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Autore: AnyaTheThief    29/12/2015    3 recensioni
Una storia di Natale.
Brigitte cammina per le vie di Parigi. E' debole, malata e sola. Sta andando alla ricerca del suo angelo custode, l'unica persona che crede possa aiutarla.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Porthos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brigitte - Finale alternativo

 


La mattina di Natale Porthos si svegliò di soprassalto con un orribile tarlo nella mente. Non riusciva a togliersi di testa quella canzone, ed in alcuni istanti della notte gli era persino parso di sentirla veramente entrare dalla finestra chiusa. Aveva dormito poco e male.
Si levò dal letto intontito e si lavò velocemente le braccia ed il petto nudi. L’acqua ghiacciata fece il suo dovere e nel giro di pochi minuti era ormai sveglio completamente.
Si vestì ed uscì.
Attraversò il cortile di buon passo. Si calcò il cappello sulla fronte ed abbassò lo sguardo, per evitare di incrociarlo con chiunque altro si trovasse nella guarnigione. C’era un bel movimento intorno; nonostante la neve attutisse le voci, allegre risate risuonavano fastidiose. Si diresse a passo rapido verso la strada.
“Beaucoup de gens vont en pèlegrinage...”
Porthos alzò la testa di scatto. Era quella la canzone che lo aveva tormentato tutta la notte. Un Moschettiere che gli era passato di fianco la stava canticchiando a mezza bocca, poi prese a fischiettarla, mentre lo superava ed usciva dal portone.
Scosse la testa e proseguì. La strada era piena di gente, le dame si muovevano con difficoltà, così come i carri che sprofondavano nella neve ancora congelata; i bambini facevano a palle di neve e tutti sembravano felici.
Anche Porthos avrebbe voluto essere felice, ma non ci riusciva. C’erano tante cose del Natale che gli ricordavano la sua vecchia vita alla Corte dei Miracoli, ma di solito riusciva comunque a non pensarci, a soffocare tutto dietro buone azioni e sorrisi. Sapeva che quel giorno non sarebbe bastato fare l’elemosina a qualche mendicante o dare da mangiare ai poveri storpi, qualcosa lo turbava profondamente, smuovendogli una serie di sgradevoli sensazioni nello stomaco e nella mente. Era tutto troppo gioioso, troppo falso e, dannazione, troppo bianco.
Il suo sguardo quasi irritato cadde su un mucchio di stracci ormai quasi sepolto completamente dalla neve.

Si intravedeva giusto un triangolino nero sotto il candido manto.

Il Moschettiere si avvicinò con indifferenza. Si chinò e ne afferrrò un lembo, ma quando tirò verso di sé si rese conto che non erano soltanto vestiti.

C’era una persona lì sotto.
Con il panico negli occhi ed il cuore in gola, cadde sulle ginocchia ed iniziò a scavare, ma non sentiva reazione: era fredda ed immobile. Gli capitò tra le mani un blocco di neve tinto di rosso. Si bloccò per un attimo con le mani sospese a mezz’aria, quasi non volesse osare toccarla per paura di peggiorare la situazione, ma poi lentamente scostò il tessuto che le copriva il capo.
Un volto pallido, congelato, ma gli occhi erano chiusi e l’espressione rilassata. Con le mani davanti al viso e le gambe rannicchiate sembrava quasi che dormisse.
Porthos la riconobbe immediatamente.
Il tempo e le persone passavano attorno a lui che era rimasto ibernato accanto al cadavere per diversi minuti, con aria sconfitta. Tutti loro, tutte quelle persone che guardavano senza vedere, erano stati loro. Sapeva come ci si sentiva ad essere ignorati, disprezzati, lasciati morire… E lui era stato uguale a tutti gli altri.
Proprio lui, che lo sapeva, avrebbe dovuto aiutarla per primo.
Sarebbe rimasta per sempre una delle tante vittime senza nome della società. Ed era morta lì, sola, proprio sotto la sua finestra. Era morta anche per colpa sua.
“Porthos!” si sentì chiamare. All’improvviso tornò alla realtà: Aramis gli stava andando incontro di corsa. “Che succede?” domandò, appoggiandogli una mano sulla spalla, prima di vedere coi suoi occhi ciò che aveva ridotto il suo amico a due metri di sconforto.
Si tolse il cappello e fece il segno della croce. Si guardò attorno. Le persone passavano accanto al suo amico e alla bambina, lanciavano occhiate, parlottavano tra di loro, ma nessuno sembrava intenzionato a fermarsi, a dedicarle un pensiero, a rovinarsi la giornata di Natale sottoponendo al proprio sguardo l’ennesimo cadavere di un mendicante.
Aramis si inginocchiò e, in silenzio, iniziò a pregare.
Athos e D’Artagnan arrivarono assieme. Non pregarono, ma vegliarono il corpicino assieme ai compagni senza fare domande.
Un bambino incuriosito dalla vista di quattro uomini col cappello in mano in ginocchio sulla neve, li indicò alla madre e poi li raggiunse. Si sporse con la testolina per capire attorno a chi stessero facendo scudo e vide Brigitte.
“C’è una bimba che dorme!” esclamò, richiamando l’attenzione dei genitori, che subito accorsero per portarlo via. Ma nella sua innocenza e testardaggine da cinquenne, il piccolo si oppose.
“No! Aspettiamo che si svegli.” e dopo un attimo di incertezza, andò ad inginocchiarsi accanto a Porthos. I genitori non ebbero più il cuore di tirarlo via di lì. Si avvicinarono alla scena, lui strinse lei e lei si strinse a lui, addolorati, ma non riuscivano a smettere di guardare Brigitte.
Presto attorno alla piccola si creò un cerchio di persone. Arrivavano tutte incuriosite da quella strana scena, ma poi non sapevano più andarsene, non potevano andarsene.
Perché Brigitte l’avevano vista, tante volte. Sì, te la ricordi quella con la mamma e il cane? Quella che stava sempre fuori dalla chiesa. Poverina. Una volta le ho dato una moneta. Ma la mamma era malata, avevamo paura ad avvicinarci. Chissà dov’è finito il cane. Sembra che ora dorma. E la mamma? L’abbiamo vista che era più morta che viva. L’abbiamo vista, ma cosa potevamo farci? L’abbiamo vista la bambina, era sempre in giro… L’abbiamo vista, ma non l’abbiamo vista.
Ora tutti vedevano. Vedevano davvero. E anche la rabbia di Porthos si trasformò in dolore, perché ormai l’unica cosa che poteva fare per Brigitte era renderle onore in quel modo.
Le passò le braccia sotto il corpo rigido e la sollevò. Lei non cambiò posizione, rimase come una statua rannicchiata. La gente aprì un varco per farlo passare e lui lo attraversò. Gli camminarono tutti dietro, in un rispettoso silenzio, fino a raggiungere il cimitero della chiesa di Saint Joseph des Carmes, quello per le persone vere, non la fossa comune per i mendicanti e gli straccioni.
Trovò un angolino accanto ad un albero spoglio. Del piccolo corteo spontaneo che era venuto a crearsi, a nessuno passò per la testa di obiettare quando Porthos e i suoi tre amici recuperarono da un piccolo capanno delle pale ed iniziarono a scavare.
Tutti si radunarono attorno alla fossa che i ragazzi stavano scavando.
Porthos scese insieme a lei. La accompagnò fino in fondo. Le accarezzò la fronte prima di risistemarle di nuovo la pezza sui capelli, nel caso in cui avesse avuto freddo. Si sforzò di sorriderle. Avrebbe voluto dirle qualcosa, visto che erano soli, ma un groppo alla gola gli impedì di parlare. Quando risalì, aiutato dai suoi compagni, la gente era ancora tutta lì. Due ragazzini avevano messo assieme una croce improvvisata. D’Artagnan la piantò accanto alla fossa, mentre gli altri iniziarono a ricoprirla.
Porthos strinse le labbra. Voleva parlare, ma l’unica cosa che aveva in testa era quella stupida canzone di Natale.
Se solo avesse avuto la pazienza, quel giorno, di fermarsi ad aspettare che lei superasse la timidezza e cantasse di fronte a lui…
Se non fosse stato così ubriaco e stupido…
Se l’avesse vista
“Beaucoup de gens vont en pèlegrinage...”
Iniziò a cantare quasi senza volerlo. Furono le uniche parole che gli vennero in mente in quel momento e che ruppero il silenzio gelido che si era creato.
“Beaucoup de gens s’en vont à Bethléem…”
D’Artagnan si unì a lui nel canto, afferrando la pala ed iniziando a gettare neve nella fossa insieme a loro.
“Je veux y aller, j’ai assez de courage…”
Tutte le persone presenti si unirono in un coro. Ognuno gettò una manciata di neve.
“Je veux y aller, si je peux bien marcher…”
E la cantarono tutta, finché non ricoprirono completamente la tomba.
Porthos pensò che da lì avrebbe potuto sentire sempre tutti i canti della chiesa vicina.
Si levò il cappello e lo appoggiò sulla croce senza nome.

 
 
  
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