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Autore: Ghrian    27/12/2015    1 recensioni
Selina è una fata proveniente da Avalon che lavora come investigatrice privata tra gli umani.
Mentre è in ufficio, le arriva una lettera da uno dei più grandi maghi esistenti, che le chiede di raggiungerlo per risolvere un caso molto particolare.
Tra ritrovamenti di vecchi amici e nemici, Selina ha per le mani un caso che potrebbe costarle molto di più della vita.
Genere: Commedia, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Iniziavo davvero a sentirmi male.

Avevamo scoperto molte cose, ma nulla che si potesse in qualche modo collegare all'assassinio degli Animagus.

Sapevo che c'entrava la pietra e andando a logica, i maghi probabilmente la volevano per proteggerla dai Fae.

Sapevano della guerra ed erano molto informati sulla nostra storia, altrimenti non si sarebbero mai avvicinati alla nostra terra con così tanta facilità...

Ma chi li aveva uccisi? Il movente era ormai quasi chiaro ma non sapevo ancora per certo il nome del killer. Ero sulla strada sbagliata, me ne rendevo conto.

Maledizione, speravo che Silliar mi desse delle delucidazioni su questa storia.

Lei era una Fae pura e incontaminata dalla sporcizia che albergava ad Avalon e che amava essere al centro dell'attenzione. Ero sicura che lei non avesse ucciso i maghi ma iniziavo a pensare di aver trascurato qualcosa.

-Jens, non potevi complicarci la vita più di così.- disse Scàth, spostandosi i capelli castani dietro la schiena con un gesto nervoso.

-Eppure pensavo che più imbecille non potessi essere.- rincarò la dose Sol.

-Basta. Ha sbagliato, è vero ma non serve a nulla metterlo in croce, ormai la pietra è andata. Il lato positivo è che noi sappiamo dov'è.- intervenni, massaggiandomi le tempie con movimenti circolari.

-Vero, però mi sembrava molto battagliero Mork.- ribattè James, ancora scioccato dall'interrogatorio.

-E lo è, ma noi abbiamo più informazioni. Non è una cosa da sottovalutare.- gli rispose Oberon, piegando la testa di lato.

-Meglio andare avanti con gli interrogatori.- osservò Gaelach, scrollandosi di dosso Sirius che si era incollato ai suoi capelli. Una nuova coppia.

Annuii e feci un segno a Severus che mi seguì restando nel suo silenzio.

Mi sedetti al mio posto e pensai ai cadaveri e alle abitudini del killer. Poteva essere la persona che sospettavo? Poteva avere il giusto movente?

Tutte supposizioni che non avevano un filo logico. Se era chi pensavo aveva fatto una lavoro eccellente per cancellare le sue tracce. Ma era troppo anche per me arrivare a simili conclusioni senza praticamente nessuna prova in mano. Mork, Kyal e il sospettato in persona mi avevano dato molto a cui pensare e troppi dubbi.

Speravo davvero di sbagliarmi.

Severus si sedette in parte a me, sempre silenzioso.

-A cosa pensi?- mi chiese, anticipandomi.

-All'assassino.-

-Hai scoperto qualcosa?- mi imboccò, cercando di farmi uscire qualche parola di più.

-Forse... e forse no. Però ho qualche sospetto.-

-Sel...- cominciò, peccato fu interrotto dall'entrata di una dama in rosa.

Silliar indossava un vestito lungo, che lasciava scoperte le scarpette bianche. Era un vestito morbido, rosa pallido che lasciava scoperte braccia e collo. Racchiudeva il petto con una scollatura a cuore, impreziosita da piccoli diamanti che riflettevano la fievole luce che illuminava la stanza.

Si sedette sull'unica sedia libera, portando su una spalla i capelli biondo cenere mentre gli occhi azzurro cielo mi scrutavano.

Le sue labbra rosa si aprirono, rivelando i denti bianchi e perfetti.

-Comandante, è un vero piacere rivederti.- disse con voce vellutata.

Con la coda dell'occhio vidi Severus rimasto stupito della gentilezza riservatomi dalla Fae.

Penso si fosse abituato agli insulti.

Non tutti sono maleducati.

-Grazie Silliar. Purtroppo non posso dire la stessa cosa, rivederti significa rischiare la morte per me.- risposi cercando di essere Il più cortese possibile.

-Lo capisco, tuttavia me ne dispiaccio molto.- replicò lei, adombrandosi in viso.

Non l'ho mai capita del tutto, quella Fae era gentile e cortese ma sempre dalla parte di Tatiana.

Quando ebbe la possibilità di scappare preferì rimanere, dicendo di essere sempre stata daccordo con le idee dell'Usurpatrice. Lei diceva che era giustizia quella che professava, per me era solo violenza gratuita.

-Anchio. Immagino saprai perchè sei qui.-

-Si, sono disposta a dire tutto quello che posso per aiutare.-

-Interessante scelta di parole. Tutto quello che puoi, non che vuoi...-

-Non ho altre possibilità.- sussurrò, sgranando gli occhi celesti.

-L'avevi.- risposi seccamente, congiungendo le mani davanti al mento.

-No, non l'avevo. Lo amavo ma non potevo fare altrimenti.- sibilò.

-Questo si chiama tradimento!-

-IO NON HO TRADITO! Non lo farei mai...- si alzò urlando contro di me.

-Peccato che tu abbia effettivamente tradito lui.-

-Non è..- incominciò lei ma non le permisi di andare avanti -Non importa ora, non siamo qui per parlare di come è andata o cosa è veramente successo allora. Chi li ha uccisi?-

-Non lo so, Sel. Non credo sia stata Tatiana o Mork... per me è qualcuno di estraneo.-

-Forse... o forse no.- risposi cercando di sgombrare la mente e pensare solo all'assassino.

Mentre mi arrovellavo cercando una spiegazione plausibile a tutti i miei dubbi, un suono disumano rischiò di congelarmi il sangue.

Severus mi guardò cercando di nascondere la paura che albergava nei suoi occhi scuri, Silliar invece si portò una mano alla bocca soffocando un grido di terrore.

Dalla piccola porticina entrarono due figure totalmente malmesse, che si accasciarono a terra continuando a contorcersi e a lanciare suoni rauchi e disarticolati.

Li riconobbi subito: erano i due ragazzi che erano stati incatenati dalla Regina in persona che sembravano diventati completamente folli.

Gli occhi fuori dalle orbite, la bocca spalancata e il corpo magro piegato in pose innaturali. Solo dopo notai che uno di loro stava andando a fuoco.

Mentre si contorceva per terra, come un verme schiacciato da una scarpa e cercava di urlare con tutte le forze che aveva, decisi che chiunque avesse svolto quest'azione così abominevole l'avrebbe pagata molto cara.

Restammo tutti immobili a guardarlo morire carbonizzato, finchè i gemiti non si dissolsero.

L'altro ragazzo piangeva disperato, guardandoci con occhi sconvolti, probabilmente sperando in un aiuto da parte nostra.

Ma noi non potevamo fare niente, non avevamo il potere di fare nulla se volevamo uscire da Avalon interi e senza scatenare una guerra disastrosa.

Cercai di imprimermi bene l'immagine di quel povero Fae, del suo corpo quasi completamente carbonizzato anche se la puzza di carne bruciata mi faceva lacrimare gli occhi, ma non dovevo dimenticare. Non dovevo permettermi di scordare quest'immagine.

Un singhiozzo mi riscosse dai miei macabri pensieri e quando mi girai in direzione del pianto ormai disperato, vidi Silliar accasciarsi ai miei piedi abbracciandomi la vita.

-Io... io non sapevo...- balbettò, bagnando la mia maglia e stringendomi con le sue braccia esili.

In quel momento entrarono tutti e tra chi era sconvolto, distrutto, disgustato c'era anche Oberon che guardava sua moglie con uno sguardo gelido.

-Ora sai con chi hai a che fare. Spero tu sia contenta della scelta fatta.- sibilai fredda, scrollandomela di dosso con un gesto violento tanto che lei finì stesa sul pavimento, accanto al cadavere.

Dopo un urlò agghiacciante si spostò velocemente, andando verso l'angolo della stanza, dove mise la testa in grembo e continuò a piangere.

Oberon le si avvicinò e con dolcezza le sussurrò -Non odio nemmeno Tatiana tanto quanto odio te, hai scelto il male ed è ora che ne affronti le conseguenze. La moglie che avevo scelto mi amava, era la mia sostenitrice. Tu hai tradito il tuo popolo, il tuo Re e il tuo regno, per questo meriti la morte più violenta e rivoltante che esista.-

Lei strizzò gli occhi, sconvolta dalle parole di Oberon e quando lui si scostò disgustato, lei ricominciò a piangere più forte di prima.



Mi avvicinai al povero Fae che era ancora in parte al cadavere, lo feci alzare e uscii dalla stanza dove ormai il puzzo era così forte da non poter aprire gli occhi.

Lo condussi fuori dal castello sostenendolo per la vita, senza far caso alle guardie che mi guardavano impaurite ma sempre strafottenti.

Lo lasciai andare per la sua strada e chiamai a gran voce il resto della compagnia: dovevamo andarcene il prima possibile.

Mi guardai una mano e il fuoco fatuo che stava giocando sul palmo, mentre nell'altra un pezzo di pergamena giaceva tutto spiegazzato.



                             Sbrigatevi a tornare.

                             C'è stato un nuovo omicidio nella foresta, questa volta

                             ci sono molti più indizi.

                                                                                       Minerva


La resa dei conti si avvicinava.

NOTA: Salve a tuttiii!

Passate delle buone abbuffo-feste? Io sono scappata in vacanza evitando troppi pranzi con i parenti... non volevo rotolare in giro!

Bene, bene, vi piace?
Finalmente ci avviciniamo alla fine, ancora pochi capitoli!









Alla prossimaa!






   
 
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