- Draco! Oh Draco -
Il latrato della Parkinson taglia il silenzio e la vedo correre verso Malfoy come una furia.
- Ma quei due stanno insieme? -
- Non lo so Ginny -
- Veramente lui è... O era... Promesso ad Astoria Greengrass - .
Guardo quell'impicciona di Lavanda, ci evitava come la peste e adesso sta qui, invade lo spazio vitale di Ginny, praticamente le sta sopra, e parla... parla... parla... .
Sicuramente ha capito che tra me e Ron non è un idillio ma non vuole essere troppo diretta.
Ginny mi lancia un'occhiata perché è convinta di indovinare i miei pensieri, ma lei non capisce.
- Malfoy non mi sembra contento di questo benvenuto! Guarda che faccia! -
Alle parole di Harry torno a voltarmi; la Parkinson in bilico sulle punte aveva le braccia allacciate al collo di lui che, molto più alto di lei, non si chinava, e neanche l'abbracciava.
- Ho provato a contattarti - gli diceva - sono mesi Draco, mesi che non ho notizie. Non mi sembra vero che sei qui... -
- Pansy, non ti devo delle spiegazioni, e se anche fosse non mi sembra il momento, stai dando spettacolo -
Non parla ad alta voce Malfoy, ma le sue parole, dette piano, penso siano arrivate fino alle orecchie dell'ultimo corvonero giù in fondo alla sala.
- Pansy, credo che Draco abbia ragione, avrete tempo per parlare di... di ogni cosa - Zabini prova a sorridere e a salvare la situazione ma non gli riesce né l'una né l'altra cosa perché Pansy Parkinson faccia da carlino ha perso quel poco di colorito che aveva, e con gli occhi sgranati che le deformano il viso esce dalla sala con passo pesante.
L'unica lezione che avevamo in comune con i Serpeverde quel giorno era incantesimi e la Parkinson non c'era. Si dice che dopo aver saltato la colazione non si era più vista, neanche i suoi compagni di casa sapevano dove fosse. Non me ne rammarico sinceramente.
- Senti vorrei parlarti - Ron mi prende per un braccio mentre cerco di uscire dall'aula.
- Adesso? -
- Si, Hermione adesso -
Senza accordarci aspettiamo finché anche un Harry abbastanza combattuto lascia l'aula.
- Mi dispiace. Mi dispiace ok? Avevo bisogno di tempo, mi sono reso conto quasi subito che non tornare a scuola con te era stata una decisione avventata. Mi mancavi, sono tornato, e ti amo -
Era sincero, lo sapevo; adesso dovevo solo spiegargli che era proprio perché lui era così che io non volevo andare oltre.
- Ron il mio non è un capriccio. Tra noi non finirà perché io mi sento trascurata o perché non mi sento amata abbastanza da te. Tra noi è finita proprio perché tu continui a dover tornare -
Mi guarda con la bocca mezza aperta, il suo viso sta prendendo il colore dei capelli.
- Non. Dovevi. Andartene. - glielo scandisco bene - Nè la prima volta né la seconda, senza neanche una parola sulle tue intenzioni. Tu sei così. Molli tutto, molli me anzi, e poi torni e dici hey! . Questo sei tu. E mi vai bene. Mi vai bene come amico perché io aspetterò sempre il tuo ritorno, ma come fidanzata... mi dispiace Ron ma non ci riesco-
- Quella storia lì, medaglione e tutto il resto pensavo fosse superata. No, aspetta, non mi pare ci fosse proprio niente da superare! Senti Hermione se stai prendendo delle scuse così a caso per... -
- Non voglio svegliarmi una mattina e scoprire che tu non ci sei, non voglio avere questo tipo di ansie -
- Io ho perso mio fratello, non è una cosa che succede tutti i giorni -
- Lo so Ron, non fraintendere ti prego. È che ho pensato a me... a quando, anche se in maniera meno violenta, ho perso i miei genitori. Io nonostante tutto non ho mai neanche pensato di lasciare te e Harry, soprattutto dopo che ho capito di amarti - .
- Tu mi ami ancora? -
- Perché le cose vadano bene l'amore non basta -
- Hermione rispondi -
- Non voglio essere la ragione che ti spinge a tornare ma il motivo per cui non ce la fai ad andare via -
- Sarai tutto te lo prometto -
- Ti prego non insistere, non me la sento adesso - trattengo le lacrime, lui mi si avvicina e mi stringe il viso tra le mani.
- Quello che vuoi. Farò quello che mi chiedi. Abbiamo tempo. -
- Sii mio amico -
- Pensaci Hermione siamo stati mai "solo" amici io e te? - ora sorridiamo entrambi.
- Non scapperò più - lo dice in modo solenne, e io vorrei credergli.