Si alzò, prese la solita canotta bianca appoggiata su una poltrona malmessa e si avviò verso la porta vestendosi pigramente. Bussarono nuovamente.
«Sto arrivando.» borbottò.
Chloe viveva in un piccolo appartamento a Boston, che oramai era in quarantena per l’incredibile aumento di gente infetta. Da quando morì suo padre si era data al contrabbando. Non importava chi fossero i clienti: a lei interessava solo il compenso e grazie a questo lavoro aveva conosciuto molte persone tra cui Victoria, capo delle Luci, e Rachel, una socia nonché migliore amica. Chloe aprì la porta solo per ritrovarsi davanti una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi vispi color nocciola. La sconosciuta entrò in casa senza dire una parola. Aveva solo un orecchino con una piuma azzurra, indossava una camicia di flanella rossa strappata leggermente sulla spalla destra e sotto dei jeans a sigaretta chiari. Ai piedi portava degli stivali col tacco né troppo alti né troppo bassi, ma nonostante ciò continuava ad essere più bassa di Chloe.

Chi non muore si rivede…

«Sei sveglia da molto?» chiese la ragazza avvicinandosi al tavolo e prendendo un bicchiere di vetro. Stappò una bottiglia mezza vuota di Jack Daniels per versarla nel recipiente e inghiottire la bevanda in un sol colpo. Poi, notando l’assenza di risposta, si voltò verso l’amica.
«Ne vuoi un po’?»
«No, non ne voglio.» rispose Chloe chiudendo la porta.
«Ho delle notizie interessanti.»
«Dove diavolo eri finita, Rachel…?»
«Distretto di West End.» prese un sorso dal bicchiere «Hmpf... avevamo una consegna.» aggiunse infine.
«Noi.» si avvicinò bruscamente «Noi avevamo una consegna.»
«Beh, volevi che ti lasciassimo in pace, ricordi?» Chloe si massaggiò le tempie.
«Allora, fammi indovinare.» sospirò mentre iniziò ad aggirarsi per la stanza «L’affare è andato a monte e il cliente è scappato con le pillole. Ci ho azzecato?» l’altra per tutta risposta ridacchiò versandosi nuovamente da bere.
«L’affare è andato liscio come l’olio.» continuò estraendo dei fogliettini di carta dai pantaloni «Ho abbastanza schede-razione per un paio di mesi. Facile.» Rachel fece ondeggiare le schede per poi riporle come se niente fosse. Prese un altro sorso dal bicchiere quando si bloccò fecendo una smorfia e portandosi una mano al volto. La guancia le sanguinava leggermente.
Chloe si sedette appoggiandosi al bordo della piccola cucina inclinando leggermente la testa.
«E quella come la spieghi?» disse indicandole uno zigomo.
Rachel alzò le braccia al cielo in segno di resa «Stavo ritornando qui, tranquilla, quando due stronzi mi hanno assalita, ok?» afferrò un tovagliolo di stoffa che era stato adagiato rudemente su una sedia e iniziò a tamponarsi bruscamente la ferita «Hanno messo a segno qualche colpo. Ma…» sospirò «Beh, ce l’ho fatta.»
Chloe sbuffò a bocca chiusa corrugando la fronte. Si avvicinò e le strappò con non curanza il pezzo di stoffa dalle mani.
«Dammi qua.» disse prendendole il viso con una mano mentre con l’altra le puliva la ferita «I due stronzi sono ancora con noi?»
L’amica sorrise appena «Molto divertente.»
«Hai capito chi fossero?»
«Ehi, senti, erano due qualunque, non contano niente.» rispose scostando la mano dell’altra dal viso e alzandosi, posando il bicchiere mezzo vuoto sul tavolo «Quello che conta è che è stato Hayden ad averli mandati e beh, anche Victoria lo cerca.»
Chloe la guardò perplessa «Il nostro Hayden?»
«Sa che gli stiamo addosso e crede di poterci fottere per primo.» aggiunse Rachel.
L’altra si scostò appena lanciando il tovagliolo nel lavandino. Non poteva davvero credere a quello che sentiva.
«È sveglio il pezzo di merda.»
«No. Non lo è abbastanza.» le sorrise e incrociando le braccia al petto «So dove si nasconde.»
«Si, certo, come no.» mormorò Chloe schernendola.
Rachel le lanciò un’occhiataccia «Un vecchio magazzino.» camminò fino ad affacciarsi alla finestra «Si trova nell’area 5. Ma non so per quanto ancora.»
«Dobbiamo provarci.»
Rachel sembrò stupita e si voltò «Dici davvero?»
«Certo.» mormorò abbassando notevolmente il tono di voce «Hayden ci deve ancora delle armi e beh... nessuno ti tocca senza pagarne le conseguenze.»
Rachel la guardò arrossendo leggermente e subito dopo si schiarì la gola per rompere il silenzio.
«Come ti pare.» mugugnò la ragazza dai capelli lunghi.
«Io sono pronta anche ora. Ti va?»
«Oh, subito può andare.» rispose l'amica sorridendole e uscendo nel mentre.
Le due ragazze ci misero pochi minuti a scendere le scale del palazzo. I muri della costruzione erano di un rosso sbiadito con qualche crepa qua e là. Dei bidoni dell'immondizia erano agli angoli del marciapiede ostruendo parzialmente il passaggio. Era una bella giornata, in cielo non c'era neppure una nuvola e il calore del sole non era poi così spossante.
«Il punto 5 è ancora aperto. Meglio sbrigarci.» informò Rachel passando avanti.
«Ci restano poche ore al coprifuoco.»
Chloe e Rachel superarono qualche vicolo stretto e viscido fino a raggiungere la vera via principale. Un suv militare svoltò proprio in quel momento. Due soldati erano all'interno della vettura ed altri due erano fuori di vedetta e pronti a qualsiasi attacco da parte degli infetti e delle Luci.

 

«Attenzione. I cittadini devono sempre portare con sé un documento di identità. L'obbedienza al personale militare è obbligatoria.»
 

«Guarda. La fila per il cibo è ancora ferma. Non dev'esserci molto da mangiare, di nuovo.» Rachel sospirò mentre lo disse continuando a camminare.
Chloe notò che un paio di guardie cittadine stavano delineando l'ingresso di un'edificio a pochi metri da loro. Armati di fucile e sguardo truce, i soldati avevano sbarrato la zona con l'aiuto di barricate mobili contornate con filo spinato. In quel momento altri due con indosso una tuta protettiva fecero uscire tre persone facendole inginocchiare a terra.

Chi sarà il fortunato che sopravviverà? ...o sfortunato. Punti di vista.

«Pare che ci siano sempre più infetti.»
«Questo vuol dire che la gente può uscire.» precisò Chloe.
Le due ragazze arrivarono ad un cancello, anch'esso sorvegliato da due corpi armati. Chloe passò avanti per mostrare il proprio documento alla guardia.
«Cosa fate?» domandò il soldato dandole indietro il suo attestato.
«Ho il giorno libero. Visito un mio amico.» rispose Chloe.
«Va bene, passate pure ragazzine.» l'uomo guardò Rachel con la coda dell'occhio e quest'ultima evitò il suo sguardo.
«Grazie.»
Chloe non fece in tempo a fare un passo all'interno dell'area 5 che un esplosione di un veicolo le travolse. Rachel tirò indietro l'amica che però si ferì ugualmente al braccio sinistro nel tentarivo di proteggersi. Il fragore del suono fu talmente assordante che a mala pena si sentivano gli spari di sottofondo.
«Luci!» gridò qualcuno.
«Chloe, forza, usciamo da qui.»

 

«Attenzione. Il punto di controllo 5 è chiuso fino a nuova comunicazione. Tutti i civili devono liberare l'area circostante immediatamente.»
 

«Chloe, andiamo. Dai!»
Entrambe presero a correre e trovarono ripararo in un ex municipio. Chloe chiuse la porta dietro di sé prima di sospirare e guardare l'amica vagamente adirata.
«Tanti saluti alla strada facile.» per un attimo la bionda trafugò nelle proprie tasche ed estrasse un piccolo kit del pronto soccorso «Ricuciti, ok?»
Nel piccolo contenitore vi erano delle bende e un filo già legato all'ago. Chloe si guardò di sfuggita la ferita: era piccola ma profonda. Iniziò a medicarsi man mano che seguiva Rachel nei corridoi poco illuminati della struttura.
«Ehm... vuoi sederti?»
«Non eravamo di fretta?» chiese confusa Chloe.
«Si, ma...» l'amica le guardò il braccio «Lascia perdere. Andiamo.» disse continuando a camminare.
Chloe alzò le spalle e appena finì di bendarsi, buttò il contenitore ormai vuoto in un cestino lì vicino. Solo in un secondo momento notò il suo riflesso su una porta di vetro. Aveva i capelli corti di un azzurro molto scuro nascosti sotto un berretto blu marino mentre due belle sfere di zaffiro si intravedevano in quello sguardo accigliato. Era vestita con una semplice cannottiera bianca con raffigurato un teschio, dei jeans scuri strappati, delle bretelle nere le pendevano di lato al pantalone, un paio di scarponcini neri da combattimento, una collana con tre proiettili a mò di ciondolo e qualche bracciale in pelle. Un elaborato tatuaggio le copriva l'intero braccio destro. Ad un anno di distanza dalla morte del padre, Chloe decise che avrebbe dato una svolta alla sua vita. Giurò a se stessa che non avrebbe più sofferto in quel modo, così pensò non solo di stravolgere il suo aspetto, ma anche cambiare radicalmente il suo carattere. La bambina gioiosa e piena di vita di qualche anno fa non esisteva più: ora dominava una Chloe cinica e sfrontata.
«Chloe, vogliamo andare? Il tunnel ad est è libero, sbrighiamoci prima che arrivino delle pattuglie.»
«Arrivo.» rispose l'altra raggiungendola.
Rachel aveva uno sguardo preoccupato e si diresse verso un'ampia stanza ben illuminata dai raggi solari, i quali penetravano attraverso le vetrate rotte. Un piccolo divano e un tappeto rovinato spiccavano al centro della sala. Un vecchio bancone da bar veniva utilizzato come ripiano cucina.
«Tu cosa pensi che voglia Victoria da Hayden?» chiese Rachel, avvicinandosi ad una vetrinetta.
«Non lo so, so solo che non mi piace. Sarà meglio trovarlo prima delle Luci.»
La ragazza con l'orecchino piumato sospirò alzando le spalle per poi appoggiare le mani sul mobile accanto.
«Chloe, aiutami qui.»
Entrambe le ragazze spostarono la vetrinetta rivelando così un buco nel muro abbastanza grande da far passare una persona ma abbastanza piccolo da non dare troppo nell'occhio. Le due entrarono velocemente nella fenditura spostandosi fino ad arrivare ad un'armeria sotterranea. Era ben fornita: c'erano armi di ogni genere, esplosivi e maschere antigas, ma sfortunatamente non avevano abbastanza munizioni per tutte.
«Prendiamo l'attrezzatura.» disse Rachel avvicinandosi al banco da lavoro.
Chloe fece lo stesso, indossò la propria fondina ascellare, posizionò la piccola torcia sul petto, mise la sua solita giacca di pelle nera e analizzò la propria arma. Era una Smith & Wesson 686 in acciaion inox e l'impugnatura in legno. Andava fiera di quell'arma, la faceva sentire molto più sicura quella revolver che qualsiasi altro fucile o carabina nei paraggi. Controllò il tamburo e vide che era pieno, così iniziò a cercare nelle tasche dello zaino. In tutto aveva solo 37 proiettili.
«Le munizioni scarseggiano.» disse Chloe infilando l'arma nella sua fondina.
«Usiamole bene.» commentò l'altra avvicinandosi ad una parete lì vicino «Bene, Tex. Sollevami.»
La ragazza dai capelli blu si mise lo zaino e si posizionò davanti l'amica piegando le gambe, unendo le mani e dando le spalle al muro.
«Sei pronta?»
«Si, signora.»
Chloe aiutò l'amica a salire, dopodiché scalò la parente anche lei grazie a Rachel. Proseguirono qualche metro più avanti ed insieme spostarono una tegola che nascondeva il tunnel sotterraneo. Uscirono da sotto terra solo per ritrovarsi in una casa decadente. Le pareti erano piene di muffa, il pavimento era distrutto così come la maggior parte dei mobili, l'aria, però, era leggera e profumata. Rachel si incamminò fuori dalla struttura fermandosi solo per ammirare il paesaggio. Molto tempo prima doveva essere un bel quartiere, uno dei più belli di Boston a quanto pare. Ma ora la natura era sovrana: sembrava una foresta in una città, c'erano alberi, cespugli ed erba verdissima. Nonostante gli infetti, i paesaggi mutavano e miglioravano a vista d'occhio. Chloe seguì l'amica.
«Era da un po' che non venivo qui.» confessò.
«Sembra un appuntamento.» disse Rachel sorridendo.
«Beh, sono una tipa romantica.»
«Già, a modo tuo.»


 



Heilà! Mi scuso per non aver aggiornato in anticipo la storia ma sto cercando di farlo nel minor tempo possibile quindi per adesso non faccio promesse che potrei mantenere: purtroppo i capitoli verranno pubblicati quando avrò tempo per dedicarmi alla scrittura.Ad ogni modo, per chi ha giocato The Last of Us noterà subito che Tess è stata sostituita con la nostra carissima Rachel Amber. Nessuna novità per il momento. Grazie per aver letto questo secondo capitolo, spero vi sia piaciuto! Le recensioni fanno sempre piacere.

  
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