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Autore: riccardoIII    27/12/2015    11 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, l’aveva spinto a camminare sulle sue gambe.

Riuscirono a convincere Lily che non avrebbero potuto raccontarle tutto nel breve lasso di tempo che li separava dall’inizio delle lezioni di quel giorno e solo allora lei sembrò ammorbidirsi un po’, accettando di aspettare fino a quella sera. Andarono insieme in Sala Grande per la colazione fingendo che nulla fosse accaduto e i quattro Malandrini misero su una scenetta stupefatta e furibonda quando i gufi consegnarono a Remus e Lily le loro copie del Profeta, dove in prima pagina campeggiava una foto del San Mungo devastato. Appresero così che dieci dei degenti erano stati uccisi dai Mangiamorte, almeno una quindicina erano rimasti gravemente feriti e altri erano stati sfollati in tutta fretta in un posto sicuro, a quanto pareva per ordine del Direttore dell’ospedale; questi aveva confermato in una breve dichiarazione di aver affidato a Medimaghi e Infermieri il compito di portare in salvo i pazienti al Ministero. Sirius immaginò che Dearborne o la Vance lo avessero Confuso, o qualcosa di simile.

La giornata fu lunga e spossante; nessuno dei quattro Malandrini aveva chiuso occhio la notte precedente, quindi sopportare due ore di Aritmanzia, una di Pozioni e una di Difesa fu alquanto complesso. Per la prima volta nella sua vita Sirius sentì la mancanza delle ore trascorse nell’aula di Storia della Magia; almeno lì avrebbe potuto dormire senza preoccuparsi di essere affatturato dal Professor Clancy, docente di Difesa che si divertiva a tentare di cogliere di sorpresa i suoi studenti con Incantesimi di medio livello per verificare che stessero attenti, né avrebbe rischiato di far esplodere l’aula perché le palpebre pesanti gli avevano impedito di distinguere gli occhi di coleottero dalle pupille d'anguilla. A parte tentare di arrivare vivo a fine giornata, inoltre, doveva anche dissimulare il fatto che non avesse dormito per non far sospettare i Serpeverde. Insomma, quando arrivò l’ora di pranzo sospirò di sollievo come poche altre volte in vita sua.

Il pomeriggio dei Malandrini era libero dalle lezioni mentre Lily seguiva la classe di Ruf dei M.A.G.O e, quindi, avrebbero avuto un po’ di tempo per preparare un piano di difesa prima di affrontare l’assalto della ragazza. Si diressero dunque nella piccola radura nella Foresta Proibita in cui si erano Trasfigurati per la prima volta lui e James  perché la loro privacy fosse al sicuro e si sedettero in cerchio per terra, in posizioni abbastanza scomode da evitare di addormentarsi.
-Quindi? Cosa le diciamo?- fece Peter, abbastanza ansioso.
-Le ho dato la mia parola che le avrei detto tutto su Mappa e Mantello, ma sono stato attento a specificare che le avrei parlato solo di questo- ammiccò James che invece pareva rilassato.
-Ha visto Peter Trasformarsi!-
Sirius guardò Remus e cercò di infondergli un po’ di tranquillità.
-Non ha capito che è un Animagus, ha creduto che l’avessimo Trasfigurato noi. E noi saremo così gentili da non farle notare l’errore che ha commesso-
Per un lungo momento cadde il silenzio e Moony parve riflettere intensamente.
-Non mi sembra giusto-
Sirius spalancò gli occhi.
-Scusa?-
-Ho detto che non è giusto mentirle così. Finché non sapeva nulla era un’omissione, ma questa è menzogna. Sa già della mia condizione, siamo tutti suoi amici. Sono sicuro che non ci denuncerebbe se sapesse…-
-Che tre studenti sono Animagi non registrati?! Salazar, Remus, è comunque un Prefetto!-
L’altro si indignò.
-Lo sono anch’io. Non è che portare questa spilla sia sinonimo di ottusità, Sirius. Lei è mia amica, io non voglio mentirle. Mi fido di lei. So che non lo direbbe ad anima viva-
-Perché ci tieni tanto, Moony?- chiese James, leggermente più pacato di Sirius.
-Non voglio che un giorno lei scopra la verità e possa accusarmi di essere un bugiardo, di averle raccontato delle balle-
-Ma chi dice che scoprirà la verità?-
Remus guardò James come se fosse pazzo, Sirius sbuffò così sonoramente da spostarsi una ciocca di capelli dal viso e perfino Peter rivolse a James un’occhiata incredula.
-Cosa? Pensate che glielo dirò io? P… Perché dovrei?-
-Sei talmente ingenuo, a volte, Prongs-
-Ehi, non usare quel tono condiscendente con me, Pads! Sarò anche ingenuo, ma non così tanto da lasciarmi sfuggire una cosa del genere in una conversazione casuale!-
Sirius guardò Remus con una vaga nota disperata negli occhi e quello fece spallucce, come a dire che anche a lui pesava avere un amico tanto intelligente ma così tremendamente tonto quando si parlava di Lily. Decisero, comunque, di soprassedere e di far credere a James ciò che più gli aggradava.
-Io le ho già mentito a riguardo. Sui soprannomi, mio e di James. Le ho detto che derivano dalle forme dei nostri Patronus. Non sapevo come cavarmi dai guai, quando sono stato ferito ho chiamato James “Prongs”…-
-Un motivo in più per dirle la verità. Facciamolo ora, prima che la cosa possa farla incazzare troppo-
Sirius guardò Remus, pensieroso.
-Non avrei mai creduto che proprio tu, tra noi, avresti mai insistito per rivelare il nostro segreto a qualcuno-
Il ragazzo abbassò le palpebre e prese un sospiro, poi parlò.
-Ho imparato che nascondere la verità non è mai un bene, con i propri amici. Non voglio rischiare di allontanarla proprio ora che siamo tutti uniti. Lei si fida di noi, e tu lo sai bene. Non sarebbe giusto ricambiare la sua sincerità con una montagna di bugie, già troppa gente l’ha tradita quando lei gli si era affidata. Non voglio che qualcuno di noi si guardi indietro un giorno solo per scoprire che una decisione sbagliata presa oggi gli abbia portato via qualcosa di importante-
E così, semplicemente, Sirius colse tutti i riferimenti che Remus aveva posto, ben nascosti, nelle sue frasi; pensò alla sorella di Lily, e a Piton. Immaginò come sarebbe stato per lei scoprire che i suoi amici le avevano mentito su una cosa tanto importante, quanto si sarebbe sentita ferita dalla loro mancanza di fiducia quando lei aveva buttato alle ortiche anni di rancore per conoscerli appieno e farsi conoscere. Lily era come un animale selvatico da addomesticare: tanti piccoli passi per conquistare la sua fiducia, ma un solo errore per vederla scappare lontano. E in più Sirius sapeva fin troppo bene a chi Remus si riferisse parlando di quel “qualcuno”…
-Ok, ci sto. Worm? Prongs?-
Peter si torse un attimo le mani, ma poi annuì; James guardò i suoi amici e alla fine, con una scrollata di spalle, acconsentì con un semplice: -Se lo dite voi-
Passò qualche istante prima che chiunque altro riprendesse la parola.
-E dell’Ordine? Cosa le diremo?-
Questa volta fu James ad essere inflessibile.
-Tutto. Le diremo tutto ciò che sappiamo. Se davvero deve farlo, merita di sapere. Le diremo che sorvegliamo i Serpeverde con la Mappa, ma non leggerà cosa abbiamo scoperto. Diremo di aver consegnato le pergamene a Silente. Non voglio che veda ciò che Mocciosus ha detto di lei, né che sappia che è a causa sua se i suoi genitori hanno dovuto cambiare Stato; sto cercando di trattenermi dall’ammazzarlo in maniera dolorosa, ma sono abbastanza sicuro che se sapesse che è stato lui a consegnare la sua famiglia Lily gli darebbe un veleno capace di ucciderlo tra le più atroci sofferenze e con parecchia lentezza-
-Vuoi dirle anche che sapevamo del tranello che volevano tenderci i Serpeverde?-
James guardò Remus con determinazione.
-Se dobbiamo essere sinceri, allora meglio esserlo fino in fondo-

E così fu; Remus attese Lily fuori dall’aula di Storia della Magia, rubandola alle sue amiche con la scusa di doverle chiedere una mano per il suo tema di Pozioni, e la portò nell’aula inutilizzata del settimo piano in cui Sirius si era rifugiato un anno prima, nel periodo in cui aveva rotto i ponti con i Malandrini. La fecero sedere, le offrirono una Burrobirra e poi cominciarono a raccontare. Le mostrarono la Mappa, di cui aveva già compreso il funzionamento in realtà, ma senza rivelarle quali incantesimi avessero usato per crearla; lei parve piuttosto affascinata e non tentò di indagare nei dettagli. Sirius rivelò poi di come erano venuti a conoscenza dell’esistenza dell’Ordine e del loro patto con Silente, proprio come aveva fatto qualche tempo prima con Remus e Peter. James le spiegò cosa avevano fatto in quei mesi, cosa avevano scoperto e le mosse che avevano usato per rendere inoffensivi i Serpeverde. Contro ogni pronostico, Lily non parve minimamente turbata all’idea di essere stata usata come esca, né dal fatto che Piton fosse coinvolto; dopotutto, ormai doveva avere ben chiaro l'orientamento politico del suo amico d'infanzia.
­-Quindi… Sono mesi che origliate le loro riunioni?-
Remus annuì.
-Ed è così che avete scoperto che ci avrebbero attaccati? È per questo che la McGrannitt è riuscita ad intervenire?-
-Esatto-
-Lily, ascoltami. So che scoprire che ti abbiamo coinvolta in una cosa tanto pericolosa senza dirti nulla non è proprio il massimo, ma era necess…-
Lei scosse i capelli e sorrise.
-Non avete nulla di cui scusarvi, James, non sono arrabbiata. Avete fatto ciò che dovevate per tenere al sicuro tutta la scuola, per quanto possibile. Io invece devo ringraziarvi-
Quattro paia di occhi si sbarrarono e Lily cominciò a ridere.
-Le vostre facce… Merlino se sono esilaranti! Comunque, quello che volevo dire è… Grazie per non avermi protetta come una principessina da salvare, per avermi dato la possibilità di fare ciò che voglio senza cercare di fermarmi solo perché sono una ragazza. E per avermi fatto combattere, quella sera. Ne avevo davvero bisogno. So che avete tutte le armi per lavorare da soli ma se posso voglio aiutarvi, nei mesi che verranno-
Sirius sorrise; quella ragazza riusciva a stupirlo sempre di più. Chiunque si sarebbe adirato venendo a sapere di essere stato mandato dritto in pasto a un gruppo di persone il cui scopo era unicamente quello di ferirlo, ma lei era troppo orgogliosa e troppo desiderosa di essere trattata come un’adulta capace per badare a simili quisquilie. Ciò che avevano fatto era per lei un’attestazione di stima.
-Ovvio che lavoreremo insieme. Cominciare a fare squadra ora ci aiuterà in seguito-
La ragazza guardò James con occhi riconoscenti, ma poi la sua espressione cambiò.
-Hai detto che state aiutando Remus e Peter, in modo da migliorare ed essere pronti a combattere. Potete farlo anche con me? Potete insegnarmi a difendermi al massimo delle mie possibilità?-
Peter rimase impietrito, Remus fece un piccolo sorriso, James spalancò gli occhi e Sirius scoppiò nella risata che aveva represso quella mattina con tanta fatica.
-Chi l’avrebbe mai detto! Lily Evans, il Prefetto intransigente, la migliore pozionista della scuola, una delle più brillanti studentesse, chiede a James Potter il casinista di aiutarla ad imparare qualcosa due volte nello stesso giorno!-
Anche la ragazza rise, tirando un pugno leggero sulla spalla di Sirius.
-Dovresti smetterla di farti beffe di me, Sir!-
Lui  le scompigliò i capelli affettuosamente e intercettò, sollevando il capo, uno sguardo di James pieno di tante cose: felicità, malinconia, un pizzico di tristezza, ma anche rassegnazione. Sirius lasciò andare Lily che si sedette di nuovo dritta guardando gli altri tre.
-Allora? Mi aiuterete?-
Prongs parve riprendersi immediatamente da quell’attimo di smarrimento, ricostruendo il suo ghigno brillante.
-Certo che lo faremo. Puoi contarci, Lily-
La Rossa gli regalò un sorriso così abbagliante, così meraviglioso e così sincero che Sirius ebbe la sensazione che il suo migliore amico ne sarebbe rimasto abbagliato, che la maschera che si era così strenuamente cucito addosso da sei mesi a quella parte finalmente si sarebbe abbattuta al suolo spaccandosi in mille pezzi.
Ma James era testardo, e orgoglioso, e teneva l’onore sul bavero del mantello. Non avrebbe ceduto, non dopo tutti gli sforzi che aveva fatto. Le sorrise di rimando e Sirius poté quasi vedere i suoi occhi cercare di ricacciare nel profondo tutto quello che avrebbero voluto sputare fuori ogni volta che si puntavano su di lei.
-C’è… Ehm… Un’altra cosa che dovremmo dirti, Lils-
La ragazza si sforzò di distogliere il suo sguardo da quello di James; solo Remus, in tutta la scuola, usava quel piccolo vezzeggiativo con lei, così spostò l’attenzione su di lui con aria curiosa.
-Tu sai… Be’, si, sai cosa sono…-
La curiosità fu cancellata dalla stizza.
-Io so chi sei, Rem-
Sorridendo tra sé, guardando il viso di Remus distendersi lievemente e assumere il colorito rosato tipico di una persona sana ma che in lui denotava imbarazzo, Sirius pensò che se James non avesse già avuto un’altissima opinione di Lily quella frase l’avrebbe resa più o meno una creatura angelica ai suoi occhi.
-Ti ringrazio…-
-Non devi. Non ti sto facendo una concessione. Questa è la verità. Non voglio più discuterne, Remus-
-Non è di semantica che volevo parlare, né di filosof…-
Questa volta la Rossa si infuriò.
-Semantica?! Filosofia?! Remus John Lupin, non giocare con me. Stiamo parlando della tua vita, delle vite di centinaia di persone che come te vivono una condizione non propriamente idilliaca, ma che comunque è una condizione di umanità. Quando lo accetterai, solo allora potrai riparlare di questa cosa con me-
La capacità di Lily, riflettè Sirius in quel momento, era quella di parlare con franchezza. Non aveva paura di dire la verità, anche quando era scomoda. Non aveva abbracciato Remus per rassicurarlo, dicendogli che tutto sarebbe andato bene, che era una persona normale. Gli aveva ricordato che era umano, nonostante tutto, e forse questo era più importante dell’essere normale.
Dopo un minuto di silenzio reso pesante dalle palpebre calate di Remus, il ragazzo riprese a parlare.
-Diciamo allora che conosci la mia “condizione”, ok?-
Senza perdere l’aria battagliera, lei annuì.
-Ovviamente, sai anche che questi tre scapestrati l’hanno scoperto un bel po’ di tempo fa-
-Quattro anni, cinque mesi e due giorni, ma chi sta lì a contare?- disse Sirius, facendo sorridere tutti e allentando la tensione.
-Be’, puoi immaginare come hanno reagito quando lo hanno scoperto- ghignò Remus, e stavolta i suoi occhi sorridevano molto più delle sue labbra.
-Suppongo che abbiano cominciato a sfotterti-
-Ehi! Siamo dei gentiluomini, noi!- insorse Peter.
-Giusto! Non avremmo mai preso in giro Rem per il P.P.P.! Non allora, almeno- si corresse James dopo uno sguardo piuttosto eloquente di Moony.
Lily strabuzzò gli occhi.
-“P.P.P.”? Cosa diavolo stai dicendo, James?-
-“Piccolo Problema Peloso”. È il modo in cui James ha ribattezzato la licantropia-
Per un attimo parve che Lily si stesse di nuovo infuriando; poi, semplicemente, cominciò a sbellicarsi dalle risate, seguita immediatamente da Remus. Dopo un paio di minuti buoni Lily si asciugò le lacrime e puntò si Prongs gli occhi verdi e liquidi come mai prima.
-“Piccolo Problema Peloso”? Il coniglio idrofobo di cui Remus si occupa nella Foresta? Sul serio, James?-
Lui si passò una mano tra i capelli, a disagio, ma si difese.
-Così nessuno poteva capire di cosa parlassimo. E ha funzionato, quindi non vedo cosa ci sia da ridere tanto…-
-Ma è così ridicolo…-
Sirius ritenne doveroso intervenire, quantomeno per salvare il suo migliore amico dall’imbarazzo.
-Credo sia il caso di tornare al nocciolo della questione, vero Rem?-
-Oh, si certo. Bene, dicevo… Quando hanno scoperto la cosa, prima mi hanno accudito per un paio di giorni come si mi stessi rimettendo da una brutta influenza e poi hanno vuotato il sacco. Credevo che mi avrebbero fatto sbattere fuori dalla scuola, come minimo dal Dormitorio. Invece… Mi hanno confessato di aver passato gli ultimi giorni in biblioteca, cercando un modo per aiutarmi-
Questa volta Lily era totalmente confusa.
-Non c’è modo di curare una persona morsa da un Lupo Mannaro-
Remus ghignò.
-Esatto. Ma loro non volevano curarmi, cercavano un modo per starmi vicino-
-Abbiamo cercato per mesi, in ogni libro disponibile, qualcosa, qualunque informazione potesse esserci utile. E alla fine…-
-Alla fine- Sirius interruppe James, -Venne fuori che James aveva trovato la soluzione senza rendersene conto-
Lo sguardo curioso di Lily si spostava tra i quattro Malandrini, impaziente.
-Venne fuori che il morso non contagia gli animali- soffiò Peter, molto piano.
Le sopracciglia della ragazza si aggrottarono.
-Non credo di aver capito, Peter. Hai detto che gli animali non vengono contagiati?-
-Esatto- confermò Remus, teso come una corda di violino.
Per qualche istante videro quasi le rotelle del cervello di Lily lavorare frenetiche; poi i suoi occhi tornarono su Peter e un lampo di comprensione la illuminò.
-Voi… Prongs… Padfoot… Wormtail… Moony… Ma certo… Non c’entrano nulla i Patronus, i vostri soprannomi non sono per quelli… Sono per voi… Per ciò in cui vi trasformate!-
-In realtà c’entrano, ma al contrario. Vedi, i Patronus riflettono l’indole, quindi ognuno di noi ha come suo Patronus l’animale in cui si trasforma. Ma è una conseguenza, non una causa- le spiegò immediatamente James, forse nel tentativo di imbastire una conversazione che potesse avere una parvenza di normalità nonostante l'assurdità dell'argomento. Lei balzò in piedi, allucinata.
-Non posso crederci! Non posso crederci! Voi siete… Totalmente folli! È terribilmente pericoloso anche per maghi adulti, e voi avete solo diciassette anni!-
-In realtà ne avevamo quindici quando ci siamo Trasfigurati per la prima volta completamente- specificò Sirius, attirando gli sguardi biechi dei suoi amici e quello decisamente sconvolto della ragazza.
-Quindici…! Per le mutande di Morgana! Siete diventati Animagi a quindici anni!-
Peter quasi gemette.
-Lily, ti prego… Potresti abbassare la voce? Sai, è una cosa abbastanza privata…-
-Rischiate l’espulsione! La galera!-
-Rischiano anche la vita, se è per questo…- borbottò Remus, e questa volta fu lui ad essere fulminato dagli altri. Ma quelle parole parvero anche risvegliare la ragazza dalla sua trance esagitata.
-Ma certo! È per questo, vero? È per questo che avete imparato a rimarginare le ferite! Per questo conoscete gli Incantesimi di Guarigione! Per curarvi!-
Sirius ammiccò.
-Non potevamo certo farci sistemare da Madama Chips, avrebbe capito subito come ci procuravamo i tagli-
Calò il silenzio per un po’; Lily sembrò perdersi nei suoi pensieri, poi guardò Remus con insistenza e infine spostò gli occhi sui tre.
-Questa è la cosa più incosciente, pericolosa, assurda che io abbia mai sentito… Ma anche la più grande dimostrazione di amicizia sulla faccia della Terra-
Il suo volto si distese finalmente in un piccolo sorriso e anche gli altri, istantaneamente, si rilassarono.
-Perché me l’avete raccontato? Non eravate tenuti…-
-Non volevamo avere segreti con te. Ci fidiamo, sappiamo che non ci tradiresti mai-
Lo disse con naturalezza, Remus, e lei ricambiò la sua sincerità con uno sguardo pieno d’affetto.
-Certo che non lo dirò a nessuno, Rem. Potete stare tranquilli, ragazzi. Mi porterò il vostro segreto nella tomba! Ma Merlino sa se sono curiosa di scoprire come abbiate fatto!-
Tutti quanti risero per un attimo, poi James le raccontò tutto: la difficoltà nelle ricerche, l’estenuante lavoro che avevano dovuto compiere su se stessi, i problemi dovuti al non sapere in cosa Trasfigurarsi, le prime trasformazioni incomplete.
-Dovevi vederlo, Lily, quando gli sono spuntate le corna! È stato davvero esilarante! Non faceva che sbatterle ovunque, perdeva l’equilibrio…-
-E quando Pete si è trasformato in un topo formato gigante…-
-Vogliamo parlare di Sirius? Non faceva altro che sbavare mentre parlava!-
E Lily rideva, come una bambina felice a cui stiano raccontando una favola meravigliosa.
-Sapete- disse quando le ebbero rivelato ogni cosa, -Siete irresponsabili, casinisti, presuntosi e arroganti… Ma siete anche le persone migliori che io abbia mai conosciuto in vita mia. Dareste qualsiasi cosa per un amico, e questo vi rende onore come nulla potrebbe. Sono davvero felice che vi fidiate tanto di me da raccontarmi queste cose-
-Hai appoggiato Remus, hai salvato Sirius, hai aiutato Peter con gli Incantesimi e… Si, insomma, ti stai impegnando per rivalutare anche me. Te lo dovevamo-
Gli occhi della Rossa si puntarono in quelli di James e Sirius, ancora una volta, si sentì a disagio nell’osservare quello scambio di sguardi così intenso, così pieno e tangibile, come se le loro iridi dai colori opposti fossero unite da un filo che le connettesse, facendo fluire pensieri e parole senza suoni  in una muta conversazione privata fatta di battiti di ciglia e pagliuzze dorate.
-Non ho bisogno di impegnarmi, James. Sei già riuscito a farmi ricredere su di te, un po’ di tempo fa-
Lui le sorrise e distolse lo sguardo, passandosi ancora una volta la mano tra i capelli; Sirius notò un piccolo incresparsi delle labbra di Lily a quel gesto, accompagnato da uno sguardo quasi… Intenerito. Ora in quel gesto così tipicamente da James lei coglieva l’insicurezza del ragazzo, non la spacconaggine apparente dierto cui lui cercava di nascondersi. Aveva davvero imparato a conoscerlo.
-Sarà meglio andare a cena, lo stomaco di Peter borbotta da un po’- disse all’improvviso Padfoot lanciando un’occhiata eloquente e Remus, che subito balzò in piedi.
-Ehi! Non fa così tanto rumore, questa volta!-
Ma non diedero tempo a Peter di lamentarsi troppo e lo trascinarono fuori, senza curarsi dei due rimasti nella stanza che se ne stavano ancora seduti sui banchi, senza guardarsi. Dopo aver intimato a Worm di tacere con appropriati gestacci non fraintendibili, si appostarono dietro la porta socchiusa giusto in tempo per ascoltare le parole dette da Lily.
-Senti, James, prima di andare… Davvero avresti fatto il mio nome a Silente?-
Seguì qualche istante di silenzio.
-Si, l’avrei fatto. Perché te lo meriti, perché sei brava e hai tutto il diritto di lottare se vuoi farlo. Per lo stesso discorso che ho fatto con Sirius e gli altri: ognuno ha il diritto di decidere per se stesso. Privare qualcuno della possibilità di scegliere è da egoisti; lo si fa per evitare di preoccuparsi, per avere un pensiero in meno, per avere un porto sicuro. Ma non è giusto. L’affetto che proviamo per le persone non ci da’ il diritto di scegliere per loro. Ciò che possiamo fare  è cercare di proteggerle al massimo delle nostre possibilità, di essere al loro fianco quando avranno bisogno di noi-
-Sapevo che sei un ottimo amico già prima di oggi, James, ma adesso so anche che sei una persona matura, non un ragazzino che gioca ad essere grande-
-Attenta, Evans, troppi complimenti in un solo giorno potrebbero montarmi la testa!-
Risata forte, piena e cristallina.
-Dubito che il tuo ego possa ampliarsi ancora senza farti scoppiare-
Questa volta fu la risata di James a risuonare, forte. Quando il suono argentino si spense la voce del ragazzo spodestò il silenzio.
-Grazie. Per aver capito e accettato ciò che siamo noi quattro. Per non averci giudicati male-
-Avete rischiato ogni cosa per aiutare un vostro amico. Non c’era nulla in questa storia che io potessi giudicare male, James. Più vi conosco, più mi rendo conto di quanto sia meraviglioso il vostro rapporto: dareste tutto gli uni per gli altri, senza esitare. Remus ha sempre cercato di convincermi che foste della brave persone, sotto tutta quell’arroganza che sbandieravate in giro, e anche Sirius poi mi ha mostrato in parte la realtà. Ma ora, ora so. E posso giurarti di non aver mai avuto l’onore di vedere un sentimento più vero, giusto e leale di quello che lega voi-
Sirius immaginò che James si fosse ritrovato senza parole, perché per un po’ non si udirono voci.
-Ehm… Comunque, per Trasfigurazione… Dimmi tu quando sei libera, così possiamo metterci al lavoro-
-In realtà domani abbiamo due ore con la McGrannitt e aveva detto di voler testare le conoscenze pregresse prima di andare avanti… Quindi, non so… Se non hai impegni, magari dopo cena potremmo dargli una ripassata? Sempre se non sei troppo stanco, dopotutto non hai dormito stanotte ed è stata una giornata lunga…-
-No, no! Va benissimo dopo cena! Sarà meglio andare, allora…-
Sirius, Remus e Peter fecero in tempo a staccarsi dalla porta e cominciare a correre il più silenziosamente possibile, per evitare di essere beccati ad origliare come gli amici impiccioni che in realtà erano. La fuga, però, gli impedì di cogliere qual “Grazie” che Lily soffiò sulla guancia di James, dopo essersi alzata in punta di piedi per lasciargli un piccolo bacio.
 
Note:
buon Natale passato a tutti voi, sopravvissuti al pranzo di undici portate!
Il "coniglio idrofobo" di Remus è un riferimento piuttosto evidente a ciò che Moony dice a Harry nelle vacanze di Natale de "il Principe Mezzosangue", quando parla del "P.P.P."; l'idrofobia è uno dei sintomi della Rabbia e nell'accezione comune viene usato il termine per identificare la malattia nel suo complesso (ci dovrebbe essere una figura retorica che identifica questo genere di cose, il materiale per l'oggetto o roba simile...  Tipo la barca di Caronte nella Divina Commedia che viene definita "legno", ma sto divagando). Nel libro Remus dice al ragazzo: "... un sacco di gente si era fatta l'idea che avessi un coniglio ribelle" (citazione letterale dalla prima traduzione), e io ho sempre interpretato "ribelle" come aggressivo e ingestibile. cosa che mi ha fatto pensare alla Rabbia.
Qualcuno di voi è stato incuriosito dall'accenno alla barzelletta che Charlus racconta al Signor Evans; non escludo di svelare il mistero, prima o poi.
Grazie, come al solito, a tutti voi!

 
   
 
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